Il quinto elemento

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Disambiguazione – "The Fifth Element" rimanda qui. Se stai cercando il videogioco, vedi The Fifth Element (videogioco).
Il quinto elemento
Bruce Willis in una scena del film
Titolo originaleLe Cinquième Élément
Paese di produzioneFrancia
Anno1997
Durata121 min
Rapporto2,35:1
Genereazione, commedia, fantascienza, avventura
RegiaLuc Besson
SoggettoLuc Besson
SceneggiaturaLuc Besson, Robert Mark Kamen
ProduttorePatrice Ledoux
Casa di produzioneGaumont
Distribuzione in italianoFilmauro
FotografiaThierry Arbogast
MontaggioSylvie Landra
Effetti specialiNeil Corbould, Nick Allder, Mark Stetson
MusicheÉric Serra
ScenografiaDan Weil, Michael Lamont, Jim Morahan, Maggie Gray, Anna Pinnock
CostumiJean Paul Gaultier
TruccoLois Burwell, Nick Dudman
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il quinto elemento (Le Cinquième Élément) è un film del 1997 diretto da Luc Besson.

Di produzione francese[1] (benché girato in lingua inglese), fu la pellicola più costosa mai prodotta in Europa all'epoca della sua uscita.[2] Il film, che ha per protagonisti Bruce Willis, Milla Jovovich e Gary Oldman, venne presentato fuori concorso al 50º Festival di Cannes.[3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

1914: alla vigilia della prima guerra mondiale un archeologo e il suo assistente scoprono in uno scavo in Egitto testimonianze della visita di extraterrestri nel lontano passato della Terra. Mentre stanno decifrando i geroglifici che descrivono un "Male Supremo", destinato a risvegliarsi ogni 5000 anni, e l'"Essere Perfetto", designato a contrastarlo con il potere dei quattro elementi, gli alieni biomeccanici Mondoshawan ritornano sulla Terra per prelevare le quattro pietre che controllano gli elementi della profezia e il sarcofago che contiene il quinto, con l'intenzione di portarli al sicuro prima dello scoppio della guerra. Prima di ripartire, essi assicurano al capo dell'ordine segreto, che ha protetto fin dal remoto passato il loro segreto, che gli artefatti verranno riportati sulla Terra in tempo per affrontare il Male, trecento anni dopo.

2263[4]: Il "Male Supremo" appare nello spazio sotto forma di una titanica sfera infuocata e si dirige verso la Terra, distruggendo al suo passaggio un'astronave da battaglia della Federazione terrestre. A New York l'attuale capo dell'ordine monastico custode delle pietre elementali, padre Vito Cornelius, espone senza successo al Presidente Lindberg tutto il retroscena del "Male Supremo" e sull'arma in grado di fermarlo. Mentre i Mondoshawan tornano sulla Terra per mantenere la promessa fatta oltre tre secoli prima, vengono attaccati da alcuni mercenari Mangalores, assunti dal malvagio genio dell'industria militare Jean-Baptiste Emanuel Zorg, che è intenzionato a trarre profitto dalla rovina che il "Male Supremo" si lascerà dietro. La nave dei Mondoshawan precipita su Marte e dal disastro viene recuperato solo un brandello di tessuto organico di un essere indefinito. Portato d'urgenza in un laboratorio sulla Terra, viene ricostruito attraverso una sorta di clonazione accelerata: il suo aspetto risulta quello di una giovane donna umanoide, Leeloo, che, appena sveglia, sembra confusa e grazie alla sua incredibile forza riesce a scappare gettandosi dal palazzo.

