Olivetti

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Olivetti
Logo
Logo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione29 ottobre 1908 a Ivrea
Fondata daCamillo Olivetti
Sede principaleIvrea
GruppoGruppo TIM
Persone chiave
SettoreInformatico
Prodotti
Fatturato192,9 milioni di [3] (2020)
Dipendenti282[3] (luglio 2021)
Slogan«Design meets Technology»
NoteCompasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 1954

Compasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 1959
Compasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 1962
Compasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 1964
Compasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 1967
2xCompasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 1970
Compasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 1981
Compasso d'Oro Premio Compasso d'oro nel 2001

Sito webwww.olivetti.com/

Olivetti S.p.A. è una società italiana del Gruppo TIM operante nel settore dell'informatica, che in passato è stata una delle più importanti aziende al mondo nel campo delle macchine per scrivere, da calcolo e dell'elettronica.

Tra i suoi primati più significativi vi sono la Divisumma 14, l'Elea 9003 e la Programma 101: la Divisumma 14 è stata la prima calcolatrice elettromeccanica al mondo in grado di svolgere tutte e quattro le operazioni e stampare il risultato, l'Elea è uno dei primi calcolatori completamente a transistori. La Programma 101 è stata uno dei primi desktop computer programmabili.

A partire dal 2020 la società si è focalizzata sulle soluzioni IoT e sull'analisi dei big data.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Periodo 1908-1932: Camillo Olivetti[modifica | modifica wikitesto]

Primo manifesto della macchina per scrivere Olivetti M1
La storica fabbrica in mattoni rossi: "prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere".
Macchina per scrivere Olivetti M40 II versione, progettata da Camillo Olivetti con Gino Levi Martinoli e prodotta tra il 1938-1946 in 240 000 esemplari (Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano).

«L'anno 1908, li 29 del mese di ottobre nella città di Ivrea ed in loco proprio del Signor Ing. Camillo Olivetti situato alla regione Ventignano e Crosa, avanti a me Gianotti Cav. Felice regio notaio iscritto presso il Collegio Notarile di Ivrea, ivi residente - Conservatore e Tesoriere dell'Archivio Notarile di questo Distretto - coll'intervento dei testimoni sotto nominati - sono presenti i signori: Olivetti Camillo, fu Salvatore, Quilico avv. cav. uff. C. Alberto, Jona Gioberti fu I. David, Quaglio Vincenzo fu cav. Francesco, Ambrosetti Ugo fu cav. Emilio, Aluffi Alberto del vivente Giuseppe, Rossi cav. Mario, Gatta Dino fu Francesco, Domenico Domenico, che dichiara di agire per proprio conto ed in rappresentanza dei signori: Sacerdoti cav. Carlo del vivente cav. Leone, Porcheddu Giovanni fu Israel, Verdun di Cantogno nobile Lorenzo del vivente Domenico, Guagno Enrico fu Antonio.»

Il capitale sociale iniziale fu di 350 000 lire, Camillo vi partecipò con 220 000 lire costituite dal valore di alcuni terreni e di un fabbricato industriale che ospitava la C.G.S, fabbrica di strumenti di misura elettrici, fondata precedentemente dallo stesso Camillo. Gli altri azionisti erano amici e parenti, le modeste somme dei quali servirono ad acquistare i primi torni automatici Brown&Sharpe e le prime fresatrici, che vennero scelte durante un viaggio negli Stati Uniti d'America poco dopo la fondazione. Sul tetto della fabbrica a due piani in mattoni rossi venne affisso un cartellone, grande quasi quanto il lato est dell'edificio, che riportava la scritta: ING. C. OLIVETTI & C. PRIMA FABBRICA NAZIONALE MACCHINE PER SCRIVERE. Al tempo, la campagna separava ancora la città di Ivrea dalla fabbrica, mentre il Canavese era stato fino ad allora una zona con tradizioni unicamente agricole e artigiane.

La Fiat a Torino era nata 10 anni prima e contava appena 50 operai, Camillo aveva 4 ragazzi inesperti ai quali insegnava di persona elementi di meccanica, aritmetica e tecniche di costruzione. A capo del gruppo vi era Domenico Burzio, figlio di un operaio fucinatore, lavoro che egli stesso eseguì fin dall'età di 13 anni. La sua carriera scolastica si concluse in seconda elementare su consiglio dell'insegnante, successivamente lavorò al mantice, in una fucina dove si costruivano i torchi per l'uva e lì rimase fino al 1895 quando l'ing. Camillo Olivetti lo assunse nella sua fabbrica. Ottenuto il brevetto di conduttore di caldaie, Burzio entrò nel 1896 a far parte della C.G.S. e dopo pochi mesi fu messo a capo del gruppo di operai che lavorava alla costruzione di strumenti elettrici di misura. In quel periodo la C.G.S venne trasferita a Milano e fu Burzio a gestire e sorvegliare il trasferimento dei macchinari, del personale e delle attrezzature. Nel 1909 tornò a Ivrea quale direttore tecnico dello stabilimento dove Camillo aveva iniziato la fabbricazione delle macchine per scrivere.

Periodo 1932-1960: Adriano Olivetti e le officine meccaniche[modifica | modifica wikitesto]

Lettera 22
Telescrivente Olivetti T1 Tipo AC.84 no.291

Sotto la guida di Adriano Olivetti, figlio di Camillo, divenuto direttore della Società Olivetti nel 1932 e presidente nel 1938, nel 1940 comparve la prima addizionatrice Olivetti, seguita nel 1945 dalla Divisumma 14, la prima calcolatrice scrivente al mondo in grado di eseguire le quattro operazioni. Venne inventata da Natale Capellaro, che avrebbe progettato in seguito tutte le calcolatrici Olivetti. Nel 1959 Olivetti sviluppò l'Elea 9003, uno dei primi mainframe computer transistorizzati, concepito da un piccolo gruppo di ricercatori guidati da Mario Tchou e prodotto nello stabilimento appositamente dedicato di Borgolombardo, una frazione di San Giuliano Milanese lungo la via Emilia.

Fu negli anni sessanta che l'azienda conobbe la massima espansione sui mercati mondiali. In aziende, banche e uffici postali italiani erano presenti una macchina contabile chiamata Audit e una fatturatrice chiamata Mercator. Ma soprattutto nelle attività commerciali di ogni livello era solitamente presente la macchina da calcolo Divisumma 24. Quest'ultima venne prodotta in milioni di esemplari e venduta a un prezzo pari a circa 10 volte il costo di produzione, assicurando enormi profitti all'azienda. Un progetto successivo Logos 27/1/2/3 (in codice MC27), fu la massima e ultima espressione della tecnologia meccanica applicata al calcolo (900 cicli al minuto), un progetto ambizioso volto al rilancio della meccanica, ma che si rivelò molto costoso in termini economici.

In quel periodo, l'elevata qualità dei prodotti meccanici era garantita dal sistema organizzativo adottato sulle catene di montaggio. Il manufatto, dalla prima fase di impostazione fino alla fase finale di imballo dopo molte ore di "stagionatura" per i prodotti elettrici, era seguito da due enti autonomi e in competizione tra loro, il primo definito "montaggio", costituito da operai, operatore, caporeparto, segretaria e schedarista, era addetto all'assemblaggio del manufatto, il secondo, definito "controllo", strutturato in modo identico, aveva il compito di controllare dopo un certo numero di fasi di lavorazione, se le tolleranze di accoppiamento dei cinematismi fino ad allora assemblati, regolati e lubrificati, rientravano nei valori di tolleranza previsti dalle norme di montaggio: nel caso in cui una sola regolazione risultasse fuori tolleranza o mancasse la lubrificazione in un punto, la macchina veniva scartata e rispedita alla fase di lavorazione responsabile del difetto. Ogni macchina era accompagnata da una scheda in cui l'operaio apportava la firma nella casella relativa alla propria fase di lavorazione. Per macchine complesse, ad esempio la Tetractys-CR con carrello tabulatore, erano necessarie oltre trenta fasi di lavorazione, ciascuna con tempi di 5-8 minuti. Durante la sua ascesa, la ditta Olivetti inglobò altre aziende italiane produttrici di macchine per scrivere come la Società Anonima Invicta nel 1950 (sotto il controllo della Olivetti dal 1938) e la Serio di Crema nel 1969[5]

Negli stessi anni, nella nuova sede di 7300 metri quadrati coperti della filiale O.M.O. (Officine Meccaniche Olivetti), fondata nel 1926 e ubicata in località San Bernardo d'Ivrea (4 km da Ivrea), furono in produzione varie macchine utensili, fra queste, due fresatrici a controllo numerico, la Auctor e la Horizon (quest'ultima avente un peso di 17 tonnellate e un magazzino di 48 utensili), l'azienda poté essere in concorrenza sul mercato mondiale. La Olivetti si consolidò così a livello nazionale e internazionale, e raggiunse il numero di 24.000 dipendenti.

Periodo 1960-1964: Roberto Olivetti[modifica | modifica wikitesto]

La morte di Adriano nel 1960 portò alla direzione dell'azienda il figlio di questi, Roberto, insieme al cugino Camillo. Roberto, in azienda dal 1955, aveva aiutato sempre di più il padre nella conduzione dell'azienda di famiglia. Con 50.000 dipendenti nel 1955[6], e l'ulteriore ingrandimento dovuto all'acquisizione nel 1963 dell'americana Underwood Typewriter Company, l'Olivetti divenne un colosso industriale internazionale.

Tuttavia, la gestione di questo colosso risultò difficoltosa sin dall'inizio e ciò, unito alla stagnazione del mercato, portò la famiglia Olivetti a prendere la decisione di aprirsi a nuovi soci. Infatti, alla morte di Adriano venne in luce la fragilità gestionale dell'azienda, le cui azioni erano per il 70% in possesso degli eredi del capostipite, Camillo, che a loro volta erano suddivisi in sei rami familiari tra i quali "la concordia e la solidarietà non erano le virtù principali"[7]. La restante parte delle azioni era suddivisa tra i dirigenti dell'azienda e persone in qualche modo legate alla famiglia Olivetti.

