Friarielli

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Disambiguazione – "Friariello" rimanda qui. Se stai cercando il peperone verde dolce, vedi Friarello.
Broccolo friariello di Napoli, Friarielli, Broccoletti
un fascio di friarielli
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioniCampania
Lazio
Calabria
Puglia
Toscana
Basilicata
Zona di produzioneLazio meridionale, Campania, Calabria, Puglia, Basilicata
Dettagli
Categoriaortofrutticolo
RiconoscimentoP.A.T.
Settoreprodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

I friarielli sono le infiorescenze appena sviluppate della pianta Brassica rapa.

Tipici della cucina napoletana, nella quale vengono generalmente preparati soffritti, sono utilizzati in altre regioni d'Italia con denominazioni differenti (broccoli di rapa nel Cilento ed in Calabria, cime di rapa in Puglia, rapini o rapi in Toscana, pulezze nell'Aretino e in Val di Chiana)[1], come pure in Galizia e in Portogallo (grelos), nonché nella cucina cinese (kai-lan).

Non vanno confusi con i friggitelli, peperoni nani verdi dolci campani, anch'essi consumati fritti.[2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo alcuni il nome friariello deriva dallo spagnolo "frio-grelos" (broccoletti invernali),[4] mentre altri ritengono che derivi dal verbo napoletano frìjere (friggere).

Uso in cucina[modifica | modifica wikitesto]

I friarielli vengono generalmente preparati soffritti in olio d'oliva con aglio, sale e poco peperoncino rosso piccante. In questa forma non richiedono una preventiva lessatura, anche se alcuni la preferiscono per conferire al piatto finale una maggior tenerezza.

Come si mangiano[modifica | modifica wikitesto]

Nella cucina napoletana i friarielli formano un binomio quasi indissolubile con la salsiccia, di cui rappresentano il contorno tradizionale. Come cibo da strada, le paninerie vendono infatti panini farciti al momento con salsiccia e friarielli. Nelle pizzerie napoletane non manca mai sul menu anche la pizza con salsiccia, friarielli, grana grattugiato e fiordilatte (da alcuni chiamata "pizza alla carrettiera"). Nelle rosticcerie e in alcuni panifici si preparano pizze ripiene (calzoni) con salsiccia e friarielli. Nelle friggitorie si produce la versione fritta di tale calzone.

In Puglia sono utilizzati per cucinare le orecchiette alle cime di rapa, una delle più famose pietanze della gastronomia regionale.[1] Nella zona della Valdichiana aretina un piatto tipico è rocchi (salsicce) e pulezze, dove quest’ultime, una volta bollite, vengono sminuzzate e saltate in padella con aglio e olio.

Zona di produzione[modifica | modifica wikitesto]

I friarielli sono coltivati prevalentemente nelle aree interne della Campania, soprattutto nella zona nord-est di Napoli, in particolare nei comuni di Acerra, Afragola, Caivano, Cardito, Casoria e Sant'Antimo, nella fascia appenninica (province di Avellino, Benevento), nell'agro nocerino-sarnese, nella provincia di Caserta a Aversa, Mondragone, e nella piana del Sele (Salerno).

Una volta erano coltivati anche nel capoluogo, in particolare nel quartiere collinare del Vomero, che era infatti noto come "il colle dei friarielli".[1]

Col nome di broccoletti, sono anche coltivati nel Lazio centro-meridionale; particolarmente rinomati quelli provenienti dai terreni della fascia pedemontana dei Lepini (comuni di Sezze e limitrofi). In Provincia di Frosinone vengono consumati anche con la polenta, accompagnando il sugo di spuntature e salsicce che la condisce.

In tutta la provincia di Lucca sono coltivati da tempo immemore e sono conosciuti con il nome di rapini; dopo averli lessati vengono soffritti con aglio e salsiccia sbriciolata e serviti come contorno di piatti a base di maiale (famosa la rosticciana con i rapini), oppure se soffritti con aglio e salsicce intere formano un piatto unico (i rapini con la salsiccia). In Lucchesia vengono anche chiamati gallonzori.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Frarielli, una verdura delle proprietà straordinarie, su grandchef.net.
  2. ^ Ragusa, pp. 390-392.
  3. ^ Peperoni dolci: friggitelli o friarelli?, su ilgiornaledelcibo.it, 1º settembre 2009. URL consultato il 19 febbraio 2018 (archiviato il 30 settembre 2017).
  4. ^ I friarielli, su sabap.na.it. URL consultato il 23 aprile 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]