John Fante

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John Fante (Denver, 8 aprile 1909Los Angeles, 8 maggio 1983) è stato uno scrittore e sceneggiatore statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fante nacque a Denver[1], nel Colorado, l'8 aprile del 1909, figlio di Nicola Fante, un immigrato italiano originario di Torricella Peligna (in provincia di Chieti), e di Mary Capolungo, una casalinga statunitense, nata a Chicago (nell'Illinois) da genitori italiani originari della Basilicata. Fante cresce a Boulder, dove trascorre un'infanzia turbolenta, ma nonostante tutto riesce a diplomarsi e ad iscriversi, seppur per un breve periodo, presso l'Università del Colorado[1]. Lasciati gli studi universitari, inizia molto presto a fare lavori precari. La condizione di povertà e i suoi continui dissapori con il padre lo portano ad abbandonare il tetto famigliare nella provinciale Boulder e stabilirsi a Los Angeles, dove arriva nel 1930, per dedicarsi seriamente alla scrittura.

Bunker Hill nei primi anni del XX secolo
Progetti degli anni '30 per lo sviluppo di Bunker Hill

Dopo i primi racconti brevi pubblicati da varie riviste letterarie californiane, anche i fratelli e la madre si trasferiscono in California, a Roseville. Scrive con una certa regolarità per le riviste The American Mercury e The Atlantic anche grazie al supporto di Henry Louis Mencken, di cui è da tempo corrispondente. Sempre all'inizio degli anni trenta inizia la sua collaborazione con Hollywood in veste di sceneggiatore, un lavoro che non ama ma che comunque gli porta discreti guadagni (avrebbe lavorato anche in Italia come sceneggiatore per Dino De Laurentiis). Si trasferisce in una piccola stanza nel residence Alta Vista, 255 South Bunker Hill Avenue, nel quartiere di Bunker Hill, celebrata con affetto nei suoi romanzi.

Nel 1934 inizia il suo primo romanzo La strada per Los Angeles, concluso nel 1936, che verrà pubblicato però solo postumo nel 1985. Nel 1938 con Aspetta primavera, Bandini riscuote subito un grande successo, che replica un anno dopo con uno dei suoi romanzi più famosi, Chiedi alla polvere. Durante la guerra John Fante vive un periodo di crisi narrativa dovuto anche all'impegno come collaboratore per i servizi d'informazione e alla nascita dei suoi quattro figli (di cui uno, il secondogenito Dan, intraprenderà anch'egli la carriera di scrittore) dalla moglie Joyce Smart, sposata nel 1937. Il suo lavoro successivo è del 1952, anno di pubblicazione di Una vita piena.

Si ammala di diabete[2] e, sfiduciato, pubblica il suo romanzo La confraternita dell'uva nel 1977. L'anno 1978 vede l'incontro tra Fante e Charles Bukowski, che dichiara di considerarlo "il migliore scrittore che abbia mai letto" e "il narratore più maledetto d'America" (Bukowski giunse a dichiarare "Fante era il mio Dio"). Bukowski gli chiede l'autorizzazione di ristampare Chiedi alla polvere, con una sua appassionata prefazione. Pur di convincere la casa editrice Black Sparrow per cui scriveva a ristampare le opere di Fante, da lungo tempo fuori stampa, Bukowski minaccia l'editore di non consegnargli il manoscritto del suo nuovo romanzo.[3]

La ripubblicazione delle sue opere fa vivere un periodo di speranza a John Fante, che a causa della malattia è diventato cieco ed è stato sottoposto all'amputazione di entrambe le gambe. Il suo ultimo romanzo è Sogni di Bunker Hill, che Fante detta alla moglie[2], pubblicato nel 1982 a conclusione della saga del suo alter ego Arturo Bandini. John Fante muore l'8 maggio del 1983 in una stanza della clinica Motion picture and television country house a Woodland Hills, sobborgo di Los Angeles. Ha lasciato numerosi inediti che poco per volta stanno facendo riscoprire un autore di notevole rilievo.