I soci che poco dopo il 1960 entrano nel capitale Olivetti furono la Fiat, la banca IMI, la Centrale, Mediobanca (allora statale come IMI) e Pirelli[8]. Emblematica la dichiarazione di Vittorio Valletta (persona notoriamente legata a Mediobanca) all'assemblea di entrata della Fiat nel capitale Olivetti del 30 aprile del 1964:

«La società di Ivrea è strutturalmente solida, potrà superare senza grosse difficoltà il momento critico. Sul suo futuro pende però una minaccia, un neo da estirpare: l'essersi inserita nel settore elettronico, per il quale occorrono investimenti che nessuna azienda italiana può affrontare»

Il nuovo management, pertanto, puntò tutto sul lancio della nuova Logos 27, una calcolatrice ancora della tradizionale tecnologia meccanica di Olivetti. Tuttavia, questo prodotto non fu in grado di reggere la competizione con le prime calcolatrici elettroniche prodotte da aziende giapponesi e tanto meno con un prodotto elettronico della stessa Olivetti che risulterà rivoluzionario, la Programma 101[10][11], primo personal computer vero e proprio al mondo, progettato in Olivetti da Pier Giorgio Perotto proprio appena prima del periodo di transizione della vendita della Divisione Elettronica, e presentato, anche grazie al supporto di Roberto Olivetti stesso e di una parte del management (oltre alla determinazione e lucidità dello stesso Perotto), insieme alla Logos 27 alla Mostra internazionale dell’Associazione produttori di macchine per ufficio (BEMA) di New York dell'ottobre del 1965. Nel grandioso stand allestito per la Logos, la P101 venne relegata in una saletta di fondo, ma appena i visitatori la notarono, essi entrarono massicciamente nella stanza per osservare il prodotto. Nei giorni seguenti, il personale dello stand dovette improvvisare un servizio d'ordine per regolare l'imprevisto afflusso di visitatori, dato che molte persone erano rimaste stupefatte dalle caratteristiche del macchinario, in quanto permetteva di eseguire operazioni piuttosto complesse per il tempo occupando uno spazio ridotto (poteva stare sopra una scrivania, pur dando la possibilità di registrare ed eseguire programmi completi, come i grandi calcolatori dell'epoca). Tutto ciò fu possibile grazie ai progressi effettuati dall'Olivetti nell'ambito dell'elettronica. Il primo acquirente della P101 fu la rete televisiva NBC, 5 esemplari per computare i risultati elettorali da fornire ai propri telespettatori. È stata anche utilizzata dalla NASA in occasione della missione Apollo 11[12].

Periodo 1964-1978: I nuovi azionisti[modifica | modifica wikitesto]

Programma 101, 1965 (esemplare esposto al Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano).

Con l'entrata dei nuovi azionisti il ruolo fin qui svolto dalla famiglia Adriano Olivetti nella costruzione del gruppo Olivetti diventò sempre più marginale anche se ancora per alcuni anni il suo ruolo rimarrà centrale.

Il problema dell'Olivetti sull'ipotesi di virare decisamente sull'elettronica era legato al fatto che, nonostante essa detenesse il 25% del mercato italiano dei calcolatori grazie al suo Elea 9003, la maggior parte di banche, industrie e pubblica amministrazione continuava ad acquistare prodotti americani[13]. Pertanto, il CdA di Olivetti decise, nel 1964, di vendere la Divisione Elettronica Olivetti a General Electric (formalmente venne costituita una joint venture, Olivetti General Electric, detenuta al 75% da GE)[14][15]. Questa situazione non creò le condizioni perché la proprietà azienda puntasse decisamente su essa. Tuttavia, l'ing. Perotto, riuscì ugualmente a ultimare il progetto della P101, una calcolatrice elettronica, grazie al coinvolgimento di Roberto Olivetti e parte del management: tale lancio si rivelò un successo commerciale già dall'inizio, nel 1965 che rilevò l'apertura di un mercato totalmente nuovo, al punto da continuare a creare perplessità e difficoltà all'interno della Olivetti stessa. Nel 1967, Roberto divenne Amministratore Delegato dell'Olivetti, mentre Perotto, divenuto al suo posto, sempre nel 1967, direttore della Ricerca e Sviluppo, continuò ancora per un decennio a lavorare sui calcolatori portatili sull'onda del successo della sua P101.

Nel 1969 venne aperto lo stabilimento di Marcianise e nel 1970 quello di Harrisburg, portando così il numero dei dipendenti a quota 73.000[16]. Tra il 1973 e il 1975 venne sviluppato il sistema operativo Cosmos.

Dopo l'uscita, a partire dal 1968, di alcuni modelli di personal computer prodotti dalla HP ispirati alla P101 e in diretta concorrenza con essa (il primo fu l'Hewlett-Packard 9100A), questo mercato conobbe una brusca accelerazione e si fece pressante la necessità di proporre un modello più evoluto di personal computer da parte di Olivetti. Solo nel 1971 vide la luce il modello successivo alla P101: la Olivetti P602.

Nell'aprile del 1975, alla fiera di Hannover, vennero presentati due nuovi personal computer Olivetti, il P6040 e il P6060, sempre ideati da Perotto: il primo era basato sul microprocessore intel 8080 (il che ne permetteva una dimensione ridotta rispetto al P6060), il secondo, con CPU ancora in tecnologia TTL, disponeva di stampante grafica e floppy disk incorporato (per la prima volta al mondo in un personal computer). Il marketing, tuttavia, non ne intuì le potenzialità e i prodotti ebbero scarso successo, a parte l'ambito europeo nel caso della P6060, in particolare in Germania.

Nel 1978 la Olivetti introdusse sul mercato, dopo due anni di gestazione, la ET 101, la prima macchina per scrivere elettronica al mondo. Nello stesso anno, Carlo De Benedetti assunse la guida di Olivetti diventandone il nuovo azionista di riferimento. Il lancio dell'ET 101 fu bene accolto dal mercato e si ebbe, finalmente, un nuovo pieno successo commerciale come era accaduto per la P101.

Olivetti M24

Periodo 1978-1998: Carlo De Benedetti[modifica | modifica wikitesto]

Olivetti Envision P75, venduto abbinato all'interfaccia grafica Olipilot.

1978: Carlo De Benedetti entrò in Olivetti come azionista di riferimento e ne diventò subito presidente. L'azienda al momento dell'entrata di De Benedetti possedeva una struttura poderosa e un nome rinomato, tuttavia era molto indebitata e con un futuro incerto. De Benedetti riuscì a porre le basi per un nuovo periodo di sviluppo, fondato sulla produzione di personal computer e sull'ampliamento ulteriore dei prodotti, che vide aggiungersi stampanti, telefax, fotocopiatrici e registratori di cassa. 1979: venne fondato a Cupertino, negli Stati Uniti d'America, l'Olivetti Advanced Technology Center (ATC), posizionato al numero 4 di Mariani Avenue, due isolati dalla sede della Apple, dove la divisione ricerche avanzate, sotto la direzione del fisico Umberto Pellegrini, progetta i chip LSI, usati dalla prima macchina per scrivere elettronica al mondo, la Olivetti ET 101 (in realtà progettata a Ivrea), il primo personal computer europeo Olivetti M20, e, in seguito, l'M24, il computer che ha avuto un enorme successo in seguito alla partnership con AT&T, che lo propose con un contenitore ambrato e il nome AT&T 6300.

Macchine da scrivere Olivetti

1980-83: A partire dall'inizio degli anni ottanta l'Olivetti ritornò all'altezza della sua fama raggiungendo nuovamente il successo internazionale con diversi, validi prodotti. Fra questi vanno menzionati l'Olivetti M10 (1983), uno dei primi veri computer portatili, con alcuni programmi integrati e la capacità di collegarsi a computer remoti; l'Olivetti M20 (1983). Olivetti dovette adeguarsi mettendo in produzione, come fecero altre aziende, un computer clone del PC IBM, l'Olivetti M24 (1983) che, grazie agli accordi con l'americana AT&T, ebbe un successo di vendite notevolissimo. 1984: In questo anno la Olivetti inglobò l'inglese Acorn Computers, posizionandosi ancora meglio nel mercato internazionale. 1988-89: Grazie agli accordi con gli americani della AT&T l'Olivetti arrivò a diventare alla fine degli anni ottanta uno dei maggiori produttori di personal computer in Europa[17][18], con il 13% del mercato continentale e 280000 pezzi venduti nel 1986[19] Le potenzialità innovative dell'azienda, grazie anche all'esperienza acquisita nella meccanica fine, le permisero di intraprendere, unica società in Europa, il progetto, lo sviluppo e la produzione di hard disk da installare sui propri personal computer. La società era inoltre fornitrice delle telescriventi per la NATO. Contemporaneamente alla produzione di personal computer, su un'altra linea di produzione denominata "Linea 3000" venivano assemblati i minicomputer, macchine più potenti, dotate del microprocessore Motorola 68000.

Vecchio logo fino al 2006

19 giugno 1990: Olivetti, insieme a Lehman Brothers, Cellular Communications International Inc., Bell Atlantic International e Telia International, diede vita a Omnitel Sistemi Radiocellulari S.p.A. con l'obiettivo di entrare nel mercato europeo della telefonia mobile[20][21].

1991-1992: L'azienda entrò in una situazione di forte crisi industriale, generata dall'intensificarsi della competizione globale, dalla caduta dei prezzi e dei margini in tutta l'industria informatica mondiale, dalla debolezza del mercato europeo e, in particolare, di quello italiano. Dovette pertanto dare inizio a una lunga e onerosa ristrutturazione delle attività. Dopo aver fatto ricorso ad essa già nel 1991, il 29 gennaio 1992 la Olivetti avviò la procedura di cassa integrazione straordinaria per 2200 lavoratori in esubero negli stabilimenti di Ivrea, Pozzuoli e Crema[22][23][24].

1996: L'avventura di Carlo De Benedetti in Olivetti come presidente si concluse nel 1996, quando, a causa della grave crisi dell'azienda, egli decise di lasciarne la guida dopo 18 anni[25]. Tuttavia rimase il principale azionista, pur mantenendo il ruolo di presidente onorario.

1996: Olivetti insieme a Bell Atlantic fondò Infostrada S.p.A., operatore di rete fissa[26]. Tuttavia questa operazione non riuscì a risollevare Olivetti dalla sua profonda crisi.

1997: Il gruppo Olivetti vendette a gennaio l'Olivetti Personal Computers (OPC) di Scarmagno alla Piedmont International[27][28] (in seguito questa parte di azienda Olivetti passò nelle nuove mani della ICS[29] e in un successivo crac finanziario, nell'ultima incarnazione si chiamò Oliit, fallita in ultimo nel 2004[30]). Lo Stabilimento Olivetti di Scarmagno restò per decenni in stato di abbandono. In maggio fu ceduta la Olivetti Synthesis, specializzata nella progettazione e realizzazione di mobili e arredi per ufficio[31]. Il Gruppo stimò una perdita di 264,2 miliardi contro un bilancio in rosso di 350,2 del primo semestre 1996[32].

