[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-04-2019]
Nel corso degli anni abbiamo visto nascere tecnologie che permettono di produrre bioplastica dai più diversi materiali, come l'agar-agar o le alghe.
Ora un gruppo di studenti del Royal College of Art e dell'Imperial College ha ideato un sistema per ottenere bioplastica dai gusci dei crostacei, dai gamberi fino a gli astici alle aragoste.
La loro idea s'è tradotta nell'iniziativa Shellworks che ha perfezionato il processo e i macchinari necessari per estrarre la chitina, un biopolimero naturale, dagli esoscheletri dei crostacei.
Sono nati così Dippy, un apparecchio dedicato alla creazione di oggetti tridimensionali; Vaccy, per la creazione delle confezioni; e Sheety, per la realizzazione di fogli di plastica naturale e biodegradabile.
Con questi strumenti sono poi stati creati dei prodotti finiti, quantomeno a livello di prototipo: si va dai blister con proprietà antibatteriche fino ai vasi auto-fertilizzanti per le piante.
Il procedimento è molto flessibile e permette di realizzare una gran varietà di prodotti, tutti perfettamente biodegradabili e riciclabili: vengono infatti utilizzati soltanto "ingredienti" completamente naturali, senza additivi, tanto che lo stesso materiale può essere adoperato per dare vita alla bioplastica oppure come fertilizzante.
«Progettando un processo produttivo scalabile, applicazioni ideate su misura per i materiali e un flusso di rifiuti eco-compatibile, crediamo di poter dimostrare come la plastica di chitosano possa diventare un'alternativa credibile per molti dei prodotti in plastica che adoperiamo oggigiorno».
Qui sotto, il video di presentazione e alcune immagini.
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