sabato, settembre 05, 2009

Le dimissioni del nostro CEO

14 milioni di dollari è la “buona”uscita del nostro Amministratore Delegato John Swainson.

Aveva iniziato il suo mandato con un valore delle azioni oscillante dai 25 ai 30 dollari, ma nell’ultimo anno il prezzo di mercato è quasi sempre stato sotto i 20 dollari (con un picco intorno ai 14,50 ad Ottobre 2008).

A seguito dell’annuncio l’azione CA ha perso oltre il 7% del suo valore. Il mercato evidentemente aveva apprezzato il suo operato che, se da una parte aveva rinnovato l'unità di vendita per migliorare i contratti di monitoraggio e reporting finanziario, dall’altro ha tagliato più di 3.000 posti di lavoro (anche la realtà italiana è stata pesantemente impattata da questa operazione!) e spostato alcuni uffici verso paesi con salari più bassi per ridurre i costi operativi.

Se valutassimo la sua performance con il valore dell’azione dovremmo dire che i suoi risultati sono negativi. Eppure se rapportiamo i 14 milioni di buonuscita ai 3000 posti di lavoro persi.... potremmo dire che ogni posto tagliato è stato valutato ben 4.666 dollari per il nostro A.D. (e quindi che l’Italia, con almeno 100 colleghi espulsi, contribuisce alla sua liquidazione per oltre 466.000 dollari!).

sabato, maggio 30, 2009

Relazione del governatore della Banca d'Italia - uno Stato folle

Relazione di Draghi
di Viviana Vivarelli




Ha detto il Governatore di Bankitalia: “Se non si faranno riforme, gli altri paesi europei usciranno dalla crisi, noi no.”


Ma riforme strutturali non se ne vedono e quelle che sono state richieste dal Pd sono state respinte. Poi però si continua a dire che il Pd di proposte non ne fa.
L’Italia ha preso a scivolare in basso molto prima della crisi. Sono 15 anni che B passa da un governo a un altro e sono 20 anni che le imprese sono ferme e non investono, aumentano i profitti solo riducendo i salari e i diritti del lavoro e usando a man basso i precari. La gente non ha soldi da spendere ma le tasse restano le più alte d’Europa con salari che sono i più bassi d’Europa e un sistema perverso che falcidia gli onesti e i meritevoli e usa il lavoro come leva elettorale-


Forse B intende abbassare le tasse, o aiutare i disoccupati? Forse vuole aumentare gli ammortizzatori sociali e incentivare i salari e dunque far riprendere i consumi? Non ci pare. Forse ha un solido piano di investimenti in opere pubbliche di grande necessità? Nemmeno. Ha imboccato la via obamiana di scuola, ricerca e energie verdi? Manco per idea. Forse sta aiutando il credito a riaprirsi? Non lo ha fatto. Il futuro è nero e, grazie a lui, è più nero che nel resto d’Europa. E allora come fa a parlare in modo così sgangherato di relazione berlusconiana? Di Draghi ottimista? Ma gli fuma il cervello con tutta la coca e le donnine che consuma?


Abbiamo in cassa integrazione già l’8,5% dei lavoratori e se B e Tremonti continueranno a non far niente e ad occuparsi solo di favorire la mafia e far salire i vantaggi presidenziali, saliranno al 10%. Altro che fiducia e ottimismo! Altro che venirci a dire che siamo già fuori dalla crisi!Il nostro sistema di protezione sociale fa schifo. Negli altri paesi d’Europa un disoccupato è aiutato. Da noi no. B ha da pensare a donnine e festini. Si occupa solo dei giudici che possono incriminarlo per pedofilia e corruzione. E’ troppo concentrato sui suoi vizi e reati per occuparsi del paese.



Dunque aspettiamoci altri disoccupati, altre imprese che chiudono, altro calo dei consumi, altro dolore sociale. B non ha tempo di occuparsene, deve fare festini da basso impero, deve rifarsi il trucco e la faccia, deve raccontare balle al paese, deve attaccare i giudici come “grumi eversivi”, quando qui l’unico eversore visibile è lui che rifiuta le riforme che salvano il paese, che offende la legge morale e penale, che deruba il fisco, che affossa l’Italia, che distrugge la democrazia.Non ci pare che Draghi copi affatto l’ottimismo berlusconiano. La sua relazione è tragica. Le sue richieste sono identiche a quelle di Franceschini: occorrono ammortizzatori e subito perché “ci sono 1,6 milioni di lavoratori che non avranno diritto ad alcun sostegno se licenziati”. Occorre migliorare le attuali difese sociali, che in Italia sono peggiori del resto dell’UE. “La crisi ha reso più evidenti le vecchie manchevolezze del nostro sistema di protezione sociale che è frammentato” e lascia troppi scoperti.


