Mario Monti

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Mario Monti
Mario Monti nel 2012

Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Durata mandato16 novembre 2011 –
28 aprile 2013
Capo di StatoGiorgio Napolitano
PredecessoreSilvio Berlusconi
SuccessoreEnrico Letta

Ministro dell'economia e delle finanze
Durata mandato16 novembre 2011 –
11 luglio 2012
Capo del governoSe stesso
PredecessoreGiulio Tremonti
SuccessoreVittorio Grilli

Commissario europeo per la concorrenza
Durata mandato15 settembre 1999 –
30 ottobre 2004
PresidenteRomano Prodi
PredecessoreKarel van Miert
SuccessoreNeelie Kroes

Commissario europeo per il mercato interno
Durata mandato18 gennaio 1995 –
15 marzo 1999
PresidenteJacques Santer
PredecessoreRaniero Vanni d'Archirafi (Questioni istituzionali, imprese e mercato interno)
SuccessoreFrits Bolkestein (Mercato interno, fiscalità e unione doganale)

Presidente di Scelta Civica
Durata mandato16 marzo 2013 –
17 ottobre 2013
PredecessoreAndrea Riccardi
SuccessoreAlberto Bombassei

Senatore a vita della Repubblica Italiana
In carica
Inizio mandato9 novembre 2011
LegislaturaXVI, XVII, XVIII, XIX
Gruppo
parlamentare
XVI: Misto/NI
XVII:
- Scelta Civica per l'Italia (fino al 25/02/2015)
- Misto/NI (dal 26/02/2015)
XVIII: Misto/NI
XIX: Misto/NI
Tipo nominaNomina presidenziale di Giorgio Napolitano
Incarichi parlamentari
XVI legislatura:

XVII legislatura:

XVIII legislatura:

XIX legislatura:

Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoIndipendente (2011-2013; dal 2015)
In precedenza:
SC (2013-2015)
Titolo di studio
  • Laurea in economia
  • Laurea honoris causa in giurisprudenza
Università
ProfessioneDocente universitario
FirmaFirma di Mario Monti

Mario Monti (Varese, 19 marzo 1943) è un politico ed economista italiano.

È senatore a vita dal 9 novembre 2011[2], e dal 16 novembre 2011 fino al 28 aprile 2013 è stato Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, conservando inizialmente l'incarico anche di Ministro dell'economia e delle finanze del suo stesso governo[3], lasciato a Vittorio Grilli l'11 luglio 2012[4][5]. Il 21 dicembre dello stesso anno rassegna le sue dimissioni da capo del Governo[6], rimanendo in carica per il disbrigo degli affari correnti; a seguito delle dimissioni di Giulio Terzi di Sant'Agata, assume ad interim l'incarico di Ministro degli affari esteri dal 26 marzo al 28 aprile 2013.

Presidente dell'Università Bocconi dal 1994 al 2022[7], Monti è stato commissario europeo per il mercato interno tra il 1995 e il 1999 nella Commissione Santer; sotto la Commissione Prodi ha rivestito il ruolo di commissario europeo per la concorrenza fino al 2004.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia ed istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Nato il 19 marzo 1943 a Varese, figlio del banchiere Giovanni Battista Monti, noto come Giovanni Monti (1900 - 1990)[8], e di Lavinia Capra, Monti consegue la maturità classica all'Istituto Leone XIII di Milano, mentre nel 1965 consegue la laurea in economia presso l'Università commerciale Luigi Bocconi di Milano e trascorre un anno all'Università di Yale (Stati Uniti), con una borsa di studio[9], avendo come professore James Tobin, Premio Nobel per l'economia nel 1981.[10]

Attività accademica e amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1969 diventa professore presso l'Università degli Studi di Trento e dal 1970 presso l'Università degli Studi di Torino[11], che lascia nel 1985 per diventare professore di economia politica presso l'Università Bocconi di Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di economia politica e dove, dal 1985 al 1995, è anche direttore del Giornale degli economisti e Annali di economia.

Monti è chiamato a rivestire incarichi di rilievo in commissioni governative e parlamentari: è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall'inflazione (1981), presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982) e membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987).

