DJ Shadow

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DJ Shadow
DJ Shadow dal vivo nel 2006
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereTrip hop[1][2][3]
Instrumental hip hop[1][3][4][5]
Periodo di attività musicale1991 – in attività
Album pubblicati25
Studio10
Live8
Raccolte7
Sito ufficiale

DJ Shadow, pseudonimo di Joshua Paul Davis (Hayward, 29 giugno 1972[6][7]), è un produttore discografico, beatmaker, disc jockey e compositore statunitense. Soprannominato "il Jimi Hendrix dei giradischi",[8] è considerato una figura di spicco all'interno dell'hip hop strumentale e ha considerevolmente influenzato gli sviluppi della musica contemporanea con l'uscita del suo acclamato album di debutto Endtroducing....., che è stato costruito interamente da campioni.[9] Ha una collezione personale di 60 000 dischi.[1][10]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Ha iniziato la sua carriera musicale come disc jockey presso la stazione radio "Davis campus KDVS" della University of California in cui ha maturato il suo stile hip hop sperimentale. Nei suoi primi singoli (che hanno influenzato in modo determinante il trip hop), tra cui In/Flux e Lost and Found (SFL), si fondono elementi di funk, rock, hip hop, ambient, jazz, soul, e altri. Andy Pemberton, un giornalista musicale per Mixmag, coniò il termine trip hop nel giugno del 1994 proprio per descrivere il singolo In/Flux.[11] Alcuni dei suoi primi lavori sono stati inseriti nella raccolta Preemptive Strike (FFRR 1998), che contiene le tracce In / Flux, Hindsight, High Noon, Organ Donor, What Does Your Soul Look Like (Part 1, 2, 3, 4), Strike 1, 2, 3.

Anche se la sua musica è difficile da categorizzare, i suoi primi contributi sono stati certamente importanti per l'hip hop alternativo. Ha citato gruppi come Kurtis Mantronik, Steinski, e Prince Paul come influenze sul suo sound barocco, affermando inoltre che "i testi delle canzoni (...) erano confinanti, troppo specifici". La sua musica utilizza quasi esclusivamente brevi clip vocali, incentrandosi sugli strumenti.[12] Ha pubblicato numerosi lavori originali (durante il 1991-1992 per la Hollywood Records) e il singolo di debutto per la propria etichetta, SoleSides), poi fu contattato dalla Mo' Wax di James Lavelle. Da quel momento, il suo stile ha cominciato a maturare e ad essere più coerente. Alla fine si formò l'etichetta Quannum Projects nel 1996 dalle ceneri della sua precedente etichetta, SoleSides.

U.N.K.L.E.[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1994 DJ Shadow partecipa alla creazione del progetto U.N.K.L.E. con Tim Goldsworthy e James Lavelle. Questa "incarnazione" di Shadow lo vede sempre più allontanarsi dal suo genere originario, per sconfinare in rap, trip rock ecc. L'album debutto Psyence Fiction, che è stato creato come colonna sonora per un film documentario sui senzatetto di New York, e nonostante la presenza di molte stelle del calibro di Thom Yorke (solista Radiohead), Richard Ashcroft (ex cantante dei Verve), Mike D (dei Beastie Boys), ha avuto un riscontro commerciale mediocre, di conseguenza ci fu un cambio d'etichetta discografica.

Ad oggi 9 album sono stati prodotti a nome U.N.K.L.E., di cui solo i primi sono influenzati da DJ Shadow.

Endtroducing.....[modifica | modifica wikitesto]

DJ Shadow collaborò con DJ Krush, altro pioniere del trip hop, nell'album Meiso; ne remixò la title track, invece per Duality i due artisti lavorano in modo "indipendente" nel senso che la prima parte è curata da Krush e la seconda da Shadow.

Il suo primo album, Endtroducing....., è stato pubblicato alla fine del 1996 con un grande successo di critica, è stato inserito nel Guinness World Records per essere "il primissimo album interamente prodotto a partire da samples" nel 2001. Le uniche attrezzature utilizzate da Shadow per produrre l'album sono state una batteria elettronica AKAI MPC60 a 12-bit, una coppia di giradischi e un Pro Tools prestato da uno dei primi utilizzatori di questa tecnologia, Dan "the Automator" Nakamura. Nel novembre 2006 la rivista Time lo ha citato fra i 100 migliori album di sempre.[13]

The Private Press[modifica | modifica wikitesto]

