Il sequestro di BUTAC

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-04-06

Il sito di Michelangelo Coltelli è stato posto sotto sequestro preventivo dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna – Bologna: il motivo è una querela per diffamazione che risale al 2015

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Il sito antibufale BUTAC di Michelangelo Coltelli è stato posto sotto sequestro preventivo dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per l’Emilia Romagna – Bologna nell’ambito del Procedimento Penale nr. 3520/18 R.G.N.R. – nr. 3763/18 R. G.I.P.. Bufale un Tanto Al Chilo è attivo dal 2013. “Abbiamo avuto una querela per diffamazione per un articolo del 2015, il PM per motivi non chiari ha deciso di disporre il sequestro dell’intero sito invece che del solo articolo come è successo altre volte”, fanno sapere i gestori del sito. “L’articolo trattava di un medico iscritto all’Ordine che si occupa di medicina olistica e che andava in televisione a parlarne”, dicono ancora. L’articolo mostrava un servizio della RAI.

Il sequestro di BUTAC – Bufale Un Tanto al Chilo

Il gestore del sito si sta muovendo per fare il ricorso: «Abbiamo avuto già querele con archiviazioni, sempre, gli articoli sono stati rimasti sequestrati per un mese. Mai nessuno aveva sequestrato l’intero sito». L’avvocato Anna Maria Cesari si occuperà del ricorso. «Abbiamo già chiesto una presa di posizione a FNOMCeO, dato che collaboriamo anche con loro e che è iscritto all’Ordine», fanno sapere ancora i gestori. Il sequestro è stato disposto da un pubblico ministero di Brindisi. La decisione riguardo il sequestro preventivo è stata presa quindi ancora in fase di indagine e a tre anni di distanza dalla pubblicazione dell’articolo, che riguardava un medico oncologo che praticava anche medicina olistica.

butac

Tecnicamente, il giudice per le indagini preliminari può disporre il sequestro di un sito internet anche per il reato di diffamazione:

Ai sensi dell’art. 321 c.p.p. (“1. Quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati, a richiesta del pubblico ministero il giudice competente a pronunciarsi nel merito ne dispone il sequestro con decreto motivato. Prima dell’esercizio dell’azione penale provvede il giudice per le indagini preliminari 2. Il giudice può altresì disporre il sequestro delle cose di cui è consentita la confisca, il sequestro preventivo è una misura cautelare che può essere disposta in due ipotesi: o per evitare che la disponibilità di una cosa pertinente al reato possa far persistere o aggravare le conseguenze dello stesso, oppure per evitare che ciò possa agevolare la commissione di altri reati”)

La querela era stata notificata un mese prima ai gestori del sito; nell’occasione non si faceva riferimento al sequestro del sito. Il gestore del sito Michelangelo Coltelli ha scritto uno status su Facebook esprimendo fiducia nelle istituzioni e annunciando la richiesta di dissequestro del sito:

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Nel 2005 il sito Indymedia venne sequestrato dal giudice per le indagini preliminari per la pubblicazione online della figura di Papa Ratzinger riprodotta con fotomontaggio in divisa da Ss e la scritta «Papa nazista». I reati ipotizzati erano vilipendio della religione e della figura del Papa.

EDIT 10 APRILE 2018: Il sito di Butac è tornato leggibile, a parte la pagina che conteneva l’articolo sotto indagine. A dare la notizia è l’avvocato Federico Cappelletti, che insieme alla collega Anna Maria Cesari assiste il blogger bolognese Michelangelo Coltelli, responsabile della pagina web che da anni si batte per smascherare le fake news. “Dopo i colloqui che abbiamo avuto ieri in Procura – ha spiegato l’avvocato Federico Cappelletti -, il pm ha disposto il dissequestro del sito. Ovviamente l’articolo considerato diffamatorio rimane oscurato. Possiamo dire che da un lato è stata ripristinata la proporzionalità e dall’altro la libertà di informazione”.

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