Digita "miserabile fallimento" in Google, salta fuori Bush!

Indagine iniziale: 15 gennaio 2004. Ultimo aggiornamento: 20 gennaio 2004.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo dell'appello

Stavolta non c'è un testo standard, ma semplicemente una segnalazione: digitando "fallimento" o "miserabile fallimento" in Google.it (o gli equivalenti inglesi "failure" e "miserable failure" in Google.com), il primo risultato restituito dal celebre motore di ricerca è la biografia del presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Seguono a ruota, o si alternano al primo posto, altri personaggi importanti (se vi state chiedendo chi è Michael Moore, è l'autore del celebre e controverso documentario Bowling for Columbine).

[schermata di Google che mostra il risultato sorprendente]

Perché è una burla

C'è chi ha ipotizzato che si tratti di un attacco informatico che ha sovvertito il funzionamento del preziosissimo e consultatissimo Google: ci è cascata per esempio l'Adnkronos (http://www.adnkronos.com/Politica/2004/Settimana02da05-01a11-01/internet_060104.html) in un articolo del 6 gennaio 2004, intitolato "'Pirati' in azione sul web - Internet, cerchi 'fallimento' e trovi Berlusconi e Bush":

[schermata della notizia ADNKronos]

L'articolista, Enzo Bonaiuto, parla esplicitamente di un "raid 'pirata' operato da uno sconosciuto 'hacker' sulle pagine Web".

Le cose non stanno affatto così: nessun vandalo informatico ha violato la sicurezza di Google. Si tratta semplicemente di un gioco noto da tempo fra gli smanettoni e noto come Googlebombing: consiste nell'usare mezzi leciti per indurre Google a restituire risultati inattesi e sorprendenti, preferibilmente con valenza politica satirica. Il bello è che non richiede, come potreste immaginare, lo sforzo concertato di un gran numero di utenti. Ne basta meno di una cinquantina.

Come si fa? Probabilmente già sapete che Google ordina i propri risultati in base a numerosi criteri, uno dei quali è il numero di pagine Web differenti che contengono le parole cercate, usate come link che conduce a una determinata pagina. Il ragionamento che sta dietro a questo criterio è che se una pagina viene linkata da molte pagine differenti usando le medesime parole, vuol dire probabilmente che si tratta di una pagina utile o importante per chi sta cercando quelle parole. Confusi? Niente paura, tra un attimo faccio un esempio.

Per effettuare un Googlebombing è sufficiente creare un discreto numero di pagine distinte, sparse su più siti, tutte contenenti l'esatto medesimo link. Fatto questo, si sottopongono a Google le pagine contenenti il link è il gioco è fatto.

Supponiamo per esempio che vogliate perpetrare un Googlebombing ai danni di Manuela Arcuri, in modo tale che chiunque digiti in Google le parole "son tutte rifatte" si trovi come primo risultato "www.manuelaarcuri.it". E' sufficiente includere in un buon numero di pagine Web il medesimo link:

<a href="http://www.manuelaarcuri.it">"son tutte rifatte"</a>

e sottoporre quelle pagine a Google presso

http://www.google.it/addurl.html (per Google.it)

oppure

http://www.google.com/addurl.html (per Google.com)

Entro breve tempo il Googlebombing avrà effetto.

Il bello è che più è raro e insolito il testo usato come chiave del link, più è piccolo il numero di pagine distinte (e quindi di utenti) che è necessario coinvolgere. In altre parole, è sufficiente un gruppetto limitatissimo di utenti per sovvertire il normale funzionamento di Google. Secondo Newsday (http://www.newsday.com/business/ny-bzgoog1206,0,2339508.story?coll=ny-business-headlines), la burla ai danni di Bush è stata realizzata inserendo il link in non più di una trentina di pagine Web.

L'idea del Googlebombing è a quanto pare di Adam Mathes (http://uber.nu/2001/04/06/), che l'ha concepita e battezzata nel 2001.

Naturalmente non potevano mancare tentativi nostrani di Googlebombing, e uno dei bersagli è stato Silvio Berlusconi, alla cui biografia (http://www.palazzochigi.it/Presidente/Biografia/biografiait.html) si è cercato di associare le parole "miserabile fallimento" e "basso di statura" a fine dicembre 2003.

A quanto pare la cosa ha funzionato per qualche tempo, ma poi è arrivata la contromisura. Infatti dopo il successo iniziale, per cui digitando le parole chiave Google presentava il sito della biografia di Berlusconi, il webmaster del sito ha modificato la pagina citata dal Googlebombing, immettendo nell'HTML della pagina un codice (noindex) che, come spiegato presso http://www.html-reference.com/META_name_googlebot.htm, ordina a Google e agli altri motori di ricerca di non includere la pagina fra i loro risultati. In pratica, la pagina della biografia di Berlusconi è diventata invisibile e irraggiungibile tramite qualsiasi motore di ricerca, come potete verificare cercandone una qualsiasi frase (per esempio "sviluppare varie iniziative, inserite, come tutte le altre società"). Un rimedio decisamente estremo, insomma.

Commenti o segnalazioni?

Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!