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La vista da qui. Appunti per un'internet italiana Copertina flessibile – 15 agosto 2014

3,9 su 5 stelle 74 voti

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Se c'è qualcosa che negli ultimi vent'anni è stato sinonimo di rivoluzione, futuro, libertà in ogni luogo del mondo, questo è internet. Perché allora in Italia la capacità d'innovazione e civilizzazione della rete è stata molto spesso incompresa se non apertamente osteggiata? Massimo Mantellini si è posto questa domanda fin da quando negli anni Novanta ha cominciato a occuparsi di cultura digitale, facendo sì che nel tempo il suo nome - attraverso puntuali interventi sulla stampa e un blog popolarissimo - diventasse un punto di riferimento per chi vuole orientarsi tra presunti guru informatici e nemici del cambiamento. Ora, con "La vista da qui", Mantellini ha deciso di sfruttare la sua lucidità e la sua autorevolezza per scrivere una sintesi agevole, chiarissima ma molto schierata, di questa critica del presente. Dalla gestione del copyright all'invadenza pubblicitaria di Google e Facebook, dalla tutela dei minori al problema del divario digitale, "La vista da qui" ci fa capire che le questioni della rete e dell'innovazione tecnologica riguardano ognuno di noi, e che dalla conoscenza di internet dipende anche la nostra possibilità di essere cittadini più liberi e solidali.
Questo articolo è acquistabile con Carta Cultura Giovani, Carta del Merito e/o Carta del Docente quando venduto e spedito da Amazon: Sono esclusi prodotti di Venditori terzi del Marketplace. Il Bonus è strettamente personale e può essere utilizzato esclusivamente dal suo titolare. Termini e condizioni

Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Minimum Fax (15 agosto 2014)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 140 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8875215960
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8875215965
  • Peso articolo ‏ : ‎ 180 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 14.3 x 1.2 x 19.6 cm
  • Recensioni dei clienti:
    3,9 su 5 stelle 74 voti

Recensioni clienti

3,9 su 5 stelle
74 valutazioni globali

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I clienti dicono

I lettori affermano che il libro è interessante, stimola il lettore a guardare le cose da un altro punto di vista. Lo descrivono come scorrevole e con uno stile apprezzato dai blogger. Inoltre, lo considerano una riflessione preziosa su internet e le nuove tecnologie per esploratori curiosi.

Generati dall’IA a partire dal testo delle recensioni dei clienti

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13 clienti menzionano “Interessante”13 positive0 negative

I clienti trovano il libro interessante. Affermano che è scorrevole, informale e stimola il lettore a guardare le cose da un altro punto di vista. Inoltre, lo considerano una buona lettura, con un riassunto informativo senza cadere mai nella banalità o nella superficialità.

"...come dicevo sopra, le letture, compreso questo libro, ci aiutano a capire la realtà, per cui lo consiglio caldamente ai colleghi e a tutti quelli..." Visualizza altro

"...Egrave; una bella storia, di esperienza vissuta e di opinioni informate...." Visualizza altro

"...non sei un gadget" di Jaron Lanier, lettura impegnativa ma molto interessante." Visualizza altro

"...nulla di nuovo, ma lo fa con argomentazioni trattate benissimo, in maniera informata, senza cadere mai nella banalità o nella superficialità, e..." Visualizza altro

4 clienti menzionano “Stile”4 positive0 negative

I clienti apprezzano lo stile del libro.

"Tante belle idee e spunti di riflessione su internet e le nuove tecnologie e sul come ci poniamo in relazione con esse." Visualizza altro

"Chi conosce il Mantellini blogger ritrova il suo stile in tutte le pagine. Ed è senza dubbio un gran bel leggere." Visualizza altro

"Tanto bell quanto denso di spunti di riflessione. Da leggere. soprattutto per chi non si occupa di internet e vuole capire." Visualizza altro

"Bellissimo!..." Visualizza altro

3 clienti menzionano “Riflessione”3 positive0 negative

I clienti sono soddisfatti del libro, trovandolo denso di spunti di riflessione.

"Tanto bell quanto denso di spunti di riflessione. Da leggere. soprattutto per chi non si occupa di internet e vuole capire." Visualizza altro

"Riflessioni sulla Rete per esploratori curiosi..." Visualizza altro

"Riflessioni preziose..." Visualizza altro

3 clienti menzionano “Visione”3 positive0 negative

I clienti affermano che il libro fornisce una visione onesta e condivisibile.

"Una vista approfondita, problematica e mai banale, lo sguardo di una persona che ha seguito lo sviluppo della Rete in Italia dall'inizio e non..." Visualizza altro

"Una visione lucida e concreta della rete...." Visualizza altro

"Visione onesta e condivisibile..." Visualizza altro

Recensioni migliori da Italia

  • Recensito in Italia il 30 settembre 2014
    Un altro libro, molto interessante, che tenta di dare l'immagine della diffusione della cultura digitale e di Internet nel nostro paese. Ti invito a leggere i capitoli che spaziano nei diversi contesti sociali e lavorativi per farti un'idea generale.

