Problema del carrello ferroviario

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Il problema del carrello

Il problema del carrello ferroviario (o dilemma del carrello) è un esperimento mentale di filosofia etica formulato nel 1967 da Philippa Ruth Foot che propone un dilemma etico.

Enunciazione[modifica | modifica wikitesto]

Nella versione originale, un autista di un tram conduce un veicolo capace solo di cambiare rotaia (tramite deviatoio), senza la possibilità di frenare.[1][2] Sul binario percorso si trovano cinque persone legate e incapaci di muoversi e il tram è diretto verso di loro. Tra il tram e le persone legate si diparte un secondo binario parallelo, sul quale è presente una persona legata e impossibilitata a muoversi. La persona nei pressi del deviatoio si trova di fronte un'alternativa che comporta due sole opzioni: lasciare che il tram prosegua dritto la sua corsa, uccidendo le cinque persone, oppure azionare lo scambio e ucciderne una sola.

Philippa Foot propose questo dilemma nel 1967 come parte di un'analisi dei dibattiti sull'aborto e sulla dottrina del doppio effetto[3]. Anche i filosofi Judith Thomson[4][5], Frances Kamm[6], e Peter Unger hanno analizzato successivamente il problema. L'articolo di Thomson del 1976 diede inizio alla letteratura sul problema del carrello come argomento a sé stante: caratteristici di questa letteratura sono scenari alternativi colorati e sempre più assurdi in cui la persona da sacrificare (o da risparmiare) viene spinta alle spalle sopra i binari per fermare il tram, i suoi organi vengono prelevati per salvare i pazienti sottoposti a trapianto, o viene uccisa in modi più indiretti che complicano e rendono più sfumata la catena di causalità e responsabilità percepite.

Dilemmi simili al problema del carrello ferroviario sono stati analizzati sia nella tesi di abilitazione del filosofo del diritto tedesco Karl Engisch (1930) che in un lavoro del 1951 sul Weichenstellerfall (lett. "caso del centralinista") del giurista Hans Welzel.[7][8]

Varianti[modifica | modifica wikitesto]

Il problema originale e alcune varianti: i rettangoli rappresentano in veicoli in movimento, il cerchio nero rappresenta cinque persone, il pallino rosso una singola persona.

Negli anni sono state proposte alcune varianti al problema del carrello ferroviario:

  • in quella denominata "l'uomo grasso" (the fat man), proposta da Judith Jarvis Thomson, analogamente alla versione originale un carrello sta viaggiando in direzione di cinque persone impossibilitate a muoversi e l'unico modo per arrestare la sua corsa è spingere sulle rotaie un uomo molto grasso: l'uomo sarebbe condannato a morire investito dal carrello, ma si salverebbe la vita delle altre cinque;
  • la versione "il criminale grasso" (the fat villain) è molto simile alla precedente, con la differenza che l'uomo grasso che è possibile spingere sul binario è colui che ha posizionato le cinque persone sulle rotaie;
  • nella versione "l'anello" (the loop) è possibile deviare il carrello su un binario secondario. Il nuovo binario si ricollega in seguito a quello dove sono legate le cinque persone, ma su di esso si trova un uomo grasso che, venendo investito, interromperebbe la corsa del carrello;
  • la versione "l'uomo nel campo" (the man in the yard) offre la possibilità di deviare il carrello su un binario secondario per non investire le cinque persone, ma così facendo il carrello si scontrerà con un altro carro che, deragliando, uscirà dai binari uccidendo un uomo che si trova in un campo poco distante.

Dal punto di vista filosofico sono possibili diverse soluzioni al problema. L'etica utilitaristica per esempio afferma, senza dubbi, che è sostanzialmente obbligatorio per la persona che assiste alla scena, intervenire e deviare il tram verso il binario con un uomo solo. L'altra opzione, quella di non agire, comporterebbe un danno maggiore. Inoltre, dal punto di vista dello spettatore, sia azionare lo scambio che non azionarlo, sono preceduti da una decisione, divenendo quindi rispettivamente un'azione e una omissione ma sempre implicanti un coinvolgimento diretto.

Un punto di vista alternativo tuttavia ritiene che entrambe le opzioni siano immorali e quindi lo spettatore, comunque agisca, sarà in errore ovvero si renderà parzialmente responsabile della morte di qualcuno.

