Idra di Lerna

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Idra di Lerna
Eracle e Iolao in combattimento con l'Idra
SagaDodici fatiche di Eracle
Nome orig.Ύδρα
Caratteristiche immaginarie
Sessomaschio

L'Idra di Lerna (in greco antico: Ύδρα?, Hýdra) è un mostro leggendario della mitologia greca e romana che appare principalmente nei miti riguardanti Eracle.

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

È un mostro velenosissimo in grado di uccidere un uomo con il solo respiro, con il suo sangue o al solo contatto con le sue orme.[1] È inoltre dotato di grande intelligenza e di arguzia diabolica.

Viene descritto come un grande serpente marino anfibio dotato di sei o nove teste che ricrescono se vengono tagliate e delle quali la centrale è immortale.[1][2]

Alcuni autori come Simonide e Diodoro Siculo narrano di un numero di teste pari a cinquanta e oltre, mentre Pausania riferisce di una sola testa e ne ridimensiona la stazza paragonandola a una biscia di mare.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Fu allevata da Era ma era figlia di Tifone ed Echidna ed aveva come fratelli Cerbero, Ortro e la Chimera.[1][2]

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Eracle e l'Idra di Lerna, olio su tela di Gustave Moreau, 1876, Art Institute di Chicago.

L'idra terrorizzava la città di Lerna nell'Argolide e viveva in una palude nei pressi delle sorgenti di Amimone.[1][2]

La seconda fatica di Eracle[modifica | modifica wikitesto]

Il compito di ucciderla fu assegnato ad Eracle per la sua seconda fatica: l'eroe stanò l'Idra con delle frecce infuocate per poi affrontarla[1][2], ma ogni volta che le veniva tagliata una delle teste ne ricrescevano due dal corpo.[1][2] Eracle fu così aiutato da Iolao che, dopo ogni taglio di una testa ne cauterizzava il moncherino con il fuoco impedendone la ricrescita. Il mostro fu definitivamente vinto e ucciso da un masso utilizzato da Eracle per schiacciarne la testa immortale.[1][2]

L'aiuto del Carcino[modifica | modifica wikitesto]

Per volontà di Era durante la battaglia emerse dalla palude il Carcino (un granchio) che, mandato ad affiancare l'Idra, pizzicò con le sue chele i piedi di Eracle che però lo schiacciò sotto il tallone.[1][2]

Dopo la sua morte[modifica | modifica wikitesto]

Eracle immerse le frecce nel sangue velenoso del mostro appena ucciso, e ottenne così che ogni futura ferita provocata diventasse incurabile.[1]

L'Idra ed il Carcino furono trasformati in costellazioni da Era. Rispettivamente l'Idra e il Cancro.

Nel medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Un'idra in un'illustrazione di una versione olandese seicentesca dell'Historiae naturalis di Johannes Jonston.

Nella zoologia mitologica medioevale, il termine "idra" sta ad indicare un generico drago con molte teste. In alcuni bestiari medioevali è citato anche l'hydrus, un serpente nemico per antonomasia del coccodrillo, dal quale si fa inghiottire per poi lacerarne l'intestino (analogamente a come era detto fare l'icneumone).[3][4]

Erasmo da Rotterdam nei suoi Adagia paragona la guerra all'idra di Lerna:

(LA)

«Quinetiam bellum e bello seritur, e simulato verum, e pusillo maximum exoritur, neque raro solet in his accidere quod de Lernaeo monstro fabulis proditum est»

(IT)

«E poiché guerra genera guerra, da guerra finta nasce guerra vera, da guerra piccina guerra poderosa, non di rado suole accadere ciò che nel mito si racconta del mostro di Lerna»

Nell'età moderna[modifica | modifica wikitesto]

I contro-rivoluzionari paragonavano l'idra di Lerna alla rivoluzione francese, che bisognava annientare se si voleva evitare che contaminasse tutta l'Europa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i (EN) HYDRA, su theoi.com, Theoi Greek Mythology. URL consultato il 31 gennaio 2014.
  2. ^ a b c d e f g (EN) HYDRA, su mythindex.com, Greek Myth Index. URL consultato il 31 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2014).
  3. ^ Consejo Superior de investigaciones Científicas, p. 53.
  4. ^ Papagno, p. 176.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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