1998: Il gruppo Olivetti vendette per far cassa anche la Olivetti Solutions (Olsy) – la società di servizi informatici da 3,4 miliardi di dollari di fatturato[senza fonte] con 11.970 dipendenti (al 31 dicembre 1997[33]), un dato che assommava quasi la metà dell'intero numero di lavoratori – alla multinazionale Wang Labs che diventò Wang Global[34][35][36]. In questo modo la Olivetti risanò la sua situazione economico-finanziaria e ritrovò la fiducia dei mercati finanziari internazionali. Alla fine di questo risanamento l'Olivetti risultò con un fatturato pari a un equivalente di 3,38 miliardi di euro[37] e 15.402 addetti: se consideriamo gli 11.970 dipendenti ceduti a Wang, Olivetti nel 1997 aveva 26.059 dipendenti.[38] Al termine di questa fase arrivò il cambio della guardia a livello azionario con Carlo De Benedetti che cedette il gruppo Olivetti Ricerca alla Getronics (giugno 1999)[39][40][41] e dopo alterne vicende Getronics arrivò nel 2006 all'interno di Eunics, di proprietà di Eutelia S.p.A.[42].

L'OPA su Telecom Italia e la fusione Olivetti - Tecnost[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal febbraio 1999 Olivetti attraverso la controllata Tecnost lanciò una offerta pubblica d'acquisto e scambio su Telecom Italia, riuscendo a ottenere nel giugno dello stesso anno il controllo della società, con una quota del 51,02%. L'Opas andò a buon fine nonostante la contrarietà di Bernabè, che considerava il documento del piano "lacunoso" e non conforme alla normativa vigente.[43][44]

La somma con cui la scalata fu finanziata, complessivamente 61.000 miliardi di lire, venne ricevuta dalla Olivetti in prestito direttamente dalle banche e con obbligazioni della controllata Tecnost grazie anche all'emissione di nuove azioni per oltre 37 mila miliardi. Successivamente Tecnost venne fusa con Olivetti per accorciare la catena di controllo. A questo punto era Bell, una società con sede nel Lussemburgo, a controllare la catena con il 22% di Olivetti.[45]

Sempre nel febbraio 1999, le partecipazioni in Omnitel (e con essa quasi tutto lo stabilimento produttivo di Ivrea) e Infostrada vennero cedute a Mannesmann per un totale di 14.750 miliardi di lire.[46]

Gli anni 2000 e l'incorporazione di Telecom[modifica | modifica wikitesto]

A giugno 2000 il principale azionista di Olivetti era Hopa con il 26%, controllata da Fingruppo Holding S.p.A. (32,59%), Nazionale Fiduciaria S.p.A. (6,29%), G.P. Finanziaria S.p.A. (3,62%), Omniaholding S.p.A. (3,15%), BC Com SA (2,53%) e Banco di Brescia (2,21%)[47].

A giugno 2002 Olivetti S.p.A. ha incorporato Telecom Italia S.p.A., mutando però denominazione in Telecom Italia S.p.A.[48], ottenendo un colosso da 54,61 miliardi di euro di fatturato e 129.063 dipendenti[49]. La continuità del nome Olivetti è assicurata da Olivetti Tecnost (100% Telecom Italia) che poi diventerà semplicemente Olivetti[50].

Con una conferenza stampa del 29 giugno 2005 Telecom Italia annunciava di voler rilanciare Olivetti sul mercato dell'informatica, iniziando dal ripristino del marchio Olivetti, che era stato sostituito da Olivetti Tecnost. Con un investimento di 200 milioni di euro in 3 anni, l'azienda intendeva lanciare una serie di nuovi prodotti per l'ufficio e per la casa nel campo delle stampanti a getto d'inchiostro e dei dispositivi multifunzione (che riuniscono in sé le funzioni dello scanner, della stampante, della fotocopiatrice e, in alcuni casi, del fax). Nell'anno 2008 Olivetti festeggiò il centenario della sua fondazione, avvenuta nel 1908. Il 20 aprile 2011 riaprì, in collaborazione col Fondo per l'Ambiente Italiano, lo storico negozio-museo in piazza San Marco a Venezia, esponendo alcuni prodotti dell'azienda di Ivrea[51]. Strategicamente molto importante, ai fini d'un riposizionamento nel mercato, è stato il lancio del tablet Olipad, avvenuto nel marzo 2011.

Nel giugno 2012 Olivetti ha chiuso un polo di ricerca situato in Svizzera, l'Olivetti Engineering SA, che si occupava della progettazione hardware e software dei suoi prodotti. Nello stesso mese Olivetti e Telecom hanno deciso la chiusura dello stabilimento valdostano di Arnad dove la controllata Olivetti I-Jet sviluppava e produceva testine per stampanti e fax.[52][53]

Olivetti come divisione IoT del Gruppo TIM[modifica | modifica wikitesto]

Interno Casa Blu, Ivrea.

Con il piano strategico 2021-2023 del Gruppo TIM, a Olivetti è assegnato il compito di espandersi nel mercato delle soluzioni IoT, valorizzando l'integrazione con la rete 5G TIM.[54] L'azienda conseguentemente struttura la propria gamma di prodotti nel settore IoT & Big Data raggruppandoli in tre categorie: Servizi di connettività, soluzioni IoT e Analytics & Big Data.[55]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La Olivetti Valentine (1969)

Nel periodo 1930-1960 Adriano Olivetti affiancava a una gestione aziendale innovativa anche una cultura del prodotto che andava ben oltre la semplice estetica.

Design[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1935 venne realizzata la prima macchina per scrivere affiancando disegnatore e ingegneri, la Studio 42, con il contributo dell'ingegnere Ottavio Luzzati, del pittore Xanti Schawinsky e degli architetti Figini e Pollini.

Nel 1938 iniziò la stretta collaborazione con Marcello Nizzoli che vide la nascita di prodotti quali la Olivetti Lexikon 80 (1948), la Divisumma 14 (1948), la Lettera 22 (1950), la Studio 44 (1952), la Divisumma 24 (1956), la Lettera 32 (1963). Nel 1952 la Lettera 22 e la Lexikon 80 vennero incluse nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York.

Nel 1958 entrò in Olivetti anche Ettore Sottsass, con la cui collaborazione vengono creati prodotti come l'Elea 9003 (1959), la Olivetti Valentine[56] (1969) e il computer M24 (1984). Nel 1959 l'Istituto Tecnologico dell'Illinois riunì 100 designer e selezionò la Lettera 22 come il primo dei 100 migliori prodotti di design del periodo 1859-1959, nove anni dopo la sua creazione.

Premi Compasso d'Oro vinti da Olivetti[modifica | modifica wikitesto]

Anno Prodotto Autore
1954 Macchina per scrivere Lettera 22 Marcello Nizzoli
1955 Premio speciale alla figura di Adriano Olivetti
1959 Calcolatore elettronico Elea Ettore Sottsass
1962 Mobili metallici serie Spazio Lodovico Belgioioso, Enrico Peressutti, Ernesto N. Rogers
1964 Macchina mercatrice di caratteri magnetici CMC7-7004 Mario Bellini
1967 Macchina utensile Auctor Multiplex MUT/40° Rodolfo Bonetto
1970 Addizionatrice elettrica MC 19, Valentine typewriter Ettore Sottsass, Hans Von Klier
1970 Calcolatrice scrivente da tavolo Logos 270 Mario Bellini, Sandro Pasqui
1970 Centro di misura Inspector Midi 130 W Rodolfo Bonetto, Naoki Matsunaga
1981 Macchina per scrivere portatile elettronica Praxis 35 Mario Bellini
1984 Registratore di cassa Mercator 20 Mario Bellini
1984 Auctor 400, centro di lavorazione ad asse verticale, Rodolfo Bonetto, Olivetti OCN Rodolfo Bonetto
2001 Stampante ink-jet Artjet 10 Michele De Lucchi

Grafica pubblicitaria[modifica | modifica wikitesto]

Guidati dall'Ufficio Sviluppo e Pubblicità i prodotti vennero affiancati da una comunicazione grafica e d'impresa che rafforzò e spinse ulteriormente la cultura su cui Olivetti poneva le sue fondamenta.

I primi manifesti vennero realizzati da Marcello Dudovich, che lasciò però il campo a Costantino Nivola nel 1937, e poi a Giovanni Pintori, che curò la grafica pubblicitaria e istituzionale nel periodo 1938-1968, al quale si affiancò più tardi Egidio Bonfante.

In particolare durante la trentennale collaborazione con Giovanni Pintori (art director dell'Ufficio Tecnico di Pubblicità), la comunicazione e la grafica Olivetti attirarono l'attenzione internazionale diventando oggetto di culto e trovando spazio in importanti esposizioni in tutto il mondo: New York (MoMa 1952), Berlino (1954), Giappone (1954), Parigi (Louvre 1955), Londra (1959).[57]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Interni del complesso Ivrea. Foto del 1960 di Paolo Monti

La fabbrica di Ivrea, uno dei più rinomati simboli aziendali, venne realizzata dagli architetti Figini e Pollini verso la metà del 1930.

Lo stabilimento di Pozzuoli, realizzato negli anni cinquanta da Luigi Cosenza, è un esempio d'integrazione nel panorama naturale della costa napoletana. All'inaugurazione (1955) Adriano Olivetti affermò: "di fronte al golfo più singolare del mondo, questa fabbrica si è elevata, nell'idea dell'architetto, in rispetto della bellezza dei luoghi e affinché la bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno. La fabbrica fu quindi concepita alla misura dell'uomo, perché questi trovasse nel suo ordinato posto di lavoro uno strumento di riscatto e non un congegno di sofferenza".

Eccezionale opera di immagine coordinata sono stati i "negozi Olivetti": a New York (1954), a Venezia (1958), a Parigi (1960), a Buenos Aires (1968), tutti realizzati da rinomati architetti ed artisti, tra cui Costantino Nivola, esiliato negli Stati Uniti nel 1939, per il negozio di New York.

Durante la sua storia, la Olivetti si avvalse, per la costruzione di stabilimenti, show-room, uffici e negozi, di famosi architetti e designer. Per gli edifici commerciali, si affidò per esempio a Carlo Scarpa, che nel 1958 progettò il negozio a Venezia, Franco Albini e Franca Helg, che nello stesso anno progettano il negozio Olivetti a Parigi, e nel 1961 Ignazio Gardella allestì un negozio a Düsseldorf.