Draghi chiede un intervento sulle banche dell’indegno Tremonti che le spinga a dar credito alle imprese sane, soprattutto quelle piccole, con meno di 20 dipendenti, che sono centinaia di migliaia e che chiuderanno se non si riaprono i cordoni del credito (a loro e non ai grossi carrozzoni insolventi amici del potere).
E’ poi necessario che lo stato riduca la sua spesa corrente (gli sprechi della casta che B e Tremonti non intendono affatto toccare).
Draghi chiede purtroppo ancora di alzare l’età pensionabile a 65 anni, quando l’Istat ci dice che l’italiano medio ha tra i 40 e 50 anni ed è disoccupato. Quale pensione avrà chi è disoccupato?


Per risanarci c’è un sistema infallibile: combattere l’evasione che nasconde il 15% dell’attività economica.
Ma chi dovrebbe farlo? Un premier indagato per evasione fiscale?! Per aver corrotto un testimone e portare nei suoi paradisi fiscali i miliardi che ruba al popolo italiano? E per avere alle spalle una serie di processi a cui è scampato con mezzi illeciti e in cui compare come imputato di evasione? Non ci pare proprio la persona più adatta.


Draghi dice chiaramente che se si vuole essere più competitivi, occorre “elevare la qualità e quantità del capitale umano e delle infrastrutture fisiche”. Ma se B ha tagliato scuole, università e ricerca! Non è esattamente il contrario di quel che si deve fare?


Ma come si fa a essere più razionali e competitivi, come dice Draghi, se le opere pubbliche sono furti colossali protetti dallo Stato? Se “un km di autostrada può costare più del doppio che in Francia o in Spagna”!
Se, malgrado l’enorme scandalo delle discariche, degli abusi, dello scempio del territorio, Bertolaso insiste a calpestare piani regolatori e poteri degli enti locali per salvare imprenditori disonesti e procede a man bassa allo stupro di tutto quello che c’è?
Se si continua con poteri speciali e piani obiettivo per favorire amici degli amici, mafiosi e inquisiti!Se si eliminano i magistrati scomodi che indagano sui furti pubblici, sulle opere pubbliche, sugli intrallazzi di stato! Se quando appare un critico o un moralizzatore della grande corruzione pubblica, lo si aggredisce immediatamente come comunista? E se un giudice vuol fare chiarezza, ci si mette addirittura il CSM a castrarlo e ad avocargli inchiesta e poteri?
Ma come si fa a sperare in una uscita dalla crisi in queste condizioni da basso impero con gli organi di controllo ormai gravemente compromessi nel marcio generale, quando lo stesso Presidente della Repubblica firma con sconcertante rapidità un Lodo Alfano che è una bestemmia urlante verso la democrazia e la Corte Costituzionale si prende addirittura un anno per esaminarlo, ignorando i processi a un premier fortemente sospetto che sono sospesi in attesa di poterlo imputare di delitti che altrove lo avrebbero cacciato al solo nominarli?
Come si fa in un paese così ridotto a non trovare tra mille parlamentari 63 che votino la mozione di sfiducia a Berlusconi? Come si fa ad assistere impotenti alla resa miserevole della stampa, della magistratura, dell’opposizione, della chiesa persino di fronte a tanto massacro?


Occorre ristabilire la fiducia. E come? Con un premier che pensa solo ai suoi vizi privati e incrementa le storture pubbliche? Basterebbe vedere Catania. O gli sprechi delle regioni a statuto speciale. O la scelta dei candidati del Pdl. O le veline al rango di ministri. O i pregiudicati in Parlamento. O Scajola col suo aereo privato di Stato! O le infinite e costose pagliacciate di Berlusconi!
Roma muore e ride mentre Nerone ne canta la distruzione sulla chitarra, tra un’orgia e l’altra, un book e l’altro, mostrando al mondo in che sprofondo può arrivare un paese in mano a un incapace corrotto.