Nel 1988 viene nominato dal Governo De Mita e dal ministro del Tesoro Giuliano Amato membro del Comitato Spaventa sul debito pubblico (1988-1989)[12].[13]

Nel medesimo 1988 viene designato come membro del consiglio di amministrazione della Fiat Auto S.p.A. e della Banca Commerciale Italiana[14][15]. Sempre alla Bocconi assume la carica di rettore (1989-1994) e successivamente quella di presidente (1994), alla morte di Giovanni Spadolini, carica che ha mantenuto fino al 1º novembre 2022. Dal novembre 2011, a seguito della nomina alla Presidenza del Consiglio, ha richiesto la sospensione temporanea, tra le altre, anche dalla carica di presidente dell'Università[16]; carica che, nelle more, è stata ricoperta dal professor Luigi Guatri.[17]

È editorialista del Corriere della Sera da oltre vent'anni e autore di numerose pubblicazioni di carattere economico e politico.

Commissario europeo[modifica | modifica wikitesto]

Mario Monti, Commissario europeo dal 1995 al 2004.

Nel 1994 Monti viene designato per la nomina a commissario europeo dal primo governo Berlusconi[18], assieme alla radicale Emma Bonino. Jacques Santer, presidente della commissione, gli assegna le deleghe a Mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, fiscalità e unione doganale.

Nel 1999 la Commissione Santer si dimette in blocco, a causa di uno scandalo legato a cattive pratiche di gestione e amministrazione da parte di alcuni commissari ma non coinvolge Mario Monti[19]. Nel 1999 Monti viene confermato commissario europeo dal governo D'Alema I, che indica Romano Prodi come secondo rappresentante per la Commissione UE, di cui lo stesso Prodi diviene presidente, e riceve la delega alla Concorrenza.

Sotto la sua guida la Commissione europea approfondisce il ruolo di controllo della concorrenza, inaugurando il procedimento contro la Microsoft per abuso di posizione dominante e violazione delle normative antitrust, e che ha portato il 25 marzo 2004 alla condanna della società al pagamento di 497 milioni di euro.[20] Nel 2001 fu bloccata la proposta di fusione tra General Electric e Honeywell, anch'essa considerata contraria alle normative antitrust. Nel 2010, su incarico del presidente della Commissione europea Barroso, ha redatto un libro bianco (Rapporto sul futuro del mercato unico) contenente misure considerate necessarie per il completamento del mercato unico europeo.[21]

Il 29 marzo 2004, durante il suo mandato da Commissario europeo per la concorrenza, è stato insignito della Laurea honoris causa in giurisprudenza dall'Università degli Studi dell'Insubria di Varese, sua città natale, per le "elette doti di economista e di giurista [...], per i principi e i valori ai quali ha ispirato il suo impegno civile e politico".[22]

Attività scientifica[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei risultati più importanti della sua attività di ricerca in campo economico è il modello di Klein-Monti che descrive il comportamento di una banca in regime di monopolio, risultato degli studi paralleli di Monti e del premio Nobel Lawrence Klein. Tale modello ha assunto una notevole importanza ed è stato studiato e ampliato dagli anni settanta fino a oggi.

Collaborazioni con organismi internazionali[modifica | modifica wikitesto]

È stato, tra il 2005[23] e il 2008[24], il primo presidente del Bruegel[25], un comitato di analisi delle politiche economiche (think-tank), nato a Bruxelles nel 2005. Nel 2010 è inoltre divenuto presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller[26] e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg[27]. Da questi incarichi si è dimesso il 24 novembre 2011, a seguito della nomina a presidente del Consiglio[16].

Tra il 2005 e il 2011 è stato international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute[28][29], presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen. Tra gli organismi internazionali di cui fa parte, Monti è membro del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia, un'organizzazione internazionale non profit, fondata nel 1950[30]. È stato inoltre advisor della Coca Cola Company[29], membro del "Senior European Advisory Council" di Moody's[31] ed è uno dei presidenti del "Business and Economics Advisors Group" dell'Atlantic Council[32].

