Fu declassato nel 2006 con una controversa decisione dell'Unione Astronomica Internazionale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-08-2015]
Il fiume di immagini spettacolari e di dati scientifici su Plutone che sta arrivando dalla sonda New Horizons ha riacceso il dibattito, ormai un po' tedioso, sul perché Plutone non sia più considerato un pianeta dopo la controversa decisione dell'Unione Astronomica Internazionale di declassarlo nel 2006.
Ma molti di questi fatti non erano noti nel 1930, quando Plutone fu scoperto. Anzi, all'epoca si stimò trionfalmente che Plutone fosse grande quanto la Terra o addirittura quanto Giove. Soltanto le misurazioni effettuate nei decenni successivi ridimensionarono drasticamente queste stime iniziali. L'articolo continua qui sotto.
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Inoltre la scoperta era stata fatta studiando pazientemente le fotografie astronomiche presso l'osservatorio di Percival Lowell, un facoltoso astronomo già famoso per le sue discusse osservazioni dei canali di Marte che suggerivano la presenza di vita intelligente sul pianeta rosso. Lowell, prima di morire nel 1916, aveva predetto la probabile posizione del Pianeta X nel cielo e Tombaugh aveva trovato Plutone proprio nella zona indicata.
Pareva un trionfo delle capacità predittive della scienza, ma era soltanto un caso: grazie alla sonda Voyager 2 adesso sappiamo che le discrepanze orbitali erano frutto di una stima errata della massa di Nettuno e quindi non c'era nessun Pianeta X da scoprire. Plutone era semplicemente finito per coincidenza nell'inquadratura del telescopio: oggi diremmo che ha fatto photobombing.
La promozione di Plutone a pianeta fu insomma uno sbaglio dovuto alla tendenza molto umana di accettare senza dubbi i fatti che si conformano alle proprie tesi o previsioni predilette: siccome ci si aspettava di trovare un corpo celeste grande abbastanza da perturbare le orbite dei pianeti esterni, quando Tombaugh scorse il puntino di Plutone fu automatico presumere che fosse il grande pianeta atteso, senza che ci fosse alcuna reale conferma delle sue dimensioni effettive.
In realtà Tombaugh aveva scoperto qualcosa di ben più importante di un nuovo pianeta: aveva snidato il primo testimone dell'esistenza di un'intera zona inesplorata del Sistema Solare, ricca di migliaia di piccoli mondi di ghiaccio, che oggi chiamiamo Fascia di Kuiper. Plutone, invece di essere visto come il nano reietto tra i pianeti, è da considerare il re gigante dei mondi di questa gelida regione del cosmo.
Ma allora perché c'è ancora questa diffusa riluttanza ad accettare la riclassificazione di Plutone? Probabilmente perché si fa fatica a correggere le nozioni imparate a scuola e viene emotivamente spontaneo far tifo per i piccoli e gli emarginati, ma anche e soprattutto perché il nuovo ruolo di Plutone stride con la nostra tendenza a incasellare e semplificare tutto e ci ricorda fastidiosamente che l'Universo è ben più complesso e ricco di sfumature di quanto vorremmo.
Fonti aggiuntive: Space.com, Space.com, HowStuffWorks.com, Library of Congress, Wikipedia.
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