Di nuovo Draghi batte sull’aumento dell’età pensionabile!? Ce ne vuole di faccia a ripetere questo



  • quando non si separa assistenza da previdenza;

  • quando l’assistenza delle pensioni sociali non è a carico dello Stato ma degli stessi lavoratori;

  • quando non esistono in Italia ammortizzatori sociali per chi un lavoro non ce l’ha;

  • quando si proteggono 200 miliardi di evasione e si rifiuta un fisco trasparente con carico e scarico, mettendo tutto sulle spalle dei lavoratori dipendenti;

  • quando si medita un 2° rientro dei capitali sporchi per aiutare criminali ed evasori;

  • quando si agisce solo con condoni e cartolarizzazioni;

  • quando abbiamo un livello così alto di evasori totali;

  • quando chi evade oggi non andrà mai in prigione domani e patteggiando avrà una riduzione del carico fiscale;

  • quando gli evasori sono premiati dalle stesse leggi del premier che stravolge i processi e attacca la magistratura;

  • quando costui attacca come “grumi eversivi” proprio quei magistrati che scoprono di

  • quanto egli partecipa al grande saccheggio, del grande furto ai cittadini;

  • quando, per favorire gli evasori, è pronto a stravolgere la legge e ad asservire la magistratura;

  • quando non pone limiti allo spreco del potere ma anzi modifica la Corte dei Conti affinché non metta il veto alle leggi senza copertura finanziaria;

  • quando intende metter mano a un federalismo già respinto dagli italiani che raddoppierà il carrozzone di stato;

  • quando non pensa nemmeno ad abolire le province o gli enti inutili

  • quando si fanno leggi per proteggere i ladri di stato e al vertice ci sta proprio il più grande….

E con questo quadro alle spalle, Draghi parla ancora di ridurre l’età pensionabile!!?? Ma questo è diabolico! E risponde solo a quel grande neoliberismo, fallito su tutta la linea, micidiale e perverso, ma che persiste nella conduzione europea senza alcun limite o freno anche se è responsabile della crisi mondiale.


Si intende penalizzare ancora una volta i lavoratori!?!? Mai i banchieri, mai i politici, mai gli economisti, mai i magnati, i ladri, gli assassini della vita degli altri, i responsabili dei morti sul lavoro, i vili imprenditori, gli estorsori, gli schiavisti.. mai chi ruba l’onestà e il merito.. . sempre e solo i lavoratori!!!


Sarebbe l’ora di piantarla! Abbiamo visto abbondantemente quanto sono stati bravi i grande politici, i grandi strateghi, i grandi analisti, i grandi controllori, i grandi economisti neoliberisti! Non uno di loro ha fatto quel che doveva fare! E ora si intende scaricare di nuovo tutto sui lavoratori!!??


E noi dovremmo anche andare a votare per un Comunità Europa che ha tarpato i diritti dei popoli, che è arrivata a ordinare la privatizzazione dell’acqua e la riduzione dei diritti del lavoro, che ha pensato solo a ingrassare e proteggere le proprie banche, i propri grandi affari, il lucro dei propri grandi magnati, le grandi multinazionali, i grandi traffici di armi, le guerre?
Non c’è qualcosa di troppo, che ormai sfora insopportabilmente da questa relazione di Draghi?
Qualcosa che dovrebbe essere cacciato tra i rifiuti, come tante operazioni perverse di questi distruttori dell’uomo, che hanno già abbastanza rovinato il mondo in nome di un mercato governato da pochi squali, e che hanno dimenticato da tempo quali sono i diritti umani, in nome dei profitti di un capitale che peggio di così non poteva essere e più danni di così non poteva fare?..

venerdì, maggio 29, 2009

FESTA DELLA MAMMA E DEL PAPA' CHE LAVORANO

Oggi 29 Maggio 2009 la CA ha partecipato all'iniziativa

"FESTA DELLA MAMMA E DEL PAPA' CHE LAVORANO"

I nostri bambini hanno apprezzato il clima giocondo e cordiale che si respira in azienda; in particolare hanno partecipato con entusiasmo, per tutta la mattinata, allo spazio dove gli animatori di “Sporchiamoci le mani” intrattenevano i bambini/ragazzi con giochi ed attività.