The Private Press, suo secondo album, viene pubblicato nel 2002, ed ottiene apprezzamenti inferiori dalla critica. Lo stile è completamente differente, più cross-over ed influenzato dall'electro.[senza fonte] Anche questo album è quasi interamente composto partendo da sample di altri dischi.[14] Il pezzo Mashin' On The Motorway è interpretato dal rapper Lateef the Truth Speaker.[15] Il singolo Six Days è accompagnato dal video musicale girato dal regista Wong Kar-wai.[senza fonte]

Quest'album è finora quello di maggior successo commerciale di DJ Shadow. Ha raggiunto posizioni di rilievo in molti paesi[16] rimanendo per dieci settimane nelle classifiche francesi, con il picco al 21 esimo posto. Finora The Private Press è l'unico album di DJ Shadow che ha raggiunto il Media Control Charts, dove si è classificato al 75 posto.

The Outsider[modifica | modifica wikitesto]

L'album The Outsider viene pubblicato nel settembre 2006. Una "special edition" del disco, in un box-set, viene pubblicata con l'allegato DVD Tour Visuals. All'album collaborano diversi esponenti hip hop dell'area di San Francisco. Successivamente DJ Shadow collabora con Cut Chemist per tre mixtape intitolati Brainfreeze, Product Placement e The Hard Sell.

Nel 2006 firma un contratto con la Universal Records.

The Less You Know, the Better[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo 2009-2010 lavora a nuove tracce ed annuncia, nel maggio 2011, la pubblicazione dell'album The Less You Know, the Better. Nel frattempo pubblica l'EP I Gotta Rokk e due singoli (Def Surrounds Us e I'm Excited feat. Afrikan Boy). Nel settembre 2011 pubblica il brano Warning Call (feat. Tom Vek).

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

La musica di DJ Shadow è un hip hop strumentale, astratto[1] contaminato da numerosi stili diversi e correlati alla storia della musica rock quali il rock progressivo, il jazz, il soul, l'ambient e l'hardcore punk.[1][2][4][17] L'artista viene anche considerato inventore del trip-hop, genere inaugurato con il suo singolo Flux (1993).[2][17] Sempre seguendo la scia del trip-hop,[1][2] DJ Shadow ha poi pubblicato Endtroducing..... (1996), album interamente costruito su campionamenti,[2] ritmi processati e stratificati[4][18] e scratch.[17] Con The Private Press (2002), più pop, rock e R&B del predecessore,[19] DJ Shadow "ricrea atmosfere ben precise a partire dai campionamenti più disparati"[17] mentre il più accessibile The Oustider (2006) risente l'influenza della musica sperimentale di John Cage e si avvicina, a detta di AllMusic, al "rap mainstream" nelle prime tracce.[20] Lo stesso sito correla DJ Shadow fra gli esponenti dell'"ambient breakbeat", del "left-field hip-hop" e dell'electronica.[3]

Con il progetto U.N.K.L.E. l'artista ha invece proposto un ibrido di pop e breakbeat senza disdegnare influenze dai generi più disparati.[21]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Come solista[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

Raccolte e remix[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

  • 1991 - The Real Deal (Shadow Remix)/Lesson 4
  • 1993 - Send Them/Count and Estimate (Dub)/Hip-Hop Reconstruction from the Ground Up
  • 1993 - In/Flux/Hindsight
  • 1994 - Lost & Found (S.F.L.)
  • 1995 - What Does Your Soul Look Like
  • 1996 - Fully Charged on Planet X/Hardcore (Instrumental) Hip-Hop
  • 1996 - Midnight in a Perfect World
  • 1996 - Stem
  • 1997 - High Noon
  • 2000 - Dark Days
  • 2002 - You Can't Go Home Again
  • 2002 - Six Days
  • 2003 - Mashin' on the Motorway / Walkie Talkie
  • 2003 - March of Death (with Zack de la Rocha)
  • 2004 - Would You Buy a War from This Man?
  • 2005 - We Might as Well Be Strangers (DJ Shadow vs. Keane Mix)
  • 2006 - 3 Freaks
  • 2006 - Enuff
  • 2007 - This Time (I'm Gonna Try It My Way)

DVD[modifica | modifica wikitesto]

  • 2000 - Freeze
  • 2004 - Product Placement on Tour
  • 2004 - In Tune and on Time

Con DJ Qbert[modifica | modifica wikitesto]

Con Cut Chemist[modifica | modifica wikitesto]

Con Dan the Automator[modifica | modifica wikitesto]