Nell'agosto 2020 è stato nominato dall'Organizzazione mondiale della sanità presidente della neoistituita Commissione paneuropea per la salute e lo sviluppo sostenibile.[33]

Nomina a senatore a vita[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 novembre 2011, durante la XVI legislatura della Repubblica Italiana, è nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai sensi del secondo comma dell'articolo 59 Cost., avendo illustrato la Patria per altissimi meriti in campo scientifico e sociale[34][35].

Presidente del Consiglio dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Monti.
Mario Monti al Quirinale presenta il nuovo Consiglio dei ministri (2011)

Il 13 novembre 2011, a seguito delle dimissioni di Silvio Berlusconi, riceve da Napolitano l'incarico per la formazione di un nuovo governo, accettandolo con riserva[36]. Il 16 novembre scioglie la riserva e propone al Presidente della Repubblica la lista dei ministri per la nomina, priva di personalità politiche[37]. Oltre alla carica di presidente del Consiglio, Monti ha ricoperto anche quella di Ministro dell'economia e delle finanze ad interim da novembre 2011 a luglio 2012.

Il governo Monti, al Quirinale dopo il giuramento.

Nel pomeriggio del 16 novembre 2011, alle ore 17 circa, in ossequio all'articolo 93 Cost., Mario Monti ha prestato giuramento con i ministri incaricati presso il Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano[38].

Ottiene la fiducia al Senato il 17 novembre 2011 con 281 sì, 25 no e nessun astenuto[39] e alla Camera il 18 novembre 2011 con 556 sì, 61 no e nessun astenuto[40]. La maggioranza ottenuta in occasione del voto di fiducia è la più alta mai registrata nella storia repubblicana. Infatti la Lega Nord è l'unico partito che non vota la fiducia, tuttavia dal 16 dicembre anche l'Italia dei Valori si unisce ai leghisti e negherà da allora l'appoggio al governo[41]. Il successivo 4 dicembre viene emanata dal governo, mediante decreto-legge, la manovra fiscale anticrisi, che si articola in tre capitoli: bilancio pubblico, previdenza e sviluppo. La manovra prevede un gettito lordo di circa 30 miliardi di euro in 3 anni.

Da sinistra: Mario Monti, l'ex presidente del Senato Renato Schifani, Giorgio Napolitano e l'ex presidente della Camera Gianfranco Fini.

Le maggiori modifiche sono state attuate in campo fiscale. Il d.l. è stato approvato rispettivamente dalla Camera e dal Senato il successivo 16 e 22 dicembre. Il 16 aprile 2012 Christine Lagarde, il direttore del Fondo monetario, elogia gli sforzi del Governo Monti in materia di interventi strutturali e di risanamento dei conti pubblici, ma chiede che «la riforma del mercato del lavoro affronti l'incertezza sui licenziamenti, in modo che le imprese e i datori di lavoro possano sentirsi più fiduciosi al momento di assumere»[42]. Per evitare l'aumento di 2 punti delle aliquote IVA previsto dal DDL "salva Italia", il 9 maggio 2012 Monti nomina un commissario che affiancherà il ministro per i rapporti col Parlamento Dino Piero Giarda nella revisione della spesa pubblica per reperire 4,2 miliardi del mancato gettito IVA.

L'incarico viene affidato a Enrico Bondi, commissario straordinario per il risanamento Parmalat dopo il crac del 2003. Inoltre il Governo nomina l'ex premier Giuliano Amato consulente per la disciplina dei partiti e l'economista ed editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi consulente per gli aiuti alle imprese. Nel vertice europeo del 28 e 29 giugno 2012 la forte determinazione, tra gli altri, di Monti porta all'adozione del cosiddetto "scudo anti-spread" (misura che prevede l'intervento dell'European Financial Stability Facility per moderare le oscillazioni dello spread tra i titoli del debito pubblico degli stati membri)[43]. L'11 luglio 2012 Monti lascia l'incarico di Ministro dell'economia e delle finanze, che viene assunto da Vittorio Grilli[44], che sino a quel momento aveva ricoperto la carica di viceministro del medesimo dicastero.

Monti insieme al presidente russo Dmitrij Medvedev al summit del G8 a Camp David del 2012.

