Milano, 14 gennaio 2015 - 08:54

Tutte le matite del mondo
I ricavi destinati a Charlie Hebdo

Un libro di vignette libere per dire no al fanatismo

di Paolo Rastelli

Matite in difesa della libertà di stampa. Il libro del «Corriere» Matite in difesa della libertà di stampa. Il libro del «Corriere»
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La strage compiuta dai due fratelli Kouachi nella redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha dato origine, grazie al web, a un fenomeno che non si era mai visto prima. Lo choc, il dolore, l’indignazione per quello che appariva un atto di follia insensata, hanno prodotto una reazione collettiva che si è espressa con la produzione e la condivisione in Rete di centinaia di vignette, da tutto il mondo, ad opera di dilettanti e professionisti dell’immagine disegnata.
La simbologia era chiara: il massacro era stato provocato dal fatto che la redazione di Charlie Hebdo aveva pubblicato disegni satirici sull’Islam considerati blasfemi dagli integralisti e i giornalisti erano per questo stati «puniti». Il mondo occidentale (ma non solo, anche nei Paesi musulmani c’è stato qualcosa di analogo, anche se meno generalizzato), aveva deciso spontaneamente di reagire producendo dieci, venti, cento vignette.

Le opere spontanee avevano trovato un’immagine comune diventata rapidamente un’icona: la matita. «Tutte le matite del mondo - ha scritto Emilio Giannelli, che da anni illustra ogni giorno la prima pagina del Corriere della Sera - sono chiamate a combattere questa guerra: la guerra dell’ironia contro i kalashnikov, la guerra della libertà contro l’integralismo, la guerra della ragione contro il terrore».
Quando la direzione del Corriere della Sera ha deciso di compiere un gesto concreto per aiutare la rivista Charlie Hebdo , ricordare tutte le vittime dei terroristi - non solo i disegnatori, ma anche gli agenti di polizia e gli avventori del supermercato kosher - e, nello stesso tempo, testimoniare la vocazione del nostro giornale contrario a qualunque fanatismo, è venuto naturale pensare alla pubblicazione di queste vignette spontanee in un libro (in edicola oggi a Milano e da domani, 15 gennaio, nel resto d’Italia) il cui ricavato sarebbe stato destinato al settimanale francese.

In redazione abbiamo discusso a lungo se pubblicare o meno alcune delle vignette che avevano destato la collera degli integralisti. Abbiamo deciso per il no perché, pur essendo convinti che tra le libertà fondamentali ci sia quello di esprimere liberamente qualunque pensiero, anche quelli blasfemi, siamo altrettanto convinti che ci siano sensibilità che vanno rispettate.
Non pubblichiamo vignette che siano blasfeme per i musulmani come non ne pubblichiamo che siano blasfeme per i cristiani e per il mondo ebraico. Quindi il libro contiene alcune vignette di Charlie Hebdo , ma non quelle considerate più offensive. Le altre, pubblicate su oltre 300 pagine, sono quasi tutte quelle circolate in Rete nelle ore immediatamente successive alla strage. Un modo per non dimenticare e per riaffermare la libertà di espressione, nel rispetto di tutti.

Post Scriptum (dopo le polemiche): Il ricavato di questa operazione, è bene ribadirlo, sarà devoluto interamente a favore delle vittime della strage e del giornale Charlie Hebdo. Aspettare di avere l’assenso formale di tutti gli autori, a nostro giudizio, avrebbe rallentato in maniera sensibile l’operazione. Comunque sul libro, in quarta pagina, c’è scritto con chiarezza che «l’editore dichiara la propria disponibilità verso gli aventi diritto che non fosse riuscito a reperire».

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