Anche gli edifici per ufficio rientravano nelle politiche di immagine della Olivetti. Annibale Fiocchi, Luca Capezio, Marcello Nizzoli e Gian Antonio Bernasconi sono autori tra il 1954 e il 1956 del Palazzo degli Uffici di via Clerici a Milano. Per la Hispano-Olivetti, i BBPR completarono nel 1964 un edificio a Barcellona, dove la costruzione sorge su un lotto a trapezio e allude vagamente all'architettura di Antoni Gaudí. Nel 1972 Egon Eiermann progettò gli uffici Olivetti di Francoforte.

Uffici Olivetti a Milano (1952-1954). Foto del 1960 di Paolo Monti

La Olivetti dal 1954 iniziò la costruzione degli stabilimenti in America Latina, soprattutto in Argentina e Brasile, dove la progettazione fu affidata a Marco Zanuso.

La Olivetti negli anni a seguire continuò la costruzione dei propri stabilimenti e impianti industriali in linea alla sua politica legata all'immagine dinamica e moderna dell'azienda, affidando gli incarichi di progettazione a nomi prestigiosi della cultura architettonica internazionale. Due esempi sono costituiti dal Centro tecnico Olivetti di Yokohama e dall'ampliamento del Centro di formazione di Haslemere, nel Surrey. Il Centro a Yokohama fu progettato da Kenzō Tange e dal gruppo "Urtec" e fu realizzato tra 1969 e 1972. Il progetto dell'impianto di Haslemere fu invece affidato a James Stirling, che portò a termine la costruzione nel 1973. Nomi di prestigio figurano tra quelli chiamati dalla Olivetti alla progettazione di stabilimenti, tra cui anche Le Corbusier e Louis I. Kahn. Le Corbusier progettò tra il 1961 e 1962 lo stabilimento di Pregnana Milanese, alle porte di Milano, che non fu però mai realizzato. Louis Kahn invece tra il 1967 e il 1970 progettò lo stabilimento di Harrisburg in Pennsylvania, che al contrario fu realizzato, e rappresenta molto chiaramente l'intreccio tra la cultura tecnica nata nella fabbrica e la cultura architettonica coeva.

Dal 2001 è possibile visitare il Museo a cielo aperto dell'architettura moderna di Ivrea seguendo un percorso pedonale attraverso un eccezionale patrimonio architettonico e urbanistico.

Prodotti storici[modifica | modifica wikitesto]

Calcolatrici[58][59][modifica | modifica wikitesto]

Nome Immagine Inizio
commercializz.
Fine
commercializz.
Meccaniche di Disegnata da Note
Summa MC 4 1940 Riccardo Levi[60] Marcello Nizzoli[60] Elettromeccanica. Addizioni e sottrazioni.
Multisumma MC 4 1941 Riccardo Levi[60] Marcello Nizzoli[60] Elettromeccanica. Addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni.
Simplisumma MC3 1942 Riccardo Levi[60] Marcello Nizzoli[60] Manuale a manovella. Addizioni e sottrazioni, senza risultati negativi
Velosumma MC3 1942 Riccardo Levi[60] Marcello Nizzoli[60] Manuale a manovella.
Elettrosumma 14 1946 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Elettromeccanica. Addizioni e sottrazioni
Multisumma 14 1947 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Elettromeccanica. Addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni.
Divisumma 14 1948 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Elettromeccanica. È la prima calcolatrice al mondo in grado di effettuare le quattro operazioni e di stampare.
Summa 15 1949 Natale Capellaro Marcello Nizzoli e Giuseppe Beccio Manuale a manovella
MC-24 1956 primi anni 70 Natale Capellaro Marcello Nizzoli La serie comprende Divisumma 24, Tetractys, Multisumma 24, Elettrosumma 24.
Nella foto una Divisumma GT 24
Elettrosumma 22 1957 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Elettromeccanica: Addizioni e sottrazioni
Multisumma 22 1958 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Elettromeccanica: Addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni
Summa Prima 20
Summa Quanta 20
1960 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Summa Prima manuale, Summa Quanta elettrica. Carrozzeria di plastica
Foto di una Summa Prima
Elettrosumma 20 1963 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Con la Elettrosumma 20R(1968), l'impostazione si riduce a 7(da 10) e la capacità totale 8(da 11)[61]
Multisumma 20 1964 Natale Capellaro Marcello Nizzoli Anche moltiplicazioni; modello di punta della serie 20. Con la Multisumma 20R(1968) , l'impostazione si riduce a 7(da 10) e la capacità totale 8(da 11)[62]
Logos 27 1965 Teresio Gassino Ettore Sottsass Nella foto, una Logos 27-2 a due totalizzatori e una Summa 19
Elettrosumma 23 1966 Teresio Gassino Ettore Sottsass
Divisumma 26
Divisumma 26 GT
1967 Teresio Gassino Ettore Sottsass
Logos 328 1968 Mario Bellini Prima calcolatrice elettronica. In pratica una P101 senza il programma
Summa 19 1969 Ettore Sottsass e Hans von Klier Elettromeccanica. Premio Compasso d’Oro nel 1970
Logos 250 1970 Mario Bellini Calcolatrice elettronica scrivente da tavolo
Logos 270 1970 Mario Bellini Sandro Pasqui Calcolatrice elettronica scrivente da tavolo. Vincitrice del X° premio Compasso d'oro[63]
Logos 56 / 60 / 68 1972 Mario Bellini[64] riscoperta del piano inclinato, invenzione del formato orizzontale, tradizione del leggio
Logos 55 1973 Mario Bellini Calcolatrice elettronica scrivente da tavolo
Logos 58 1973 Mario Bellini Calcolatrice elettronica scrivente da tavolo
Logos 59 1973 Mario Bellini Calcolatrice elettronica scrivente da tavolo
Divisumma 18 1973 Mario Bellini Calcolatrice elettronica portatile scrivente a batteria ricaricabile
Divisumma 28 1973 Mario Bellini Calcolatrice elettronica scrivente da tavolo
Logos 240 Olivetti Logos 240 1973 Mario Bellini Calcolatrice elettronica da tavolo
Divisumma 33 1976 Mario Bellini Calcolatrice elettronica da tavolo stampante
Logos 7PD 1977 Mario Bellini[64] Calcolatrice elettronica portatile stampante con display
Logos 41PD Olivetti Logos 41PD 1977 Mario Bellini[64] Calcolatrice elettronica da tavolo con display
Logos 3 1978 Mario Bellini[64] Calcolatrice elettronica portatile, stampante, con display
Logos 80 1978 Mario Bellini[64] Calcolatrice elettronica
Logos 9 1981 Mario Bellini

Antonio Macchi Cassia[64]

Tascabile, elettronica, stampante, con display
EC 121PD / 122PD 1982 Mario Bellini[64] Calcolatrice elettronica stampante da tavolo con display
Divisumma 31 1984 Mario Bellini Calcolatrice elettronica stampante con display
Logos 584[64] 1999 Mario Bellini Calcolatrice elettronica stampante da tavolo con display

Computer[modifica | modifica wikitesto]

Logo Olivetti usato sui personal computer
Nome immagine Anno Tipo Processore Meccaniche di Disegnato da Note
Elea 1957 Mainframe A transistor Interamente a transistor.
L'Elea 9003 (foto) è il primo modello commercializzato
P101 (Programma 101) 1964 Personal computer A transistor Pier Giorgio Perotto Mario Bellini (chassis) Esposta al MoMA di New York. Premio Compasso D'Oro.[64]
P102 (Programma 102) Personal computer Pier Giorgio Perotto Versione della P101 con connessione in linea seriale
P203 1967 Personal computer A transistor Pier Giorgio Perotto Mario Bellini[64] P101 con Tekne 3 e successivamente con Editor 4. Per applicazioni commerciali; stampante per fatture sul posto di lavoro
P602 1971 Microcomputer A circuiti integrati Per applicazioni tecnico-scientifiche
P603 1972? Microcomputer A circuiti integrati P602 con Editor 4. Per applicazioni commerciali
P652 1973 Microcomputer Mario Bellini[64] Per applicazioni tecnico-scientifiche
P6060 1976[65] Personal computer 2 schede (PUCE1/PUCE2)
Realizzate con IC famiglia TTL
Pier Giorgio Perotto Ettore Sottsass e G. Sowden Per applicazioni tecnico – scientifiche e anche per complesse applicazioni gestionali.
P6040 1977[65] Personal computer Intel 8080 Pier Giorgio Perotto Mario Bellini Primo della Olivetti a impiegare un microprocessore. Per applicazioni tecnico – scientifiche. Esistono tre versioni.[66]
P6066 1981 Personal computer Come il P6060 Pier Giorgio Perotto
M20 1981 Personal computer Zilog Z8001 4 MHz Enrico Pesatori, Enzo Torresi e team progettuale[67] Ettore Sottsass

Antonio Macchi Cassia

George Sowden

Primo personal computer prodotto dalla Olivetti nel 1982. Con un proprio sistema operativo: il PCOS. Fallimento commerciale[68]
M10 1983 Laptop Intel 80C85 CMOS a 3 Mhz Antonio Macchi Cassia

Perry A. King

Primo laptop.
Sviluppato da Kyocera e prodotto con diversi marchi: Kiotronic Kc-85, Tandy Trs-80, NEC PC-8201 e Olivetti M10. Premio SMAU Industrial Design[69]
M30 1983 Minicomputer Zilog Z8001 Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS)
M40 1983 Minicomputer Zilog Z8001 Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS)
M44 1983 Minicomputer Zilog Z8001 Linea L1
M60 1983 Minicomputer Zilog Z8001 Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS)
M24 1983 Personal computer desktop Intel 8086 (16 bit) a 4 Mhz – Coprocessore opzionale 8087 Luigi Mercurio, Sandro Graciotti[67] E. Sottsass PC IBM compatibile;

primo computer della Olivetti compatibile con il sistema operativo MS-DOS

M21 1984 Personal computer trasportabile Intel 8086 (16 bit) a 4 Mhz – Coprocessore opzionale 8087 Versione trasportabile dell'M24 con monitor integrato. Primo e unico personal computer trasportabile prodotto dalla Olivetti
M19 1986 Personal computer AMD 8088 4,77MHz Modello di fascia economica
M28 1986 Personal computer Intel 80286 8MHz
M70 1986 Minicomputer Zilog Z8001 Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS)
Olivetti Prodest PC 128 1986 Home Computer Motorola 6809e 1 MHz È un Thomson MO6 rimarchiato, il primo della serie Olivetti Prodest.
M15 1987 Personal computer portatile Intel 80c88 4,77MHz Tastiera removibile. Primo modello portatile
Olivetti Prodest PC 128s 1987 Home Computer MOS 6512 2 MHz Venduto come Acorn Business Computer nel resto d'Europa, il secondo della serie Olivetti Prodest.
Olivetti Prodest PC1 1988 Home Computer NEC V40 4.77-8 MHz Il terzo della serie Olivetti Prodest
Olivetti M200 1988 Personal computer NEC V40 8 MHz Progetto parallelo alla macchina per scrivere ETV 2700 (Questa era un PC con annessa 'stampante')
Olivetti M240 1988 Personal computer Intel 8086 8 MHz
Olivetti M280 1988 Personal computer Intel 80286 12 MHz
Olivetti M290 1988 Personal computer Intel 80286 12 MHz Utilizzati anche dalle ferrovie svizzere
Olivetti M380 1988 Personal Computer Siemens 80186? Modello 380/C
1988 Intel 80386dx 20 MHz Modello XP1 e XP5
1989 Intel 80386dx 25 MHz Modello XP7 (tower)
1990 Intel 80386sx 33 MHz Modello XP9 (tower) Sist.op SCO Xenix
M111 1988 Laptop NEC V30 10 MHz Mario Bellini

