Martin Schulz

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Martin Schulz
Martin Schultz nel 2017

Presidente federale del
Partito Socialdemocratico di Germania
Durata mandato19 marzo 2017 –
13 febbraio 2018
PredecessoreSigmar Gabriel
SuccessoreOlaf Scholz
(ad interim)

Presidente del Parlamento europeo
Durata mandato1º luglio 2014[1] –
17 gennaio 2017
PredecessoreGianni Pittella
(ad interim)
SuccessoreAntonio Tajani

Durata mandato17 gennaio 2012 –
19 giugno 2014
PredecessoreJerzy Buzek
SuccessoreGianni Pittella
(ad interim)

Capogruppo dell'S&D al Parlamento europeo
Durata mandato20 maggio 2004 –
17 gennaio 2012
PredecessoreEnrique Barón Crespo
SuccessoreHannes Swoboda

Europarlamentare
Durata mandato19 luglio 1994 –
16 gennaio 2017
LegislaturaIV, V, VI, VII
Gruppo
parlamentare
Partito del Socialismo Europeo (IV, V, VI)
Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (VII)
CoalizioneS&D
CollegioGermania
Incarichi parlamentari
Presidente del Parlamento europeo (2012-2017)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoSPD
Titolo di studioDiploma di ginnasio superiore
ProfessioneLibraio
FirmaFirma di Martin Schulz

Martin Schulz (Hehlrath, 20 dicembre 1955) è un politico tedesco, presidente del Partito Socialdemocratico di Germania dal 19 marzo 2017 al 13 febbraio 2018.

Schulz è stato presidente del gruppo parlamentare dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici presso il Parlamento europeo. Il 17 gennaio 2012 è stato eletto presidente del Parlamento europeo, riconfermato il 1º luglio 2014 con 409 voti a favore; è rimasto in carica fino al 17 gennaio 2017.

In occasione delle Elezioni federali in Germania del 2017, Schulz è apparso come candidato Cancelliere dell'SPD. Il partito ha raggiunto con il 20,5% il peggior risultato elettorale nella storia del dopoguerra.[2] Schulz è stato eletto deputato nelle liste dello SPD nella circoscrizione del Nord Reno-Vestfalia ed è stato membro del Bundestag fino al termine della legislatura nel 2021.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Estrazione, formazione e carriera professionale[modifica | modifica wikitesto]

Martin Schulz, il più giovane tra cinque fratelli, è figlio di Paul Schulz e Clara Schulz[3]. Il padre, poliziotto, proveniva da una famiglia di minatori della Saarland, di orientamento socialdemocratico[3]. La madre proveniva da una famiglia borghese e fu cofondatrice della sezione locale della CDU della sua città natale Hehlrath (oggi Eschweiler)[3].

Martin Schulz, dopo aver frequentato il ginnasio superiore a Würselen, ha svolto un apprendistato come libraio dal 1975 al 1977[3][4]. Negli anni tra il 1977 e il 1982 ha prestato attività presso diverse librerie e case editrici[4]. Nel 1982 e fino al 1994 è stato proprietario di una libreria a Würselen[4].

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Carriera al parlamento europeo[modifica | modifica wikitesto]

La carriera politica di Schulz si è svolta interamente all'interno del Partito Socialdemocratico di Germania, a cui si iscrisse a diciannove anni nel 1974[4]. Fu attivo all'interno della Jusos, l'organizzazione giovanile del partito, presiedendone la sezione di Würselen e poi la sezione del circondario di Aquisgrana[5]. Fu consigliere comunale di Würselen, cittadina di quasi quarantamila abitanti nella Renania Settentrionale-Vestfalia, dal 1984 al 1999 e ne fu sindaco dal 1987 al 1998[5]. All'epoca della nomina, con i suoi trentun anni, era il sindaco più giovane del Land[4]. Nel 1984 entrò a far parte del direttivo dell'SPD del circondario di Aquisgrana, di cui fu eletto presidente nel 1996[5].

Nel 1991 Schulz fu nominato membro del consiglio nazionale del partito, di cui fece parte ininterrottamente sino al 1999. Nel dicembre 1999 entrò nell'ufficio di presidenza e nel direttivo federale dell'SPD[4].

La svolta politica più importante nella carriera di Schulz arrivò nel 1994, quando venne eletto per la prima volta deputato al Parlamento europeo. Fu coordinatore del gruppo PSE nella sottocommissione per i diritti dell'uomo (1994 - 1996) e nella commissione per le libertà civili e gli affari interni (1996 - 2000)[4]. Alle elezioni europee del 1999 fu capolista della SPD[5].

