Un vero e proprio "pacco" postale!

Indagine iniziale: 29 settembre 2003. Ultimo aggiornamento: 29 novembre 2004.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Il testo dell'appello

Solitamente non mi occupo di truffe di questo genere, ma faccio un'eccezione perché la segnalazione del caso specifico dell'"assegno-remboursement" si diffonde via e-mail come una catena di sant'Antonio. Ecco il testo più ricorrente:

ATTENZIONE!!!
Se vi arriva a casa un plico proveniente da 'Incass.Comunale dei Contribuenti - Via Piave 61 - Roma' contenente 'Documenti Importanti -Assegno Remboursement' non ritirarlo perchè NON si tratta di un rimborso fiscale o cose del genere ma soltanto cartaccia. Il problema sta nel fatto che la busta viene consegnata direttamente dal postino che richiede il PAGAMENTO di 10,33 euro. E' una truffa segnalata da Altroconsumo.

Perché NON è una bufala

Molto semplice: perché Altroconsumo l'ha effettivamente segnalata a settembre 2003 presso una pagina Web, che però non esiste più (http://www.altroconsumo.it/map/src/37171.htm), e perché a novembre 2004 sono stati identificati i suoi perpetratori.

La segnalazione di Altroconsumo diceva che "L'allarme arriva dall'Agenzia delle Entrate: sono attualmente in circolazione plichi postali che possono essere scambiati per comunicazioni del fisco, ma che invece servono solo a spillare soldi a chi li riceve."

Stando ad Altroconsumo, quindi, la fonte della segnalazione è l'Agenzia delle Entrate: e in effetti la Direzione Regionale della Lombardia dell'Agenzia ha pubblicato un comunicato, datato 25 luglio 2003, a proposito di questa truffa (http://webdre.finanze.it/Comunicati/PlicoFrodeContrib.htm). Questo comunicato è tuttora consultabile in Rete.

Diceva Altroconsumo che "la fregatura funziona così: il postino recapita una busta che riporta in evidenza le scritte “Documenti Importanti” e “Assegno - Remboursement”, il cui mittente è una fantomatica Incass.Comunale dei Contribuenti, via Piave 61, 00187 Roma. Il ritiro avviene per contrassegno: il postino consegna al destinatario il documento solamente dietro pagamento di 10,33 euro. Chi accetta, pensando che si tratti di un rimborso fiscale o di un’'mportante comunicazione, rimane deluso. All'interno della busta ci sono infatti solo fogli privi di valore, rispetto ai quali il fisco è, naturalmente, totalmente estraneo."

Secondo la segnalazione di un lettore, la dicitura "Assegno Remboursement" non è insolita e non deve far pensare a un possibile rimborso da parte del Fisco: è infatti, scrive il lettore, "la dicitura tipica del triangolino arancione che per le Aziende Postali Ufficiali aderenti all'UPU (Unione Postale Universale) identifica le spedizioni c.d. 'in contrassegno', ovvero quegli oggetti postali (solitamente pacchi e/o raccomandate), che si pagano direttamente all'operatore postale che consegna al destinatario, quindi credo che sia normale che debba comparire sul plico sospetto".

Come consigliava Altroconsumo, "se vi arriva un plico di questo genere, non pagate e non ritiratelo. In caso siate già caduti nella trappola, segnalate al più presto la truffa in procura o alla polizia postale."

Stando al comunicato dell'Agenzia delle Entrate, il "documento importante" contenuto nella busta è "privo di valore economico, tratto da un sito Internet effettivamente esistente, i cui curatori si dicono del tutto estranei all'iniziativa."

Questa è soltanto una delle tante truffe basate sul medesimo meccanismo: un documento che proviene da un mittente il cui nome ingannevolmente somiglia a quello di un'autorità e che contiene un bollettino di pagamento oppure, come in questo caso, è spedito in contrassegno. In guardia, dunque, anche contro le inevitabili varianti future!

Aggiornamento (novembre 2004)

Dopo un periodo di quiete, l'appello ha ripreso a circolare intensamente a novembre 2004. Tuttavia, come segnalato da un lettore (press), a ottobre 2003 il sito News2000.it ha annunciato che la Polizia Postale ha identificato i responsabili della truffa e quantificato il maltolto.

La notizia, a firma di Daniele Passanante, riferisce che "la truffa dei finti rimborsi postali questa volta non è una bufala e anzi è stata sventata dalla Polizia postale di Pisa. [...] La "Incass. comunale dei contribuenti" di Roma era il mittente delle buste, dietro il quale si celavano gli organizzatori della truffa, individuati dalla polizia postale: A.M.H, nato nel 1969 e R. C. nato nel 1971, entrambi laureati, esperti di informatica e titolari di un internet point a Pisa. [...] Il conto corrente sul quale sono stati versati oltre 20mila euro era invece intestato a un cittadino di origine extracomunitaria. [...] La truffa sarebbe passata inosservata se i due autori, secondo la Polizia esperti di informatica, non avessero citato nelle buste per rendere più credibile la truffa il sito Contribuenti.it, del quale è titolare il commercialista napoletano Vittorio Carlomagno coinvolto come parte offesa. Proprio Carlomagno ha presentato in data 15 luglio 2003 una denuncia contro ignoti segnalando la propria completa estraneità ai fatti. Le buste inviate ai professionisti contenevano infatti copia dei documenti scaricabili dal sito."

La notizia segnala un particolare importante: "«Si tratta di un reato a querela di parte, ma se non viene presentata una denuncia, cade la possibilità di procedere. C'è anche il rischio che si fermi tutto». La Polizia postale invita pertanto chi è stato truffato a presentare una querela in cui si esprima la volontà che l'autore del reato venga identificato e perseguito."

E' quindi presumibile che la truffa sia stata interrotta e che pertanto l'appello sia ormai inutile. Resta valida la raccomandazione di non pagare in contrassegno qualsiasi plico inatteso, a prescindere dalla dicitura che reca.

Ringraziamenti

Grazie ai tanti lettori che mi hanno segnalato le fonti dalle quali attingere conferme di questo appello: fra i tanti, cito in particolare simeonem, steo.toro, mario.bel***do, reccina.

Commenti o segnalazioni?

Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!