Bruce Fifield[64]

Sistema operativo DOS 3.30
Olivetti M260s 1989 Personal computer Intel 80286

12 MHz (16 bit)

Progetto parallelo alla macchina per scrivere ETV 4000s
PCS 86 1989 Personal computer NEC V30 10 MHz
PCS 286 1989 Personal computer Intel 80286 12,5 MHz
M211V 1989 Laptop Intel 80286 Sistema operativo Windows 3.0
M250 1989 Personal computer Intel 80286 8 MHz Il modello 250-E aveva clock a 12 MHz
CP486 1989 Personal computer Intel 80486dx 25 MHz Tower, EISA, "Computing Platform"
P800 1990 Personal computer Intel 80486dx 25 MHz Tower. Olivetti MS-DOS 5.00, MS Windows 3.1
LSX-5010 1990 Personal computer Intel 80486dx 25 MHz Tower, EISA
LSX-5020 1990 Personal computer Intel 80486dx 33 MHz Tower, EISA
M480 1990 Personal computer Intel 80486sx 20 MHz Modello M480-10 (EISA)
Intel 80486sx 33 MHz M480-20 (EISA)
Intel 80486dx 33 MHz M480-40/60 (EISA)
Olivetti M316 1991 Laptop Intel 80386sx 16 MHz
Olivetti M300 1990 Personal computer Intel 80386sx 20 MHz Modello M300-04
Intel 80386sx 20 MHz Modello M300-10
Intel 80486 25/50 MHz Modello M300-28
LSX-5030 1992 Personal computer Intel 80486dx 33 MHz Tower, EISA
S20 1991 Laptop Intel 80386sx 16 MHz (Triumph Adler Walkstadtion 386SX
D33 1991 Laptop Intel 80386 33 MHz (Triumph Adler Walkstadtion 386
Quaderno 1992 Netbook NEC V30HL 16MHz Mario Bellini

Hagai Shvadron[64]

precursore dei netbook[70]1992, 25º Premio SMAU Industrial Design (Italia)

1993, IF Auszeichnung fur gutes Design[64]

Philos 1993 Laptop Foto di un color 44
Echos 1994 Laptop Intel Pentium I 75MHz Socket 5 Modelli P75 e P100d
Envision 1995 Multimedia Intel Pentium I 75MHz Socket 5 Michele De Lucchi Modello P75. Flop commerciale nonostante le sue caratteristiche (anche estetiche) altamente innovative
Modulo M4 1995 Personal computer Intel 80486 sx 25 MHz Modello M4-M40
1995 Pentium 75 MHz Modello M4-P75
1996 Intel Pentium-S 75 MHz Modello M4-P75S
1996 Intel Pentium 100 MHz Modello M4-P100
M8500 1999 Personal computer Intel Pentium III 500 MHz DT desktop, MT minitower

Server[modifica | modifica wikitesto]

Nome immagine Anno Processore
SNX 140 1994 Intel Pentium 66, 75 o 100 Mhz
SNX 160 1994 Intel Pentium 90, 100, 133 o 166 Mhz
SNX 200 1995 Intel Pentium 100 o 133 Mhz
SNX 400 1995 Intel Pentium 100, 133 o 166 Mhz
SNX 460 1995 Pentium Pro 166 o 200 Mhz
NetStrada 1998 Pentium Pro 200 - 300 Mhz

Macchine per scrivere[modifica | modifica wikitesto]

Meccaniche[modifica | modifica wikitesto]

Nome Immagine Inizio
commercializz.
Fine
commercializz.
Tipologia
macchina
Meccaniche di Disegnata da Colore/i Note
Olivetti M1 1911[71] 1920[71] Standard Camillo Olivetti Camillo Olivetti nero lucido la prima macchina per scrivere prodotta industrialmente in Italia
Olivetti M20

Olivetti M20 Coloniale (variante)[72]

Oivetti M22 Ricalco (variante)[73]

modello senza tabulatore

1920[71] 1933[74] Standard Camillo Olivetti Domenico Burzio Camillo Olivetti nero lucido Dal 1929 prodotta anche dalla consociata industriale S. A. Hispano Olivetti.

Verso la metà degli anni ‘30 alcune M20 vennero ricolorate per l’invio nei territori coloniali italiani.

Olivetti M40 1930[75]1938

1940 о 1946[76]

1948 Standard Camillo Olivetti

Gino Levi Martinoli

Ufficio tecnico

Luigi Figini, Gino Pollini (3ª serie) nero lucido,

nero goffrato

Esistono tre differenti serie (M40, M40/2 e M40/3).
Olivetti M40KR 1942[77] 1944[78] Standard Camillo Olivetti

Gino Levi Martinoli

Ufficio tecnico

Camillo Olivetti nero martellato Versione militare semplificata della M40.
KR sta per Krieg, guerra in tedesco.
Olivetti MP1 (Ico) 1932[75] 1950 Portatile Riccardo Levi Aldo e Adriano Magnelli nero lucido, nero goffrato, rosso, azzurro, blu, verde, grigio, avorio e marrone[75] Prima macchina per scrivere manuale portatile della Olivetti
Olivetti Studio 42 1935[75] 1950 Semi-standard Ottavio Luzzati
Figini e Pollini
Xanti Schawinsky
nero lucido, nergo martellato, rosso, blu, azzurro, marrone,
verde, grigio e avorio[75]
Chiamata anche MP2 o M42.

Prima mps semi-standard della Olivetti.

Olivetti M44 1947 1953 Standard nero o grigio[79] goffrato Derivata dalla M40/3. Prodotta a Ivrea e a Glasgow in Gran Bretagna
Olivetti Lexikon 80 1948 1959 Standard Giuseppe Beccio Marcello Nizzoli beige, azzurro e rosso Chiamata inizialmente M80. Primo modello di mps standard con carrozzeria completamente asportabile della Olivetti. Esposta al MoMA di New York. In tre versioni.
Olivetti Lettera 22 1950[75] Portatile Giuseppe Beccio Marcello Nizzoli beige, beige goffrato, azzurro, verde, rosa (1e versioni)

azzurro, gialloverde, rosa (succ.)

Sostituisce la MP1. Esposta al MoMA di New York. Premio Compasso D'Oro 1954[80]
Olivetti Studio 44 1952 Semi-standard Giuseppe Beccio Marcello Nizzoli beige (1e versioni), azzurro (succ.) Esempio di design apprezzato in tutto il mondo insieme a quello della Lexikon 80 e della Lettera 22.
Olivetti Graphika 1957[81] Standard Giuseppe Beccio Marcello Nizzoli verde Deriva meccanicamente dalla Lexikon 80. Prima macchina della Olivetti con scrittura differenziata.
Olivetti Diaspron 82 1959 Standard Giuseppe Beccio Marcello Nizzoli azzurro In sostituzione della Lexikon. Grandissimo successo commerciale,
Olivetti Lettera 32 1963[75] Portatile Giuseppe Beccio Marcello Nizzoli azzurro, azzurro diaspron, giallo-verde, rosso Esistono tre versioni + Lettera 62 (dal 1988) di colore rosso. Prodotta in Italia, Spagna, Jugoslavia e Messico.
Olivetti Lettera 33 Underwood 1963 Portatile Ettore Sottsass argento, nero Costruita in Italia. È una Lettera 32 con una nuova estetica
Olivetti Lettera DL 1965[75] Portatile Ettore Sottsass argento e nero DL sta per "De luxe"

Versione lussuosa della Lettera 32

Olivetti Dora 1965[75] Portatile Ettore Sottsass grigio chiaro

altri (prodotti in estero)

Versione economica della Lettera 32. prodotta in Italia, Spagna, Jugoslavia e Messico
Olivetti Studio 44 L 1965 Semi-standard Marcello Nizzoli grigio con coperchio azzurrino meccanicamente ed esteticamente derivato dalla Underwood 21. Leggere modifiche estetiche rispetto al modello Sudio 44[82]
Olivetti Linea 88
1966 Standard Adriano Menicanti Ettore Sottsass lilla Per la 1ª volta viene utilizzato materiale plastico per la carrozzeria di una mps standard
Olivetti Studio 45 1967 Semi-standard Ettore Sottsass

Hans Von Klier

verde, grigio chiaro versione professionale della Lettera 32
Olivetti Valentine 1969[75] 2000 Portatile Ettore Sottsass
Perry A. King
rosso
(più raramente: bianco, blu e verde)
Conosciuta anche come la "rossa portatile". Esistono tre serie. Versione speciale della Lettera 32,
esposta al MoMA di New York
Olivetti Underwood Ventura 1969 Portatile grigio scuro Nella carrozzeria simile alla Dora. Prodotta dalla Olivetti a Barcellona.[83]
Olivetti Linea 98 1971 1995 Standard Mario Bellini argento, grigio scuro, grigio chiaro Esistono tre versioni, la 3ª delle quali prodotta in Brasile
Olivetti Lettera 35
1972 Portatile Antonio Macchi Cassia

Mario Bellini Giovanni Pasini

Sandro Pasqui

beige, grigio chiaro, nero (verniciatura goffrata) Modello meccanicamente derivato dalla Lettera 32, ma con alcune modifiche. Verso la fine degli anni 80 fu riproposta come Lettera 35L e Italia 90/3.
Olivetti Lettera 25
1974 Portatile Mario Bellini Giovanni Pasini

Sandro Pasqui

beige, grigio chiaro e rosso Versione economica della Lettera 35
Olivetti Studio 46 1974 Semi-standard Mario Bellini Giovanni Pasini

