L’oncologo olistico e l’autoguarigione
Quando Maicol ha letto questo pezzo, è stato perentorio: “Ninth calmati”. Quando una mia lettrice riguarda i miei pezzi, mi incita dicendo “stay incazzato, stay Ninth”. (si ma la tua lettrice se ne infischia se poi ci denunciano e l’avvocato in caso tocca pagarlo a me ndMaicol) Più combattuto di un ateo ubriaco a una festa di cristiani, mi accingo a riportare l’ennesimo caso di pseudoscienza in TV rimbalzata sulle solite pagine disinformatrici sfruttando l’alone di autorità di un soggetto discutibile.
Non c’è peggior scienza della pseudoscienza ciarlatanesca che trova complici ignari in chi la diffonde tra i canali televisivi. Non esiste peggior complice, di chi approfitta di questa svista per diffondere altra pseudoscienza, adoperandola come pulpito per pavoneggiarsi, quasi bullarsi.
Questo il caso di Dionidream, pagina di pseudoscienza: essa posta un video col quale viene asserita la “comprovata utilità” dell’autoguarigione attraverso “studi scientifici” che lui stesso, addirittura, vanta di averne “parlato per anni”.
Ho dato un’occhiata al mondo. Darth Vader è sempre il padre di Luke, Bedelia resta una stronza, la cotoletta alla bolognese è una delizia ipercalorica, Emiliano Alchidi commenta ancora sulla nostra pagina Facebook. Come reality check funziona benissimo: con queste granitiche certezze, è facile confermare che neppure oggi un sito fuffaro, colmo di fuffa, gestito da un fuffaro, si vedrà finalmente riconosciuto come “salvatore” dal resto del mondo. Neppure al cospetto di trentottomila like. Basaglia mi manchi.
Facciamo un po’ di chiarezza. Di per sé, l’autoguarigione è un concetto ben semplice. In latino si parlava di mens sana in corpo sano e non si era tanto distanti dalla realtà: alcuni piccoli problemi come l’emicrania, i disturbi intestinali o anche i problemi circolatori possono presentarsi o accentuarsi in presenza di particolari condizioni di stress; nei casi più leggeri, è possibile attenuare o risolvere alcuni problemi cambiando regime alimentare per un po’ di tempo. Leggeri, appunto:
d’altro canto scarsissima fiducia si sta dando all’autoguarigione quando si parla di patologie ben più serie. E a ragione! Chi ha provato ad avanzare soluzioni (fin troppo) semplici per curare magicamente malattie di una certa gravità si è visto responsabile di eventi catastrofici, vista la rapida diffusione delle notizie, accompagnata dalla amplificazione e deformazione delle stesse! (fonte)
Non esistono ancora prove tangibili della possibilità di guarire da soli. Dagli studi finora compiuti, la situazione che emerge è completamente differente: una guarigione più pronta e un ristabilimento psicofisico è possibile, se lo stesso paziente è invogliato e disposto a lottare assumendo comunque il medicinale prescrittogli.
Questo presunto video chiarificatore sull’autoguarigione è un servizio di TG1 Medicina datato 8 marzo 2015, che potete visionare comodamente sul sito della RAI (qui). Il titolo è eclatante: “GUARIRE DA UNA MALATTIA. I FARMACI NON BASTANO”. Vediamo quanto tempo passa dal momento in cui schiaccio il pulsante di avvio…
Ecco la sigletta, la mezzobusto ci introduce all’argomento e…
Per combattere la malattia spesso non bastano i farmaci: un ruolo ce l’ha anche la lenta voglia di guarire, il pensare positivo.
13 secondi e mezzo: non esattamente la sbufalata più veloce da questa parte dell’Oceano Atlantico, ma ci sta. Leggete bene cosa vi ho sottolineato, ll sugo della storia è tutto lì.
Il presunto “elogio” dell’autoguarigione si smonta rigirando la frittata: non basta solo la voglia di guarire, bensì l’uno e l’altro – come spiegato all’inizio.
Si potrebbe anche concludere qui, per qualcuno basterebbe questa singola domanda. E invece no: la pagina Dionidream ha parlato di “studi scientifici” che proverebbero il tutto. Non dico mica, a Thunderstruck è capitato un video di ben 17 minuti e mezzo, felicemente a me uno da 2 minuti e 37 secondi. Grazie Patriarcato, per i privilegi che mi regali come Maschio Alfa del NWO! Soldi facili e stangone come se piovesse. [Intanto il bucato lo tiri fuori tu! ndThunderstruck] [La parola d’ordine è una sola: PANINERE! E PANINERAI! ndNinth]
Il servizio prosegue con una intervista all’oncologo di nome Claudio Pagliara, ma un’analisi attenta rivela qualcosa di più scandaloso.
