Elsa Fornero

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Elsa Fornero
Elsa Fornero al Festival dell'economia di Trento nel 2018

Ministro del lavoro
e delle politiche sociali

con delega alle pari opportunità
Durata mandato16 novembre 2011 –
28 aprile 2013
PresidenteMario Monti
PredecessoreMaurizio Sacconi[1]
Mara Carfagna[2]
SuccessoreEnrico Giovannini[1]
Josefa Idem[2]

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Titolo di studioLaurea in Economia
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
ProfessioneEconomista
Accademica
Professore universitario

Elsa Maria Fornero (San Carlo Canavese, 7 maggio 1948) è un'economista e politica italiana. Ha ricoperto la carica di ministro del lavoro e delle politiche sociali, con delega alle pari opportunità, dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 nel governo Monti.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureata in economia[4], studentessa modello sin dagli anni delle scuole superiori[5], diviene professoressa universitaria ordinaria dal 2000 di Economia politica presso la Scuola di Management ed Economia dell'Università degli Studi di Torino; viene indicata come «allieva di Onorato Castellino».[6] Insegna macroeconomia ed economia del risparmio, della previdenza e dei fondi pensione (in inglese). Le sue ricerche scientifiche riguardano i sistemi previdenziali, pubblici e privati, le riforme previdenziali, l'invecchiamento della popolazione, le scelte di pensionamento, il risparmio delle famiglie e le assicurazioni sulla vita.

È membro del Collegio docenti del dottorato in Scienze economiche dell'Università di Torino e del dottorato in Social Protection Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università di Maastricht), di cui è anche docente, membro del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, costituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, membro del comitato scientifico dell'Observatoire de l'Epargne Européenne (Parigi), membro del comitato editoriale della Rivista Italiana degli Economisti, editorialista del quotidiano economico e finanziario il Sole 24 ore.

Dal 1993 al 1998 è stata consigliera comunale al Comune di Torino, eletta con la lista civica "Alleanza per Torino" a sostegno del sindaco di centro-sinistra Valentino Castellani. Nel 2001 ha ricevuto (ex aequo con Ignazio Musu) il premio Saint Vincent per l'economia. Nel 2003 ha ricevuto (ex aequo con Olivia Mitchell) il premio INA-Accademia dei Lincei per gli studi in materia assicurativa.

È stata vice presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo (2010-2011),[7][8][9] vice presidente della Compagnia di San Paolo (2008-2010),[10] membro del consiglio direttivo della Società italiana degli economisti (2005-2007), membro del comitato scientifico di Confindustria (2005-2006), membro della commissione di esperti valutatori presso la World Bank (2003-2004), con l'incarico di valutare il ruolo di assistenza svolto dalla Banca nell'attuazione delle riforme previdenziali di paesi con economie di transizione, membro della commissione di esperti della Task Force su "Portability of Pension Rights and Taxation of Pension Schemes in the EU" costituita presso il CEPS (Center for European Policy Studies), Bruxelles (2001-2003), membro della Commissione Ministeriale di esperti indipendenti per la verifica previdenziale (2001), componente del Comitato Scientifico del Mefop (2000-2003).

Nel 2013 ha ricevuto il Premio Ezio Tarantelli del Club dell'economia per la migliore idea economica dell'anno. Il premio le è stato conferito per aver ideato l'ASPI (assicurazione sociale per l'impiego), un nuovo ammortizzatore sociale che è stato introdotto attraverso la riforma del mercato del lavoro che porta il suo nome.[11][12] Nel 2014 è entrata nel consiglio di amministrazione della Centrale del Latte di Torino in qualità di consigliera indipendente. Ricoprirà l'incarico fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2016.[13]

Attualmente è docente universitaria presso il dipartimento di Management dell'Università degli Studi di Torino.[14]

Attività politica[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 novembre 2011 è stata nominata Ministro del lavoro e delle politiche sociali con delega alle Pari opportunità del governo Monti.[15] Nella storia della Repubblica italiana è la seconda donna, dopo Tina Anselmi, a presiedere tale ministero.

Riforma delle pensioni e il caso esodati[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Riforma delle pensioni Fornero.
Elsa Fornero giura nelle mani del presidente della Repubblica (16 novembre 2011).

Elsa Fornero assumeva il ruolo di Ministro del governo Monti, vantando una esperienza ventennale negli studi dei sistemi pensionistici pubblici, in un momento di grave crisi finanziaria dello Stato iniziata nell'estate del 2011 con la crisi del debito pubblico e il rischio di non pagare gli stipendi pubblici e le pensioni. Nell'ambito del decreto "Salva-Italia" presentato il 4 dicembre 2011, presentava quindi una riforma del sistema pensionistico pubblico italiano redatta in appena 20 giorni. Poiché nel caso della previdenza di primo pilastro le pensioni si pagano con le imposte, la riforma contemplava una serie di misure di taglio della spesa pubblica e di aumento delle entrate con l'aumento delle aliquote contributive pensionistiche di finanziamento.

