Il ragazzo di campagna

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Il ragazzo di campagna
Artemio (Renato Pozzetto) in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1984
Durata92 min
Rapporto1,85:1
Generecommedia
RegiaCastellano e Pipolo
SoggettoCastellano e Pipolo
SceneggiaturaCastellano e Pipolo
ProduttoreAchille Manzotti
Casa di produzioneFaso Film
Distribuzione in italianoTitanus
FotografiaDanilo Desideri
MontaggioAntonio Siciliano
Effetti specialiAntonio e Giovanni Corridori
MusicheDetto Mariano
ScenografiaBruno Amalfitano
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il ragazzo di campagna è un film del 1984 diretto da Castellano e Pipolo.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Artemio con gli amici del borgo in attesa dell'unico spettacolo che offre la campagna: il passaggio del treno.

Artemio è un contadino che vive in un borgo della campagna lombarda, animato principalmente da anziani, dove l'unica attrazione è osservare il passaggio del treno. Abita con l'anziana madre Giovanna, la quale avrebbe il desiderio di vederlo sposato con Maria Rosa, l'unica ragazza del paese, che peraltro è da tempo innamorata di lui. Artemio però non ricambia questi sentimenti e, nel giorno del suo quarantesimo compleanno, si rende improvvisamente conto di non aver mai vissuto una vita al di fuori delle campagne in cui è nato e cresciuto, e soprattutto di non voler continuare a fare il contadino per il resto dei suoi giorni. Per questo, decide di partire e tentare la fortuna a Milano.

Artemio arriva a Milano col trattore

Artemio, non conoscendo la città e non sapendo dove alloggiare, una volta arrivato chiede aiuto a suo cugino Severino, da tempo trasferitosi, il quale gli offre ospitalità e lavoro; il ragazzo accetta, ma non sospetta che Severino è in realtà un ladro che entra ed esce di prigione e che, a sua insaputa, lo coinvolge immediatamente in alcuni scippi. Una volta resosene conto, Artemio abbandona il cugino e decide di restituire la borsa rubata nell'ultimo scippo alla sua legittima proprietaria, Angela, una giovane e bella ragazza in carriera.

Tra i due nasce in breve un rapporto di amicizia, tanto che Angela lo aiuta a trovarsi una sistemazione, un piccolo appartamento in un lussuoso, tecnologico ma soprattutto costoso residence. A questo punto l'uomo si dedica alla ricerca di un impiego: tenta di fare l'assicuratore, il metronotte, l'attore negli spot pubblicitari e addirittura l'accompagnatore per non vedenti, ma sempre senza successo. Alla fine si ritrova inesorabilmente senza un'occupazione e senza soldi. Nel frattempo si accorge di essersi innamorato di Angela, tanto da arrivare a proporle di sposarlo dopo una notte passata insieme, ma lei rifiuta motivando ciò con l'essere una donna moderna, concentrata sulla sua carriera lavorativa e non interessata a costruirsi una famiglia.

Dall'alto in basso: la campagnola Maria Rosa e la donna in carriera Angela

Disperato per il rifiuto, Artemio tenta il suicidio gettandosi in un naviglio, ma viene salvato da un ricco e losco uomo che gli propone di lavorare per lui, spacciando marijuana ai ragazzi all'uscita delle scuole. Artemio rifiuta indignato e, ormai stanco della vita a Milano, comincia a inveire contro la città e i suoi abitanti. Fermato per questo dalla polizia, viene espulso e rimandato al suo paese, dove ricomincia la vita di contadino.

Un giorno, qui riceve inaspettatamente la visita di Angela, la quale, con l'occasione d'informarlo circa un suo colloquio di lavoro superato, stavolta si dimostra disponibile verso la sua vecchia proposta di nozze; tuttavia Artemio, che ha ormai capito le intenzioni poco serie della donna e di preferire i valori e la quiete della campagna, decide di trascorrere la sua vita insieme all'unica ragazza che lo ha amato fin dal principio per quello che è, ovvero Maria Rosa, e di vivere con lei per sempre "contadini e contenti".

