La Procura di Trani rigetta il legame tra vaccini e autismo

La commissione di esperti della procura pugliese ribadisce che non c'è alcun nesso tra vaccino trivalente e insorgenza di autismo. Ma suggerisce altri esami approfonditi

La scienza lo ha detto, ridetto e ribadito fino allo sfinimento. Non c'è alcuna correlazione tra somministrazione del vaccino trivalente (che immunizza da morbillo, parotite e rosolia) e insorgenza di autismo nei bambini. Una certezza che oggi è risuonata anche in tribunale: la commissione di esperti nominata dalla Procura di Trani ha infatti concluso che “non sussiste alcuna relazione tra vaccinazione e insorgenza della malattia”, il che dovrebbe spingere il pm Michele Ruggiero a chiedere l'archiviazione delle indagini per “lesioni personali gravissime a carico di ignoti”. La commissione, per l’appunto, era stata istituita due anni fa dalla stessa procura di Trani per indagare il presunto legame tra vaccini, autismo e diabete, a seguito dell’inchiesta aperta per le denunce di genitori che facevano risalire alla somministrazione del vaccino trivalente la causa dell’insorgenza dei disturbi autistici nei figli.

Gli esperti della commissione - un neurologo, un medico legale, un pediatra, un cardiologo e Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive, parassitarie ed immunomediate dell’Istituto superiore di sanità, effettivamente, hanno ribadito quello che la comunità scientifica aveva già stabilito da tempo: “I dati epidemiologici disponibili”, scrive l’Organizzazione mondiale della sanità, “indicano che non vi sono prove di un legame tra morbillo-parotite-rosolia e disturbi dello spettro autistico. Studi precedenti [quello di Andrew Wakefield, il medico-truffatore inglese poi radiato dall’albo, nda] che suggerivano un nesso di causalità si sono poi rivelati gravemente fallaci”. Confermando l’assenza di nessi causali, comunque, gli esperti hanno sottolineato la necessità di aumentare il monitoraggio dei soggetti più a rischio: “Sembra razionale”, scrive la commissione, “eseguire alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e, in particolare, nei bambini piccoli, in modo da avere qualche elemento in più per capire se sono nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza rischi gravi per la salute”. La posizione di Rezza è invece diversa: “Sugli esami del sangue sono stato frainteso”, ha dettoNon ritengo siano assolutamente necessari e in nessun modo possono predire il rischio di autismo. Quello che più conta è che l’inchiesta è sulla via dell’archiviazione perché nel nostro lavoro di consulenza è stata rispettata l’evidenza scientifica: come dimostrato dall’ampia letteratura scientifica non esiste correlazione tra i vaccini, in particolare quello contro il morbillo e l’autismo.

Gli esperti, infine, hanno anche riservato un rimbrotto alla stessa Organizzazione mondiale della sanità, le cui linee guida “non sembrano assolutamente adeguate per promuovere una corretta sicurezza vaccinale”, ma “finalizzate solo a promuovere le vaccinazioni pediatriche focalizzandoci semplicemente sulla loro utilità nell’evitare quella specifica patologia per cui il vaccino è stato preparato”. Mancano, secondo i consulenti, le raccomandazioni di una “attenta e dettagliata raccolta anamnestica delle condizioni fisiologiche e patologiche del bambino” e “una valutazione dell’ambiente in cui vive, su come viene alimentato e trattato e sulle caratteristiche psico-comportamentali dei genitori”.