Nel frattempo Korben Dallas, un tassista, ex marine e divorziato con una vita piuttosto grigia, si ritrova suo malgrado in una situazione al limite dell'incredibile quando Leeloo cade dentro il suo taxi volante. La donna, che parla una lingua arcana e incomprensibile, è inseguita dalla polizia e ottiene l'aiuto di Korben per fuggire. Dopo una rocambolesca fuga sfrecciando fra i titanici grattacieli surreali di una New York del futuro, Korben conduce Leeloo da Cornelius e questi riconosce con sgomento, tramite un tatuaggio posto sul polso della ragazza, che Leeloo è l'incarnazione del Quinto Elemento, ossia l'essere supremo che i Mondoshawan volevano portare sulla Terra per completare l'arma contro il "Male Supremo". Cornelius scopre anche che le pietre elementali sono state affidate alla cantante lirica aliena Diva Plavalaguna. Siccome i Mangalores hanno fallito nel distruggere il Quinto Elemento, Zorg progetta la loro eliminazione con l'inganno per poi mettersi personalmente sulle tracce di Leeloo. Dopo avere appreso che Diva possiede le pietre, il Generale Munro riassume Korben e gli affida la missione di intrufolarsi nell'astronave da crociera Fhloston Paradise dove Diva si esibirà, e recuperare le pietre.

La copertura fornita a Korben è che egli abbia vinto una crociera con il concorso a premi di un programma radiofonico; ciò attira Zorg, che si reca a sua volta sull'astronave Fhloston. Korben porta Leeloo con sé nel vascello spaziale, mentre Cornelius riesce a imbarcarsi come clandestino. Inaspettatamente, i passeggeri della lussuosa astronave vengono presi in ostaggio da dei vendicativi Mangalores sopravvissuti all'attentato di Zorg, che vengono però sconfitti da Korben, che recupera le pietre dal corpo di Diva, rimasta uccisa nello scontro a fuoco. Zorg, alla ricerca delle pietre, trova Leeloo e le ordina di consegnargli la valigia con le pietre; Leeloo esegue l'ordine ma Zorg tenta lo stesso di ucciderla, ma lei si nasconde nei condotti di ventilazione. Zorg decide di andarsene con la sua nave privata, lasciando una bomba a orologeria sulla nave che provoca l'evacuazione dei passeggeri. Zorg, scoperto che nella valigia non ci sono le pietre, torna sulla nave per cercarle disattivando la bomba, ma un moribondo Mangalore attiva il proprio ordigno. Korben, Leeloo, Cornelius e l'isterico DJ Ruby Rhod fuggono a bordo della navetta di Zorg mentre questi muore nell'esplosione.

Il gruppo atterra in Egitto per riposizionare le pietre e completare l'arma contro il "Male Supremo", ma queste non si attivano, finché David l'apprendista di Cornelius non soffia su quella del Vento facendola illuminare, successivamente spargono sabbia su quella Terra, sudore su quella dell'Acqua e con un fiammifero accendono quella del Fuoco, ma Leeloo, disgustata dall'umanità dopo avere assistito a un video sulle guerre mondiali, si rifiuta di rilasciare il proprio elemento. Korben cerca di spiegare a Leeloo che, nonostante tutto, ci sono cose meravigliose al mondo per cui vale la pena lottare e per vivere: come l'amore. Leeloo, in preda a una profonda tristezza, sostiene di essere stata creata per proteggere e che oltre a questo non serve ad altro, sentendosi inutile. Korben confessa infine a Leeloo di essere innamorato di lei e che non vuole perderla, facendo così attivare il potere delle pietre, emettendo luce divina sul "Male Supremo" e sconfiggendolo.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Da adolescente, Besson elaborò il mondo de Il quinto elemento nel tentativo di alleviare la noia. Iniziò a scrivere la sceneggiatura all'età di 16 anni, originariamente immaginando la storia come un romanzo.[5] La vicenda originale era ambientata nell'anno 2300 e si incentrava su un "signor nessuno" di nome Zaltman Bleros (successivamente rinominato Korben Dallas) che vinceva un viaggio in un resort Club Med sul pianeta Fhloston Paradise nella costellazione dell'Angelo. Lì, incontrava Leeloo, una ragazza giovanissima e bellissima nonostante abbia più di 2.000 anni.[6]