Nel pomeriggio la Direzione HR, probabilmente per non essere da meno degli animatori, ha pensato bene di coinvolgere in tale "gioco" un collega, facendogli recapitare a casa la seguente lettera.


In questo caso il gioco non è apprezzato!




martedì, maggio 19, 2009

OCSE, I DATI SCIOCCANTI SUI SALARI COLPA DELLA DESTRA E DELLA CONCERTAZIONE

Che gli stipendi italiani sono talmente bassi da porsi tra i più bassi di tutti i paese dell’Ocse lo ripetiamo da anni. Buste paga più pesanti si registrano non solo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, ma anche in Grecia e Spagna. Se mai ci fosse stato bisogno di altri riscontri, oggi risulta evidente come le politiche contro i lavoratori, di continua compressione di salari e pensioni, di erosione dei diritti e della dignità del lavoro, stanno dando i loro frutti peggiori e precipitano l'Italia nella recessione più nera.

Il governo di destra Bossi-Berlusconi rinforza ulteriormente una politica che produce bassi stipendi, riduzione dello stato sociale (come del contratto nazionale di lavoro), favori a banche e banchieri, alle grandi industrie e agli amici degli amici.

C'è un’unica misura seria: chiudere con la politica della concertazione per tassare i ricchi e gli evasori, alzando le aliquote, introducendo la patrimoniale e la tassa di successione.
Aumentare stipendi e pensioni per rilanciare l'economia.

Il resto sono solo chiacchiere.

venerdì, maggio 15, 2009

PIL, I DATI DISASTROSI COLPA DELLE POLITICHE SBAGLIATE DEL GOVERNO

I dati del Pil in caduta libera (-5,9% solo nei primi tre mesi!) resi noti dall’Istat fanno capire perché il governo parla tanto di sicurezza e immigrazione, cercando di distogliere l’attenzione degli italiani dalla drammatica crisi economica in cui siamo: si tratta di una pura operazione di depistaggio e di una vera presa in giro degli italiani. I dati del Pil indicano un vero disastro economico per il nostro Paese, messo peggio di praticamente tutti gli altri Paesi dell’Unione europea.

Ciò accade a causa delle politiche economiche antipopolari di Berlusconi, che salva i suoi amici banchieri e industriali mentre taglia salari, pensioni e spesa sociale.

Dalla crisi in cui siamo se ne esce solo con una profonda operazione di redistribuzione del reddito, con l’aumento di salari e pensioni, con tasse ai ricchi e benestanti... L’esatto contrario della politica economica di questa destra.

martedì, marzo 31, 2009

Esito consultazione nazionale sull'accordo separato


Manomesso il testo unico per la sicurezza. A voi i profitti, a noi i lutti


Il governo rivede la normativa del testo unico sulla sicurezza mentre non passa giorno in cui non si registrino lutti tra i lavoratori. Invece di affossare una normativa che non è nemmeno stata messa in grado di entrare in vigore, il nostro esecutivo dovrebbe invece attuarla e sostenerla. La CGIL è impegnata per dire basta a questa strage silenziosa e, anche per questo, chiama alla manifestazione nazionale del 4 Aprile a Roma.



