Rapporto sessuale in spiaggia finisce... al pronto soccorso

Lui avvocato, lei architetto. Si erano dati appuntamento in spiaggia a Porto San Giorgio

Sesso (Foto di repertorio Ansa)

Sesso (Foto di repertorio Ansa)

Porto San Giorgio (Fermo), 11 ottobre 2014 - Vista la bella giornata di sole e il caldo estivo, hanno deciso di concedersi una pausa dal lavoro e di regalarsi una breve gita al mare. Poi un bagno galeotto che li ha stimolati a tal punto da imbastire un rapporto sessuale completo in acqua, rimanere "intrappolati” l’uno con l’altra e dover ricorrere alle cure di un medico. E’ accaduto ieri mattina sulla spiaggia libera a nord di Porto San Giorgio e protagonista del dramma erotico è stata una giovane coppia: lui avvocato di Fermo, lei architetto di Porto Sant’Elpidio.

I due si sono sentiti al telefono intorno alle nove del mattino e dopo un chiacchierata hanno scelto di abbandonare momentaneamente il posto di lavoro e di trascorrere insieme qualche ora in spiaggia. Dopo essere passati a casa ed essersi attrezzati per il mare, si sono incontrati a Porto San Giorgio e si sono messi a prendere il sole in costume.L’imprevista gita e la tintarella di ottobre deve aver attivato dei reconditi stimoli sessuali, della serie un bacio tira l’altro, una carezza tira l’altra.

Poi resisi conto di non poter andare oltre, hanno deciso di fare un bagno: non si capisce se per raffreddare i bollenti spiriti o trovare riparo da occhi indiscreti. Sta di fatto che ad un certo punto hanno iniziato a consumare un amplesso, ma quando è stato il momento di uscire, lui è rimasto incastrato dentro di lei. Nel panico totale, i due sono rimasti in acqua e hanno atteso l’arrivo di una ragazza, che stava passeggiando sulla battigia, per farsi passare i loro asciugamani.

Dopo averseli arrotolati intorno per coprirsi, tra una contorsione e un passo a due, hanno raggiunto la spiaggia. Qui hanno preso il telefonino e contattato un loro amico medico, che giunto sul posto, non ha potuto far altro che accompagnarli al pronto soccorso, dove alla donna è stata praticata un’iniezione - la stessa usata per dilatare l’utero alle partorienti – che ha sbloccato la situazione di stallo. I due, forse un po’ rossi in viso per la vergogna, se ne sono potuti tornare casa... separatamente.