Charlie Hebdo, perché il Corriere ha "rubato" una mia vignetta?

Il Corriere della sera ha stampato un libro con i #JeSuisCharlie di molti fumettisti italiani, ma senza chiedere il loro permesso. Ecco la risposta di uno degli autori danneggiati, Giacomo Bevilacqua di A panda piace

[caption id="attachment_61230" align="alignnone" width="600"] (foto: Getty Images)[/caption]

È successo tutto molto in fretta, sono tornato a casa ieri sera e mi sono accorto di essere stato taggato in un post sul profilo facebook del fumettista Diego Cajelli, in cui si facevano i nomi delle persone presenti in un libro, pubblicato dal Corriere della sera e uscito ieri nelle edicole di Milano e tra oggi e domani nel resto d’Italia.

Qui la risposta del direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.

Un libro in cui erano raccolte molte delle vignette pubblicate da me e da altri autori (Roberto Recchioni, che ha già pubblicato una lettera aperta al Corriere, Leo Ortolani, Milo Manara, Giuseppe Palumbo, Paolo Bacilieri, Sio, Gipi, Manuele Fior, Don Alemanno, solo per citarne alcuni) sui nostri profili social o sui nostri siti/blog e che riguardavano la tragedia di Charlie Hebdo.

Premesso che la mia vignetta di A Panda piace, e tutte le altre, sono state realizzate in un momento ben preciso e con uno scopo ben preciso, quello della solidarietà, io non riesco a capacitarmi del fatto che una delle principali testate giornalistiche italiane si sia arrogata il diritto di rubare le suddette immagini per usarle a scopo di lucro.

È una cosa aberrante intanto dal punto di vista etico e morale, perché la causa può essere anche la più giusta del mondo (la beneficenza a favore di Charlie Hebdo), ma in questo modo anche la più nobile delle intenzioni decade in maniera becera dal fatto che ti stai, di base, facendo bello con il furto di cose d’altri, perché, per citare Recchioni, amico e collega anche lui coinvolto in questa storia, io se voglio fare beneficenza a Charlie Hebdo gli faccio un bonifico, o mi attivo nel modo che ritengo più opportuno, e lo faccio in prima persona, senza forzature, e soprattutto senza che sia qualcun altro a decidere per me.

Perché un giornale si dovrebbe arrogare il diritto di pubblicare un mio lavoro, coperto da diritto d’autore, per i suoi scopi, nobili o meno?

Non si tratta di un repost sulla sua pagina internet o di una galleria di immagini per rubarsi qualche like in più, qui parliamo di carta stampata, parliamo di un libro, che viene distribuito e venduto su canali ufficiali illegalmente, perché nessuno, o quasi, di noi, ha dato il consenso per apparirci sopra.

Le tavole che noi abbiamo fatto le abbiamo fatte da vignettisti, da disegnatori, da persone con dei diritti, e sono vignette create nel momento in cui abbiamo sentita minacciata la nostra libertà di dire ciò che vogliamo, come vogliamo e quando vogliamo. Il Corriere si è bellamente preso questo nostro diritto e l’ha fatto suo in maniera prepotente.

Alla luce della tragedia di Charlie Hebdo, in cui delle persone sono morte per difendere un diritto inalienabile, quello della libertà di stampa, il Corriere si fa portavoce di pensieri, frasi, disegni e soprattutto lavori non suoi, calpestando il mio, di diritto, e quello di altri autori come me, e a me questa cosa mi sembra vergognosa e inaccettabile.

Giacomo Bevilacqua www.keison.itApandapiace