Anzitutto ci troviamo davanti a un caso in cui l’iscrizione all’albo non è garanzia di professionalità: nonostante le specializzazioni conseguite, l’oncologo in questione pratica e diffonde le teorie della medicina olistica. Per chi non lo sapesse, trattasi di “medicina alternativa” – fuffa – secondo la quale
a person is not just a body with physical parts and systems, but is a spiritual being as well. The mind and the emotions are believed to be connected to this spirit, as well as to the body.
Per raggiungere questa condizione, il medico olistico a volte evita di prescrivere interventi o medicinali spesso necessari e, con estrema presunzione, suggerisce “alternative” come la preghiera (!), la meditazione (!!) e le diete più strampalate che mirano a “correggere” il “benessere” del paziente. Insomma, meglio non curare la malattia, ma solo la sua espressione.
E no, non è valida neppure come “complemento alla medicina tradizionale”: perché mai dovremmo integrare qualcosa che non è stato dimostrato come “funzionante” dal metodo scientifico, tra l’altro rifiutato da chi propina questa pagliacciata, solo perché a suo dire “migliorerebbe l’efficacia della medicina tradizionale”?
La medicina olistica traspare dalle stesse parole del Pagliara nel video:
l’essere umano […] non si nutre di solo pane, e ha diverse dimensioni tra qui quella sociale, psicologica, sessuale e spirituale.
Il dubbio sussiste anche visitando il suo sito: un eldritch pubblicitario che sfrutta la “professionalità” a cui rimanda la figura oncologica per distribuire la sua pseudoscienza come complementare. E lo fa attraverso libri autopubblicati, eludendo così il giudizio della comunità scientifica. Basti leggere la descrizione di uno dei suoi libri per capirne la logica di marketing.
[…] un percorso finalizzato a conoscere i saperi ed i segreti della Medicina Olistica al fine di rendere la tua vita più ricca, energetica ed entusiasmante. Nel caso, invece, in cui tu sia affetto da qualche malattia, ti viene offerta l’opportunità di scoprire le immense risorse che puoi utilizzare per guarire con più efficacia ed efficienza. La medicina olistica per prevenire o curare la singola malattia non si focalizza esclusivamente sul singolo organo ammalato, ma si interessa della cura dell’essere umano nella sua globalità[,] anche delle sue dimensioni immateriali (psicologica, sociale, spirituale e sessuale) e della cura del suo ambiente di vita e di lavoro.
E come vorrebbe farlo, di grazia? Tra le soluzioni c’è il cambio dell’alimentazione, attraverso la quale è possibile “prevenire o curare il cancro”. Voi direte, “ma il libro che suggerisce questo cambio viene distribuito gratuitamente al momento in cui si registra la mail al suo sito”. Non cambia nulla: non c’è alcuna dimostrazione scientifica a supporto della scomparsa del tumore dopo aver cambiato regime alimentare. Un oncologo dovrebbe saperle bene queste cose… o sbaglio?
Per un libro gratuito che viene condiviso, si dovrà recuperare qualche soldino. Quale trampolino pubblicitario migliore di un telegiornale nazionale per trasmettere fuffa senza il controllo delle autorità? E perché non puntare proprio su quelle paure legittime – il cancro, appunto – per attirare meglio l’attenzione e scatenare una necessità fasulla?
Dopo una breve digressione sulla sua definizione, l’anchorwoman chiede al nostro oncologo olistico – non riesco a credere di aver scritto queste due parole insieme! – “quanto conti il cervello” nella condizione patologica. Questa la risposta del fuffaro:
Il cervello conta tantissimo, perché produce dei potenti veleni e dei potenti farmaci, per cui noi spesso ci autoinquiniamo oppure creiamo le condizioni per un percorso di guarigione più facile.
In pratica si rifà ai concetti di effetto placebo ed effetto nocebo, ovvero gli effetti dell’autoconvinzione sulle persone. Su questa base si fonda tutta la fuffa omeopatica che pretende di curare tutti i mali con semplice acqua e zucchero: se funziona, è merito del dottore che te l’ha consigliata; se non funziona, è sicuramente colpa tua che non hai creduto abbastanza nel suo funzionamento. Capite bene la violenza psicologica nascosta nella pseudoscienza, vero?
