Con la "portability" cellulare non sai più quanto spendi

Indagine iniziale: 28 ottobre 2004. Ultimo aggiornamento: 26 novembre 2004.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo della catena di sant'Antonio

Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, circola un messaggio il cui contenuto è grosso modo il seguente (ho evidenziato i concetti salienti in grassetto):

I gestori fanno tanta pubblicità al servizio di number portability (la possibilità di passare da un gestore all'altro
mantenendo il vecchio numero del telefonino) ma nessuno di loro spiega quanto l'adesione a macchia di leopardo a questo servizio stia costando a noi ignari consumatori.
 
Mi spiego meglio. La maggior parte dei contratti (siano essi con abbonamento o con prepagate), come ben sapete, prevedono un costo molto basso per le telefonate fra clienti dello stesso gestore (solitamente 10 o 12 cent al minuto) ma costi ancora sproporzionalmente alti per telefonate effettuate all'indirizzo di un abbonato di un gestore diverso dal proprio (per le quali si arriva a pagare anche a 25 e più cent al minuto).

Oggi, a causa della possibilità offertaci di migrare da un Gestore all'altro senza cambiare il proprio numero del cellulare, il prefisso non identifica più il gestore (prima i 340, 347, 348, 349 etc eravamo certi fossero vodafone e i 335, 337, 338, 339, 333, etc eravamo certi fossero tim) e anche quelle telefonate che pensiamo costino poco possono in realtà costarci parecchio! (Ad esempio una telefonata di 10 minuti fatta pensando che costi, fra scatto alla risposta e tariffa, intorno a 1,3 euro, potrebbe in realtà costarvi 3 euro!)
 
Un modo per risparmiare, o comunque per sapere se la telefonata che stiamo per fare ci costerà poco o molto, in realtà esiste, ma come è logico nessun gestore lo pubblicizza perchè è maggiore l'interesse a mantenere i propri clienti all'oscuro della cosa.
 
Prendete nota: sarà sufficiente anteporre al numero che si sta chiamando un codice numerico (456 per i clienti vodafone, 4884 per i clienti tim) affinchè una gentilissima e "gratuita" voce di donna ci comunichi a che gestore oggi appartiene il numero che stiamo chiamando per poi lanciare in automatico la chiamata che, saremo liberi di accettare, rifiutare o, se necessaria, rendere più breve possibile).
 
Immagino che lo stesso servizio sia garantito anche dagli altri gestori (3 e wind) e che sia sufficiente chiedere il codice da anteporre alle chiamate ai rispettivi servizi clienti.
 
Buone telefonate (senza sorprese) a tutti!
 
p.s. l'argomento trattato mi sembra meritevole di Attenzione. fate girare questa mail fra i vostri ignari amici e conoscenti ve ne saranno grati!


Origini e datazione

Le prime segnalazioni dell'appello al Servizio Antibufala risalgono al 7 ottobre 2004. La prima traccia di quest'appello nei newsgroup, secondo Google Groups, risale all'8 ottobre 2004.

Perché non è una bufala (ma manca qualche dettaglio)

Il concetto di base dell'appello è esatto: con l'introduzione della possibilità di cambiare gestore senza cambiare numero di telefonino, è scomparsa la tradizionale corrispondenza fra prefisso e operatore ed è quindi diventato più difficile sapere quanto si spende. Quando c'era questa corrispondenza, infatti, bastava guardare il prefisso della persona da chiamare per sapere (a patto di avere buona memoria) a quale operatore apparteneva il cellulare di quella persona e capire se la chiamata avrebbe beneficiato o meno della riduzione di costo prevista molto spesso nel caso di telefonate fra utenti dello stesso operatore. Ora non è più così.

Faccio un esempio. Immaginate che Aldo sia un utente Tim il cui contratto prevede uno sconto per le chiamate fatte ad altri utenti Tim. Ai tempi in cui i prefissi erano rigidamente assegnati agli operatori, ad Aldo bastava guardare il prefisso del cellulare della sua spasimata Brigitta per sapere quando gli sarebbe costato dirle quanto l'adora. Se era per esempio 338, sapeva che Brigitta era una cliente Tim e che quindi le parole d'amore gli sarebbero costate meno. Se era invece 347, sapeva che Brigitta era una cliente Omnitel (ora Vodafone) e che quindi sussurrarle frasi romantiche avrebbe comportato un salasso maggiore. Meglio dunque essere concisi e andare al sodo.

Ora che ad Aldo non basta più guardare il prefisso per sapere se Brigitta ha il suo stesso operatore, il costo della chiamata diventa meno trasparente. Anche se Aldo e Brigitta hanno lo stesso prefisso, infatti, potrebbero essere clienti di operatori diversi (perché hanno cambiato operatore mantenendo invariato il numero di telefonino, secondo le regole della "number portability") e potrebbero quindi non beneficiare degli sconti talvolta previsti per le chiamate fra utenti dello stesso operatore.

Questo drammatico problema si risolve in un modo molto più semplice e universale di quanto afferma l'appello. Per sapere se un numero di cellulare ha il vostro stesso operatore telefonico (Tim, Wind, Vodafone, 3) o no, digitate il codice numerico 456 e poi componete il numero da verificare. Una voce darà informazioni sull'operatore di appartenenza di quell'utente. Il servizio è gratuito e vale, con modalità accessorie diverse, per tutti gli operatori cellulari.

La situazione è riassunta con chiarezza da un articolo pubblicato da Prontoconsumatore.it (http://www.prontoconsumatore.it/detail.asp?IDN=2753), che specifica che oltre al numero universale 456 alcuni operatori offrono spesso un altro numero e propongono opzioni personalizzate, descritte nell'articolo.

Le informazioni sul servizio di trasparenza tariffaria offerto dai singoli operatori sono attualmente disponibili nelle seguenti pagine Web:

Dato che i siti degli operatori sono soggetti a frequentissimi aggiornamenti, se questi link non funzionano, usate Google immettendo le parole "trasparenza tariffaria" fra virgolette e/o "MNP" seguite da "site:" e dal nome del sito dell'operatore che vi interessa (per esempio "trasparenza tariffaria" site:www.tim.it).

In sintesi, l'appello è comunque fuorviante perché fa sembrare le cose molto più complicate di quello che sono. Secondo l'appello, ci sarebbero numeri diversi per i vari operatori, ma in realtà c'è il numero unico 456; inoltre l'appello insinua che il servizio non sia gratuito, ma in realtà lo è.

Aggiornamento (26 novembre 2004): i test dei lettori

A seguito di alcune segnalazioni di inesattezze nel testo originale di quest'indagine, ho chiesto ai lettori di fare alcuni test componendo il 456 per vedere esattamente cosa succede quando si interroga il servizio di trasparenza per sapere se l'utente con il quale vogliamo parlare ha o no il nostro stesso operatore.

Risulta che non tutti gli operatori si comportano allo stesso modo: alcuni identificano l'operatore del numero chiamato, altri si limitano a dire che si tratta di altro operatore; alcuni inoltrano la chiamata dopo il messaggio informativo, altri no.

Ecco in sintesi i risultati di circa 300 test (a proposito, grazie per la collaborazione):

Commenti, critiche e segnalazioni

Se avete informazioni o correzioni da fornire a quest'indagine, scrivetemi: il mio indirizzo è topone@pobox.com.