Il 31 ottobre 2012 viene approvata la riforma generale delle province, che ne riduce il numero e muta l'organizzazione interna riducendo nel contempo le competenze, e istituisce le dieci città metropolitane. L'8 dicembre 2012 annuncia le sue dimissioni dopo aver incontrato il presidente della Repubblica al Quirinale[45][46], dimissioni rassegnate il 21 dicembre successivo, al termine dell'iter di approvazione della legge di stabilità[47]. Tra le riforme approvate dal governo Monti, va ricordata la riforma del sistema pensionistico che accelera il passaggio a un metodo di calcolo contributivo a capitalizzazione simulata sulla crescita pro-rata per tutti i lavoratori, innalzando i requisiti necessari al pensionamento[48].

La riforma porta la firma del ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero ed è stata oggetto di critiche da più parti[49], in particolar modo per la vicenda dei cosiddetti esodati, cioè di coloro che avevano usufruito di forme di prepensionamento in aziende in crisi, ma che poi si sono ritrovati privi di copertura pensionistica a seguito dell'innalzamento dei requisiti d'accesso. Il 16 maggio 2012 è stata approvato dal Consiglio dei ministri il riordino della Protezione civile. Il 31 ottobre 2012 viene approvato un decreto legge volto a riordinare l'assetto territoriale dello Stato, in particolar modo coinvolgendo le province, che vengono ridotte da 86 a 51 e mutate in ente di secondo livello[50] e le città metropolitane, che vengono finalmente istituite, a più di dieci anni dalla loro introduzione in Costituzione[51]; il decreto, tuttavia, non è stato convertito in legge a seguito dello scioglimento anticipato delle camere[52].

Il 26 marzo 2013 assume ad interim l'incarico di Ministro degli affari esteri dopo le dimissioni del ministro Giulio Terzi per gli sviluppi della Crisi diplomatica fra India e Italia del 2012-2013. Il 28 aprile successivo, dopo la formazione, la presentazione e il giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica del nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta, termina ufficialmente il Governo Monti con la tradizionale cerimonia del passaggio di consegne a Palazzo Chigi.

Elezioni politiche del 2013[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche in Italia del 2013.
Mario Monti al Festival dell'economia di Trento nel 2013

Il 28 dicembre 2012, dopo aver inizialmente dichiarato di non volersi candidare[53], ha presentato la sua candidatura in vista delle elezioni politiche alla guida della coalizione centrista Con Monti per l'Italia, che comprende Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia e la lista Scelta Civica, da lui stesso fondata e presieduta.

L'8 gennaio 2013, durante un'intervista a TGcom24, ha annunciato che nella sua lista saranno candidati la pluricampionessa olimpica Valentina Vezzali, il presidente di Brembo S.p.A. Alberto Bombassei, il direttore del quotidiano Il Tempo Mario Sechi e la presidente del FAI Ilaria Borletti Buitoni[54].

Alle elezioni del 2013 alla Camera la sua lista Scelta Civica ha ottenuto l'8,3% dei voti (mentre la coalizione il 10,5%), al Senato la lista Con Monti per l'Italia il 9,1%. A causa dei dissidi emersi con diversi esponenti di Scelta Civica al Senato, il 17 ottobre 2013 Mario Monti si dimette dal ruolo di Presidente del partito.[55] Monti oggi è a capo del gruppo internazionale sulle risorse dell'Unione europea.[56] Il 22 febbraio 2014 vota favorevole alla fiducia al nuovo Governo Renzi.

Nel 2015, in seguito a continui dissidi con i vertici del partito, abbandona Scelta Civica ed il gruppo parlamentare al Senato, passando così al Gruppo misto[57].

Attività parlamentare da senatore a vita dopo l'impegno attivo in politica[modifica | modifica wikitesto]

XVII Legislatura[modifica | modifica wikitesto]

Da febbraio 2015, dopo aver abbandonato il gruppo Scelta Civica e dopo aver aderito al Gruppo misto del Senato, ha continuato la sua attività politica parlamentare. Il 26 ottobre 2017 vota NO alla legge elettorale denominata "Rosatellum". Il 14 dicembre 2016, dopo le dimissioni del Governo Renzi, vota la fiducia al nuovo Governo Gentiloni.[58]

XVIII Legislatura[modifica | modifica wikitesto]

A giugno 2018, con la presentazione in Parlamento del governo Conte I formato dal Movimento 5 Stelle e Lega, si astiene dall'accordare la fiducia. Nel settembre del 2019 invece, vota a favore alla mozione di fiducia al governo Conte II tra 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali.