Tornando alla sicurezza, giusto per avere qualche dato, di seguito l'estratto di un articolo di
MASSIMO FRANCHI – l’UNITA’ del 30 Marzo 2009:
"La sanzione più grave prevista dal Testo unico riguardava l’inadempienza rispetto agli infortuni e in specifico i rischi mortali plurimi. Si parla di aziende con lavorazioni in sotterraneo o in cisterna, come quelle delle stragi di Molfetta e Mineo in cui sono morti rispettivamente 5 e 6operai per asfissia, perché lavoravano senza bombole. «Ebbene, il Testo unico voluto dal governo Prodi in questo caso prevedeva una sanzione fino a 16mila euro, il testo Sacconi la abbassa a 6mila euro», spiega Montagnino. «Quella fatta da Sacconi - continua l’ex sottosegretario - è un’operazione molto sottile: le modifiche non sono solo sul piano quantitativo, ma soprattutto su quello qualitativo. La più importante è sulla Valutazione del rischio, che nel Testo Unico era l’architrave della prevenzione degli infortuni sul lavoro. Nel testo approvato dal Consiglio dei ministri le violazioni passano da contravvenzioni (violazioni sostanziali) a semplici ammende, quindi violazioni formali».
La certezza che dietro le modifiche ci siano Confindustria e le altre associazioni datoriali viene confermata anche dalla norma, sul mancato adempimento alla prevenzione. Il Testo unico prevedeva la responsabilità del datore di lavoro in modo primario e poi responsabilità concorrenti per il preposto e il lavoratore.Ora il testo Sacconi ha ribaltato la piramide: il datore può avere solo una responsabilità concorrente.Un’altra modifica importante riguarda l’articolo 15 bis, reati per «violazione delle norme sulla prevenzione», nei casi in cui «il non impedire l’evento equivale a cagionarlo». Con le correzioni apportate la norma diventa quasi inapplicabile.«Se così fosse - spiega Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil - ci sarebbe una applicazione restrittiva del Codice penale tale da non far ricadere pressoché mai la responsabilità della mancata prevenzione in capo al datore di lavoro o ai dirigenti».Sacconi si è poi molto vantato del fatto che ora «proseguirà il confronto con gli enti locali e le parti sociali». La Cgil mette già le mani avanti. «Saremmo contentissimi, perché finora non c’è stato – continua Modica -. Ma per “dialogo” Sacconi intende quello avuto sulla crisi, due ore di ascolto e poi basta, noi non potremmo accettarlo». "

venerdì, marzo 20, 2009

ESITO CONSULTAZIONE ACCORDO SEPARATO DEL 22 GENNAIO 2009


Questi i risultati della consultazione svoltasi in CA in merito all’accordo separato sul modello contrattuale.

sabato, marzo 14, 2009

I precari abbandonati

C’è una parte del mondo del lavoro senza tutele e senza rappresentanza: i precari.

Per coprire con una foglia di fico questa vergogna il governo ha deciso di portare dal 10% al 20% della retribuzione annuale, l’indennità una tantum destinata ai parasubordinati che verranno licenziati: si tratta, secondo i calcoli della Cgil di passare da circa 800 a 1600 euro medi (il ministro Sacconi parla di una somma che va da 1000 a 2600 euro). Soldi che questi lavoratori, dopo anni di sfruttamento, riceveranno in un’unica tranche, per rimanere sostanzialmente a piedi per tutti i mesi a venire. Ma non basta, perché i requisiti per poter accedere al sussidio sono molto restrittivi e non saranno affatto tutti gli 836 mila parasubordinati del Paese a ricevere la cifra, ma al massimo un 10% (calcola la Cgil), cioè circa 80-90 mila persone. La cifra stanziata dal governo, d’altra parte, è molto bassa: cento milioni di euro.

L’elemosina è stata raddoppiata, ma resta sempre un’elemosina. Raffaele Bonanni invece plaude al pacchetto del governo e vaneggia: secondo lui «Il dialogo paga».

«Ragionevolmente prorogheremo anche nel 2010 la misura ma attualmente la copertura è per il 2009» dice il Governo, confermando quindi che neppure il nuovo anno porterà la ripresa economica.

Invece ci vogliono ben altre proposte per uscire da questo pantano: innanzitutto il salario sociale per tutti i disoccupati e l’estensione della cassa integrazione a chiunque perda il posto di lavoro, indipendentemente dalla dimensione dell’azienda di provenienza e dalla tipologia contrattuale. E’ l’unico modo per riunificare lavoratori stabili e precari; nessuno deve restare solo nella crisi. In secondo luogo è necessario rilanciare la spesa pubblica con grandi investimenti nella ricerca, nelle tecnologie eco-sostenibili, nei settori ad alta tecnologia, avendo un disegno industriale del nostro paese di lungo respiro, capace di guardare al futuro del Paese. Insomma, l’opposto delle scelte operate da questo governo.

Ma per varare misure così importanti servono risorse, e le risorse non vanno prese dalle tasche dei pensionati o dei lavoratori che in questo caso si dividerebbero reciprocamente la miseria. I costi della crisi devono progressivamente ricadere su chi è più abbiente e su chi finora ha fatto il furbetto. Si può fare con l’aumento delle tasse sopra i 100 mila euro, la patrimoniale, la tassa di successione per i grandi patrimoni, la tassazione delle rendite finanziarie e rilanciando una vera lotta all’evasione. Bisogna fare cioè esattamente come sta proponendo il presidente degli Usa Obama: togliere ai ricchi per dare ai disoccupati, ai precari ed ai cassintegrati.