Besson lavorò alla storia per anni. Nel 1991, quando uscì il suo documentario Atlantis, il copione aveva raggiunto le 400 pagine. Nicolas Seydoux e Patrice Ledoux della Gaumont furono le prime persone ad interessarsi al progetto. Nel novembre 1991, mentre era impegnato a cercare gli attori per il film, Besson conobbe i fumettisti Jean Giraud e Jean-Claude Mézières e li scritturò per lavorare al design del film.[7][8] I fumetti di Giraud e Mézières ispirarono il look che Besson voleva per la sua futuristica New York.[9]

Design[modifica | modifica wikitesto]

Il taxi che si vede nel film, ispirato ai disegni di Mézières per Les Cercles du pouvoir
Una delle pietre degli elementi utilizzata nel film
Il costume di Korben Dallas

Mézières aveva disegnato Les Cercles du pouvoir (1994), una storia della serie Valérian e Laureline agenti spazio-temporali, che include un personaggio chiamato S'Traks, che guida un taxi volante attraverso l'aria congestionata della vasta metropoli sul pianeta Rubanis. Mézières mostrò le immagini del taxi volante a Besson, che fu ispirato a cambiare il background di Korben Dallas da operaio in una fabbrica di navi missilistiche a tassista che fa volare il suo taxi in una futuristica New York ispirata a Rubanis. Besson assunse anche altri cinque artisti per il progetto. Inoltre, il noto stilista Jean-Paul Gaultier si occupò dei costumi. Il team trascorse un anno creando più di 8.000 disegni.

Gaultier disegnò ognuno dei 900 costumi indossati dalle comparse nelle scene ambientate a Fhloston Paradise e li controllava uno per uno ogni mattina prima delle riprese.[10] Le sue creazioni, descritte come "intellettualmente trasgressive",[11] si diceva che sfidassero la sessualità e le norme di genere.[12] Una singola giacca da lui disegnata costò 5,000 dollari.[13] Il costume della Jovovich indossato quando il suo personaggio viene rianimato per la prima volta è ispirato alle tipiche medicazioni ospedaliere.[14]