Va detto che il concetto di effetto placebo è già sfruttato ampiamente soprattutto nei trial clinici della tanto vituperata “medicina tradizionale”. Quando si compie un test sul possibile funzionamento di un nuovo farmaco, viene impiegato un procedimento chiamato “del doppio cieco”. Esso consiste nella somministrazione del farmaco col principio attivo e una mera “pallina di zucchero”.
Il paziente è il primo cieco, perché non sa se quello che sta assumendo sia il farmaco oppure lo zuccherino; chi somministra è il secondo cieco, neppure lui sa se il farmaco che sta somministrando è semplice zucchero. Questo procedimento permette di capire se i “sensibili miglioramenti” decantati siano concretamente presenti o se siano frutto di suggestione: per questo i medici parlano di medicinali che “non superano la prova placebo” quando il netto dei benefici presumibilmente riscontrabili dal farmaco non superano quelli del placebo. In poche parole, il farmaco non serve a nulla se non va oltre l’autoconvincimento che funzioni.
Cosa c’entri questo con l’autoguarigione? Niente. Non è convincendoci di stare bene o illudendoci di guarire con una preghierina o la sola meditazione che si guarisce dal cancro. Di nuovo: un oncologo dovrebbe sapere bene queste cose.
Il fantomatico “studio scientifico” che proverebbe i benefici della ciarlataneria olistica verrebbe – senza essere nominato – da uno studio pubblicato sul Lancet. Lo studio esiste, risale al 1989 ed è considerato uno dei picchi massimi nel trattamento della depressione da cancro. Sì, esatto, stiamo per parlare di acqua calda che non c’entra nulla con il “guarire da soli”.
Una selezione di 86 donne affette da una forma neoplastica è stato così suddiviso: a 36 di queste – costituente il control group – è stato solo somministrato un trattamento medico; alle restanti 50, facenti parte dell’intervention group, è stato consigliato di far parte anche di un gruppo in cui viene incentivato il supporto reciproco tra i partecipanti e l’espressione delle prorpie emozioni. Ripetiamolo: a un gruppo di donne è stato somministrato un farmaco ed esprimere le proprie emozioni in un gruppo ben coeso. Entrambe le cose, non una o l’altra. Qual è stato il risultato?
[S]urvival from time of randomisation and onset of intervention was a mean 36.6 (SD 37.6) months in the intervention group compared with 18.9 (10.8) months in the control group, a significant difference. Survival plots indicated that divergence in survival began at 20 months after entry, or 8 months after intervention ended.
Lo studio ha aperto il campo a una grande verità: anche la mente gioca un ruolo fondamentale nel trattamento del tumore. A distanza di anni si parla ancora di “correlazione”, ma molti studi si muovono in questa direzione e i risultati li vediamo ancora adesso: trascurarsi o abbandonarsi ha ricadute pessime a livello sistemico, il che si aggiunge allo stress provocato dalla presenza del tumore. Per capirne di più, leggete l’articolo pubblicato dalla Fondazione Veronesi – si parla di un altro studio più grande e numeroso, ma il succo è sempre quello.
Questo dimostra forse l’autoguarigione? ASSOLUTAMENTE NO. Le donne hanno socializzato e costituito un gruppo ben coeso. Hanno capito di non essere sole e hanno risposto in maniera sorprendentemente positiva. Non sono “guarite” dal cancro da sole: hanno comunque subito un intervento necessario che ha avuto il suo esito, ma è stata la risposta a essere degna di nota. Ancora una volta la Medicina “tradizionale” tanto vituperata ha avuto successo, perché l’intervento sul cancro ha funzionato!
In questo caso, il test ha spiegato come un’attitudine diversa nei confronti della malattia migliora sensibilmente i tempi di recupero da una malattia. Asserire che questi studi siano la prova dell’autoguarigione è un modo come un altro di turlupinare l’ingenuo e il disperato.
Criminoso da parte del TG1 non contrastare questa becera propaganda alternativa: un assist clamoroso per il sedicente oncologo olistico, il quale ne approfitta per uno spaventoso spottone a se stesso. Consiglia di comprare il suo libro, è tutto scritto lì; lui è oncologo, è “autorevole”… peccato si tratti di una collezione di fuffa olistica in autopubblicazione.
Io direi che sarebbe ora di denunciarlo all’ordine. Che ne direste di fargli vivere una settimana di soli lunedì?
Restate scettici, restate al sicuro. Diffidate da questa fuffa.
Il Ninth
(theninth chiocciola butac punto it)
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