Qualche forza politica parla di queste proposte e per queste si vuole battere; sta a noi lavoratori scegliere tra la “carità pelosa” di questo governo e la riscoperta della nostra forza, dei nostri diritti e delle vessazioni cui siamo sottoposti.

domenica, marzo 01, 2009

Al voto contro l'accordo separato

L'assemblea svolta il 23 Febbraio ha deciso di tenere aperto il seggio elettorale che permettere a tutti i colleghi di votare sull'accordo separato fino a VENERDI' 6 MARZO.


Venerdì 6, a Milano, si raccoglieranno i voti anche con un'urna all'ingresso della mensa.

Per votare è necessario un documento di identità; chi non potesse passare in sede venerdì, può votare chiedendo la scheda alle rappresentanze sindacali.


VOTATE E FATE VOTARE



domenica, febbraio 15, 2009

Assemblea Sindacale lunedì 23 Febbraio 2009

Lunedì 23 Febbraio, dalle ore 16,00 alle 17.30, in preparazione della
MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA CGIL DEL 4 APRILE 2009,

è convocata l’assemblea dei lavoratori CA (sala mensa a Milano, videoconferenza a Roma) con il seguente ordine del giorno:

  • Valutazioni sui contenuti dell’accordo separato sulle regole contrattuali
  • Varie

Sarà presente un funzionario sindacale della FILCAMS-CGIL.
Tutti i lavoratori sono invitati a partecipare.

La rappresentanza RSA-Filcams

venerdì, gennaio 30, 2009

Il PD ribadisce il mancato sostegno alla CGIL

Tagliare le pensioni per finanziare la cassa integrazione di quelle lavoratrici e quei lavoratori che, con l'incedere della crisi, perderanno il proprio posto di lavoro e che oggi non hanno diritto ad alcun ammortizzatore sociale.

Con la disponibilità a discutere una simile proposta – fatta attraverso una intervista al Sole 24Ore – Veltroni si allinea ed entra in sintonia tanto con il governo quanto con la Confindustria.

Il tentativo sfacciato è quello di far ricadere i costi della crisi non su chi l'ha prodotta, ma sulle lavoratrici e sui lavoratori, contribuendo a scavare la fossa alla Cgil, sempre più isolata.

Veltroni chiede alla CGIL di diventare 'moderna' e di sacrificare sulla strada delle compatibilità (che significa un sindacato a-conflittuale ed addomesticato) quelli che il PD considera arroccamenti e pastoie del passato.

Intanto, secondo il segretario confederale della Cgil Agostino Megale, con la "riforma truffa" dei contratti firmata da CISL e UIL, dal 2004 al 2008 compreso i lavoratori avrebbero perso altri 1.352 euro (circa 300 euro l'anno) se gli aumenti contrattuali e i recuperi del tasso d´inflazione fossero stati calcolati con le nuove regole (perdita da sommare al mancato recupero del potere d'acquisto di questi anni!).

E per le imprese? Ovvio... ci sarebbe stato un guadagno di 15-16 miliardi!

domenica, gennaio 25, 2009

La complicità tra Confindustria, Governo, Cisl e Uil



Firmato l’accordo separato sulla riforma del sistema contrattuale. La gravità dell’attacco ai diritti richiede lo sciopero generale.
Come prima risposta la Rete28Aprile opera affinché allo sciopero del 13 febbraio delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici e pubblici, con manifestazione nazionale a Roma, partecipino altre categorie e altri luoghi di lavoro. E’ necessaria una lotta lunga e duratura, perché la rottura è di una gravità senza precedenti e mette in discussione i principi fondamentali dell’iniziativa sindacale e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
L’accordo della complicità apre la via alla distruzione del contratto nazionale e alla totale flessibilità del salario; minaccia ancora di più la salute dei lavoratori con il vincolo della produttiva del salario; estende la precarietà e l’incertezza dei diritti.
Si apre così una fase nuova nella quale bisognerà rovesciare l’accordo categoria per categoria, luogo di lavoro per luogo di lavoro. Vogliono eliminare il conflitto sociale; invece dovranno raccoglierne una quantità tale da sconfiggere il loro disegno di far pagare integralmente la crisi al mondo del lavoro.

sabato, gennaio 17, 2009

Decreto anticrisi inadeguato. Chi ci rimette è il lavoro.