Elsa Fornero rivendicava quindi che la riforma previdenziale, non compresa dall'opinione pubblica, superasse le differenze generazionali decise in precedenza[16] passando ad un metodo di calcolo contributivo a capitalizzazione simulata sulla crescita pro-rata per tutti i lavoratori, che, secondo un rapporto dell'area attuariale dell'Inps, determinerà circa 80 miliardi di risparmio rispetto alle normative precedenti nel decennio 2012-2021.[17][18]

La riforma delle pensioni ha provocato il cosiddetto caso esodati del 2012 in Italia: tale vicenda è stata al centro di controversie politiche e sociali, oltre che di scontri ideologici e sociali tra i sindacati dei lavoratori (CGIL, CISL, UIL in primis) e il governo Monti, con varie polemiche nell'arena politica e con vari dibattiti all'interno della Confindustria. Lo scontro parlamentare si concluse il 4 luglio 2012 quando la Camera dei deputati respinse una mozione di sfiducia individuale presentata contro la ministra Fornero dall'Italia dei Valori e dalla Lega Nord. La votazione ha avuto il seguente risultato: 88 deputati a favore della sfiducia, 435 contrari e 18 astenuti; la sfiducia era stata presentata poiché, secondo i gruppi parlamentari di IdV e Lega Nord, la ministra avrebbe mentito sul numero di esodati e in più avrebbe affermato che il lavoro non è un diritto.[19]

Riforma del mercato del lavoro[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Riforma del lavoro Fornero.

Il 20 marzo 2012 annunciò il disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro risultata da mesi di trattativa con le parti sociali intervenendo sullo storico articolo 18 dello statuto dei lavoratori.[20][21] La riforma venne emanata successivamente con la legge 28 giugno 2012 n. 92.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Elsa Fornero con il marito Mario Deaglio (2012).

È sposata con Mario Deaglio, professore ordinario di economia dell'Università di Torino, con cui ha due figli: Silvia, professoressa ordinaria in genetica medica presso la stessa università, e Andrea, regista.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Lavoro
  2. ^ a b Pari opportunità
  3. ^ Prof.ssa Elsa Fornero, su lavoro.gov.it, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. URL consultato il 17 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2011).
  4. ^ Elsa Fornero, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato l'11 luglio 2022 (archiviato il 29 luglio 2020).
  5. ^ Elsa Fornero “studentessa modello” sulla Stampa del 1965, su il Post, 21 marzo 2012. URL consultato il 12 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2022).
  6. ^ Fornero, al Welfare la dama torinese esperta di pensioni, su tg24.sky.it, Sky Italia, 16 novembre 2011. URL consultato l'8 maggio 2019 (archiviato l'8 maggio 2019).
  7. ^ Intesa Sanpaolo, Composizione del Consiglio di Sorveglianza, pagina consultata il 16 novembre 2011, su group.intesasanpaolo.com. URL consultato il 17 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2011).
  8. ^ TG24/Sky.it - I Ministri da sostituire nei CdA, su tg24.sky.it. URL consultato il 17 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2011).
  9. ^ Businesspeople - Intesa Sanpaolo, Passera e Fornero lasciano gli incarichi
  10. ^ Compagnia di Sanpaolo - Angelo Benessia nuovo presidente. Vice presidenti sono stati nominati Elsa Fornero e Luca Remmert. (PDF), su compagniadisanpaolo.it. URL consultato il 17 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2013).
  11. ^ A Elsa Fornero il premio “Ezio Tarantelli 2013” — [collegamento interrotto], in Avvocati Giuslavoristi italiani, 4 aprile 2015. URL consultato il 29 novembre 2017.
  12. ^ Bruno Costi, Consegnato oggi ad Elsa Fornero il Premio "Ezio Tarantelli" 2013. A Fabrizio Goria il Premio "Livio Magnani" per il giovane giornalista economico, su Club dell'Economia, 10 novembre 2013. URL consultato il 26 novembre 2022 (archiviato il 20 ottobre 2021).
  13. ^ Centrale Latte Torino, Fornero nel Cda - Piemonte, in ANSA.it, 30 aprile 2014. URL consultato il 29 novembre 2017.
  14. ^ Università degli Studi di Torino, Elsa Maria Fornero, su Dipartimento di Management. URL consultato il 7 dicembre 2020.
  15. ^ Profumo e Fornero ministri Torino torna nel governo, Repubblica, 16 novembre 2011
  16. ^ Elsa Fornero 2013, Generational fairness was much less commented upon ... The inability to clearly convey this message of a structural change in both the pension and the labor market reforms remains for me a cause for regret and was certainly one of the shortcomings of government action.
  17. ^ Pensioni, Inps: “La riforma Fornero darà 80 miliardi di risparmi tra il 2012 e 2021″, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 6 giugno 2013.
  18. ^ Pensioni: Inps "Da riforma Fornero meno 80 miliardi di spesa tra 2012 e 2021", su huffingtonpost.it. URL consultato il 6 giugno 2013.
  19. ^ Fornero, respinta mozione di sfiducia. Di Pietro: “Dal ministro imbroglio gravissimo”, su ilfattoquotidiano.it, 4 luglio 2012. URL consultato il 12 novembre 2014.
  20. ^ Lidia Baratta et al., Dossier lavoro: la riforma Fornero alla prova del voto, su linkiesta.it, www.linkiesta.it, 11 febbraio 2013.
  21. ^ Decreto legislativo 28 giugno 2012, n. 92, in materia di "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita."

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro del lavoro e delle politiche sociali della Repubblica Italiana
con delega alle pari opportunità
Successore
Maurizio Sacconi (Lavoro)
Mara Carfagna (Par. Opp.)
(Governo Berlusconi IV)
16 novembre 2011 - 28 aprile 2013
(Governo Monti)
Enrico Giovannini (Lavoro)
Josefa Idem (Par. Opp.)
(Governo Letta)
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