Sandro Pasqui

azzurro (Studio 46), beige chiaro e nocciola (Studio 45 i) Prodotta in Spagna. Esistono un modello in plastica, uno in metallo e la studio 46 hispano[82]
Olivetti Lettera 10
1979[75] Portatile Antonio Macchi Cassia

Mario Bellini Giovanni Pasini Sandro Pasqui

bianco
Olivetti Lettera 12 1979 Portatile Antonio Macchi Cassia

Mario Bellini Giovanni Pasini Sandro Pasqui

bianco con inserti neri Meccanicamente uguale alla Lettera 10, ma con l’aggiunta di alcuni dispositivi
Olivetti Lettera 40/41/42
1980[75] Portatile Mario Bellini
bianco con coperchio nero la serie 40 utilizza il nastro bicolore con bobine
Olivetti Lettera 50/51/52 1980 Portatile Antonio Macchi Cassia

Mario Bellini

bianco con coperchio nero la serie 50 utilizza il nastro in cartuccia al posto del nastro bicolore con bobine
Olivetti Lettera 62 198x Portatile Marcello Nizzoli rosso meccanicamente derivata dalla Lettera 32. Prodotta in Jugoslavia. 43 tasti
Olivetti Lettera 82 1984 Portatile marrone, ocra, verde scuro, verde chiaro,blu, rosso e arancione. 42 tasti. Modello economico distribuito dopo l’acquisizione del marchio svizzero Hermes.
Olivetti Tropical 1984 Portatile grigio chiaro con bordi grigio scuro Modello economico prodotto in Brasile. Meccanicamente uguale alla Lettera 82
Olivetti Underwood 21 1984 Portatile grigio chiaro con coperchio amovibile scuro Made in Olivetti Plant - Barcellona. Nella struttura e nella carrozzeria simile alla Studio 44 L.
Olivetti Lettera 27 1987 Portatile Ettore Sottsass grigio chiaro coperchio grigio Deriva dalla Dora.
Olivetti Lettera 92 1988 Portatile Mario Bellini rosso con fondo nero Meccanicamente derivata dalla Lettera 35. Prodotta in Jugoslavia. 43 tasti
Olivetti College 1988 Portatile Antonio Macchi Cassia

Mario Bellini Giovanni Pasini

Sandro Pasqui

D.J. de Vries

rosso Deriva dalla Lettera 25, prodotta in Messico
Olivetti New Age 1988 Portatile Mario Belliini coperchio lilla, verde e coperchio arancione, lilla e coperchio verde, arancione e coperchio lilla Deriva dalla Lettera 25, prodotta in Messico.
Olivetti Class 1989 Portatile Ettore Sottsass rosso Deriva dalla Olivetti Dora
Olivetti Lettera 31 1989 Portatile Ettore Sottsass azzurro Prodotto in Messico. Carrozza di plastica.[84]
Olivetti Lettera 31 T 1989 Portatile Ettore Sottsass grigio coperchio azzurro Prodotto in Jugoslavia. Distribuito come Underwood 315[84]
Olivetti Italia 90/1 1989 Portatile Ettore Sottsass azzurro Versione speciale della Dora prodotta in Messico per il Campionato del Mondo di calcio Italia‘90.
Olivetti Italia 90/3 1989 Portatile Antonio Macchi Cassia

Mario BelliniGiovanni Pasini Sandro Pasqui D.J.De Vries

azzurro (con verniciatura goffrata) Versione speciale della Lettera 35 prodotta in Messico per il Campionato del Mondo di calcio Italia‘90.
La mia prima Olivetti 1990 Portatile Ettore Sottsass rosso, grigio con coperchio azzurro Esteticamente e meccanicamente deriva dalla Olivetti Lettera 31 T. Prodotta in Jugoslavia.[83]
Olivetti Roma 1990 Portatile Ettore Sottsass grigio chiaro con bordi in rosso Prodotta da Olivetti do Brasil S.A.
Olivetti Linea 101 1994 Standard Mario Bellini[64]
Olivetti Linea 198 1997 Standard grigio chiaro Prodotta nello stabilimento indiano della Facit per il marchio Olivetti. Copia del modello Facit 1730
Olivetti Elsa Portatile grigio chiaro con fondo nero Simile alla Lettera 92. Prodotta in Spagna.[83]
Olivetti Underwood 310 Portatile bianco latte con coperchio azzurro Prodotta in Spagna. Simile alla Dora.[83]
Olivetti Scheidegger Italia 5000 Portatile azzurro con coperchio nero Prodotta in Spagna esclusivamente per Scheidegger-Olivetti. Per la carrozzeria e meccanica molto simile alla lettera 52.[83]
Olivetti Scheidegger President Portatile grigio chiaro Prodotta in Spagna esclusivamente per Scheidegger-Olivetti. Nella carrozzeria e nella struttura simile alla Lettera 34[83]

Elettriche[modifica | modifica wikitesto]

Nome Immagine Inizio
commercializz.
Tipologia
macchina
Meccaniche di Disegnata da Colore/i Note
Olivetti Lexikon 80 E 1950[85] Standard Giuseppe Beccio Marcello Nizzoli beige (1e versioni), azzurro prima macchina per scrivere elettrica prodotta dalla Olivetti. Esposta al MoMA di New York
Olivetti 84 1961 Standard Giovanni Pintori, Marcello Nizzoli azzurro e copritastiera argento Deriva meccanicamente dalla Lexikon 80 E, ma con disegno della carrozzeria con spigoli squadrati. La più pesante macchina per scrivere della Olivetti: 28 kg.
Olivetti Forum 1961 Standard Giovanni Pintori grigio-azzurro prodotto nello stabilimento americano Olivetti-Underwood. Esteticamente uguale alla Raphael ma con spaziatura normale.
Olivetti Raphael 1961 Standard con scrittura differenziata Giovanni Pintori grigio-azzurro prodotto nello stabilimento americano Olivetti-Underwood. Esteticamente uguale alla Forum, ma con alcune modifiche
Olivetti Tekne 3 1964[86] Standard Rinaldo Salto Ettore Sottsass, Hans Von Klier grigio medio e laterali argento con una meccanica completamente rivista rispetto ai precedenti modelli
Olivetti Tekne 4 1965 Standard Rinaldo Salto Ettore Sottsass, Hans Von Klier grigio scuro e laterali argento Quasi uguale alla Tekne 3
Olivetti Praxis 48 1964[87] о 1965[86] Semi-standard[87] Rinaldo Salto Ettore Sottsass, Hans Von Klier grigio chiaro e grigio unico per alcune caratteristiche
Olivetti Editor 1965 Standard con scrittura differenziata Rinaldo Salto Ettore Sottsass, Hans Von Klier rosso mattone e laterali argento derivata meccanicamente dalla Tekne 3, ma con alcune modifiche
Olivetti Editor 2 1968[86] Standard George Nelson, John Svezia nero con carrello beige prodotta dalla Olivetti-Underwood, distribuito per lo più sul mercato americano
Olivetti Editor 5 1968 Standard con scrittura differenziata Ettore Sottsass, Hans Von Klier vinaccia, grigio chiaro, marrone con laterali argento evoluzione meccanica del modello Editor (T5)
Olivetti Editor 4 1969[86] Standard Ettore Sottsass, Hans Von Klier grigio medio, marrone, nero, bianco, blu con laterali argento Esistono due versioni
Olivetti Lettera 36 e 36C
1970[75] Portatile Ettore Sottsass, Hans Von Klier argento o grigio chiaro con coperchio nero Prima macchina per scrivere elettrica portatile della Olivetti. Deriva meccanicamente dalla Lettera 32
Olivetti Editor 3 1970[86] Standard Ettore Sottsass, Hans Von Klier grigio chiaro, nero con laterali argento Originale apertura della carrozzeria con relativo azionamento del dispositivo di spegnimento della macchina, opera di Walter Albrile. Modello più economico. Nel design è simile alle Editor 4 e 5, ma per la meccanica deriva dalla Editor 2 (1968).
Olivetti Lexikon 82 1974 Portatile Antonio Macchi Cassia

Mario BelliniGiovanni Pasini Sandro Pasqui

beige con base beige scuro Esposta al MoMA di New York. Prodotta a Glasgow. Prima mps portatile elettrica al mondo dotata di un elemento scrivente a “pallina”[88]
Olivetti Lexikon 90 e 90 C 1975[86] Standard con elemento di scrittura a pallina intercambiabile

e dispositivo di correzione (90 C)

Ettore Sottsass Albert Leclerc verde scuro o grigio chiaro con laterali nocciola e argento (dal giugno del 1976) prima macchina professionale della Olivetti a utilizzare la pallina come elemento di scrittura[89]
Olivetti Lexikon 83 DL 1976 Portatile Mario Bellini et al. nero Prodotta a Glasgow
Olivetti Lexikon 92 C 1976 Standard con elemento di scrittura a pallina intercambiabile e dispositivo di correzione Ettore Sottsass, Albert Leclerc verde scuro con laterali nocciola e argento (dal 6.1976) con due passi di scrittura
Olivetti Lexikon 93 e 93 C
1978 Standard con elemento di scrittura a pallina intercambiabile e dispositivo di correzione (93 C). Ettore Sottsass, Albert Leclerc grigio chiaro con laterali argento Lexikon 93 è prodotta in pochi esemplari
Olivetti Lexikon 94 C 1978 Standard con elemento di scrittura a pallina intercambiabile e dispositivo di correzione Ettore Sottsass, Albert Leclerc grigio chiaro con laterali argento il modello più completo della serie Lexikon, dotata di quattro passi di scrittura.
Olivetti Lettera 38 1978 Portatile grigio con coperchio nero
Olivetti Editor 7 1980 Standard con dispositivo di correzione Ettore Sottsass, Hans Von Klier grigio medio con laterali grigio deriva meccanicamente dalla Editor 4 con alcune modifiche

Elettroniche[modifica | modifica wikitesto]

Olivetti ET 2500
Olivetti PT 505
Macchina per scrivere elettronica a margherita Olivetti ET116
Macchina per scrivere elettronica a margherita Olivetti ET221

Videoscrittura[modifica | modifica wikitesto]

Macchina per videoscrittura ETV 250 del 1985

Telescriventi (telex)[modifica | modifica wikitesto]

Telescrivente T2-CA

Olivetti iniziò a produrre telescriventi per fornire gli uffici postali con strumentazione moderna per inviare e ricevere telegrammi. I primi modelli stampavano su un nastro di carta, che veniva tagliato e ricomposto per assumere la forma di foglio.