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Besson approcciò sia Bruce Willis sia Mel Gibson per il ruolo del protagonista, e prese anche in considerazione Julia Roberts per la parte di Leeloo.[15] Willis si dimostrò interessato, sebbene fosse riluttante ad accettare il ruolo poiché il film era considerato rischioso dopo che i suoi due film precedenti, Hudson Hawk - Il mago del furto e Billy Bathgate - A scuola di gangster, erano stati dei flop. Besson volle parlargli personalmente e gli disse che Il quinto elemento stava finalmente andando avanti, ma che aveva deciso di scegliere un attore meno costoso di lui. Dopo un breve silenzio, Willis disse: «Se il film mi piace possiamo sempre trovare un accordo... ».[16] Dopo aver letto la sceneggiatura, Willis accettò la parte. Quindi Besson scritturò Gary Oldman (suo amico personale che aveva recitato in Léon) per il ruolo di Zorg, descrivendo Oldman come "uno dei migliori cinque attori al mondo". Per il personaggio di Leeloo, Besson scelse Milla Jovovich tra 200–300 ragazze che aveva provinato personalmente.[17] All'epoca Besson era sposato con Maïwenn Le Besco, che nel film interpreta il ruolo della cantante Diva Plavalaguna. La lasciò durante le riprese essendosi innamorato della Jovovich, con la quale iniziò una relazione sentimentale.[18] Jovovich e Besson si sposarono in seguito ma divorziarono dopo soli due anni nel 1999.[19] Prince avrebbe dovuto interpretare il personaggio di Ruby Rhod ma declinò l'offerta a causa degli impegni dovuti alla sua tournée mondiale Jam of the Year World Tour.[20] Chris Tucker e Jamie Foxx furono entrambi presi in considerazione per il ruolo; a Besson piaceva Foxx ma alla fine decise che il fisico più minuto e snello di Tucker si adattava meglio al personaggio.[21]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato girato in Inghilterra nei Pinewood Studios (famosi per essere il set dei film della serie di James Bond e delle serie televisive UFO e Spazio 1999). Le riprese si sono svolte dal 6 gennaio al 23 novembre 1996. La scena all'opera venne girata alla Royal Opera House.[22] Le scene ambientate in Egitto furono invece girate in Mauritania;[23] la prima ripresa, una inquadratura di sfondo del deserto, avvenne il 5 gennaio 1996.[24] Bruce Willis terminò di girare le sue scene il 16 maggio, mentre Oldman cominciò la settimana seguente;[25] il protagonista (Korben) e l'antagonista (Zorg) infatti non si incontrano mai nel film.[26]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La colonna sonora del film venne composta da Éric Serra. Egli ricorse principalmente all'uso di trame orchestrali, come l'oboe e gli archi ascoltati mentre i chirurghi si preparano a rigenerare Leeloo, e il pizzicato mentre viene ricostruita. Serra utilizzò anche molte influenze particolari, come la fanfara stalinista che si sente prima delle sequenza nello spazioporto, il pezzo reggae suonato durante la preparazione per il volo, e la musica hawaiana che accoglie i passeggeri al loro arrivo a Fhloston. Scelte più convenzionali sono presenti nel leitmotif che si ascolta quando il professor Pacoli menziona il quinto elemento, la marcia ​​militare mentre la nave da guerra si prepara ad attaccare il pianeta oscuro e il pezzo funebre mahleriano ascoltato quando Leeloo viene a sapere degli orrori della guerra nel mondo. Il brano musicale utilizzato per la scena dell'inseguimento in taxi, intitolato Alech Taadi, è del cantante algerino Khaled,[27] ma non fu incluso nell'album della colonna sonora del film.[28] La prima parte dell'aria cantata da Lady Plavalaguna è Il dolce suono mi colpì di sua voce!, tratta dall'opera Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti (Parte II, Atto III - scena della pazzia). La voce è del soprano lirico Inva Mula.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film, costato circa 90 milioni di dollari, fu la pellicola più costosa mai prodotta in Europa all'epoca della sua uscita.[2] Riscosse un grande successo di pubblico, incassando 263 920 180 $.[29]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

La pellicola ha ricevuto recensioni contrastanti; sul sito Rotten Tomatoes detiene il 71% di recensioni positive da parte dei critici, l'87% da parte del pubblico[30]. Kevin Thomas del Los Angeles Times descrisse il film come una "elaborata, stravaganza sci-fi e camp, che è quasi altrettanto difficile da seguire quanto Mission: Impossible dell'anno scorso." Egli concluse scrivendo che, comunque, Il quinto elemento è "molto più caloroso, più divertente e vanta alcune delle produzioni e dei costumi più sofisticati e spiritosi che potreste mai sperare di vedere".[31]

Fantafilm scrive che "da cineasta esperto Besson riesce, con astuta ironia ed indubbio mestiere, a tramutare la sua esile favoletta in un grande successo commerciale, grazie anche ai collaboratori eccellenti di cui si è circondato."[32]

Nel corso del programma televisivo At the Movies, sia Roger Ebert sia Gene Siskel assegnarono al film un "pollice su".[33] Nella sua recensione per il Chicago Sun-Times, Ebert diede al film tre stellette su quattro, definendolo "uno dei grandi film sciocchi" e concluse: «Non mi sarei mai perso la visione di questo film e lo consiglio per la sua ricchezza di immagini. Ma con 127 minuti, che sembrerebbero una durata ragionevole, è invece troppo lungo».[34]

Il film ha ricevuto anche recensioni che ne hanno criticato lo stile esagerato. Todd McCarthy di Variety scrisse: "Un tentativo europeo in gran parte fallito di rendere spettacolare la fantascienza in stile americano, Il quinto elemento consiste in un miscuglio di elementi che non si uniscono comodamente."[35] David Edelstein di Slate disse: "Potrebbe essere o meno il peggior film mai realizzato, ma è uno dei più sconvolgenti."[36]

