Pannella, i blog e la libertà digitale

Abbiamo incontrato Antonio Tombolini, già fondatore di Esperya e ora dirigente dei Radicali - Rosa nel Pugno.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-02-2006]

Antonio Tombolini

Antonio Tombolini è una delle figure di maggiore prestigio della Rete italiana: fondatore di Esperya, azienda e-commerce specializzata nell'enogastronomico made in Italy, e uno dei primi blogger italiani.

Tombolini ha un'esperienza personale molto singolare: prima dell'impegno ai massimi livelli nella new economy, si laurea in filosofia a pieni voti e, soprattutto, diventa vicepresidente nazionale dell'Azione Cattolica, ai tempi di Rosy Bindi e Alberto Monticone, vivendo e lavorando a due passi dal Vaticano. Oggi, dopo aver assunto posizioni non in linea con quelle della Chiesa sulla fecondazione assistita, è diventato uno dei componenti della direzione nazionale dei Radicali che, insieme allo SDI, ha dato vita alla "Rosa nel Pugno".

Abbiamo intervistato Tombolini sui temi delle libertà digitali e dei rischi che corrono in Italia in questo momento.

ZN: Pensi che nel centrosinistra italiano ci sia una sufficiente coscienza dei rischi e dei pericoli per la libertà digitale in Italia e nel mondo? Vedi legge Urbani, blocco degli IP esteri, limitazioni alla privacy, digital divide fra cittadini e zone del Paese.

Tombolini: "Più che nel centrodestra sì, ma una "sufficiente coscienza" senz'altro no. Il problema non è per nulla ideologico: si tratta semplicemente della distanza, ancora abissale, che esiste tra chi detiene il potere (politico, economico, culturale) e la rete. I potenti in questo paese non sanno nulla di internet, non sanno nulla della rete, e dunque non riescono a percepire il peso reale di questi rischi. E' in parte un problema generazionale (abbiamo una delle classi politiche più vecchie), ma anche di formazione di base: la rete si presterebbe benissimo a essere strumento di formazione fin dall'infanzia, ma conosciamo la situazione della scuola a questo riguardo, fin dalla scuola materna: meglio non parlarne".

ZN: Quali sono le priorità in materia di libertà digitali che andrebbero inserite nel programma dell'Unione?

Tombolini: "Un vero e proprio "codice della navigazione" e per la tutela dei diritti in rete. Occorre affrontare in maniera organica i problemi della democrazia digitale, e occorre farlo (lo impone la materia stessa) fin da subito in un'ottica globale e trans-nazionale. A meno che non si preferisca l'anarchia di una rete che condurrebbe all'imperio del più forte (sta già accadendo) oppure, in alternativa, la pseudo-regolamentazione proibizionista e paranoica dei regimi totalitari".

ZN: Si fa un gran parlare dell'uso di Internet in questa campagna elettorale e ogni giorno c'è un leader politico che apre un blog. Tu sei stato un pioniere: quali limiti e quali potenzialità vedi in questa nuova stagione del rapporto internet-politica?

Tombolini: "Le potenzialità sono enormi: se uno dei problemi della politica (forse "il" problema) è il distacco abissale e crescente tra la politica dei potenti (il suo linguaggio, i suoi luoghi, i suoi riti) e i cittadini, è evidente che la rete e in particolare i blog potrebbero costituire un luogo formidabile di incontro. Ma qui torniamo al primo punto: i vip della politica non conoscono la rete. La deridono, e allo stesso tempo ne hanno paura. Accade così che alla vigilia di una campagna elettorale arrivi un consulente furbo e dica al politico di turno che avere un blog "va di moda", dimenticando di dirgli che un blog non aggiornato o - peggio - scritto da altri può solo recar danno. Il problema, per la verità, esiste anche in casa radicale, dove siamo abituati alla trasparenza e al rapporto diretto, ma ancora non viene percepita la reale potenzialità dell'esserci personalmente in rete".

ZN: E nel vostro movimento?

Tombolini: "Da almeno un anno sto letteralmente tormentando Daniele Capezzone perché si decida ad aprire un blog: sono certo che ne farebbe uno dei luoghi della politica più importanti e più frequentati della rete. Ma lui niente: la risposta è sempre quella, "sì, sarebbe bello, lo faremo, ma non ho tempo". Chi risponde "non ho tempo", evidentemente, considera altri impegni modi e forme della comunicazione prioritari rispetto a questo. Secondo me sbaglia (ma lo stesso discorso vale per Pannella, Bonino, ecc., tutta gente abituata a dialogare direttamente con cittadini ed elettori, veri e propri "animali da blog", insomma), ma chissà, magari leggendo Zeus News ;-)"

ZN: E tu? Quali iniziative stai portando avanti sul rapporto Internet - politica?

Tombolini: "A fine agosto scorso ho fondato, con un amico senese, Andrea Vecoli, una associazione politica telematica, Lievito Riformatore che ha la sua sede in un blog. Ha il suo manifesto, uno statuto, vota documenti ufficiali, ecc. Tutto online. Conta oggi 41 aderenti, che pagano ciascuno, via Paypal, la quota associativa annuale di 5 euro. Quando qualcuno mi chiede cos'è, io rispondo che è un esperimento di "nuova politica" (Cluetrain applicato alla politica, contro la politics-as-usual)".

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Pier Luigi Tolardo

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