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Uno scorcio della John Fante Square

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal 2006, a Torricella Peligna, nel mese di agosto, si svolge il festival letterario intitolato Il Dio di mio padre. Festival letterario dedicato a John Fante.[4] Durante il Festival viene attribuito un premio a scrittori di opere prime. Al festival hanno sempre partecipato anche i figli di Fante. Dan, scomparso alla fine del 2015, ha partecipato l'ultima volta nel 2014.
  • In una scena di The Words, film del 2012 di Brian Klugman e Lee Sternthal, si vede il protagonista (Bradley Cooper) seduto su una panchina di Central Park intento nella lettura di Chiedi alla polvere. Poco dopo, nella stessa scena, il personaggio interpretato da Jeremy Irons nomina esplicitamente John Fante.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

La saga di Arturo Bandini[modifica | modifica wikitesto]

Facendo riferimento alla vita del protagonista Arturo Bandini, i romanzi andrebbero letti nel seguente ordine:

  • Aspetta primavera, Bandini
  • La strada per Los Angeles
  • Chiedi alla polvere
  • Sogni di Bunker Hill

Sono stati pubblicati in quest'ordine nella raccolta Einaudi Le storie di Arturo Bandini (2009), a cura di Emanuele Trevi.

Raccolte di racconti[modifica | modifica wikitesto]

Epistolario[modifica | modifica wikitesto]

Biografie e libri su Fante[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Stephen Cooper, John Fante: A Critical Gathering, Fairleigh Dickinson Univ Press, 1999
  • (FR) Silvain Reiner, John Fante: La detresse et la lumiere, Le Castor Astral, 1999
  • (EN) Richard Collins, John Fante: A Literary Portrait, Guernica Editions, 2000
  • (EN) Stephen Cooper, Full of Life: A Biography of John Fante, North Point Press, 2000
    • edizione italiana: Stephen Cooper, Una vita piena, Marcos y Marcos, 2001. Traduzione di Francesca Giannetto e Ilaria Molineri.
  • (EN) Stephen Cooper, The John Fante reader, Ecco Press, 2003
  • Simone Caltabellota e Marco Vichi, John Fante (unito a VHS del documentario John Fante. Profilo di scrittore di Giovanna Di Lello), Fazi, 2003
  • Gianni Paoletti, John Fante. Storie di un italoamericano. I Quaderni Del Museo Dell'Emigrazione N.6, Editoriale Umbra, 2005
  • Paolo Graziano, John Fante back home, Edizioni Menabò, 2008
  • Emanuele Pettener, Nel nome, del padre, del figlio, e dell'umorismo. I romanzi di John Fante, Cesati, 2010
  • Dan Fante, John Fante & The Hollywood Ten, Bottle of Smoke Press, 2010[21]
    • edizione italiana: John Fante e i dieci di Hollywood. Traduzione di Nadia Chezzi
  • (EN) Dan Fante, Fante: A Family's Legacy of Writing, Drinking and Surviving, Harper Perennial, 2011
  • (ES) Juan Arabia, John Fante. Entre la niebla y el polvo, El fin de la noche, 2011
  • Alfonso Pierro, John Fante. Uno scrittore maledettamente ironico, Aletti, 2012
  • Fabio Florio, John Fante. Storia di un Italiano in America, Easyread, 2014
  • Eduardo Margaretto, Non chiamarmi bastardo, io sono John Fante, Rubbettino, 2017
  • Giovanna Di Lello e Toni Ricciardi (a cura di), "Dalla parte di John Fante. Scritti e testimonianze", Roma, Carocci, 2020
  • Arsenio D'Amato, Il mio John Fante nel degrado, Edizioni Contemplate, 2021
  • Matteo Cacco, La strada di John Fante: tra cinema e letteratura, Edizioni Croce, 2022

