Partito dei Liberi Egiziani

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Partito dei Liberi Egiziani
PresidenteAḥmad Ḥasan Saʿīd[1],
Hanī Sāri al-Dīn[2],
Basel Adel[3]
VicepresidenteMohamed Abou Hamed
StatoBandiera dell'Egitto Egitto
SedeIl Cairo
Fondazione3 aprile 2011
IdeologiaLiberalismo[4]
Secolarismo[5]
CollocazioneCentro
CoalizioneAlleanza Nazionale Egiziana
Fronte di Salvezza Nazionale
Seggi Camera dei rappresentanti
15 / 508
(2012)
Seggi Senato
0 / 270
(2012)
Iscritti100 000[6]
Colorirosso, bianco, nero
Sito webhttp://www.almasreyeenalahrrar.org

Il Partito dei Liberi Egiziani[7] (in arabo حزب المصريين الأحرار?, Ḥizb al-Miṣrīyyīn al-aḥrār), è un partito politico liberale egiziano, fondato dopo lo scoppio della Rivoluzione egiziana del 2011. Il 3 aprile 2011, l'ingegnere e magnate Naguib Sawiris[8][9] e un gruppo di intellettuali e di attivisti politici hanno annunciato la costituzione del partito e hanno comunicato il programma e gli obiettivi del partito e le sue finalità nel corso di una conferenza svolta nell'Aljazeraa Youth Center. Altri membri di rilievo sono lo scienziato egitto-statunitense Fārūq al-Bāz,[10] il poeta Aḥmad Fuʾād Nagm, lo scrittore Gamāl al-Ghīṭānī e l'imprenditore impegnato nel campo delle telecomunicazioni Khālid Bishāra.[11]

Aḥmad Ḥasan Saʿīd

Nel luglio del 2011 si manifestarono diversità di vedute all'interno del giovanissimo partito. Una corrente, chiamata "Gruppo dei 17" accusò la leadership nazionale di metodi antidemocratici per la sua scelta di leader locali nel Governatorato di Damietta e di aver tollerato l'ingresso di vecchi membri del Partito Nazionale Democratico, il partito praticamente unico, emanazione del Presidente deposto Mubārak, e del suo regime. Cinque dei dissidenti erano stati esclusi dal nuovo partito ed erano stati etichettati come "creatori di disordine" dal partito stesso.[12]

Dalla sua fondazione il 16 agosto 2011, il Partito dei Liberi Egiziani è stato una componente integrale del Blocco Egiziano, un cartello elettorale composto da vari partiti per opporsi alla Fratellanza musulmana, indicata come probabile vincitrice delle elezioni parlamentari indette dapprima per settembre e svoltesi poi a novembre del 2011, per difendere i valori del secolarismo egiziano e della società civica.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ekram Ibrahim, "31 members resign from Free Egyptians Party", su: Ahram Online, 16 giugno 2011 (data d'accesso 5 settembre 2011)
  2. ^ Mahmoud Hussein, "Free Egyptians welcome collaboration, even with Islamists", su:Youm7 English Edition, 27 luglio 2011 accesso 5 settembre 2011[collegamento interrotto]
  3. ^ Tamim Elyan, "Political powers gear up for Ramadan, prepare for elections", su: Daily News Egypt, 2 agosto 2011 (data d'accesso 23 agosto 2011) Archiviato il 27 dicembre 2011 in Internet Archive.
  4. ^ "Almasry Alyoum", 4 aprile 2011.
  5. ^ حزب "المصريين الأحرار" يرفع شعار العلمانية بزعامة الملياردير نجيب ساويرس - مصر-أحزاب - فرانس 24 - مونت كارلو الدولية, su france24.com. URL consultato il 2 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).
  6. ^ Yasmine Saleh, Liberal Egyptian party secures 100,000 members, in The Daily News Egypt, 26 agosto 2011. URL consultato il 5 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2011).
  7. ^ "Free Egyptians Party", Al Jazeera English, 25 giugno 2011 Archiviato il 19 maggio 2011 in Internet Archive.
  8. ^ Tamim Elyan, "Sawiris launches new Free Egyptians Party", su: The Daily News Egypt.com, 4 aprile 2011 (data d'accesso 25 giugno 2011) Archiviato il 6 giugno 2011 in Internet Archive.
  9. ^ Heba Afify, "Naguib Sawiris launches liberal 'Free Egyptians Party'", su: Almasry Alyoum, 4 aprile 2011 (data d'accesso 28 giugno 2011)
  10. ^ Farouk El-Baz joins Free Egyptians Party, in Al-Ahram Online, 20 aprile 2011. URL consultato il 28 giugno 2011.
  11. ^ Almasry Alyoum, 4 aprile 2011.
  12. ^ Free Egyptians party sacks five 'troublemakers', in Ahram Online, 17 luglio 2011. URL consultato il 5 settembre 2011.
  13. ^ Yasmine Saleh, Egypt liberals launch ‘The Egyptian Bloc’ to counter Islamists in Nov. vote, in Al Arabiya News, 16 agosto 2011. URL consultato il 4 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2011).

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