    Io mi occupo di scuola e mi rendo conto che siamo indietro di vent'anni. Lo dico con una certa sicurezza perché alcuni colleghi mi dicono che sono avanti di venti e così i conti tornano. Naturalmente non è vero, sono semplicemente al passo con i miei corrispettivi europei, forse non tutti, ma che hanno alle spalle governi e amministrazioni che li aiutano a portare avanti progetti di integrazione didattica e nuove tecnologie, stimolano forme creative, danno strumenti, concedono il tempo necessario alla formazione, ecc. .
    Da noi succede poco e, anche se ogni tanto si osserva qualche impeto di innovazione, le difficoltà oggettive sono spesso insormontabili. Ci si deve arrangiare mettendoci del proprio, utilizzando anche ciò che si ha a disposizione come il mobile, esattamente come fanno i paesi del terzo mondo.
    Ma forse siamo un paese da terzo mondo, dove vincono le classiche logiche impaludate: appalti pilotati, amici degli amici, e via di seguito. Negli ultimi anni abbiamo riempito le aule con LIM costosissime che si usano poco e male, -stamattina dovevo mostrare Google Drive ad una classe prima e non c'era rete. Ma è normale-.
    Fortuna ho la chiavetta e il mac, in caso contrario non saprei come fare.
    Poi mi rendo conto che Mantellini privilegi il fisso. Anch'io ho scelto due computer, non ho il tablet, non mi serve.
    Giustissime anche le considerazioni sul coding, bisogna imparare a guardare dentro ai programmi, come sono costruiti, la logica sottesa e per questo ci stiamo attrezzando, ma bisogna anche avere strumenti che facilitino l'approccio, che siano il più possibile vicini alle prassi mentali degli utenti perché, spesso, si ottiene l'effetto contrario, come sta succedendo, ad esempio, con il registro elettronico che ha adottato la mia scuola.
    Come si vede materia molto complessa che dipende anche da incapacità di schiodarsi dalle abitudini consolidate, non solo riferite al digitale.

    Mi sento di fare un'altra considerazione, questa volta legata agli ebook. I tira e molla del MIUR su adozioni diverse dal cartaceo li conosciamo. Sono riusciti a prendere in giro tutti, favorevoli e sfavorevoli. Io la mia ricetta ce l'ho, me lo sono fatto da me. Già stamattina ho fatto scaricare gli applicativi di lettura sugli smartphone dei miei studenti. Circa il 95% (Liceo Classico e Linguistico), ne possiede uno. Si fa di necessità virtù. Qualcuno ha anche Kindle! Preparo anche la copia .mobi.
    Nativi digitali sì, nativi digitali no, non mi sembravano per niente sconvolti, anzi, mi hanno fatto domande, erano tutti tranquilli ed hanno capito. Per esperienza anche di formatrice, con gli adulti avrei impiegato dieci volte il tempo, probabilmente senza efficacia.

    Tornando ai vent'anni di scarto, che corrispondono più o meno ad una generazione, ecco, io la vedo persa, vedo persa la generazione dai 40 ai 60 e, quella nuova dei docenti, come sosteneva Stefano Moriggi ieri in un hangout, non è detto che abbia idea di come utilizzare le ICT nella didattica; sono allo stesso livello dei nativi digitali, bisogna educarli. Hanno ancora una formazione tradizionale, erogativa, trasmissiva dei contenuti.
    Chi lo fa? Non lo so. Personalmente mi arrangio, so dove andare a cercare e come studiare.

    Mi scuso a questo punto con il lettore occasionale, ma chi mi conosce parlo dei libri che leggo riflettendo e condividendo quelle che sono le mie rielaborazioni. Come si sa, non scrivo vere e proprie recensioni.
    Ciò non esclude che, come dicevo sopra, le letture, compreso questo libro, ci aiutano a capire la realtà, per cui lo consiglio caldamente ai colleghi e a tutti quelli che hanno a che fare con le nuove generazioni, perché sono loro ad averne più bisogno.
    11 persone l'hanno trovato utile
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  • Recensito in Italia il 4 settembre 2014
    C’è stato un tempo, un po’ goliardico e un po’ giocoso, in cui noi blogger in Italia eravamo pochini. E ci divertivamo, spesso, a farci degli scherzi.

    Uno di questi era stato inventarci un romanzo noir di Massimo Mantellini, che -ovviamente- non aveva scritto nessun romanzo. Eppure nel giro di pochi giorni questo libro mai esistito ottenne una quantità assurda di recensioni e Paolo si inventò persino la copertina.
    Anni dopo Massimo ancora mi raccontava di giornalisti che gliene chiedevano una copia per recensione.

    Questo piccolo aneddoto vale soprattutto come disclaimer. Con Massimo siamo grandi amici e ci vogliamo bene.

    Il «libro vero» di Massimo
    Questa volta Massimo si è cimentato davvero, e l’editore è Minimum Fax. Il libro è uno di quei cosi di carta, ma c’è anche per Kindle. Io l’ho comprato ieri e ne ho letto una buona metà. E la prima cosa che ho notato è stato l’approccio: non è il classico saggio babbione scritto con i canoni della cultura della stampa.