Al problema stesso si può infine obiettare la sua indecidibilità, dato che non è possibile dire che cinque vite valgono più di una (questione della incommensurabilità della vita umana).

Scelte etiche nell'intelligenza artificiale[modifica | modifica wikitesto]

Il problema è tornato in auge negli anni 2010 nelle discussioni relative alla possibile diffusione delle autovetture autonome, i cui software potrebbero trovarsi a dover compiere scelte di guida in situazioni che implicano la soluzione di dilemmi etici.[1][9][10][11]

Ricerca empirica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001, Joshua Greene e alcuni suoi colleghi di Harvard hanno pubblicato i risultati della prima significativa indagine empirica sulle risposte delle persone al problema del carrello ferroviario.[12]

Attraverso l'uso della risonanza magnetica funzionale, essi hanno constatato che nelle due situazioni presentate si attivano aree cerebrali distinte. I ricercatori hanno denominato le due situazioni decisione morale impersonale e decisione morale personale; nella prima situazione vengono impiegate soprattutto le regioni cerebrali associate al ragionamento controllato, mentre nel secondo caso vengono usate le aree associate alle emozioni. Su queste basi, essi sostengono la Teoria del doppio processo.

Da allora, numerosi altri studi hanno utilizzato il problema del carrello ferroviario per studiare il giudizio morale, analizzando l'influenza di fattori quali lo stress[13], lo stato emotivo[14], la gestione dell’impressione[15], l'anonimato[16], i diversi tipi di danni cerebrali[17], l'eccitazione fisiologica[18], i diversi neurotrasmettitori[19] e i fattori genetici[20] sulle risposte al dilemma del carrello ferroviario.

Il problema del carrello ferroviario veniva usato anche per misurare il livello di utilitarismo, ma la validità a tale scopo è stata ampiamente criticata.[21][22][23]

Nel 2017, un gruppo guidato da Michael Stevens ha eseguito il primo esperimento realistico sul problema del carrello ferroviario durante un episodio della webserie Mind Field.[24] L'esperimento venne condotto come segue: alcuni soggetti, ignari di star partecipando all'esperimento, nell’attesa di prender parte ad un focus group su un nuovo servizio di treni ad alta velocità, vengono istruiti sul funzionamento di una stazione di commutazione da parte di un addetto specializzato. Quest'ultimo si allontana per rispondere ad una chiamata e, uno alla volta, i soggetti rimangono soli nella stanza di controllo, in cui si trovano alcuni schermi che riprendono un bivio ferroviario e i controlli necessari per permettere al treno di imboccare l’uno o l’altro binario. Dopo qualche minuto alcuni operai si mettono a lavorare sui binari, cinque sul primo binario e uno sul secondo. A questo punto il sistema allerta il soggetto che un treno sta arrivando ed egli deve quindi decidere se lasciare che il treno prosegua sul binario uno, causando la morte cinque persone, o azionare la leva di cambio, facendo deviare il treno sul secondo binario, uccidendo così un solo operaio. Alla fine della prova, appena prima che il treno colpisca le persone sui binari, una schermata avverte il soggetto che tutte le persone stanno bene e che fa tutto parte di un esperimento. Tra i partecipanti solamente due hanno tirato la leva, mentre gli altri hanno permesso al treno di proseguire la propria corsa.

Risultati delle indagini[modifica | modifica wikitesto]

Il problema del carrello è stato oggetto di numerose indagini, dalle quali è emerso che circa il 90% degli intervistati decide di uccidere una persona per salvarne cinque.[25] Tuttavia, quando la persona da sola sul binario è un parente o un partner, gli intervistati sono molto meno propensi a sacrificare una vita per salvare le altre.[26]

Un'indagine condotta nel 2009 da David Bourget e David Chalmers ha rivelato che il 68% dei filosofi professionisti sarebbe incline a cambiare la direzione del treno per salvare cinque vite, l'8% non devierebbe il treno e il restante 24% non sarebbe in grado di scegliere tra le due situazioni precedenti.[27]