Presidente del gruppo S&D al Parlamento europeo, 2004-2012[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2000 al 2004 fu presidente della delegazione dei socialdemocratici tedeschi al Parlamento europeo[4]; in aggiunta a questa carica, dal 2002 fu primo vicepresidente dell'intero gruppo parlamentare socialista al Parlamento europeo[4]. Infine, dal maggio 2004, ne divenne presidente[4]. Ha presieduto il gruppo fino alla sua elezione alla presidenza del Parlamento nel gennaio 2012[4]. Nel 2009 fu nominato anche responsabile della SPD per la relazioni a livello europeo[4]. Risultò tra gli europarlamentari meno presenti della Legislatura europea 2004-2009.[6]

Presidente del Parlamento europeo (2012-2014)[modifica | modifica wikitesto]

Martin Schulz all'europarlamento con il presidente della repubblica italiana Giorgio Napolitano (2014)

Il 17 gennaio 2012 Schulz è stato eletto presidente del Parlamento europeo, ricevendo 387 voti su 670[7]. La durata prevista del mandato è di due anni e mezzo, fino alle elezioni europee del 2014.

Il suo modo di condurre i lavori dell'aula è stato criticato da Nigel Farage. Il 1º febbraio 2012 Schulz, dopo l'intervento di un eurodeputato suo connazionale, che criticava un precedente intervento di Farage, e dopo la controreplica dell'eurodeputato britannico, aggiungeva che:

«Il nazionalismo si propaga in questa casa da coloro che portano le bandiere sulle loro scrivanie e nazionalismo sulle loro spalle. Credo che Lei sia uno di loro.'»

Farage criticò questo intervento inviandogli una lettera, accusandolo di violare il regolamento dell'Assemblea in merito al principio d'imparzialità del Presidente.[8]

Il 19 giugno 2014, in prossimità dell'elezione dei nuovi vertici europei per condurre le trattative per i Socialisti, si dimette da Presidente del Parlamento Europeo (che verrà presieduto ad interim dal vicepresidente vicario Gianni Pittella), tornando a ricoprire, momentaneamente, il ruolo di capogruppo del S&D (ruolo finora ricoperto dall'austriaco Hannes Swoboda, a cui subentrerà poi ufficialmente proprio Pittella per la nuova legislatura). Le trattative tra il PPE, il PSE e l'ALDE porteranno alla nomina di Juncker (PPE) alla Presidenza della Commissione Europea, mentre Schulz (PSE), che ha rifiutato la Vicepresidenza unica della Commissione Europea, sarà rieletto alla Presidenza dell'Europarlamento.

Candidato alla presidenza della Commissione europea[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 novembre 2013 Martin Schulz è stato nominato come "candidato designato " dal Partito dei Socialisti Europei alla presidenza della Commissione europea. Il 1º marzo 2014 al congresso del Pse a Roma è stato ufficialmente indicato come il candidato alla guida della commissione europea con 368 voti favorevoli, i contrari 2 e gli astenuti 44[9].

Schulz durante un comizio per la campagna elettorale del 2017

Presidente del Parlamento europeo (2014)[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º luglio 2014 è rieletto al primo scrutinio con 409 voti su 751 Presidente del Parlamento Europeo con una maggioranza richiesta di 326 voti. Schulz è il primo a ricoprire il mandato di Presidente del Parlamento Europeo per una seconda volta. La sua nomina è avvenuta dopo l'accordo che porterà Jean-Claude Juncker, candidato del PPE, alla Presidenza della Commissione Europea dando vita ad una Grossa Coalizione Europea che comprenderà Popolari, Socialisti e Liberali che conterà su 479 europarlamentari.

Carriera politica nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 novembre 2016 Schulz annuncia che non si ricandiderà alla guida del Parlamento Europeo per la terza volta per dedicarsi alla sua carriera politica in Germania; termina il suo mandato il 17 gennaio 2017. Il 19 marzo 2017 viene eletto presidente federale del Partito Socialdemocratico di Germania e candidato Cancelliere alle prossime elezioni contro Angela Merkel.

Il 13 febbraio 2018 si dimette da presidente dell'SPD.[10]

Prese di posizione[modifica | modifica wikitesto]

La polemica con Berlusconi[modifica | modifica wikitesto]

Martin Schulz nel 2006

Durante la seduta del Parlamento europeo del 2 luglio 2003 Schulz fu coinvolto in un duro scontro verbale con Silvio Berlusconi, che in quella circostanza si insediava come presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea.