Il 19 gennaio 2021, nell'ambito della crisi di governo emersa dall'uscita dalla maggioranza di Italia Viva, il Sen. Monti vota la fiducia al Governo Conte. Dopo l'arrivo di Draghi a Palazzo Chigi, il 17 febbraio vota la fiducia al nuovo governo. Confermerà il voto di fiducia al Governo Draghi anche il 20 luglio 2022.[59]

XIX Legislatura[modifica | modifica wikitesto]

Mario Monti nel 2022

Il 26 ottobre 2022 esprime un voto di astensione sulla fiducia al nuovo governo di centro-destra guidato da Giorgia Meloni. "Condivido molte linee programmatiche del suo governo, ma avrò bisogno di venir convinto dai fatti. Valuterò in seguito i singoli provvedimenti, sperando di trovare più convergenze che divergenze".[60]

Idee e iniziative politiche[modifica | modifica wikitesto]

Il simbolo elettorale della coalizione Con Monti per l'Italia.

In economia Monti sostiene il mercato, le liberalizzazioni e il rigore dei conti pubblici[61]; in particolare, si è fatto promotore in Italia dell'Economia sociale di mercato[62]. Si è espresso a favore delle riforme portate avanti, nei rispettivi campi, dall'ex Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini (PdL) e dall'amministratore delegato di FIAT Sergio Marchionne[63]. Dell'ex premier Silvio Berlusconi (PdL) ha criticato il "magnetismo comunicativo" con cui "è riuscito ad alimentare, in moltissimi italiani, un sogno sul presente"[63]. Intervistato da The Independent, il 15 ottobre 2012 Monti ha dichiarato[64] di provare stima nei confronti di Margaret Thatcher nonostante i due abbiano (testuali parole) "visioni antitetiche" su molti temi[64], tra cui quelli relativi all'Unione europea e all'integrazione europea[64] (Monti favorevole, Thatcher contraria). Il 15 settembre 2010 Monti ha dato il suo appoggio all'iniziativa del gruppo Spinelli, fondato per rinvigorire la spinta federalista nell'Unione europea: assieme a lui, hanno dichiarato il proprio sostegno Jacques Delors, Daniel Cohn-Bendit, Guy Verhofstadt, Andrew Duff, Elmar Brok.

Diritti LGBT[modifica | modifica wikitesto]

Sui diritti per le persone omosessuali Monti ha ribadito la sua contrarietà al matrimonio tra persone dello stesso sesso e ha anche espresso una posizione analoga per quanto riguarda l'adozione da parte di coppie dello stesso sesso[65][66]:

«Il mio pensiero è che la famiglia sia costituita da un uomo e una donna, credo che sia fondata sul matrimonio e ritengo necessario che i figli crescano con un padre e una madre. Il Parlamento può certamente trovare delle soluzioni convincenti per regolare altre forme di unioni e convivenze»

