[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-06-2019]
Era il primo giugno 1999 quando un software che custodiva al proprio interno un'idea nuova apparve in Rete: Napster.
Napster era frutto dell'intuizione di un diciassettenne, Shawn Fanning, soprannominato Napster, che nell'autunno dell'anno precedente aveva sottoposto al canale IRC w00w00 l'idea di un software scritto appositamente per facilitare la condivisione di file.
Al fondo, Fanning voleva trovare un modo per rendere più semplice il trasferimento della musica, e infatti fin da subito Napster si impose come il sistema principe tramite il quale ciascuno poteva allargare la propria libreria musicale.
Ad appena tre mesi dal lancio, Napster consentiva di accedere a quattro milioni di brani e, in meno di un anno l'applicazione aveva già raggiunto i 20 milioni di download.
Napster si trasformò in un'azienda capace di gestire un business da milioni di dollari nella quale lavoravano diverse membri del canale w00w00, ma soprattutto era riuscito in poco tempo a cambiare il modo di fruire la musica, di esplorare generi nuovi (dato che il download era gratuito) e di mettere in difficoltà i titolari del diritto d'autore.
Presto infatti Napster attrasse l'attenzione di enti come l'americana RIAA, che fece causa a Napster Inc. con il supporto di alcuni artisti, come i Metallica o Dr. Dre.
La condivisione gratuita era vista come una chiara minaccia al modello di business abituale, e la RIAA non andò per il sottile: alla fine il tribunale ordinò le spegnimento della rete (che funzionava appoggiandosi a dei server centrali), che cessò di operare nel luglio del 2001.
A quel punto, però, il panorama era mutato. Napster negli anni si riciclò come servizio a pagamento, ma dalle ceneri dell'applicazione originale nacquero Morpheus, Kazaa, WinMX, LimeWire, Grokster, Gnutella e molti altri ancora che ne raccolsero l'eredità, fino a che BitTorrent non iniziò a fare capolino e pian piano assorbì praticamente tutto il traffico.
Napster non cambiò soltanto le abitudini degli utenti. Convinse anche i riluttanti produttori di musica (artisti ed etichette) ad adeguarsi piano piano alla novità e a offrire alternative legali per l'ascolto di musica online. Se sono nati iTunes e similari lo dobbiamo con tutta probabilità proprio all'idea di quel diciassettenne di vent'anni fa.
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