Napoli

Italiani intercettati per sbaglio, quattro indagati e due società sotto sequestro nell'inchiesta sul software spia

Il procuratore di Napoli Giovanni Mellillo: "Complessa architettura sotto indagine"

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Due società sotto sequestro e quattro indagati. È il quadro dell'inchiesta della Procura di Napoli sul software "spia" Exodus. L'ufficio diretto dal procuratore Giovanni Melillo ipotizza i reati di introduzione abusiva in sistema informatico e violazione della privacy nei confronti dell'imprenditore calabrese Giuseppe Fasano, titolare di ESurv, la società che ha progettato e sviluppato il software, e di Salvatore Ansani, dirigente di ESurv.

Il procuratore Melillo parla, in una nota, di "complessa attività di indagine finalizzata all'accertamento di gravi reati collegati alla gestione di software utilizzati per l'intercettazione di comunicazioni telematiche con captatore informatico," inchiesta che ha consentito di acquisire elementi indiziari circa "l'architettura e i criteri di gestione della sofisticata infrastruttura informatica" tanto da motivare il sequestro firmato dal giudice Rosa De Ruggiero che ha colpito, oltre alla ESurv di Catanzaro, anche un'altra società, la Stm, con sede a Roma.

Sono state eseguite perquisizioni e acquisizioni di informazioni "in numerosi luoghi del territorio nazionale" perché i reati ipotizzati riguarderebbero tutto il Paese. Tanto che da mesi è stato avviato il coordinamento con altre Procure del territorio "per ridurre l'impatto del sequestro della infrastruttura informatica individuata come illecita per non pregiudicare le attività di indagine"