Legge Prodi-bis
Con questo termine ci si riferisce alla procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese insolventi che nel 1999 ha sostituito la legge Prodi.
Si tratta di una procedura concorsuale applicabile a imprese dotate di almeno 200 dipendenti e afflitte da un rilevante indebitamento.
Mira non a liquidare l'azienda, ma a recuperarne l'equilibrio economico e finanziario, alternativamente mediante un programma di prosecuzione dell'attività che preveda la cessione dei complessi produttivi o un programma di ristrutturazione economico-finanziaria dell'impresa.
L'ammissione alla procedura avviene, tuttavia, solo dopo un periodo di osservazione, al termine del quale il tribunale decide se le prospettive di risanamento siano concrete; in caso contrario dichiara il fallimento.
Se il tribunale apre la procedura, il Governo nomina un commissario straordinario al quale è affidata la gestione dell'impresa. A lui spetta altresì il compito di predisporre ed eseguire il programma.
Il Ministero esercita la vigilanza sulla procedura,
ma il giudice riveste comunque un ruolo
rilevante per tutto il suo corso.
Poiché la procedura si può aprire solo se l'impresa è insolvente, così come accade per il fallimento, gli effetti sono in parte i medesimi: ad esempio, il commissario può esercitare le azioni revocatorie (purché il programma sia di cessione e non di ristrutturazione) e i creditori perdono l'esercizio delle azioni esecutive individuali. (Angelo Castagnola)