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2018/09/04

Alex Jones, il complottismo e i boicottaggi spiegati da Xkcd

Ultimo aggiornamento: 2018/09/05 15:35.

Avrei voluto scrivere un articolo per spiegare tutta la vicenda della chiusura, da parte dei principali social network, degli account di Alex Jones, complottista tanto caro a Donald Trump. Jones lamenta di essere vittima di un complotto (ovviamente, altrimenti che complottista sarebbe) per zittirlo, ma la sua tesi è una fesseria (ovviamente, altrimenti che complottista sarebbe).

Purtroppo il tempo rema contro di me e quindi mi limito a cogliere, finalmente, l’occasione per pubblicare e tradurre questa vignetta ormai classica del sempre saggio Xkcd, che sintetizza perfettamente la situazione:


Annuncio di pubblico servizio: il diritto alla libertà di parola significa che il governo non ti può arrestare per quello che dici. Non significa che chiunque altro debba ascoltare le tue stronzate o ospitarti mentre le condividi.

Il primo emendamento [della Costituzione USA, che sancisce la libertà di parola] non ti protegge dalle critiche o dalle conseguenze.

Se ti urlano contro, se ti boicottano, se cancellano il tuo programma, o se vieni bandito da una comunità su Internet, i tuoi diritti di libertà di parola non stanno subendo una violazione.

Semplicemente, la gente che ti ascolta pensa che tu sia uno stronzo, e ti sta mettendo alla porta.


Lasciando il cursore sopra la vignetta originale compare un commento dell’autore:

"I can't remember where I heard this, but someone once said that defending a position by citing free speech is sort of the ultimate concession; you're saying that the most compelling thing you can say for your position is that it's not literally illegal to express."

che si può tradurre così:

"Non ricordo dove l'ho sentito, ma qualcuno una volta ha detto che difendere un punto di vista citando la libertà di parola è una sorta di sconfitta finale; stai dicendo che la motivazione più convincente che puoi addurre per il tuo punto di vista è che non è letteralmente illegale esprimerla."

Un lettore, Stefano De Santis, citato con il suo permesso, ne ha gentilmente realizzata una versione in italiano:



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