Il 50% del totale dei dipendenti italiani (non considerando il pubblico impiego) non ha diritto a nessuna misura di sostegno al reddito. Lo studio dell'associazione artigiani e piccole imprese (Cgia) di Mestre, mostra tutta l'inadeguadezza del nostro sistema di ammortizzatori sociali. Oltre a quella del cosiddetto «decreto anticrisi» del governo che non stanzia un euro in più per fare fronte alla gravità della crisi.



Il 2009 sarà un anno recordo di cassa integrazione, ha detto il presidente dell'Inps alcuni giorni fa, soprattutto di quella «ordinaria» (che si applica ai settori dell'industria, dell'edilizia e dell'agricoltura e che risponde a crisi di carattere transitorio) e di quella «in deroga» (che si applica a quei settori e tipologie di aziende che a norma di legge non ne avrebbero diritto). Solo a dicembre le richieste di cig sono aumentate, su base annuale, del 500%. L'impatto sociale è esplosivo. Per chi ne ha diritto, la cassa integrazione significa campare con non più di 800 euro al mese nella gran parte dei casi. Ma sono in molti a non avere diritto a nessuna misura di protezione. I precari a vario titolo innazitutto - i primi a 'saltare' - una giungla contrattuale che è andata infoltendosi negli ultimi anni e che oggi conta poco meno di 5 milioni di persone: secondo alcune stime sarebbero 350 mila i precari che, per effetto della crisi, ogni mese corrono il rischio di non vedersi rinnovato il contratto.


Ma anche tra i dipendenti sono in moltissimi - la metà del totale, secondo quanto indica l'indagine degli artigiani di Mestre - a non avere diritto a nessuna forma di protezione. La maggior parte di costoro (2,3 milioni) lavora nei servizi e poi, a seguire, nelle piccole e medie imprese del commercio (1,9 milioni), nell'artigianato (889 mila), nel settore del turismo (870 mila tra alberghi e ristoranti), nel credito e assicurazione (544 mila) e nella comunicazione (338 mila dipendenti). Se questo è l'ordine di grandezza dei numeri, appaiono a dir poco inadeguate le misure messe in campo dal governo.

sabato, gennaio 10, 2009

Metà dei lavoratori dipendenti senza cassa integrazione

Roma, 8 gennaio - La possibilità di differenziare la cassa integrazione tra le Regioni e le diverse aree del Paese, contenuta in uno degli emendamenti presentati oggi all'articolo del decreto anti-crisi sugli ammortizzatori sociali, lascia perplesso il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni.
“Che cosa vuol dire CIG differenziata a livello locale. Trattamenti diversi tra lavoratori, magari dello stesso gruppo, secondo l’area geografica o, fermo restando il tetto, si tratta della ripartizione delle quote fra enti pubblici? Si chiede il dirigente sindacale.
Nel primo caso - osserva Fammoni - si introdurrebbero una sorta di gabbie salariali degli ammortizzatori, nel secondo un provvedimento che potrebbe dividere tra regioni ricche e povere”.
“E' patologico invece - prosegue il segretario della Cgil - il continuo ricorso alla minaccia di non corrispondere più gli ammortizzatori ai lavoratori. Se si volesse davvero discutere di effettiva formazione e di congruità del lavoro bisognerebbe aprire questa discussione che latita da anni. La logica evidente per il governo è che invece la colpa della crisi è dei lavoratori e loro devono subirne gli effetti”.
Secondo il dirigente sindacale di Corso d'Italia, ciò che ''manca totalmente sono le risorse necessarie agli ammortizzatori”.
“Vedo, invece - conclude Fammoni - che si sono trovate quelle per gli esercenti che chiudono l'attività tre anni prima della vecchiaia, mentre le risorse aggiuntive più volte annunciate e promesse non ci sono e questo è gravissimo e un ulteriore indice dell’inadeguatezza rispetto alla crisi”.