Artemisinina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Artemisinina
Nome IUPAC
(3R,5aS,6R,8aS,9R,12S,12aR)-3,6,9-trimethyloctahydro-3H-3,12-epoxy[1,2]dioxepino[4,3-i]isochromen-10(12H)-one
Nomi alternativi
arteannuina
qinghaosu
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC15H22O5
Massa molecolare (u)282,332 g/mol
Numero CAS63968-64-9
Numero EINECS700-290-5
Codice ATCP01BE01
PubChem68827
DrugBankDB13132
SMILES
O=C1OC2OC3(OOC24C(CCC(C)C4CC3)C1C)C
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)1,24 ± 0.1
Temperatura di fusione152-157 °C
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Orale
Indicazioni di sicurezza
Frasi H---
Consigli P---[1]

L'artemisinina è un principio attivo estratto dall'artemisia annuale (Artemisia annua) impiegato nella lotta alla malaria[2] e pertanto rientra nella categoria degli antimalarici. È stato isolato per la prima volta nel 1972 dalla farmacista cinese Tu Youyou da lei denominato qinghaosu (青蒿素S, qīnghāosùP). Grazie a questa scoperta è stata successivamente insignita nel 2015 del premio Nobel per la medicina.

L'artemisinina è uno schizonticida ematico molto potente e rapido la cui struttura chimica è diversa da qualsiasi altro farmaco anti-malarico ma si stanno verificando molti casi di resistenza nel sud-est asiatico[3] L'artemisinina si trova in compresse o capsule da 250 mg e in supposte da 100 mg per i bambini. La di-idro-artemisinina è un altro derivato per terapia orale. L'artemetere è un derivato dell'artemisinina che è disponibile per terapia orale e intramuscolare. L'artesunato si trova in formulazione per terapia endovenosa o intramuscolare.

  • La dose totale di artemisinina nell'adulto non deve superare i 2.5g (40 mg/kg) che corrisponde a 600 mg (10 mg/kg) di artemetere orale, diidroartemisinina o artesunato di sodio (parenterale, cioè non somministrato per ingestione). L'artemetere intramuscolo non deve superare i 320 mg (6 mg/kg).
  • La somministrazione parenterale dei derivati dell'artemisinina dovrebbe essere limitata al trattamento delle forme di malaria severa.

Malaria grave: artesunato di sodio in terapia parenterale, prima dose 120 mg (2 mg/kg) seguita da due dosi di 1 mg/kg a distanza di 12 ore, poi 1 mg/kg/die fino a quando il paziente non sia in grado di passare alla terapia orale per una dose cumulativa successiva di 10 mg/kg.

  • Forme non complicate di malaria da Plasmodium falciparum multifarmaco-resistente si trattano con un'associazione artesunato-meflochina: artesunato 2mg/kg al primo giorno, artesunato 1mg/kg + meflochina 15mg/kg al secondo giorno, artesunato 1mg/kg + meflochina 10mg/kg al terzo giorno.[senza fonte]

Il principale problema di artemisinina e derivati è dato dal fatto che spesso non consegue una cura definitiva e, per prevenire le recrudescenze, va eseguito un trattamento associato o supplementare con altri farmaci anti-malarici (meflochina). Sono farmaci generalmente ben tollerati: possono dare episodi di febbre iatrogena.[senza fonte] Possono essere tossici per il feto nel primo trimestre di gravidanza.

L'Artemisinina e i suoi derivati stanno riscuotendo molto interesse nel campo della ricerca, in particolare all'Università di Washington, per la loro capacità di eliminare selettivamente le cellule tumorali. I ricercatori hanno visto che l'Artemisinina, liberando radicali liberi, colpisce selettivamente le cellule contenenti eccessive quantità di ferro (le cellule tumorali ne contengono molto più della media) portandole all'eliminazione.[senza fonte][4]

È stato inoltre osservato un effetto di inibizione della crescita delle cellule di carcinoma epatocellulare.[5]

Produzione biotecnologica[modifica | modifica wikitesto]

L'artemisinina, chimicamente, è un endoperossido sesquiterpene lattone, una molecola con elevata complessità strutturale. Essendo un composto molto utile per il trattamento della malaria, è necessaria una sua massiccia produzione.[senza fonte]

L'artemisinina è estratta dalla pianta Artemisia annua, più precisamente dai tricomi ghiandolari della stessa. Le quantità sono però estremamente basse. Un particolare contributo alla sua estrazione dalla pianta è avvenuto grazie alla ricerche di Tu Youyou, scienziata cinese che ha ricevuto per questo il Premio Nobel per la medicina nel 2015. Youyou Tu ha lavorato sull'Artemisia annua, erba medicinale utilizzata nella medicina tradizionale cinese, la , per curare la malaria. Gli estratti della pianta venivano precedentemente ottenuti bollendo la pianta in acqua; questo però rompeva il debole legame O-O, modificando la molecola, con il risultato che gli estratti non mostravano particolare efficacia perché ne contenevano quantità minime[di quella modificata? O piuttosto di quella non modificata?]. Tu Youyou ha invece condotto queste estrazioni a bassa temperatura riuscendo ad ottenere la molecola senza rompere il legame e quindi quantità significative negli estratti[6].

Anche la sintesi chimica è una via tortuosa: difficile e molto costosa.[senza fonte] Per questo negli ultimi anni ci si sta affidando al sempre più emergente campo delle biotecnologie. Recenti approcci sono basati sostanzialmente sulla biologia molecolare e sull'ingegneria metabolica:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 25.10.2012
  2. ^ Enciclopedia medica italiana, Luciano Vella, USES, 1998 (online su google books)
  3. ^ (EN) Kyaw M Tun, MD, Dr Mallika Imwong, PhDcorrespondenceemail, Khin M Lwin, MD, Aye A Win, MD, Prof Tin M Hlaing, MD, Prof Thaung Hlaing, MD, Khin Lin, MD, Myat P Kyaw, MD, Katherine Plewes, MD, Prof M Abul Faiz, PhD, Mehul Dhorda, PhD, Phaik Yeong Cheah, PhD, Prof Sasithon Pukrittayakamee, MD, Elizabeth A Ashley, MD, Tim J C Anderson, PhD, Shalini Nair, MSc, Marina McDew-White, MSc, Jennifer A Flegg, PhD, Eric P M Grist, PhD, Prof Philippe Guerin, MD, Richard J Maude, MD, Frank Smithuis, MD, Prof Arjen M Dondorp, MD, Prof Nicholas P J Day, FRCP, Prof François Nosten, MD, Prof Nicholas J White, FRS, Charles J Woodrow, MD, Spread of artemisinin-resistant Plasmodium falciparum in Myanmar: a cross-sectional survey of the K13 molecular marker, in The Lancet, 19 February 2015, DOI:10.1158/1078-0432.CCR-08-0197.
  4. ^ Artemisinina contro il tumore del seno | Le Scienze
  5. ^ Experimental Therapy of Hepatoma with Artemisinin and Its Derivatives: In vitro and In vivo Activity, Chemosensitization, and Mechanisms of Action, in Clinical Cancer Research.
  6. ^ Youyou Tu, The discovery of artemisinin (qinghaosu) and gifts from Chinese medicine, su nature.com, Nature, 11 ottobre 2011, DOI:10.1038/nm.2471.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]