Papa Urbano IV

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Papa Urbano IV

Taddeo di Bartolo, Papa Urbano IV (1403 ca.); Philadelphia Museum of Art
182º papa della Chiesa cattolica
Elezione29 agosto 1261
Insediamento4 settembre 1261
Fine pontificato2 ottobre 1264
(3 anni e 34 giorni)
Cardinali creativedi Concistori di papa Urbano IV
Predecessorepapa Alessandro IV
Successorepapa Clemente IV
 
NomeJacques Pantaléon
NascitaTroyes, 1195 circa
Nomina a vescovo18 dicembre 1253 da papa Innocenzo IV
Elevazione a patriarca9 aprile 1255 da papa Alessandro IV
MorteDeruta, 2 ottobre 1264
SepolturaCattedrale di San Lorenzo, Perugia

Urbano IV, nato Jacques Pantaléon (Troyes, 1195 circa – Deruta, 2 ottobre 1264), è stato il 182º papa della Chiesa cattolica dal 1261 alla morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vescovo e Legato in Germania[modifica | modifica wikitesto]

Jacques Pantaléon nacque a Troyes, nel Nord della Francia (regione della Champagne-Ardenne). Era di famiglia agiata, anche se non nobile, essendo figlio di uno stimato artigiano calzaturiere. Dopo aver studiato teologia e giurisprudenza a Parigi, arrivando a conseguire il titolo di magister in diritto canonico, fu canonico e arcidiacono[1] a Laon, nonché arcidiacono a Liegi.

Nel 1251 papa Innocenzo IV, che in precedenza lo aveva già nominato proprio cappellano, lo creò vescovo di Verdun e lo inviò come legato pontificio in Germania. Papa Alessandro IV lo nominò nel 1255 Patriarca latino di Gerusalemme, in un difficile momento per la Terra santa, che aveva visto l'esplosione di un forte contrasto tra genovesi e veneziani.

L'elezione al Soglio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezione papale del 1261.

Dopo la morte di Alessandro IV, avvenuta il 25 maggio 1261, i sette, o forse otto, cardinali che si trovavano a Viterbo[2] e che dovevano eleggere il suo successore, non riuscendo a far convergere i voti su nessuno di loro, incaricarono i due più stimati porporati del tempo, Riccardo Annibaldi e Giangaetano Orsini, di scegliere il nuovo pontefice. Alla fine di agosto i due fecero cadere la loro scelta su Jacques Pantaléon, estraneo al Sacro Collegio, che si trovava provvisoriamente a Viterbo, come Patriarca di Gerusalemme, per dirimere una questione riguardante i Cavalieri di San Giovanni, ai quali Alessandro IV aveva concesso, tra molte polemiche, un'abbazia a Betania (in Giudea).

Seppur stupefatto, il prelato accettò la nomina e scelse il nome pontificale di Urbano IV. La nomina di 14 nuovi cardinali, sei dei quali francesi, in due ravvicinati concistori nel 1261 e nel 1262[3], rese più salda la sua posizione e costituì anche evidente segno di gratitudine nei confronti dei due grandi elettori, che videro elevati alla porpora quattro loro consanguinei.

Urbano IV non fissò mai la propria sede pontificia a Roma, ma risiedette tra Viterbo e Orvieto, oltre a un breve periodo trascorso a Perugia prima della morte.

Il pontificato[modifica | modifica wikitesto]

Relazioni con il figlio dell'imperatore[modifica | modifica wikitesto]

Fin dall'inizio del suo pontificato Urbano IV si dimostrò continuatore della politica dei suoi predecessori contraria agli Svevi e quindi acerrimo nemico di Manfredi di Sicilia, figlio dell'imperatore Federico II[1][4]. Questa sua linea finì per coincidere con i piani del cardinale Riccardo Annibaldi, che mirava a creare Senatore di Roma, cioè governatore della città, Carlo I d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX, per ristabilire la supremazia del partito guelfo, messo in grande difficoltà negli anni precedenti dall'opera di Brancaleone degli Andalò (precedente Senatore di Roma), che aveva stretto un forte legame con Manfredi[5]. Per trattare con l'Angiò fu inviato in Provenza - come legato pontificio - l'arcivescovo di Cosenza Bartolomeo Pignatelli, che nutriva, per ragioni personali, un profondo odio verso il sovrano svevo[6].

Per rafforzare ulteriormente la sua posizione, il suo forte carattere lo portò a rinnovare la scomunica a Manfredi il 6 agosto 1262, dichiarandolo altresì decaduto dal trono di Sicilia. Per reazione lo Hohenstaufen intraprese, tramite alcuni capi ghibellini a lui fedeli, una serie di iniziative militari volte a isolare e, possibilmente, imprigionare il pontefice. Furono impegnati Percivalle Doria nel ducato di Spoleto, il conte Giordano d'Agliano nella Marca Anconitana, Tedaldo Annibaldi sul litorale laziale e Pietro di Vico nella stessa Roma. Queste operazioni ebbero complessivamente un esito negativo[7], anche se il papa, per sfuggire alla possibile cattura, fu costretto a lasciare Orvieto, dove si trovava, e a rifugiarsi a Perugia: da questa città inviò un messaggio urgente a Carlo d'Angiò, sollecitandone la discesa in Italia[5].