La performance di Chris Tucker nel ruolo di Ruby Rhod divise particolarmente i critici.[37] Fu lodata da Los Angeles Times[38] e Time; quest'ultima lo definì "l'effetto speciale più scandaloso dell'estate".[39] Josh Winning di Total Film, individuò la performance di Tucker come il punto più basso del film, classificandola al numero 20 nella sua lista del 2011, "50 performance che hanno rovinato un film".[40]

Brian Ott ed Eric Aoki, scrivendo per il giornale femminista Women's Studies in Communication, criticarono il film per avere "cancellato" le donne dalle scene introduttive, notando che solo due appaiono nei primi venti minuti: un'assistente presidenziale, per lo più senza parole, e Leeloo in fase di ricostruzione. Quando le donne appaiono nel film, vengono presentate come oggetti passivi, come le hostess sessualizzate e le cameriere di McDonald's; o private ​​della loro femminilità, come dei cyborg.[41]

Stefan Brandt, nel libro Subverting Masculinity, scrisse inoltre che Il quinto elemento "trabocca di credenze stereotipate sulla sessualità" in tutti i personaggi femminili del film. Egli affermò che Leeloo lascia il proprio ruolo passivo solo durante il combattimento con i Mangalores. Ad eccezione del ritratto del presidente da parte di Tommy Lister, Brandt ha detto che tutti i maschi nel film sono mostrati il ​​più poco virili possibile in vari modi, come l'effeminatezza di Ruby Rhod, il modo goffo di parlare di Vito Cornelius e la stupidità del generale Munro; lo scopo era quello di far apparire la mascolinità di Korben "simile a quella di un dio" al confronto.[42]

Accuse di plagio[modifica | modifica wikitesto]

Alejandro Jodorowsky e Jean Giraud fecero causa a Besson dopo l'uscita del film, affermando che Il quinto elemento era un plagio della loro storia a fumetti L'Incal. Giraud chiese un risarcimento di 13.1 milioni di euro per concorrenza sleale, 9 milioni di euro di danni e interessi, e dal 2 al 5% dei ricavi operativi netti del film. Jodorowsky chiese 700,000 euro. La causa venne archiviata nel 2004 sulla base del fatto che erano stati utilizzati solo "minuscoli frammenti" della trama del fumetto[43] e Giraud era stato assunto da Besson per lavorare al film prima che venissero mosse le accuse.

Lascito artistico[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato definito da CBS News, Rotten Tomatoes e ComingSoon.com come un classico cult movie di science-fiction.[44][45][46] Nel 2007 la Visual Effects Society classificò Il quinto elemento alla posizione numero 50, alla pari con Darby O'Gill e il re dei folletti, nella lista dei cinquanta film più influenti di sempre dal punto di vista degli effetti speciali.[47] Nel 2014 Time Out piazzò il film al numero 42 nella lista "100 best sci-fi movies" da loro redatta.[48]

Il critico cinematografico Mark Kermode disse che Il quinto elemento fu uno dei film più controversi tra i suoi lettori, considerato sia il migliore sia il peggiore blockbuster estivo di tutti i tempi. Anni dopo, Kermode raccontò: «Mi ricordo chiaramente di essere stato a Cannes quando Il quinto elemento fu presentato, e divise veramente il pubblico».[49] Meredith Woerner di io9 inserì Il quinto elemento nella classifica "The 20 Best Worst Science-Fiction Movies of All Time".[50]

Commenti da parte del cast[modifica | modifica wikitesto]

Bruce Willis parlò favorevolmente del film nel corso di un'intervista del 1999, concludendo: «È stato un film davvero divertente da realizzare».[51] Anche Tucker e Jovovich espressero soddisfazione circa le loro esperienze nel partecipare al film; Jovovich descrisse Luc Besson come "il primo regista davvero straordinario con cui ho lavorato".[52] Invece, interrogato nel 2014 se il film gli piaceva o meno, Gary Oldman disse: «Oh no. Non lo sopporto proprio».[53] In precedenza, nel 2011, aveva spiegato di avervi recitato solo perché "Luc era intervenuto e aveva in parte finanziato Niente per bocca [il suo film come regista]."[54]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Altri media[modifica | modifica wikitesto]