Nel suo intervento Schulz mosse alcune pesanti critiche a Berlusconi e al suo governo in merito al suo conflitto di interessi, al quoziente intellettivo del suo ministro Bossi e al fatto che godesse dell'immunità parlamentare a causa di ritardi procedurali addebitabili all'ex presidente del Parlamento europeo Nicole Fontaine. Chiese inoltre cosa Berlusconi intendesse fare «per accelerare la creazione di una procura europea» e «per accelerare l'introduzione del mandato di arresto europeo». Anche altri europarlamentari manifestarono dissenso nei confronti di Berlusconi, alcuni si alzarono dai loro posti mostrando cartelloni con la scritta "La legge è uguale per tutti" in diverse lingue[11]. Tra i vari interventi, Olle Schmidt, svedese del gruppo ELDR affermò: «il suo stesso ruolo di proprietario di mezzi d'informazione in Italia ha permesso al governo di dettare il contenuto sia della stampa privata che della televisione pubblica. Si tratta di uno sviluppo assai preoccupante, che riguarda l'intera Unione europea e che non sarebbe mai stato accettato se si fosse verificato in qualsiasi nuovo Stato membro dell'Unione. La triste domanda che dobbiamo ora porci è se l'Italia sia un paese che soddisfa i criteri politici di Copenaghen».

Nella sua replica Berlusconi, riferendosi agli europarlamentari che lo avevano contestato, rinfacciò: «se questa è la forma di democrazia che intendete usare per chiudere la bocca al Presidente del Consiglio europeo, vi posso dire che dovreste venire come turisti in Italia, perché qui sembrate turisti della democrazia». Al deputato Martin Schulz rivolse le seguenti parole: «signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto!»[12].

Il presidente del Parlamento Pat Cox invitò Schulz a fare una dichiarazione di replica, come previsto dall'articolo 122. Martin Schulz dichiarò: «Ho solo una cosa da dire in risposta: il mio rispetto per le vittime del nazifascismo m'impedisce di fare qualsiasi commento al riguardo. Tuttavia, ho le idee molto chiare sul fatto che è estremamente difficile accettare una situazione in cui un Presidente in carica del Consiglio, di fronte alla minima contestazione nel corso di un dibattito, perda a tal punto la padronanza di sé». In seguito il verbale dell'assemblea riporta: «Vivi e prolungati applausi a sinistra e al centro sinistra. L'Assemblea, in piedi, applaude lungamente». Berlusconi a sua volta replicò che tutto quello che aveva detto rivolto a Schulz, l'aveva detto con ironia, mentre Schulz aveva svolto il suo intervento «con cattiveria». Alla chiusura del dibattito il presidente Cox dichiarò: «prima di concludere la discussione [...] vorrei dire che personalmente deploro i termini offensivi rivolti al nostro stimato collega, onorevole Schulz»[13]

La polemica con Jean-Marie Le Pen[modifica | modifica wikitesto]

A seguito delle elezioni europee del 2009, che portarono all'elezione di Jean-Marie Le Pen, Martin Schulz criticò l'ipotesi che Le Pen potesse guidare la seduta inaugurale del nuovo Europarlamento, in qualità di eurodeputato più anziano. Il 6 maggio 2009, Jean-Marie Le Pen dichiarò:

(FR)

«M. Schulz, qui est le président du groupe socialiste au Parlement, est un monsieur qui a la tête de Lénine et parle comme Hitler.»

(IT)

«M. Schulz, che è il Presidente del Gruppo Socialista all'Europarlamento, è un signore che ha l'aspetto di Lenin e parla come Hitler.»

La polemica con Daniel Cohn-Bendit[modifica | modifica wikitesto]

Durante la cerimonia d'insediamento della Commissione Europea di José Manuel Barroso al Parlamento europeo, il 10 febbraio 2010, Martin Schulz fu criticato dall'eurodeputato Daniel Cohn-Bendit. Quando quest'ultimo pronunciò un discorso virulento contro José Barroso, Schulz non dissimulò la sua contrarietà e Cohn-Bendit lo riprese affermando:

(FR)

«Mais je ne sais pas pourquoi tu t'énerves, Martin. Tu n'es pas encore Président du Parlement ! Du calme, camarade, du calme.»

(IT)

«Ma io non so perché t'innervosisci, Martin. Non sei ancora Presidente del Parlamento! Con calma, compagno, con calma.»