Le TE 300 furono anche utilizzate dalle Ferrovie francesi (SNCF).[91]

Negli anni ottanta, in un'area ad accesso riservato, negli stabilimenti Olivetti di Scarmagno erano prodotte telescriventi destinate alla Nato.

Il servizio telex pubblico italiano fu chiuso nel 2002.

  • Olivetti T1 (1938–1948) Disponibili due modelli: trasmittente/ricevente o unicamente ricevente..
  • Olivetti T2 (1948–1968)
  • Olivetti Te300 (1968–1975)
  • Olivetti Te400 (1975–1991)
  • Olivetti Te550 (1982) Interamente elettronica e con video

Stampanti[modifica | modifica wikitesto]

  • Olivetti PR 1230 (1975)
  • Olivetti PR 1370 (1978) – stampante fotografica a colori
  • Olivetti PR 2830 (1978)
  • Olivetti PR 2300 (JP 101) (1981)
  • Olivetti DM580 и DM590 (1985) – stampante ad aghi
  • Olivetti DM100 (1985)
  • Olivetti DM 200 (1985)
  • Olivetti DM290 (1986)
  • Olivetti DM296 (1986)
  • Olivetti DM600 (1986)
  • Olivetti DY450 (1986)
  • Olivetti DM400 (1986)
  • Olivetti DM424S (1986)
  • Olivetti PR 40 (1986)
  • Olivetti DM600S (1988) – stampante ad aghi
  • Olivetti PR2845 (198X)
  • Olivetti PR1480 (198X)
  • Olivetti PR15 (198X)
  • Olivetti PR17 (198X)
  • Olivetti JP 150 e Olivetti JP 350 (1990) – le prime stampanti Olivetti a getto d’inchiostro
  • Olivetti PG 304 (1993) – stampante laser disegnata da Michele De Lucchi, Alessandro Chiarato ed Augustus de Vree
  • Olivetti JP 270 (1993 ca.) – stampante a getto d'inchiostro disegnata da Michele De Lucchi ed Alessandro Chiarato
  • Olivetti JP 250 (1993) – stampante bubble inkjet, a 50 ugelli per stampa monocromatica, la prima stampante Olivetti che adotta anche testine di stampa ricaricabili
  • Olivetti JP 452 (1993) – stampante a getto d'inchiostro disegnata d Michele De Lucchi e Simon Morgan
  • Olivetti PR 60 (1994) – stampante ad aghi bancaria, disegnata da Michele De Lucchi ed Alessandro Chiarato
  • Olivetti DM109 и DM119 (1994) – disegnata da Michele De Lucchi ed Alessandro Chiarato
  • Olivetti JP 50 (1994) – la prima stampante B/N portatile Olivetti, disegnata da Michele De Lucchi
  • Olivetti JP 450 (1994) – disegnata da Michele De Lucchi
  • Olivetti JP 450 C (1994) – la prima stampante a getto d'inchiostro a colori Olivetti
  • Olivetti JP 450 SP
  • Olivetti PR 2 (1995) – stampante bancaria disegnata da Michele De Lucchi e Johannes Kiessler; SMAU Industrial Design Award (1996)
  • Olivetti PR 4 (1996) – stampante retail disegnata da Michele De Lucchi e Johannes Kiessler
  • Olivetti JP 90 (1996) – la prima stampante portatile a colori Olivetti
  • Olivetti JP 170 (1996) – disegnata da Michele De Lucchi; IF Award for good Industrial Design (Germania, 1996)
  • Olivetti JP 790 (1996) – stampante a getto d'inchiostro B/N e a colori disegnata da Michele De Lucchi e Johannes Kiessler
  • Olivetti JP 883 (1998) – stampante fotografica disegnata da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo
  • Olivetti PR 6 (1998) – stampante ad aghi per banche ed uffici postali disegnata da Michele De Lucchi e Johannes Kiessler
  • Olivetti Artjet10 (1998) – stampante inkjet disegnata da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo, premio “Compasso D'Oro“ (2001), al MoMA di New York
  • Olivetti Artjet20 (1998) – stampante inkjet disegnata da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo, al MoMA di New York
  • StudioJet 300 (1999) – uno dei primi fax inkjet multifunzione su scala mondiale (stampante, scanner e fotocopiatrice)
  • JetLab 600 (2000) – fax multifunzione inkjet (funge da facsimile, stampante, scanner e copiatrice), disegnata da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo, IF product design award (CeBIT Hannover) (2001)
  • Olivetti Artjet12 (2000)
  • Olivetti Copia 9017 (2000)
  • Olivetti Artjet22 (2001)
  • Copy Lab 200 (2001) – stampante multifunzione disegnata da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo
  • Olivetti DM95
  • Olivetti DM96
  • Olivetti DM105
  • Olivetti DM124
  • Olivetti DM124L
  • Olivetti DM250
  • Olivetti DM280
  • Olivetti DM282
  • Olivetti DM285
  • Olivetti DM292
  • Olivetti DM295
  • Olivetti DM309
  • Olivetti DM324L
  • Olivetti DM324S
  • Olivetti DM624
  • Olivetti PR2E
  • Olivetti PR19
  • Olivetti PR1350
  • PR2Plus и PR2Plus MB-2 (con scanner) – stampante bancaria
  • Olivetti PR4 SR и PR4 SL – stampanti ad aghi per banche ed uffici postali
  • Olivetti My Way, My Way Plus (2005) – stampante fotografica
  • Olivetti Any_Way (2005) – stampante multifunzione a getto d'inchiostro
  • d-Color MF 2500 (2007)
  • d-Copia 6500 MF (2011)
  • d-Copia 1801MF, 2201MF (2014) – stampanti multifunzione A3 B/N professionali
  • d-Copia 2201 MF Plus
  • d-Copia 1801MFPlus
  • d-Copia 3014MF и 3013MF Plus (2014)
  • d-Color P3100 (2014)
  • d-Color MF3100 (2014)
  • d-Color MF254 (2015)
  • d-Color MF304 (2015)
  • d-Color MF364 (2015)
  • Olivetti 3D-S2 (2015) – la prima stampante 3D italiana
  • Olivetti 3d desk (2016) – stampante 3D per università, scuole e studi professionali
  • PG L2535, 2540 и 2540Plus (2016) – stampanti digitali B/N
  • PG L2550
  • PG L2555 (2016)
  • d-Color MF223 и MF283 (2016) – stampanti multifunzione A3 colore professionali
  • d-Copia 5000MF (2016)
  • d-Copia 6000MF (2016)
  • d-Color MF454, MF554 и MF654 (2016) – stampanti multifunzione A3 colore professionali
  • PG L2540 и PG L2540plus
  • PG L2545 (2017)
  • d-Color P2230 – stampante digitale colore
  • d-Color MF2624 и MF2624Plus (2017) – stampanti multifunzione A4 colore professionali
  • d-Color P2226 (2017) и d-Color P2226plus (2017) – stampanti digitale colore
  • d-Color MF2553 (2017)
  • d-Copia 255MF (2017) – stampante multifunzione A3 B/N professionale
  • d-Copia 3201MF и 4001MF (2017) – stampanti multifunzione A3 B/N professionali
  • d-Copia 5001MF и 6001MF – stampanti multifunzione A3 B/N professionali
  • d-Copia 3524MF, 3524MFplus, 4023MF, 4024MF и 4024MFplus (2017) – stampanti multifunzione A4 B/N professionali
  • d-Color MF3253 (2017)
  • PG L2645, L2650 и L2655 – stampanti digitali B/N
  • d-Copia 7001MF и 8001MF (2017) – stampanti multifunzione A3 B/N professionali
  • d-Color MF3301 (2018)
  • d-Color MF3801 (2018)
  • d-Copia 4513MFplus, 4514MF Plus, 5514MF и 6014MF (2018) – stampanti multifunzione A4 B/N professionali
  • d-Copia 4513MF, 4514MF и 4514MFplus (2018) – stampanti multifunzione A4 B/N professionali
  • d-Color MF3023 и MF3024 – stampanti multifunzione A4 colore professionali
  • d-Color MF 3302 (2019) – stampanti multifunzione A4 colore professionali
  • d-Color MF 3303 и MF 4003 (2019) – stampanti multifunzione A4 colore professionali
  • d-Color MF259, MF309 и MF369 (2019) – stampanti multifunzione A3 colore professionali
  • d-Color MF2554 и MF3254 – stampanti multifunzione A3 colore professionali
  • d-Color MF459, MF559 и MF659 – stampanti multifunzione A3 colore professionali
  • d-Color MF759 () – stampante multifunzione A3 colore professionale
  • d-Color P3302 (2019) – stampante digitale colore

Fax[modifica | modifica wikitesto]

