Plasmodium falciparum

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Plasmodium falciparum
Striscio di sangue contenente Plasmodium falciparum
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Protista
Sottoregno Chromalveolata
Phylum Apicomplexa
Classe Aconoidasida
Ordine Haemosporida
Famiglia Plasmodiidae
Genere Plasmodium
Sottogenere Laverania
Specie P. falciparum
Nomenclatura binomiale
Plasmodium falciparum
Welch, 1897

Plasmodium falciparum Welch, 1897 è un protozoo parassita unicellulare, una delle specie di Plasmodium che causano nell'uomo la malaria.

Trasmissione e effetti[modifica | modifica wikitesto]

Viene trasmesso dalla femmina della zanzara Anopheles. La specie Plasmodium falciparum è la più pericolosa di queste, avendo il tasso più elevato di complicanze e di mortalità. Nel 2006 le infezioni da P. falciparum rappresentavano il 91% delle 247 milioni di infezioni malariche umane (il 98% in Africa).[1] Nella maggior parte dei paesi africani, oltre il 75% dei casi sono dovuti a Plasmodium falciparum, mentre - negli altri paesi ove è presente la malaria - predominano altre specie di Plasmodium.[2][3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La malaria è causata da un'infezione da protozoi del genere Plasmodium. Il nome "malaria", da "mala aria" in italiano, significa "aria cattiva", e deriva dall'ipotetico legame con i vapori velenosi delle paludi. La parola "falciparum", deriva dal latino "falx", che significa "forma di falce", e "parum" che significa "nascita" o "nascite multiple".

Il protozoo parassita fu scoperto da Laveran il 6 novembre 1880 in un ospedale militare a Costantina (Algeria), quando scoprì una microgametocite flagellante. Manson nel 1894 ipotizzò che le zanzare fossero in grado di trasmettere la malaria. Questa ipotesi venne confermata sperimentalmente nel 1898 e indipendentemente, da Giovanni Battista Grassi e da Ronald Ross. Grassi nel 1900 propose una fase esoeritrocitica nel ciclo vitale[4], poi confermata da Garnham, Covell e Shute nel 1948 che trovarono il Plasmodium vivax nel fegato umano.

In tutto il mondo, la malaria è la malattia parassitaria più dannosa per gli esseri umani, e uccide più bambini in tutto il mondo, più di qualsiasi altra malattia infettiva. A partire dal 1900, l'area del mondo esposta alla malaria si è dimezzata, ma due miliardi di persone sono attualmente esposte. La morbilità e la mortalità sono significative.

Mentre non esistono vaccini efficaci per nessuna delle almeno sei specie di Plasmodium che causano la malaria, da secoli sono impiegati farmaci a base di chinino. Nel 1640, Huan del Vego impiegò per la prima volta la tintura di corteccia di Cinchona per il trattamento della malaria: gli indiani nativi del Perù e dell'Ecuador lo utilizzarono anche in precedenza per il trattamento delle febbri. Nel 1650 Thompson introduce questa corteccia "Gesuita" in Inghilterra: il suo primo impiego registrato fu nel 1656 da parte del dottor John Metford di Northampton. Morton nel 1696 ha presentato la prima descrizione dettagliata del quadro clinico della malaria e del suo trattamento con la cinchona. Gize nel 1816 ha studiato l'estrazione del chinino cristallino dalla corteccia del cinchona e nel 1820, Pelletier e Caventou in Francia, hanno utilizzato l'estratto puro di alcaloidi di chinina, chiamato il chinino e il Cinchonine.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ World Malaria Report 2008 (PDF), su apps.who.int, World Health Organisation, 2008, 10. URL consultato il 17 agosto 2009.
  2. ^ World Malaria Report 2008 (PDF), su apps.who.int, World Health Organisation, 2008, 11–12. URL consultato il 17 agosto 2009.
  3. ^ Una mappa in base alla incidenza segnalata nel 2007, è disponibile all'indirizzo http://www.map.ox.ac.uk/explorer/.
  4. ^ Def. Sapere : "Quando il plasmodio della malaria si annida nelle cellule del fegato o della milza o del midollo (ciclo esoeritrocitico) dove si moltiplica per suddivisione (schizogonia) invadendo nuove cellule"

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