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2014, nell’articolo Revisiting External Validity: Concerns about Trolley Problems and Other Sacrificial Dilemmas in Moral Psychology pubblicato sul giornale online Social and Personality Psychology Compass[21], i ricercatori hanno criticato l’uso del problema del carrello ferroviario, sostenendo che lo scenario presentato sia troppo estremo e slegato dalle situazioni morali che si possono incontrare nella vita reale per essere utile o educativo.[28]

Brianna Rennix e Nathan J. Robinson di Current Affairs vanno oltre, affermando che non solo l'esperimento di pensiero è inutile, ma anche dannoso per la psicologia umana. Secondo i due autori, fare calcoli su situazioni ipotetiche in cui ogni alternativa porta a morti orribili incoraggia un tipo di pensiero che manca di empatia umana e presuppone di avere il potere di decidere chi vive e chi muore. Essi mettono anche in dubbio la base stessa dello scenario proposto: "Se mi trovo costretto, contro la mia volontà, in una situazione in cui le persone moriranno e non ho la possibilità di evitarlo, in che modo la mia scelta può essere considerata una scelta "morale" tra opzioni significativamente diverse? Non è semplicemente uno spettacolo dell'orrore in cui mi sono improvvisamente ritrovato, privo di qualsiasi potere significativo?"[29]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Ethics of Autonomous Cars, su The Atlantic, ottobre 2013.
  2. ^ Uno o cinque? Quando uccidere è il male minore, su Le Scienze, 3 dicembre 2011. URL consultato il 29 marzo 2023.
  3. ^ Philippa Foot, "The Problem of Abortion and the Doctrine of the Double Effect" in Virtues and Vices (Oxford: Basil Blackwell, 1978) (originally appeared in the Oxford Review, Number 5, 1967.)
  4. ^ Judith Jarvis Thomson, Killing, Letting Die, and the Trolley Problem, 59 The Monist 204-17 (1976)
  5. ^ The Trolley Problem (PDF), vol. 94, 1985, DOI:10.2307/796133.
  6. ^ Harming Some to Save Others, vol. 57, 1989, DOI:10.1007/bf00372696.
  7. ^ (EN) Frank Peter Schuster, Coping with Moral Dilemmas in German Criminal Law Theory and Justice: Classical Cases and Modern Variants, in Criminal Law Forum, vol. 34, n. 2, giugno 2023, pp. 237–270, DOI:10.1007/s10609-023-09452-0. URL consultato il 1º dicembre 2023.
  8. ^ (ES) Fabio Morandín Ahuerma, Trolleyology:¿ De quién es el dilema del tranvía?, in Vox Juris, vol. 38, n. 1, 2020, pp. 203-210, ISSN 2521-5280 (WC · ACNP). URL consultato il 1º dicembre 2023.
  9. ^ (EN) Tim Worstall, When Should Your Driverless Car From Google Be Allowed To Kill You?, su Forbes, 18 giugno 2014.
  10. ^ (EN) Jean-François Bonnefon, Azim Shariff e Iyad Rahwan, Autonomous Vehicles Need Experimental Ethics: Are We Ready for Utilitarian Cars?, su arXiv.
  11. ^ (EN) Why Self-Driving Cars Must Be Programmed to Kill, su MIT Technology Review, 22 ottobre 2015.
  12. ^ J. D. Greene, R. B. Sommerville e L. E. Nystrom, An fMRI investigation of emotional engagement in moral judgment, in Science (New York, N.Y.), vol. 293, n. 5537, 14 settembre 2001, pp. 2105–2108, DOI:10.1126/science.1062872. URL consultato il 28 giugno 2023.
  13. ^ Farid F. Youssef, Karine Dookeeram e Vasant Basdeo, Stress alters personal moral decision making, in Psychoneuroendocrinology, vol. 37, n. 4, 2012-04, pp. 491–498, DOI:10.1016/j.psyneuen.2011.07.017. URL consultato il 28 giugno 2023.
  14. ^ Piercarlo Valdesolo e David DeSteno, Manipulations of emotional context shape moral judgment, in Psychological Science, vol. 17, n. 6, 2006-06, pp. 476–477, DOI:10.1111/j.1467-9280.2006.01731.x. URL consultato il 28 giugno 2023.