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente, il ruolo di Artemio era stato proposto a Enrico Montesano, il quale tuttavia rifiutò perché in quel periodo era impegnato nelle riprese de I due carabinieri; per questo, la produzione virò su Pozzetto.[1]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Dall'alto in basso: un fotogramma di Cascina Casoni, frazione di Carbonara al Ticino, come appariva nel 1984 nel film, e lo stesso punto nel 2018

Il film è stato girato nella primavera del 1984.[senza fonte] Ad eccezione di alcuni interni, come la casa milanese di Angela, ricostruiti prevalentemente negli studi romani di Cinecittà,[2] la gran parte delle riprese rispetta l'ambientazione e i luoghi narrati.

La prima parte del film nonché il breve epilogo, ovvero le sequenze relative alla vita nelle campagne della Pianura Padana, vennero girate in provincia di Pavia, nei pressi di Molino d'Isella di Gambolò[3] (dove si trova la casa del protagonista, in località Belcreda)[4] e Cascina Casoni di Carbonara al Ticino, due piccole località della Lomellina;[3] il passaggio del treno venne invece ripreso lungo la linea ferroviaria Pavia-Vercelli nei pressi di Villanova d'Ardenghi, sempre nel Pavese.[5]

Il resto della pellicola, incentrato su Milano, vide sfruttare alcuni luoghi-simbolo del capoluogo lombardo quali piazza San Babila, corso Vittorio Emanuele II o via Monte Napoleone, nonché vari altri siti secondari della città come piazza Sant'Eustorgio, di fronte all'omonima basilica dove ha luogo il primo incontro fra Artemio e il cugino Severino,[3] e della sua periferia come il residence nel quartiere di Bruzzano.[3][6]

Solamente parte della scena successiva al tentato suicidio di Artemio, ambientata sul Naviglio Grande, venne in realtà girata a Pavia lungo il fiume Ticino.[3]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La canzone che accompagna i titoli di testa e di coda del film, Beato te contadino, è interpretata da Patrizia Tapparelli.[1]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni home video[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato pubblicato per la prima volta in DVD-Video nel 2017, in un'edizione curata dalla Mustang Entertainment, contenente extra quali interviste ai protagonisti Renato Pozzetto, Massimo Boldi e Sandra Ambrosini.[7]

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Segnaletica posta nella frazione di Casoni, a ricordo delle riprese del film (2018)

Il ragazzo di campagna rappresenta un piccolo film di culto nella storia del cinema italiano. Fin dall'uscita nelle sale emerse come uno snodo focale nella cultura cinematografica del Paese, essendo tra le prime rappresentazioni satiriche delle contraddizioni insite in quella che veniva definita la Milano da bere; a posteriori la sua importanza è accresciuta, sia per essere diventato una sorta di «contenitore di memoria urbanistica» circa la Milano del tempo, sia per aver dato vita a vari modi di dire entrati da allora nella cultura di massa italiana.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Filmato audio Enrico Tamburini, 10 CURIOSITÀ su "Il Ragazzo di Campagna" con noi, su YouTube, CinemaCuriosità, 13 gennaio 2017.
  2. ^ Massimiliano Beneggi, Intervista a Donna Osterbuhr, La vera ragazza di campagna sono io! Ma Platini non l'ho mai incontrato..., su teatroemusicanews.com, 10 novembre 2018.
  3. ^ a b c d e Tutte le location esatte del "Ragazzo di campagna", su davinotti.com, 29 settembre 2008.
  4. ^ Manuela Marziani, Io che vivo nella casa di Pozzetto de "Il ragazzo di campagna", su ilgiorno.it, 12 marzo 2016.
  5. ^ Ticino (Parco del), sul set de “Il ragazzo di campagna”, su gulliver.it, 11 agosto 2020.
  6. ^ Il ragazzo di campagna: è stato abbattuto il residence in cui si trasferiva Renato Pozzetto, su paramountnetwork.it, 8 luglio 2021. URL consultato l'11 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2021).
  7. ^ Elisa Grando, "Il ragazzo di campagna" per la prima volta in DVD, su ciakmagazine.it, 4 aprile 2017.
  8. ^ Giancarlo Grossini, Renato Pozzetto, un ragazzo d'oro, su milano.corriere.it, 25 agosto 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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