La battaglia legale con Goldman Sachs.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-07-2014]
Google e Goldman Sachs sono ai ferri corti a causa di un'email; per la precisione, a causa di un'email spedita a un indirizzo sbagliato.
Tutto è cominciato quando un dipendente della famosa banca d'affari ha inviato per sbaglio un messaggio all'account Gmail di uno sconosciuto: anziché scrivere tizio@gs.com aveva infatti scritto tizio@gmail.com.
Il guaio è che il messaggio in questione conteneva informazioni confidenziali relative a un cliente; così la banca ha contattato Google spiegando l'accaduto.
L'azienda di Mountain View ha bloccato l'accesso al messaggio, cosicché il destinatario errato non potesse leggerlo; ma Goldman Sachs vuole di più: pretende che Google cancelli l'email.
Dal punto di vista di Google, però, accondiscendere a questa richiesta significherebbe aprire la porta a tutta una serie di rimostranze analoghe, alle quali dovrebbe obbedire; l'azienda ha quindi risposto che non lo farà, a meno che l'utente titolare dell'account non sia d'accordo oppure non venga obbligata da un tribunale.
Dal canto proprio Goldman Sachs afferma che se l'email restasse lì dov'è ci sarebbe sempre la possibilità che qualcuno riesca a leggerla, causando alla banca non solo perdite in denaro, ma anche un danno alla sua reputazione, per non parlare della violazione della privacy del cliente.
Il caso è quindi arrivato in tribunale: ora un giudice dello Stato di New York sarà chiamato a decidere sulla questione, che potrebbe stabilire un precedente importante.
Numerosi commentatori che già avevano criticato l'obbligo di Google a sottostare al diritto all'oblio, in queste ore sottolineano l'assurdità che potrebbe avere una decisione che obbligasse Gmail a "rimangiarsi" la posta già spedita. L'utente in effetti ha già tale facoltà, ma la può esercitare soltanto nei trenta secondi immediatamente successivi all'invio.
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