Qualche minuto dopo, quando Martin Schulz gli mimò di terminare l'intervento, Cohn-Bendit gli replicò: « Ta gueule » (Taci)[15]

La polemica con Godfrey Bloom[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 novembre 2010 l'eurodeputato britannico Godfrey Bloom causò una polemica all'interno dell'Europarlamento quando interruppe un intervento di Martin Schulz, apostrofandolo con lo slogan nazista Ein Volk, ein Reich, ein Führer ("un Popolo, Un Impero, un Führer") accusandolo anche di essere un "fascista antidemocratico". Bloom affermò successivamente che l'indottrinamento nazista aveva avuto un lungo effetto sulla mentalità dei tedeschi: some Germans still find it difficult to accept diversity in Europe and differences of opinion (Alcuni tedeschi hanno ancora difficoltà ad accettare le diversità in Europa e le differenze d'opinione).

Nel dibattito sul Patto di Stabilità Schulz aveva criticato il ruolo giocato dal Regno Unito, stato coinvolto nella discussione pur non facendo parte dell'Eurozona, aggiungendo che anche gli euroscettici si sarebbero rallegrati dal collasso della UE. A seguito dell'incidente, il Presidente dell'Europarlamento, Jerzy Buzek, escluse Bloom dall'emiciclo.[16]

L'eurodeputato dei Paesi Bassi Barry Madlener, membro del Partito per la Libertà (PVV), protestò contro questa decisione ricordando come lo stesso Schulz avesse, poco tempo prima, definito il suo collega di partito Daniël van der Stoep come un "fascista", senza essere espulso dall'Assemblea.[17]

L'intervento alla Knesset[modifica | modifica wikitesto]

Martin Schulz con il presidente israeliano Reuven Rivlin nel 2016

Il 12 febbraio 2014 Schulz interviene presso il parlamento d'Israele, la Knesset. Nel corso del suo intervento mette in evidenza la differenza di accesso all'acqua per i palestinesi e per gli israeliani: tale affermazione provoca la reazione dei ministri del partito La Casa Ebraica che abbandonano l'aula. Uri Orback, ministro dell'Economia, ha affermato che: "È insopportabile sentir pronunciare menzogne alla Knesset e per giunta in tedesco".[18]

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

Schulz ricevette delle critiche per aver utilizzato l'account Twitter del Presidente dell'Europarlamento quale proprio account nel corso della campagna elettorale delle elezioni europee 2014.[19]

Durante il suo periodo alla presidenza dell'Europarlamento Schulz fece rimuovere un paragrafo critico, presente in un rapporto preparato da un comitato, in vista del dibattito elettorale del 2 aprile 2014.[19] Quale conseguenza, il 4 aprile 2014, una larga maggioranza di eurodeputati chiesero a Schulz di dimettersi dalla presidenza dell'Europarlamento.[20][21][22]

Successivamente fu criticato per la diaria da 304 €, quale Presidente dell'Europarlamento, fino al 18 aprile 2014, mentre era già in campagna elettorale per il rinnovo dell'Europarlamento. Tale importo veniva pagato giornalmente, e si aggiungeva ai 200000 € di stipendio annuo.[23][24][25]

Vita personale[modifica | modifica wikitesto]

Martin Schulz è sposato ed ha due figli[4]. Ha vissuto un periodo di alcolismo, a seguito di un infortunio al ginocchio che ne bloccò la carriera calcistica.[26][27] Parla, oltre al tedesco, francese, inglese, olandese e italiano[28].

Tra i suoi libri preferiti ci sono Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e tutti i libri di Eric Hobsbawm.[4].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze tedesche[modifica | modifica wikitesto]

Croce al merito al nastro dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria
Croce al merito di I classe dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce al Merito con Placca e Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Decorazione d'Onore in Oro con Stella dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Decorazione d'Onore in Oro con Fascia dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Italia) - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 10 settembre 2012[29]
Gran croce dell'Ordine della libertà (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'Onore del Parlamento (Romania) - nastrino per uniforme ordinaria
Membro di II Classe dell'Ordine della Doppia Croce Bianca (Slovacchia) - nastrino per uniforme ordinaria

Altri onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Premio Carlo Magno - nastrino per uniforme ordinaria
— 14 maggio 2015

Onorificenze accademiche[modifica | modifica wikitesto]

