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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ugento

Anonymous: fra gli indagati Gianluca Preite, già sotto processo per il caso Calipari

Il 34enne, di Gemini, ma residenre a Roma, coinvolto nel maxi blitz eseguito in numerose città d'Italia dal personale della polizia postale. Assieme a tre ragazzi, provenienti da altre regioni, sarebbe il responsabile di attacchi informatici ai danni di siti istituzionali

LECCE - A soli 34 anni ha già un altro processo in atto, che l’ha fatto balzare clamorosamente nelle cronache nazionali negli anni scorsi: si tratta dell’ingegnere informatico Gianluca Preite, di Gemini, frazione di Ugento, finito sotto inchiesta nel 2005 e rinviato a giudizio nel 2008 per calunnia, diffamazione, accesso abusivo in un sistema informatico e simulazione di reato. Aveva rivelato che la morte di Nicola Calipari, agente segreto italiano, avvenuta in Iraq nel corso della liberazione della giornalista de “Il Manifesto” Giuliana Sgrena, fosse frutto di un complotto ordito anche da funzionari militari italiani e non di un errore dovuto a fuoco amico, citando la presunta intercettazione di una telefonata satellitare e sostenendo di operare per conto del Sismi. Una vicenda a dir poco controversa e per la quale è difeso dall'avvocato Carlo Taormina. 

Ora, e sempre per storie che vedono al cento le nuove tecnologie, Preite, che risiede a Roma, ma nel Salento è nato e cresciuto ed ha la famiglia e molti amici, è di nuovo finito in manette. Risulta, infatti, tra i quattro arrestati questa mattina dal personale del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della polizia postale e delle comunicazioni, nel corso di un blitz disposto dalla procura della Repubblica di Roma e denominato “Tango down”.

Gli altri indagati sono un 26enne della provincia d Torino, un bolognese di 20 anni e un 29enne di Venezia.L’intero gruppo è stato ritenuto operante all’ombra dell’organizzazione internazionale ‘Anonymous’, il collettivo di pirati informatici. Avvalendosi della diffusione del nome, e spacciandosi come i vertici dell'associazione però, secondo le tesi investigative, preparavano attacchi informatici ai danni di multinazionali, senza risparmiare i siti istituzionali come lo stesso portale del governo, quello del Vaticano, della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri. Il tutto infischiandosene del movimento, quello autentico, ed eseguendo simili azioni per scopi personali e per nulla “comunitari”.

Ulteriori perquisizioni, ispezioni e misure cautelari, sono state in corso per tutta la giornata in numerose città dello Stivale, tra le quali, oltre al capoluogo salentino, anche Roma, Ancona, Torino, Venezia e Bologna. I primi sopralluoghi effettuati dagli agenti hanno portato già al rinvenimento di svariato materiale, finito nelle mani di investigatori e periti per essere analizzato.

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