Geneticamente modificati per produrre cemento, gli insetti rivoluzioneranno l'architettura.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-03-2015]
Dell'utilità delle api nessuno dubita, ma finora si pensava solo all'impollinazione; invece, questi piccoli insetti potrebbero sostituire le stampanti 3D e arrivare a realizzare interi edifici.
L'idea è dello scrittore Geoff Manaugh e del designer John Becker, i quali hanno immaginato la creazione di api geneticamente modificate affinché le ghiandole utilizzate per produrre il miele producano, invece, una sostanza simile al cemento: i due parlano proprio delle «ghiandole che producono il miele», anche se forse in questa prospettiva sarebbe più sensato modificare le ghiandole che producono la cera.
Compiuto questo passo, si tratta poi soltanto di inserire le api in casseforme che riproducano l'aspetto dell'opera finita, e lasciar sviluppare la colonia.
«L'obiettivo finale sarebbe la produzione di forme architettoniche intere e autoportanti ma, per ora, le api dovrebbero poter costruire o riparare statue, ornamenti architettonici, dettagli di edifici e molto altro» ha spiegato Manaugh al Dezeen.
«Facendo crescere la colonia in un calco si può guidare la crescita e la formazione dell'alveare» ha aggiunto Becker. «Le api possono essere adoperate per riparare le strutture, creare sculture, o lasciate libere di creare ornamenti architettonici, stampando così aggiunte non richieste in ambienti cittadini e naturali».
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L'idea, secondo Manaugh, non è per nulla fantascientifica: dopotutto «nel New England esiste già una specie di api che produce un polimero simile al cellophane e che potrebbe, in teoria, essere usato come alternativa industriale alla plastica».
Come analogo precedente vengono poi indicati il Silk Pavilion del MIT, realizzato "istruendo" i bachi da seta affinché costruiscano una struttura secondo le indicazioni umane, e l'esperimento di 3B-printing (dove la B sta per Bee, ape, ed è un gioco di parole modellato su 3D-printing, stampa 3D), dove una colonia di api ha costruito un alveare a forma di bottiglia.
Il problema di un'eventuale fuga di queste api geneticamente modificate non preoccupa il duo, che anzi vede la possibilità con interesse: «Se fuggissero, potrebbero ridecorare le facciate dei nostri edifici o le volte delle foreste. Sarebbe selvaggiamente emozionante e porterebbe a svolte imprevedibili nella costruzione e nella realizzazione di forme» spiega Becker, al quale fa eco Manaugh aggiungendo che «sarebbe come un mondo infestato da stampanti 3D vaganti, o da pistole per colla impazzite e alimentate a cemento».
In ogni caso, né Manaugh né Becker intendono portare davvero a compimento l'idea: «Il nostro obiettivo era soltanto illustrare le possibilità spaziali e architettoniche che emergerebbero da qualcosa del genere».
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