Docteur honoris causa - nastrino per uniforme ordinaria
Docteur honoris causa - nastrino per uniforme ordinaria
Docteur honoris causa - nastrino per uniforme ordinaria
Docteur honoris causa - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ è stato rieletto per un secondo mandato.
  2. ^ (DE) Das Wichtigste im Überblick Archiviato il 27 settembre 2017 in Internet Archive., tagesschau.de, 25 settembre 2017.
  3. ^ a b c d (DE) Martin Schulz, su munzinger.de, Munzinger. URL consultato il 17 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2017).
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n Biografia di Martin Schulz, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo. URL consultato il 17 gennaio 2012.
  5. ^ a b c d (DE) Biografia, su martin-schulz.info, Sito personale di Martin Schulz. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  6. ^ Schulz, Muscardini, Farage: i più assenteisti al Parlamento europeo, su cafebabel.it, 20 maggio 2009. URL consultato il 15 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2013).
  7. ^ (EN) Constant Brand, Schulz elected European Parliament president, su europeanvoice.com, European Voice, 17 gennaio 2012. URL consultato il 17 gennaio 2012.
  8. ^ (EN) Farage Accuses Schulz of Breaking Rules of Procedure, su ukipmeps.org, 1º febbraio 2012. URL consultato il 15 dicembre 2013.
  9. ^ Copia archiviata, su unita.it. URL consultato il 2 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2014). Pse, il congresso sceglie Schulz Renzi: «Abbattere spread sociale» l'Unità.
  10. ^ Scholz commissario ad interim Spd - Ultima Ora, in ANSA.it, 13 febbraio 2018. URL consultato il 15 febbraio 2018.
  11. ^ (DE) "Ich schlage Sie für die Rolle des Lagerführers vor", su spiegel.de, Der Spiegel, 2 luglio 2003. URL consultato il 17 gennaio 2012.
  12. ^ Silvio Berlusconi vs MEP Martin Schulz; relive the moment, su youtube.com, YouTube. URL consultato il 17 gennaio 2011.
  13. ^ Il verbale della seduta del 2 luglio 2003 - Dal sito dell'Europarlamento.
  14. ^ (FR) « Le Pen : Schulz a "la tête de Lénine et parle comme Hitler" », su lemonde.fr, Le Monde, 6 maggio 2009.
  15. ^ (FR) Pascal Riché, « Cohn-Bendit et « la coalition des hypocrites » : un discours choc », su rue89.com, Rue89, 10 febbraio 2010.
  16. ^ (EN) Uproar in the European Parliament Briton attacked SPD members with Nazi slogan, su spiegel.de. URL consultato il 30 gennaio 2010.
  17. ^ (EN) MEP put off debate after Nazi rule, su elsevier.nl. URL consultato il 30 gennaio 2010.
  18. ^ Israele, Schulz parla alla Knesset e i ministri lasciano l 'Aula, su lettera43.it, 12 febbraio 2014. URL consultato il 14 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  19. ^ a b (EN) EU parliament chief censors report criticising his actions, su euobserver.com.
  20. ^ MEPs cry foul at Schulz’ stunt to avoid resignation EurActiv, Aprile 2014.
  21. ^ "The President's political activities", in European Parliament resolution of 16 April 2014 with observations forming an integral part of its Decision (1) on discharge in respect of the implementation of the general budget of the European Union for the financial year 2012, Section I – European Parliament (COM(2013)0570 – C7-0274/2013 – 2013/2196(DEC)), 16 aprile 2014.
  22. ^ Procedure File: 2013/2196(DEC) – 2012 discharge: EU general budget, su Legislative Observatory, Parlamento europeo.
  23. ^ Üppiges Tagegeld stellt Schulz' Versprechen infrage, Die Welt, 12 maggio 2014.
  24. ^ Parlamentspräsident Martin Schulz erhielt an 365 Tagen pro Jahr Tagegelder des EU-Parlaments Archiviato il 5 settembre 2017 in Internet Archive., SWR, 29 aprile 2014.
  25. ^ Die fragwürdigen Tagegelder von EU-Parlamentariern Archiviato il 30 agosto 2017 in Internet Archive., Report Mainz, 5 maggio 2014.
  26. ^ (DE) Sein Bruder rettete ihn vor dem Alkohol, su bild.de, blid.de. URL consultato il 14 dicembre 2012.
  27. ^ (DE) So überwand EU-Parlamentspräsident Schulz seine Alkoholsucht, su derwesten.de. URL consultato il 14 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2016).
  28. ^ Mister Europa? di Matthias Krupa su ZeitOnline.
  29. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  30. ^ http://www.ordens.presidencia.pt/?idc=154/
  31. ^ Dal sito della Presidenza della Repubblica.
  32. ^ [1].

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente del Parlamento europeo Successore
Jerzy Buzek 17 gennaio 2012 – 17 gennaio 2017 Antonio Tajani
Predecessore Presidente federale del Partito Socialdemocratico di Germania Successore
Sigmar Gabriel 19 marzo 2017 – 13 febbraio 2018 Olaf Scholz
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