Nel 2015, in qualità di senatore, ha votato a favore della legge Cirinnà, che ha introdotto le unioni civili per le coppie omosessuali.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È sposato dal 1970 con Elsa Antonioli[68] (nata il 22 ottobre 1944), volontaria della Croce Rossa Italiana[69], dalla quale ha avuto due figli, Federica e Giovanni[70]; ha cinque nipoti, nati a partire dal 2005[70][71]. In occasione della sua nomina a presidente del Consiglio, Mario Monti ha reso pubblica la propria dichiarazione dei redditi[72][73]. Ha dichiarato per il 2010 un reddito di 1 515 744 di euro e un patrimonio depositato in conti correnti, depositi, titoli e gestioni patrimoniali per un totale di 11 522 000 di euro[74].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Problemi di economia monetaria, a cura di, Milano, Etas Kompass, 1969.
  • Gli obiettivi delle banche, i tassi di interesse e la politica monetaria, Milano, Tamburini, 1970.
  • Analisi degli effetti monetari e finanziari delle politiche di bilancio regionale e locali. Un rapporto metodologico, Milano, Tamburini, 1974.
  • Per un'analisi mensile della politica monetaria e finanziaria italiana, Milano, O. Capriolo, 1974.
  • Ricerca sul sistema creditizio, I, Quadro generale, con Tommaso Padoa-Schioppa, Roma, Ente per gli studi monetari, bancari e finanziari Luigi Einaudi, 1976.
  • Che cosa si produce come e per chi. Manuale italiano di microeconomia, con Onorato Castellino, Mario Deaglio, Elsa Fornero, Sergio Ricossa, Giorgio Rota, Torino, Giappichelli, 1978.
  • Il sistema creditizio e finanziario italiano. Relazione della Commissione di studio istituita dal Ministro del tesoro, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1982.
  • L'Italia e la Repubblica federale di Germania in cammino verso l'unione economica e monetaria europea, con Franco Bruni, Milano, Centro di economia monetaria e finanziaria, Università commerciale Luigi Bocconi, 1989.
  • Autonomia della Banca centrale, inflazione e disavanzo pubblico: osservazioni sulla teoria e sul caso italiano, con Franco Bruni, in Mario Arcelli (a cura di), Il ruolo della banca centrale nella politica economica, Bologna, Il Mulino, 1992. ISBN 88-15-03754-3.
  • Il governo dell'economia e della moneta. Contributi per un'Italia europea, 1970-1992, Milano, Longanesi, 1992. ISBN 88-304-1099-3.
  • Il mercato unico e l'Europa di domani. Rapporto della Commissione europea, presentato da, Milano, Il Sole-24 Ore libri, 1997. ISBN 88-7187-815-9.
  • Intervista sull'Italia in Europa, Roma-Bari, Laterza, 1998. ISBN 88-420-5090-3.
  • La Democrazia in Europa: guardare lontano, con Sylvie Goulard, Rizzoli, novembre 2012. ISBN 978-88-17-06427-9.

