Se non interveniamo subito, andremo dritti verso la catastrofe.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-04-2017]
Dieci anni: né più, né meno. È questo il tempo che ci resta per salvare la Terra dai disastri dei cambiamenti climatici stando a uno studio pubblicato su Nature Communications.
Il primo autore dello studio, Brian Walsh, è consulente della Banca Mondiale e ha lavorato per l'austriaco Istituto Internazionale per l'Analisi dei Sistemi Applicati.
Insieme ai suoi collaboratori ha analizzato le emissioni di biossido di carbonio derivanti dai combustibili fossili, dalle attività agricole, dalla produzione del cibo, dalle bioenergie e dall'utilizzo della terra.
In base ai dati raccolti dovremmo ridurre l'utilizzo dei combustibili fossili in modo che entro il 2100 rappresentino meno del 25% delle fonti di energia (attualmente siamo al 95%).
Un altro intervento riguarda la deforestazione, che va limitata in modo da ottenere una riduzione delle emissioni del 42% entro il 2100.
Infine, è necessario concentrarsi sulle fonti di energia rinnovabili: anche nella migliore delle ipotesi, in cui l'utilizzo di eolico, solare e biomasse aumenta del 5% ogni anno, entro il 2022 avremo un aumento di temperatura di 2,5 gradi Celsius.
Perché dunque il limite di dieci anni di cui parlavamo all'inizio? Perché - spiegano i ricercatori - i prossimi dieci anni saranno critici per invertire la tendenza attuale.
Se non si prenderanno decisioni drastiche in questo lasso di tempo, poi sarà troppo tardi per evitare le ripercussioni catastrofiche dei cambiamenti climatici sulla vita della Terra.
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