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Soggetto[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatura[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Tom Peters, Boulder’s forgotten genius: John Fante, su Boulder Daily Camera, 15 agosto 2009. URL consultato l'11 marzo 2024.
  2. ^ a b Gli ultimi anni di John Fante, su Carmilla on line, 2 novembre 2005. URL consultato l'11 marzo 2024.
  3. ^ Nel 1994 moriva lo scrittore Charles Bukowski. Ecco chi era | Artribune, su artribune.com, 7 marzo 2024. URL consultato il 18 marzo 2024.
  4. ^ John Fante Festival | Il dio di mio padre, su John Fante, 6 marzo 2024. URL consultato l'11 marzo 2024.
  5. ^ Il romanzo venne scritto tra il 1933 e il 1936, ma venne scopereto dai familiari di Fante solo dopo la sua scomparsa e pubblicato nel 1985. Titolo originale: The Road to Los Angeles, traduzione di Francesco Durante (Leonardo Editore, 1992)
  6. ^ Scritto successivamente a The Road to Los Angeles, ne rappresenta un prequel. Titolo originale: Wait Until Spring, Bandini, trad. di Giorgio Monicelli (Mondadori, 1948), trad. di Carlo Corsi (Leonardo, 1989).
  7. ^ Titolo originale: Ask the Dust, trad. di Elio Vittorini come Il cammino nella polvere (Mondadori, 1941), trad. di Maria Giulia Castagnone (SugarCo, 1983)
  8. ^ Titolo originale Full of Life, tradotto da Alessandra Osti (Fazi Editore, 1998). La prima edizione italiana aveva come titolo In tre ad attenderlo, trad. di Liliana Bonini (Mondadori, 1957).
  9. ^ Titolo originale Bravo, Burro!, tradotto da Francesco Durante (Einaudi, 2011).
  10. ^ Titolo originale The Brotherhood of the Grape, La prima trad. italiana portava il titolo La confraternita del Chianti, trad. di Francesco Durante (Marcos y Marcos, 1995).
  11. ^ Titolo originale: Dreams from Bunker Hill , trad. di Francesco Durante (Marcos y Marcos, 1996).
  12. ^ a b Uscito postumo. Titolo originale: 1933 Was a Bad Year, trad. di traduzione di Alessandra Osti (Fazi, 1996)
  13. ^ L'edizione Einaudi contiene tredici racconti e vi sono compresi quelli inclusi in Una moglie per Dino Rossi. La trad. di Francesco Durante (Marcos y Marcos, 1997) contiene solo 10 racconti: Rapimento in famiglia - Muratore nella neve - Professionista - La canzonetta scema di mia madre - La strada per l'inferno - Uno di noi - L'odissea di un Wop - Casa dolce casa - L'iradiddio - Ave Maria.
  14. ^ Raccolta di sette racconti. Titolo originale: The Wine of Youth: Selected Stories, trad. di Francesco Durante (Marcos y Marcos, 1997), contiene: Suora non più - Il Dio di mio padre - Furfantello - Primavera - Un gioco solo per Oscar - Il sognatore - Helen la tua bellezza è per me. Raccolta di racconti inserita nell'edizione Einaudi (2007) di La grande fame.
  15. ^ Raccolta di tre racconti mancanti da Dago Red, trad. di Maria Martone (Sellerio, 1997), ovvero: Una moglie per Dino Rossi - Il chierichetto - Prima comunione. Sono inclusi nell'edizione Einaudi di Dago Red.
  16. ^ Raccolta di due racconti. Titolo originale: West of Rome, trad. di Alessandra Osti (Fazi, 1997), contiene: L'orgia e Il mio cane stupido.
  17. ^ Raccolta di quattro racconti postumi a cura di Stephen Cooper. Titolo originale: The Big Hunger, trad. di Francesco Durante (Marcos y Marcos, 2001; alcuni usciti come volumetti singoli nel 2000), contiene: I piccoli fratelli - Il caso dello scrittore tormentato - Quella donnaccia - Troppo in gamba, quel ragazzo. In italiano è uscita anche la raccolta di Romanzi e racconti, ne I Meridiani della Mondadori (2003). L'edizione Einaudi (2007) è composta da ventiquattro racconti, nei quali sono inclusi anche i racconti contenuti in Il Dio di mio padre, il ciclo filippino de I piccoli fratelli e i racconti postumi.
  18. ^ Traduzione di Alessandra Osti (Fazi, 1999).
  19. ^ Estratto del precedente (1999).
  20. ^ Lettere all'editore Henry Louis Mencken, traduzione di Alessandra Osti (Fazi, 2001)
  21. ^ Racconto

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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