Introduzione, prefazioni, presentazioni[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 29 novembre 2004[76]
Grande medaglia d'oro dell'Ambrogino d'oro - nastrino per uniforme ordinaria
— Milano, 7 dicembre 2003
Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Gran Cordone dell'Ordine del Sol Levante - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ sostituito da Nicola Rossi fino al 14 marzo 2013
  2. ^ Il Presidente Napolitano ha nominato Senatore a vita il prof. Mario Monti, su presidenti.quirinale.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  3. ^ Giuramento del Governo Monti, su presidenti.quirinale.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  4. ^ Grilli nuovo ministro dell'Economia, Monti lascia l'interim. Arriva comitato per coordinare politica economica, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  5. ^ Monti lascia l’interim all’Economia, Vittorio Grilli nuovo ministro, Le Novae.it, 11 luglio 2012. URL consultato l'11 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2012).
  6. ^ Monti si è dimesso, il Colle avvia le consultazioni] Monti si è dimesso, il Colle avvia le consultazioni, corriere.it, 21 dicembre 2012. URL consultato il 21 dicembre 2012.
  7. ^ La Bocconi saluta Mario Monti, Mattarella: 'La Repubblica gli è riconoscente', su ANSA, 7 dicembre 2022. URL consultato l'8 dicembre 2022.
  8. ^ È morto Giovanni Monti uno dei fondatori dell'IBI, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 22 maggio 2019.
  9. ^ Alberto Bisin, Il boss, su web.archive.org, 25 gennaio 2013. URL consultato il 4 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2013).
  10. ^ Jeremy Clift, Super Mario and the Temple of Learning, su Finance and Development, International Monetary Fund, giugno 2005.
  11. ^ La Torino del prof. Monti un decennio a Economia- LASTAMPA.it, su www3.lastampa.it. URL consultato l'11 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2011).
  12. ^ Mario Monti, il tecnico diventato politico, su giornalettismo.com, Giornalettismo, 24 novembre 2011. URL consultato il 7 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2011).
  13. ^ Marco Ruffolo, Svolta di Amato sul debito, in La Repubblica, 5 maggio 1988. URL consultato il 6 gennaio 2013.
  14. ^ Mario Monti, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  15. ^ Marco Cobianchi, Chi è davvero Mario Monti. I segreti dell’uomo dei tagli, su blog.panorama.it, Panorama, 21 novembre 2011. URL consultato il 1º maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2012).
  16. ^ a b Monti lascia la Bocconi e altri incarichi, su ansa.it. URL consultato il 24 novembre 2011.
  17. ^ Mario Monti, si sospende da presidente della Bocconi., su mnews.it, 24 novembre 2011. URL consultato il 14 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2012).
  18. ^ Libero.it, Monti usa Silvio a fini elettorali: "Il Cav l'ho raccomandato io al Ppe": «"Quando sono stato designato Commissario europeo, dal governo italiano dell'epoca, presieduto dall'onorevole Silvio Berlusconi»
  19. ^ rapporto (PDF), su europarl.europa.eu.
  20. ^ Microsoft hit by record EU fine (Microsoft colpita da una multa record di 497 milioni di euro), articolo della CNN del 25 marzo 2004.
  21. ^ Mario Monti, Una nuova strategia per il mercato unico: al servizio dell'economia e della società europea (PDF), su ec.europa.eu, Commissione europea, 9 maggio 2010. URL consultato il 10 novembre 2011.
  22. ^ https://www.varesenews.it/2011/11/quando-monti-si-laureo-a-varese/104209/
  23. ^ (EN) Bruegel.org - Annual report 2005 Archiviato il 29 novembre 2012 in Internet Archive.
  24. ^ (EN) Bruegel.org - Annual report 2008 Archiviato il 30 novembre 2012 in Internet Archive.
  25. ^ (EN) Bruegel.org
  26. ^ (EN) Leadership European Group, su trilateral.org, Commissione trilaterale. URL consultato il 10 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
  27. ^ (EN) Steering committee, su bilderbergmeetings.org, Gruppo Bilderberg. URL consultato il 10 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2011).
  28. ^ Goldman Sachs, Monti nell'«advisory board», in Corriere della Sera, 14 dicembre 2005. URL consultato il 6 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2012).
  29. ^ a b Scheda biografica di Mario Monti dal sito ufficiale della Commissione europea.
  30. ^ Comitato esecutivo Aspen Institute Italia, su aspeninstitute.it. URL consultato il 3 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  31. ^ Moody's, su sternalumni.nyu.edu. URL consultato il 30 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2012).
  32. ^ Atlantic Council Archiviato il 6 gennaio 2012 in Internet Archive.
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  34. ^ Mario Monti senatore a vita, per molti è investitura [collegamento interrotto], su agi.it, AGI-Agenzia Giornalistica Italia, 9 novembre 2011. URL consultato il 10 novembre 2011.
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Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Successore
Silvio Berlusconi 16 novembre 2011 – 28 aprile 2013 Enrico Letta
Predecessore Ministro degli affari esteri
(ad interim)
Successore
Giulio Terzi di Sant'Agata 26 marzo – 28 aprile 2013 Emma Bonino
Predecessore Ministro dell'economia e delle finanze Successore
Giulio Tremonti 16 novembre 2011 – 11 luglio 2012 Vittorio Grilli
Predecessore Commissario europeo dell'Italia Successore
Antonio Ruberti
Raniero Vanni d'Archirafi
23 gennaio 1995 – 21 novembre 2004
con Emma Bonino fino al 15 settembre 1999, poi con Romano Prodi
Franco Frattini
Predecessore Commissario europeo per la concorrenza Successore
Karel van Miert 16 settembre 1999 – 21 novembre 2004 Neelie Kroes
Predecessore Commissario europeo per il mercato interno Successore
Raniero Vanni d'Archirafi 23 gennaio 1995 – 15 settembre 1999 Frits Bolkestein
Predecessore Presidente di Scelta Civica Successore
Andrea Riccardi 16 marzo – 17 ottobre 2013 Alberto Bombassei
Predecessore Presidente dell'Università Bocconi Successore
Giovanni Spadolini 1994 – 1º novembre 2022 Andrea Sironi
Predecessore Rettore dell'Università Bocconi Successore
Luigi Guatri 1989 – 1994 Roberto Ruozi
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