Con Keane[modifica | modifica wikitesto]

Discografia di U.N.K.L.E.[modifica | modifica wikitesto]

Album in partecipazione[modifica | modifica wikitesto]

  • 1993 - Sleeping with the Enemy (by Paris)
  • 1995 - Meiso (by DJ Krush, DJ Shadow features on Duality)
  • 1995 - The Story of Mo Wax (various artists, Lost and Found and What Does Your Soul Look Like? (1 & 2) by Shadow)
  • 1996 - Dr. Octagonecologyst (by Kool Keith/Dr. Octagon, Shadow featured on Waiting List (DJ Shadow / Automator Mix))
  • 1999 - Quannum Spectrum (various artists, DJ Shadow on Divine Intervention and Storm Warning)
  • 1999 - So... How's Your Girl? (Handsome Boy Modeling School, DJ Shadow features on Holy Calamity (Bear Witness II) with DJ Quest)
  • 2000 - Solesides Greatest Bumps (various artists, Shadow contributes 3 tracks and produces 6 more)
  • 2002 - The Ultimate Lessons (various artists bootleg, Shadow on Lesson 4, Live Lesson B, and Live Lesson C)
  • 2004 - Damage (by Jon Spencer Blues Explosion produces the track Fed Up And Low Down).
  • 2004 - Brothers from the Mother (by Zimbabwe Legit, DJ Shadow's remix called Shadow's Legitimate Mix)
  • 2005 - Same Shit Different Day (by Lyrics Born, produces Over You)
  • 2005 - Hell's Winter (by Cage, produces Grand Ol'Party Crash with Jello Biafra)
  • 2005 - Beef or Chicken? (by Teriyaki Boyz produces the track Kamikaze 108).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Storia del rock - Trip-hop - L'onda lunga del Bristol sound :: Gli speciali di OndaRock, su ondarock.it. URL consultato il 15 ottobre 2016.
  2. ^ a b c d e Eddy Cilìa, Federico Guglielmi, Rock. 500 dischi fondamentali, Giunti, 2002, p. 87.
  3. ^ a b c (EN) DJ Shadow, su AllMusic, All Media Network.
  4. ^ a b c (EN) Tom Moon, 1000 Recordings to Hear Before You Die, Workman, 2008, p. 229.
  5. ^ Repubblica: Dj Shadow: "Sono un dj ma soprattutto un fan della musica", su repubblica.it. URL consultato il 15 ottobre 2016.
  6. ^ (EN) DJ Shadow, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  7. ^ Family Tree Legends
  8. ^ The History of Rock Music. D.J. Shadow: biography, discography, reviews, links
  9. ^ (EN) DJ Shadow, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 19 aprile 2023. Modifica su Wikidata
  10. ^ DJ Shadow: Endtroducing… » Sleevage » Music, Art, Design Archiviato il 28 febbraio 2012 in Internet Archive.
  11. ^ Andy Pemberton, Trip Hop, in Mixmag, giugno 1994.
  12. ^ Peter Shapiro, Modulations: A History of Electronic Music, Caipirinha Productions, Inc., 2000, pp. 254 pages, ISBN 0-8195-6498-2. see p.319, 323
  13. ^ The All-TIME 100 Albums, in Time, 16 novembre 2006. URL consultato il 12 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2010).
  14. ^ (EN) The Private Press, su AllMusic, All Media Network.
  15. ^ Booklet di The Private Press
  16. ^ Chartverfolgung von The Private Press in mehreren Ländern
  17. ^ a b c d Enzo Gentile, Alberto Tonti, Il dizionario del pop-rock, Zanichelli, 2014, pp. 485-486.
  18. ^ Robert Dimery, 1001 album, Atlante, 2013, p. 779.
  19. ^ (EN) Robert Christgau: DJ Shadow, su robertchristgau.com. URL consultato il 15 ottobre 2016.
  20. ^ (EN) The Outsider, su AllMusic, All Media Network.
  21. ^ Scaruffi DJ Shadow, su scaruffi.com. URL consultato il 15 ottobre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eric K. Arnold, Out of the Shadow, su SF Weekly, 13 settembre 2006. URL consultato il 3 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  • Eliot Wilder, 33⅓ Endtroducing..., London, Continuum, 2005, ISBN 0-8264-1682-9.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN25145911150427062469 · ISNI (EN0000 0000 7983 7284 · LCCN (ENno99028121 · GND (DE130626198 · CONOR.SI (SL208847715