  • TLM 320, TLM 332 (1982) – sono tra i primi fax, con stampa su carta termosensibile, presentati da un’azienda italiana; in collaborazione con Sharp
  • OFX 341 (1987) – modello professionale con stampa su carta termosensibile, abbinato (non ancora pienamente integrato) con un apparecchio telefonico e una segreteria telefonica
  • TLM 710 (1987) – frutto della collaborazione commerciale con Canon, è destinato ad ambienti di segreteria con esigenza di trasmissione o ricezione di piccoli documenti ed ha peso e dimensioni molto contenute
  • TLM 810 (1987) – frutto della collaborazione commerciale con Canon, ha un’agenda telefonica che memorizza fino a 66 numeri e può trasmettere fax in differita all'ora programmata.
  • TLM 910 (1987) – frutto della Olivetti Canon Industriale, ha una memoria di 2 MByte, può registrare fino a 125 documenti in formato A4, che si possono inviare fino a 133 diversi utenti; può trasmettere in differita, stampa su carta termosensibile.
  • TLM 720 (1989) – frutto della Olivetti Canon Industriale, sostituisce il modello TLM 710, il suo design elegante ricorda quello delle macchine da scrivere elettroniche, destinato ad ambienti professionali e piccole segreterie
  • OFX 530 (1990) – prodotto della Olivetti Sanyo Industriale, stampa su carta termosensibile
  • OXF 230, OFX 330, OFX 330 AC (1991) – stampa su carta termosensibile, frutto della collaborazione con Matsui
  • OFX 300 (1991) – stampa su carta termosensibile, modello economico rivolto al mercato delle piccole imprese, può essere collegato con una segreteria telefonica
  • OFX 420 (1991) – frutto della collaborazione industriale e commerciale con Sanyo, design di George Sowden e Simon Morgan, Premio Compasso d'Oro (1991)
  • OFX 430 (1991) – frutto della collaborazione con Sanyo, stampa su carta termosensibile, facsimile di classe medio-bassa, può memorizzare fino a 15 pagine A4, produrre più copie di un originale, ha una casella di memoria per ricezione di documenti riservati
  • OFX 530 (1991) – frutto della collaborazione con Sanyo
  • OFX 100 (1992) – con stampa su carta termosensibile, con piccole dimensioni, può essere considerato un “personal fax”
  • OFX 200 (1994) – con stampa su carta termosensibile, integrato con telefono e segreteria telefonica; per piccole imprese, utenti privati e studi commerciali
  • OFX 2100, OFX 3100 (1993) – i primi fax a carta comune che utilizzano la tecnologia di stampa ink-jet lanciati sul mercato da un'azienda europea; sviluppati interamente in Olivetti. Il modello 3100 è stato disegnato da George Sowden.
  • OFX LinkFax 3100/2100 (1994) – possono essere collegati al PC grazie ad uno software speciale sviluppato dalla Olivetti
  • OFX 1001 (1994) – disegnato da Michele De Lucchi, grafica di Augustus De Vree
  • OFX 1000 (1995) – disegnato da Michele De Lucchi, grafica di Augustus De Vree
  • OFX 1100 (1995) – un'evoluzione dell’OFX 1000, buona qualità della stampa inkjet in bianco/nero e colori, design morbido di Michele De Lucchi, con buon successo di mrecato. Esiste anche in versione “Linkfax”
  • OFX 1200
  • OFX 500 (1997) – disegnato da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo
  • OFX 502
  • OFX 560 и OFX 540 (1999) – disegnato da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo
  • OFX 3000 (2000) – multifunzione disegnato da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo
  • OFX 520P (2000) – disegnato da Michele De Lucchi, un'evoluzione dell'OFX 500, può essere utilizzato anche come piccola fotocopiatrice
  • OFX 570 (2001) – disegnato da Michele De Lucchi e Masahiko Kubo
  • FaxLab 300/350 (2001) – frutto della collaborazione con la Philips, in due versioni una delle quali con il marchio Olivetti
  • FaxLab 310 SMS и FaxLab 360 SMS (2001) – mandano e ricevono SMS, modello 360 con segretaria telefonica
  • OFX 650
  • Fax Lab 250
  • Fax-Lab 450 (2003) – disegnato da Michele De Lucchi
  • Fax-Lab 100 (2004) – disegnato da Masahiko Kubo
  • Fax-Lab 95 (2005) – disegnato da Masahiko Kubo
  • Fax-Lab 105 e Fax-Lab 125 (2006) – disegnati da Masahiko Kubo[92]

Società controllate[modifica | modifica wikitesto]

Le principali aziende controllate e società collegate (al 2001[93][94]):

Altre aziende del gruppo sono:

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

La documentazione prodotta dalla Olivetti spa è conservata presso l'Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea, distribuita nei fondi: Olivetti[95], Audioteca[96], Biblioteca[97], Cinevideoteca[98], Documentazione[99], Eidoteca[100], Emeroteca[101], Fototeca[102], Oggetti[103]. Il fondo Adriano Olivetti, in particolare, contiene la documentazione prodotta dall'imprenditore nel corso della propria vita e durante il periodo di attività nell'azienda di famiglia (estremi cronologici: 1925-1960) di proprietà degli eredi. La Fondazione Adriano Olivetti è stata costituita, sempre a Ivrea, nel 1962 con lo scopo di tutelare e promuovere la figura di Adriano Olivetti e il suo pensiero e conserva il patrimonio documentale relativo alle personalità imprenditoriali della famiglia Olivetti, e in particolare le carte private e gli archivi di Adriano Olivetti, di Camillo e di Roberto Olivetti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ TIM: Elio Schiavo nominato Presidente di Olivetti, su gruppotim.it, 28 maggio 2023. URL consultato il 29 maggio 2023.
  2. ^ Olivetti, Il Management, su olivetti.com, Olivetti S.p.A.. URL consultato il 17 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2015).
  3. ^ a b " Olivetti: Chi siamo, su olivetti.com. URL consultato il 3 marzo 2021.
  4. ^ Manifattura: Tundo (Olivetti), ci stiamo trasformando in ottica digital farm, su Il Sole 24Ore - Radiocor Plus. URL consultato il 16 giugno 2021.
  5. ^ Le altre fabbriche Italiane di macchine per scrivere del Muditec Adriano Olivetti, su museocasertaolivetti.altervista.org. URL consultato l'11 giugno 2016 (archiviato il 19 agosto 2016).
  6. ^ unipd.it (PDF), su static.gest.unipd.it. URL consultato il 29 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2021).
  7. ^ Perotto, p. 18.
  8. ^ museocilea.it Archiviato il 1º novembre 2013 in Internet Archive.
  9. ^ La Storia siamo noi - Adriano Olivetti Archiviato il 13 ottobre 2010 in Internet Archive.
  10. ^ OLIVETTI: P101 Archiviato il 30 settembre 2009 in Internet Archive.
  11. ^ Olivetti Programma 101
  12. ^ (EN) NASA JOHNSON SPACE CENTER ORAL HISTORY PROJECT - ORAL HISTORY TRANSCRIPT - DAVID W.WHITTLE - INTERVIEWED BY SANDRA JOHNSON - HOUSTON, TEXAS – 16 FEBRUARY 2006 (PDF), su jsc.nasa.gov. URL consultato il 27 agosto 2016 (archiviato il 6 agosto 2016).
  13. ^ corriere.it, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 29 ottobre 2013 (archiviato il 3 novembre 2013).
  14. ^ olivettiani.org. URL consultato il 29 ottobre 2013 (archiviato il 3 novembre 2013).
  15. ^ Luciano Gallino, La scomparsa dell'Italia industriale, Einaudi, 2003
  16. ^ Cronologia Olivetti 1908-1977, su Associazione Archivio Storico Olivetti. URL consultato il 23 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  17. ^ Chronology of Personal Computers (1988), su islandnet.com. URL consultato il 27 aprile 2011 (archiviato il 6 aprile 2011).
  18. ^ Chronology of Personal Computers (1989), su islandnet.com. URL consultato il 27 aprile 2011 (archiviato il 6 aprile 2011).
  19. ^ Olivetti replica alla IBM, in NS: Nuovascienza, ottobre 1987, p. 9.
  20. ^ storiaolivetti.it. URL consultato il 13 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2012).
  21. ^ Olivetti nei radiotelefoni, in La Stampa, 20/06/1990, p. 23.
  22. ^ Flavia Amabile, Olivetti, è cassa integrazione, in La Stampa, 30/01/1992, p. 25.
  23. ^ Profondo Nord - Ivrea: la crisi della Olivetti, su RaiPlay.it.
  24. ^ Roberto Giovannini, Blitz Olivetti: per 2200 sarà cassa integrazione (PDF), in L'Unità, 30/01/1992, p. 16.
  25. ^ Un braccio di ferro durato tre giorni e poi le dimissioni, su ricerca.repubblica.it, 4 settembre 1996. URL consultato il 1º giugno 2020.
  26. ^ storiaolivetti.it. URL consultato il 31 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2012).
  27. ^ Rinaldo Gianola, Olivetti, addio ai personal ora sono di Gottesmann, su ricerca.repubblica.it, 21 gennaio 1997. URL consultato il 1º giugno 2020.
  28. ^ I pc di Olivetti venduti a un finanziere americano, su 01net.it, 21 gennaio 1997. URL consultato il 1º giugno 2020.
  29. ^ ICS Olivetti: inizia rinascita, accordo con Datamatic, su www1.adnkronos.com, 28 settembre 2000. URL consultato il 1º giugno 2020.
  30. ^ Fallimento Oliit, lavoratori occupano autostrada, su unannoinpiemonte.com, 20 ottobre 2004. URL consultato il 1º giugno 2020.
  31. ^ Un gruppo di imprenditori acquista Olivetti Synthesis, su ricerca.repubblica.it, 22 maggio 1997. URL consultato il 1º giugno 2020.
  32. ^ Olivetti prevede perdita di 93 mld, su italiaoggi.it, 9 maggio 1997. URL consultato il 1º giugno 2020.
  33. ^ Relazione degli Amministratori sull'andamento della gestione nel primo semestre dell’esercizio 1998 (PDF), su borsaitaliana.it, p. 16. URL consultato il 1º giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2017).
  34. ^ Varrebbe 1600 miliardi l'alleanza Olsy - Wang, su larepubblica.it, 4 settembre 1997. URL consultato il 1º giugno 2020.
  35. ^ Comunicato stampa – Microsoft – Wang global: alleanza a livello mondiale per lo sviluppo di Internet e del commercio elettronico [collegamento interrotto], su archividigitaliolivetti.archiviostoricolivetti.it, 24 marzo 1998. URL consultato il 1º giugno 2020.
  36. ^ (NL) Concentratiebesluit inzake Wang en Olsy (PDF), su acm.nl, 11 marzo 1998. URL consultato il 1º giugno 2020.
  37. ^ ec.europa.eu (PDF). URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato il 14 novembre 2013).
  38. ^ I dati sono tratti dal [1] Archiviato il 6 novembre 2013 in Internet Archive. Bilancio Primo Semestre 1998, Olivetti (Relazione degli Amministratori sull'andamento della gestione nel primo semestre dell’esercizio 1998): Copia archiviata (PDF), su borsaitaliana.it. URL consultato il 1º giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2017).
  39. ^ (EN) Getronics To Purchase Wang Global, su apnews.com, 4 maggio 1999. URL consultato il 1º giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2020).
  40. ^ Approvata l’operazione Getronics – Wang, su 01net.it, 24 giugno 1999. URL consultato il 1º giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2020).
  41. ^ Olivetti: Getronics rileverà Olivetti Ricerca, su Adnkronos, 29 giugno 1999. URL consultato il 1º giugno 2020.
  42. ^ Dario Colombo, Eunics, il dopo Getronics, su 01net.it, 23 giugno 2006. URL consultato il 1º giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2020).
  43. ^ La replica di Bernabè: è solo un'OPA di carta, 30 marzo 1999 da Il Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it. URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato il 2 febbraio 2014).
  44. ^ Telecom sulle barricate contro l'Opa di Olivetti, 22 febbraio 1999, di Rinaldo Gianola, su repubblica.it. URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato il 29 gennaio 2011).
  45. ^ sito Olivetti-storia di un'impresa, su storiaolivetti.it. URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
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  49. ^ borsaitaliana.it (PDF). URL consultato il 1º febbraio 2013 (archiviato il 14 giugno 2015).
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