  15. ^ (EN) Sarah C. Rom e Paul Conway, Strategic Moral Self: Self-presentation Shapes Moral Dilemma Judgments, in Journal of Experimental Social Psychology, 2018, pp. 24–37. URL consultato il 28 giugno 2023.
  16. ^ (EN) Minwoo Lee, Sunhae Sul e Hackjin Kim, Social observation increases deontological judgments in moral dilemmas, in Evolution and Human Behavior, vol. 39, n. 6, 1º novembre 2018, pp. 611–621, DOI:10.1016/j.evolhumbehav.2018.06.004. URL consultato il 28 giugno 2023.
  17. ^ Elisa Ciaramelli, Michela Muccioli e Elisabetta Làdavas, Selective deficit in personal moral judgment following damage to ventromedial prefrontal cortex, in Social Cognitive and Affective Neuroscience, vol. 2, n. 2, 2007-06, pp. 84–92, DOI:10.1093/scan/nsm001. URL consultato il 28 giugno 2023.
  18. ^ (EN) C. David Navarrete, Melissa M. McDonald e Michael L. Mott, Virtual morality: Emotion and action in a simulated three-dimensional “trolley problem”., in Emotion, vol. 12, n. 2, 2012, pp. 364–370, DOI:10.1037/a0025561. URL consultato il 28 giugno 2023.
  19. ^ (EN) Molly J. Crockett, Luke Clark e Marc D. Hauser, Serotonin selectively influences moral judgment and behavior through effects on harm aversion, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 107, n. 40, 5 ottobre 2010, pp. 17433–17438, DOI:10.1073/pnas.1009396107. URL consultato il 28 giugno 2023.
  20. ^ Regan M. Bernhard, Jonathan Chaponis e Richie Siburian, Variation in the oxytocin receptor gene (OXTR) is associated with differences in moral judgment, in Social Cognitive and Affective Neuroscience, 6 agosto 2016, pp. nsw103, DOI:10.1093/scan/nsw103. URL consultato il 28 giugno 2023.
  21. ^ a b (EN) Christopher W. Bauman, A. Peter McGraw e Daniel M. Bartels, Revisiting External Validity: Concerns about Trolley Problems and Other Sacrificial Dilemmas in Moral Psychology: External Validity in Moral Psychology, in Social and Personality Psychology Compass, vol. 8, n. 9, 2014-09, pp. 536–554, DOI:10.1111/spc3.12131. URL consultato il 28 giugno 2023.
  22. ^ (EN) Guy Kahane, Jim A. C. Everett e Brian D. Earp, Beyond sacrificial harm: A two-dimensional model of utilitarian psychology., in Psychological Review, vol. 125, n. 2, 2018-03, pp. 131–164, DOI:10.1037/rev0000093. URL consultato il 28 giugno 2023.
  23. ^ (EN) Guy Kahane, Sidetracked by trolleys: Why sacrificial moral dilemmas tell us little (or nothing) about utilitarian judgment, in Social Neuroscience, vol. 10, n. 5, 3 settembre 2015, pp. 551–560, DOI:10.1080/17470919.2015.1023400. URL consultato il 28 giugno 2023.
  24. ^ The Trolley Problem in Real Life. URL consultato il 28 giugno 2023.
  25. ^ (EN) John Cloud, Would You Kill One Person to Save Five? New Research on a Classic Debate, in Time, 5 dicembre 2011. URL consultato il 28 giugno 2023.
  26. ^ (EN) April Bleske-Rechek, Lyndsay A. Nelson e Jonathan P. Baker, Evolution and the trolley problem: People save five over one unless the one is young, genetically related, or a romantic partner., in Journal of Social, Evolutionary, and Cultural Psychology, vol. 4, n. 3, 2010-09, pp. 115–127, DOI:10.1037/h0099295. URL consultato il 28 giugno 2023.
  27. ^ "What do Philosophers believe?", su philpapers.org.
  28. ^ (EN) Olga Khazan, One of the Most Common Experiments in Psychology Might Be Horribly Flawed, su The Atlantic, 24 luglio 2014. URL consultato il 28 giugno 2023.
  29. ^ (EN) Adrian Rennix e Nathan J. Robinson, The Trolley Problem Will Tell You Nothing Useful About Morality, in Current Affairs, 3 novembre 2017. URL consultato il 28 giugno 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Philippa R. Foot, The Problem of Abortion and the Doctrine of the Double Effect in Virtues and Vices, in Oxford Review, n. 5, 1967.

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