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Rubati 32 milioni account Twitter, anche di utenti italiani

Dopo LinkedIn e MySpace, trafugati i dati di accesso al microblogging attraverso virus sui pc degli utenti. LeakedSource: molte delle password sottratte fin troppo facili
 

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ALTRO che Zuckerberg. Dopo il caso che ha visto mr Facebook protagonista di hacking su quattro piattaforme social in un colpo solo (LinkedIn, Pinterest, Instagram e Twitter), ora sono ben 32 milioni gli account a rischio e questa volta solo su Twitter. Così, ai casi delle password rubate anni fa a LinkedIn e MySpace e messe in vendita online di recente, si aggiunge un nuovo episodio che potrebbe gettare gli utenti dell'uccellino nello sconforto.

Secondo LeakedSource si tratta precisamente di 32.888.300 password che un hacker russo avrebbe venduto sul deep web. Un tesoretto di account trafugati al microblog e appartenenti anche a italiani, immesso nel mercato nero digitale per un ricavo di circa 6 mila dollari. Profili ''chiavi in mano'', visto che le password sono state rubate infettando i pc dai quali venivano digitate. Il blog dedicato alla sicurezza rivela inoltre di avere ottenuto l'informazione da Tessa88@exploit.im, alias che rimanda a quello utilizzato la settimana scorsa per violare il social network russo VK.

Le vittime dell'hacking di massa questa volta sono soprattutto domini russi, ma dall'elenco delle e-mail rubate ne compaiono anche due italiani: libero.it (poco più di 60 mila) e hotmail.it (48 mila). Al top dei domini più frequenti riscontrati ci sono mail.ru (5 milioni), yahoo.com (4,7 milioni), hotmail.com (4,5 milioni) e anche gmail.com (3,3 milioni).

Twitter con un cinguettio ha spiegato che sta controllando i suoi database proprio alla luce dei recenti casi di password rubate e Michael Coates, responsabile sicurezza, ha affermato che la piattaforma non è stata violata. Tra gli account in vendita non c'è quello di Mark Zuckerberg, esposto pochi giorni fa.
LeakedSource spiega che le credenziali degli utenti non arrivano da un attacco a Twitter ma sono state rubate direttamente agli utenti, infettando con virus informatici i programmi usati per navigare online, come Firefox o Chrome. L'analisi delle password evidenzia che la scarsa creatività delle persone è alla base di furti tanto ampi e frequenti. La maggior parte delle password rubate infatti rispecchia quelle più usate al mondo, e dunque meno sicure: "123456" e la stessa parola "password". E queste pochi giorni dopo che il numero uno di Facebook è stato bacchettato per avere utilizzato su più servizi la stessa password elementare: ''dadada''.