[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-09-2025]
Microsoft sta sviluppando una piattaforma denominata Publisher Content Marketplace, progettata per facilitare accordi di licenza tra editori e aziende di intelligenza artificiale, con pagamenti basati sull'effettivo utilizzo dei contenuti nell'addestramento dei modelli. Attualmente in fase pilota con un gruppo selezionato di publisher statunitensi, questa iniziativa vuole rappresentare un passo verso una maggiore trasparenza e sostenibilità economica nel settore, partendo dall'integrazione con l'assistente Copilot.
Il modello proposto si discosta dalle intese fisse tradizionali, introducendo metriche oggettive per valutare l'impatto del contenuto sui sistemi AI, come la frequenza di accesso o l'influenza sul materiale generato. Secondo fonti interne, la piattaforma mira a creare un ecosistema bilaterale dove gli editori possono impostare prezzi personalizzati e tracciare l'uso dei loro archivi, potenzialmente estendendo l'accesso ad altri prodotti Microsoft in futuro.
Il contesto di questa mossa è chiaramente costituito dalle crescenti tensioni tra big tech e mondo editoriale, esacerbate da cause legali per presunte violazioni di copyright. Un esempio emblematico è la querela intentata dal New York Times contro Microsoft e OpenAI nel 2023, che accusa le due società di aver utilizzato milioni di articoli per addestrare chatbot come ChatGPT e Copilot, senza autorizzazione o compensazione adeguata. Ancora in corso, questa lite ha evidenziato i limiti del fair use nella giurisprudenza statunitense e ha spinto diverse aziende a esplorare accordi preventivi. Attraverso il suo investimento miliardario in OpenAI, Microsoft si trova al centro di questi dibattiti: ora il Publisher Content Marketplace vuole fungere da strumento per mitigare rischi simili.
Dal punto di vista operativo, la piattaforma opererebbe come un hub digitale sul quale gli editori caricano metadati relativi ai contenuti da loro messi a disposizione; gli sviluppatori di IA, inclusi potenziali partner esterni, possono quindi sfogliare un catalogo e negoziare licenze in tempo reale, con meccanismi di tracking basati su API per monitorare l'utilizzo dei materiali dopo la firma della licenza. Si tratta di un approccio basato sull'utilizzo effettivo che contrasta con i gli accordi stretti da OpenAI, che non ne tengono conto e riguardano già editori come Condé Nast, Time e Associated Press per accessi illimitati.
Le implicazioni per gli editori sono significative, specialmente in un panorama in cui i ricavi pubblicitari digitali sono erosi dalle piattaforme tech: circa il 60% della spesa pubblicitaria globale fluisce verso Google e Meta, secondo stime del 2025. Per testate in crisi come quelle locali o specializzate, il marketplace potrebbe generare flussi di ricavi ricorrenti, valutati in un potenziale mercato da 30 miliardi di dollari entro il 2035 per dati di addestramento per le IA. La fattibilità di questi piani dipende dall'adozione della piattaforma: senza un numero critico di acquirenti, il sistema rischierebbe di rimanere un esercizio teorico.
Microsoft sostiene che un modello dinamico come questo incentivi la creazione di contenuti di alta qualità, riducendo i bias nei modelli AI e favorendo dataset verificati. Il lancio formale del marketplace è previsto per i primi mesi del 2026: la speranza di Microsoft è che riesca a ridefinire i rapporti tra IA e media, attualmente non certo dei migliori.
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Homer S.