Dal film venne tratto un videogioco, The Fifth Element, per PlayStation e PC.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Charles Drazin, The Faber Book of French Cinema, Faber and Faber, 2011, p. 382, ISBN 978-0-571-21849-3. URL consultato il 12 maggio 2013.
  2. ^ a b Alice LaPlante, Playing for Profit: How Digital Entertainment is Making Big Business Out of Child's Play, John Wiley & Sons, 1999, p. 58, ISBN 978-0-471-29614-0. URL consultato il 15 maggio 2013.
  3. ^ (EN) Official Selection 1997, su festival-cannes.fr. URL consultato il 2 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2013).
  4. ^ Anche se la data esatta di trecento anni dopo il 1914 dovrebbe essere il 2214, sulla sveglia di Korben si può leggere che è il 18 marzo 2263. Sul retro dei DVD la data è il 2257, mentre nel libro di Luc Besson The story of The Fifth Element è il 2259.
  5. ^ Dan Casey, How Luc Besson's 13 Year-Old Sister's Homework Helped Him Crack The Fifth Element, in Nerdist News, 18 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2023).
  6. ^ Besson, 1997, pp. 8–9
  7. ^ Jason Heller, R.I.P. Moebius, comics legend and Métal Hurlant co-founder, in The A.V. Club, 10 marzo 2012. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2014).
  8. ^ Charlie Anders, Luc Besson adapting classic time-travel comic created by Fifth Element concept artist, in io9, 1º luglio 2012. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2014).
  9. ^ Bizony, 2001, page=169
  10. ^ Besson, Luc. The Story of the Fifth Element: The Adventure and Discovery of a Film, Londra: Titan Books, p. 68, ISBN 978-1-85286-863-5.
  11. ^ Hayward, Susan; Powrie, Phil. The Films of Luc Besson: Master of Spectacle, 2009, Manchester: Manchester University Press, p. 96, ISBN 978-0-7190-7029-7.
  12. ^ Hayward, 2009, p. 104
  13. ^ Amy M Spindler, French Futurists: No Honor at Home, in The New York Times, 8 maggio 1997. URL consultato il 1º febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2015).
  14. ^ Liana Satenstein, Milla Jovovich Talks Her Epic The Fifth Element Costume, in Vogue, 11 maggio 2022 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2022).
  15. ^ Meredith Woerner, Fifth Element concept art reveals Prince's original look as Ruby Rhod, in Gizmodo, 4 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2023).
  16. ^ Besson, 1997, p. 11
  17. ^ Stephen D Rogers, The Dictionary of Made-Up Languages: From Elvish to Klingon, The Anwa, Reella, Ealray, Yeht (Real) Origins of Invented Lexicons, Adams Media, 15 novembre 2011, p. 51, ISBN 978-1-4405-2817-0.
  18. ^ Kee Change, Film Critic: Maïwenn's 'Polisse', in Anthem Magazine, 5 maggio 2012. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2014).
  19. ^ Sara Buys, Milla's Tale, in Harpers & Queen, gennaio 2003. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2014).
  20. ^ Nick Romano, The Fifth Element: Prince Ruby Rhod casting didn't work out, says director Luc Besson, in Entertainment Weekly, 24 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2021).
  21. ^ Leah Greenblatt, There will never be another Fifth Element – and more amazing stories about the making of Luc Besson's 1997 classic, in Entertainment Weekly, 19 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2021).
  22. ^ Chris Shipman, Top films featuring opera 20-16, su Royal Opera House, 11 ottobre 2011. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2014).
  23. ^ Ted Elrick, Elemental Images, in Cinefex, n. 70, 1997, pp. 130.
  24. ^ Besson, 1997, p. 18
  25. ^ Besson, 1997, p. 96
  26. ^ Besson, 1997, p. 68
  27. ^ Christine Cornea, Science Fiction Cinema: Between Fantasy and Reality, Rutgers University Press, 2007, p. 207, ISBN 978-0-8135-4173-0 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2016).
  28. ^ Tim Sheridan, Khaled: N'ssi N'ssi, in AllMusic. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2013).