Urbano IV non ebbe la possibilità di vedere l'arrivo delle armi francesi, poiché il 2 ottobre 1264, mentre si trovava in un convento di Deruta, morì per un improvviso malore[8]. Fu sepolto a Perugia, nella cattedrale di San Lorenzo[9]. Nel 1935, per esaudire un desiderio espresso dal pontefice prima di morire[10], i suoi resti furono traslati a Troyes nella Basilica di Sant'Urbano, che lo stesso pontefice aveva iniziato a far costruire alcuni anni dopo la sua elezione, sul luogo ove sorgeva originariamente la sua casa natale; per una serie di vicissitudini i lavori di costruzione della basilica terminarono solo nel 1905. Per inciso va detto che, sopra la tomba del pontefice e per ricordarne la meritoria istituzione della solennità del Corpus Domini (v. sotto), venne collocato un affresco raffigurante Cristo nell'atto di benedire papa Urbano e Santa Giuliana di Cornillon.

Governo della Chiesa[modifica | modifica wikitesto]

A Urbano IV va ascritta l'istituzione, l'11 agosto 1264, della solennità religiosa del Corpus Domini, più correttamente chiamata «Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo», con la promulgazione della bolla Transiturus de hoc mundo. Nello stesso anno il papa conferì l'incarico di scrivere l'officio per la solennità e per la relativa Messa al teologo Tommaso d'Aquino, che compose, fra l'altro, il celebre inno eucaristico Pange lingua, le cui ultime due strofe (note come Tantum Ergo Sacramentum) sono abitualmente cantate dai fedeli al termine di ogni celebrazione liturgica che si concluda con la benedizione eucaristica[11].

L'idea di una festa volta a celebrare il Corpus Domini si deve principalmente a una santa monaca agostiniana, Giuliana di Cornillon, vissuta nella prima metà del Duecento, che, dopo alcune visioni avute in gioventù, la promosse con grande insistenza, contattando ripetutamente molti religiosi, tra i quali anche lo stesso Jacques Pantaléon de Troyes, all'epoca arcidiacono di Liegi, che subito contribuì per far celebrare la Festa del Corpus Domini dal Vescovo di Liegi, Roberto di Thourotte, nella sua diocesi e per la prima volta nella Chiesa Cattolica. Un altro elemento determinante in questa iniziativa del pontefice Urbano IV, fu il miracolo eucaristico di Bolsena (cittadina dell'alta Tuscia viterbese che faceva però parte della diocesi di Orvieto), avvenuto nel 1263, due anni dopo l'inizio del pontificato di Urbano IV.

Concistori per la creazione di nuovi cardinali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Concistori di papa Urbano IV.

Papa Urbano IV durante il suo pontificato ha creato 14 cardinali nel corso di 2 distinti concistori.[12]

Urbano IV nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Urbano IV compare nella leggenda di cui è protagonista il poeta tedesco Tannhäuser, suo coevo, che ispirò anche l'omonima opera di Wagner.

Tannhäuser, dopo aver vissuto per un anno nel regno sotterraneo di Venere, lasciandosi andare a una sfrenata lussuria con la dea, vinto dai rimorsi, si reca in pellegrinaggio a Roma, per chiedere l'assoluzione di papa Urbano IV. Il pontefice, però, gli manifesta la gravità dei peccati commessi e condiziona il perdono a un miracolo: la fioritura della sua ferula, o bastone pastorale[13]. Dopo alcuni giorni Tannhäuser riparte per Vienna e il pastorale del papa miracolosamente fiorisce.[14] Per inciso va notato che papa Urbano IV non risiedette mai a Roma.

Successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Papa Urbano IV, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Il numero esatto dei Cardinali che parteciparono a quell'elezione papale viterbese (è corretto usare il termine "conclave" solo dopo la costituzione apostolica Ubi Periculum di papa Gregorio X del 1274, anche se molti storici considerano come Primo Conclave proprio quello viterbese che elesse Gregorio X) è controverso. Il Miranda, nella sua celebre opera online, scrive, riprendendo una notizia fornita dal Burkle-Young in Passing the keys, che il cardinale Báncsa si trovava all'epoca in Ungheria; viceversa il Pinzi, nella sua documentatissima (spesso su fonti manoscritte del tempo) Storia della Città di Viterbo -vol. II, p.89 - cita espressamente la presenza del cardinale ungherese, che chiama "un Ungaro". Si può forse presumere che il cardinale magiaro non sia stato presente alla fase iniziale dell'elezione papale, poiché si trovava in Ungheria, come scritto dal Burkle-Young, mentre sia invece intervenuto successivamente (l'elezione durò circa tre mesi) e abbia partecipato alla conclusione, come indicato dal Pinzi.
  3. ^ La monografia dell'agostiniano Roth sul cardinale Annibaldi contiene molte informazioni assai ben documentate sulla storia della Chiesa in quei decenni e in particolare sul pontificato di Urbano IV (Roth, pp. 26-60).
  4. ^ La posizione politica di Urbano IV è analizzata con attenzione nella Civitas Medievale di Storia della Chiesa di Wolter In conclusione si osserva che Urbano IV, in qualche modo, diede inizio alla «dominazione della casa angioina [...] nella penisola italiana» (p. 286).
  5. ^ a b Peter Herde, Carlo I d'Angiò, re di Sicilia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 97, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.
  6. ^ L'odio nutrito dall'arcivescovo Pignatelli nei confronti di Manfredi darà lo spunto a Dante per alcuni celebri versi (cfr. Purgatorio, Canto III, vv. 125-133).
  7. ^ In realtà solo Pietro di Vico ottenne alcuni successi con le sue milizie tedesche, mentre gli altri fedelissimi di Manfredi andarono incontro a pesanti sconfitte e Percivalle Doria finì addirittura annegato mentre guadava il fiume Nera (cfr. Walter Koller, Manfredi Re di Sicilia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 97, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2020.).
  8. ^ Sarà il successore di Urbano, Clemente IV, a sollecitare ripetutamente e poi a salutare, nel 1265, la discesa in Italia di Carlo I d'Angiò, che in soli tre anni, con il determinante aiuto del pontefice, spazzerà via la casa di Svevia, sconfiggendo e uccidendo prima Manfredi, poi Corradino (cfr. Gregorovius).
  9. ^ Della sua tomba rimanevano, fino al 1935 nella cattedrale di Perugia, solo alcuni resti.
  10. ^ (FR) Basilique Saint Urbain, Office de Tourisme di Grand Troyes.
  11. ^ Il testo del Tantum Ergo ha ispirato in ogni epoca moltissimi musicisti. Sono infatti innumerevoli i compositori che hanno scritto musica per accompagnare le parole del teologo aquinate, da Pierluigi da Palestrina a Haydn, da Couperin a Verdi, da Mozart a Rossini (cui si deve un'interessante versione per organo e tenore), da Bruckner a Bellini, che ne compose addirittura nove versioni, da Liszt a molti altri autori anche rock e pop. La versione più conosciuta e di gran lunga più eseguita in ambito liturgico rimane quella in canto gregoriano (audio: Filmato audio Tantum Ergo in Canto Gregoriano, su YouTube, 23 luglio 2007.)
  12. ^ (EN) Salvador Miranda, Urban IV, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University. URL consultato il luglio 2015.
  13. ^ Il termine liturgicamente corretto per il bastone pastorale del papa è ferula. Il termine "pastorale" compare nella traduzione italiana del libretto dell'opera di Wagner (atto III, scena III): in realtà sia nel libretto originale dell'opera che in varie versioni della leggenda il termine tedesco usato è Stab, che si traduce bastone o asta (v. in proposito il libretto di sala Archiviato il 29 novembre 2010 in Internet Archive. curato dal Teatro La Fenice di Venezia nel 1996, ricco di articoli e riferimenti bibliografici molto utili per la conoscenza dell'opera wagneriana e della leggenda).
  14. ^ Secondo un'altra versione della leggenda il poeta, davanti al rifiuto del papa, torna disperato tra le braccia di Venere (cfr. Tannhäuser, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ferdinand Gregorovius, Storia della Città di Roma nel Medioevo, Torino, Einaudi, 1973 [1872], ISBN 978-88-06-37689-5.
  • Cesare Pinzi, Storia della Città di Viterbo, 1889, Roma, Tipografia della Camera dei Deputati.
  • (LA) Ex Urbani IV registro, in Monumenta Germaniae Historica, Epistolae saeculi XIII e regestis pontificum Romanorum selectae, Teil 3, Berlino, Herausgegeben von Karl Rodenberg, 1894, pp. 474– 626
  • Annuaire Pontifical Catholique, Parigi, Maison de la Bonne Presse, 1935
  • Hans Wolter e Hans Beck, Civitas Medievale, in Storia della Chiesa, vol. 5/1, Milano, Jaca book, 2007 [1976], ISBN 978-88-16-30242-6.
  • (EN) Francis Roth O.E.S.A., Cardinal Richard Annibaldi, First Protector of the Augustinian Order, in Journal Augustiniana, vol. 2, Leuven-Heverlee, Augustinian Historical Institute, 1952, pp. 26-60, ISSN 0004-8003 (WC · ACNP).
  • Giovanni Faperdue, I Conclavi Viterbesi, Grotte di Castro, 2004 .
  • Giovanni Faperdue, Viterbo: Storia e Conclavi, Viterbo 2021

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Alessandro IV 29 agosto 1261 – 2 ottobre 1264 Papa Clemente IV
Predecessore Vescovo di Verdun Successore
Jean de Aix 18 dicembre 1253 – 9 aprile 1255 Robert de Médidan
Predecessore Patriarca di Gerusalemme dei Latini Successore
Roberto di Nantes 9 aprile 1255 – 29 agosto 1261 Guglielmo II di Agen
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