    È una bella storia, di esperienza vissuta e di opinioni informate. Il che ha rassicurato molto anche me per le scelte che sto facendo mentre chiudo Il Futuro è Ieri. Non ha più senso scrivere saggi «alla vecchia maniera».
    Tutti noi siamo informati a velocità molto diversa rispetto a un libro e io stesso non leggo quasi più saggi perché ho accesso ad informazioni di prima mano, aggiornate ogni giorno e raccontate in modo più caldo ed efficace. Con maggior rispetto per l’investimento di tempo di lettura, che è la nostra risorsa scarsa.

    Massimo, a mio parere, riesce benissimo in questo. Costruisce un quadro generale, una storia personale (che è quella che in tanti abbiamo vissuto e che per tanti altri potrebbe essere una scoperta).

    E soprattutto ha il coraggio di prendere posizioni personali forti.

    Un po’ di assaggi su un tema centrale.
    Se vuoi farti un’idea, ecco un paio di brani. Il tema è, detto in modo contundente, l’accesso alla cultura e le maniere in cui il copyright frena e blocca, in modo antistorico, la logica del contemporaneo.
    Sono frammenti (le mie sottolinautre sul Kindle), che potrebbero non avere un senso compiuto. Quindi ti consiglio di leggere tutto il ragionamento di Massimo e di non fidarti della mia sintesi.

    «Quel documento, che oggi non possiedo più, potrebbe non essere più rintracciabile e la colpa di tutto questo, e di migliaia di altre analoghe perdite, riguarda, almeno in parte, le scelte di intransigenza dell’industria discografica, per la quale o il materiale editoriale resta sotto il proprio controllo o potrà tranquillamente, anzi, meglio, dovrà essere cancellato»

    «il tema dell’archiviazione incidentale su internet può apparire di poco conto? Non è così. Per la prima volta non abbiamo problemi di spazio; per la prima volta, accanto all’archiviazione professionale, esiste la possibilità di affidare ai singoli, su base del tutto volontaria, l’aggiornamento della Biblioteca di Alessandria. Che non è più in Egitto ma ovunque nei nodi della rete internet, perfino qui, dietro la tastiera dalla quale sto scrivendo»

    «Nel 1930 sono stati editi in America 10.027 libri; quanti di questi erano ancora in circolazione nel 2000? Il numero esatto è 174. I restanti 9853 libri non generavano quindi alcun introito per i loro autori o per i loro eredi. Se nel 2005, come previsto dalla precedente norma, quei 9853 libri fossero passati nel pubblico dominio avrebbero potuto essere stampati da chiunque, ma anche messi online, trascritti, utilizzati liberamente senza alcuna limitazione.»
    13 persone l'hanno trovato utile
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  • Recensito in Italia il 16 giugno 2015
    Argomenti scontati scritti in maniera troppo articolata.
    Excursus su ciò che internet era, forse è o forse sarà. Troppi dubbi, nessuna certezza. Mi é stato faticoso finirlo e non mi ha appassionato anche se l'argomento mi interessa molto.
    Neanche minimamente paragonabile a "Tu non sei un gadget" di Jaron Lanier, lettura impegnativa ma molto interessante.
    Una persona l'ha trovato utile
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  • Recensito in Italia il 24 marzo 2015
    Per me che utilizzo molto il Web, non dice nulla di nuovo, ma lo fa con argomentazioni trattate benissimo, in maniera informata, senza cadere mai nella banalità o nella superficialità, e riuscendo a mantenere alto il livello di interesse nel lettore.
    L'Italia è indietro, ed è principalmente indietro, perché spesso anche persone di mezza età, si crogiolano nel voler rimanere digitalmente analfabeti, preferendo ripararsi dietro al "non l'ho utilizzato fino ad ora, ma vivo lo stesso". Fra qualche anno non si vivrà più lo stesso, perché tutto si è tecnologicizzato, e se non imparerai a prenotarti un biglietto areo, o una visita in ospedale utilizzando la tecnologia, dovrai sopportare disagi e problemi a livello pratico.
    Il libro però non è un manuale per imparare ad utilizzare internet, ma uno scritto che analizza pro e contro,e paure e i blocchi delle persone legati all'approccio con la rete, e cerca di farlo in una visione ampia, così che se può essere utile a indurre spunti di riflessione per chi internet bene o male lo utilizza già, diviene sicuramente utilissimo a smuovere qualcosa dentro coloro che nei confronti del Web sono ancora spaventati, o peggio ancora, disinteressati e disinformati.

Le recensioni migliori da altri paesi

  • Francesco Alessio Ponzin
    5,0 su 5 stelle Che dire? Lettura indispensabile un po' per tutti, ...
    Recensito negli Stati Uniti il 12 maggio 2015
    Che dire? Lettura indispensabile un po' per tutti, soprattutto per chi si chieda che conseguenze avrà la diffusione definitiva degli utlimi anni delle comunicazioni basate su internet.