  29. ^ (EN) The Fifth Element, su boxofficemojo.com, BoxOffice Mojo. URL consultato il 19 settembre 2013.
  30. ^ (EN) The Fifth Element (1997), su rottentomatoes.com, Rotten Tomatoes. URL consultato il 19 giugno 2014.
  31. ^ Kevin Thomas, 'Element': A Voyage as Fun, Stylish as It Is Confusing, in Los Angeles Times, 9 maggio 1997. URL consultato l'11 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2014).
  32. ^ Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), Il quinto elemento, in Fantafilm. URL consultato il 20 gennaio 2017.
  33. ^ At the Movies: episodio 11x35, Week of May 10, 1997: The Fifth Element review, 10 maggio 1997.
  34. ^ Roger Ebert, The Fifth Element, su RogerEbert.com, 9 maggio 1997. URL consultato il 28 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2014).
  35. ^ Todd McCarthy, Review: "The Fifth Element", in Variety, 7 maggio 1997. URL consultato l'11 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2014).
  36. ^ David Edelstein, Unmitigated Gaul: The Fifth Element and Irma Vep, in Slate, 11 maggio 1997. URL consultato il 28 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2014).
  37. ^ Motor Mouth Man, in Newsweek, 7 settembre 1997. URL consultato l'11 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2014).
  38. ^ Steven Smith, In His Element, in Los Angeles Times, 8 maggio 1997. URL consultato l'11 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2014).
  39. ^ Emmis Communications, Chris Tucker, in Time, novembre, 1998, pp. 96. URL consultato l'11 dicembre 2014.
  40. ^ Josh Winning, 50 Performances That Ruined Movies, in Total Film, 2 novembre 2011. URL consultato il 12 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2013).
  41. ^ Brian L Ott e Eric Aoki, Counter-Imagination as Interpretive Practice: Futuristic Fantasy and The Fifth Element, in Women's Studies in Communication, vol. 27, n. 2, 2001, pp. 149–176, DOI:10.1080/07491409.2004.10162471. URL consultato il 3 agosto 2019.
  42. ^ Stefan Brandt, American Culture X: Identity, homosexuality, and the search for a new American hero, in Russell West e Frank Lay (a cura di), Subverting Masculinity: Hegemonic and Alternative Visions of Masculinity in Contemporary Culture, Amsterdam, Rodopi, 2000, pp. 67–93, ISBN 978-90-420-1234-9.
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  45. ^ Jen Yamato, Milla Jovovich on Resident Evil And Her Ultraviolet Beef, in Rotten Tomatoes, 13 agosto 2007. URL consultato l'11 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2014).
  46. ^ Meredith Woerner, Luc Besson's next film is 'The Fifth Element to the power of ten', in io9, 14 ottobre 2010. URL consultato l'11 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2012).
  47. ^ The Visual Effects Society Unveils '50 Most Influential Visual Effects Films of All Time', su prnewswire.com, PR Newswire, 11 maggio 2007. URL consultato il 12 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2016).
  48. ^ The 100 best sci-fi movies: 50-41, in Time Out, 22 luglio 2014. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2014).
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  50. ^ Meredith Woerner, The 20 Best Worst Science Fiction Movies of All Time, in io9, 18 settembre 2008. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2014).
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  52. ^ Filmato audio The Fifth Element – Ultimate Edition (The Star Element), Columbia TriStar Motion Picture Group, 2005.
  53. ^ David Hochman, Playboy Interview: Gary Oldman, su Playboy, 25 giugno 2014. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2015).
  54. ^ Matt Hamm, Gary Oldman 'A Life in Pictures' @ BAFTA, su Live For Films, 28 settembre 2011. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2015).
  55. ^ IMDb - Movies, TV and Celebrities, su IMDb. URL consultato il 24 giugno 2016.

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