Telefonini a scuola: l'oggetto del desiderio?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-09-2017]

kids smartphones

Il ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, ha sostenuto l'opportunità dell'uso degli smartphone a scuola da parte degli studenti. Bufera! Da parte di chi? Dei soliti ignoranti che ammazzano la creatività delle giovani generazioni e li predispongono a clandestinità e asocialità.

Giudizio pesante il nostro, ma non potrebbe essere altrimenti perché, come tutti e molti, anche chi scrive è stato studente (quando a stento c'era la televisione) e ha un figlio altrettanto studente. Non solo, ma quest'ultimo è dotato di smartphone a cui è affezionato e che usa spesso durante la giornata, pur sottomettendosi con serenità ai divieti scolastici.

Come tante cose della vita, anche lo smartphone è strumento di creatività e compagnia, da usare come complemento per migliorare, tenersi informato, divertirsi, comunicare, prevedere, organizzare. Dipende dall'uso che se ne fa. E pensiamo che coloro che alzano oggi la bufera stiano commettendo lo stesso errore che fa lo Stato e molte famiglie nei confronti della droga: creano un mito, l'oggetto del desiderio, come la mitica mela di Eva nel Paradiso Terrestre dei religiosi.

Per "una società libera dalla droga", ci raccontano tutti i giorni, ma intanto i nostri figli e i nostri studenti e i loro amministrati si fanno canne a iosa, collusi e sostenitori della malavita organizzata che gliela fornisce. Viverci accanto legalizzandola, spiegare come si spiega per l'alcool e il tabacco? Troppa fatica, è più facile vietare. E i ragazzi si fanno canne... quando va bene.

Nella dovuta differenza, è la stessa cosa per lo smartphone. Con l'aggravante che quest'ultimo non è illegale e che - anche a detta di coloro che lo demonizzano ma che ce l'hanno in tasca sempre, usandolo anche in modo smodato e maleducato - è strumento di progresso, civiltà, congiungimento, legami, cultura.

Da cosa dipende? Come sempre dall'uso che se ne fa. Per le istituzioni bacchettone, regressive e con la vista corta, così come per alcune famiglie, è più semplice vietare che spiegare. Certo, è faticoso per una istituzione come la scuola, così come un genitore, stare dietro a un ragazzo e spiegare l'uso moderato, appropriato e di sviluppo di questo strumento: tempo, conoscenze appropriate, condivisione.

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Ogni "grande/adulto" - istituzione o genitore che sia - ha da star dietro ai propri problemi, e il tempo che dedica ai ragazzi è rubato alle proprie preoccupazioni, che sembra debbano essere affrontate con l'ignorare i ragazzi. Non è un caso, per esempio, che il nostro Paese sia in coda a tutte le statistiche per investimenti nell'istruzione, mentre le nostre famiglie sono in cima ad altrettante statistiche che vedono i figli in casa in età ovunque impensabili.

È evidente che la lezione delle droghe non è servita (ed è evidente soprattutto perché non sono ancora legali). A questo oggi aggiungono un nuovo oggetto del desiderio, lo smartphone, che, così come sbagliando hanno insegnato ai nostri genitori, per essere bello non potrà che essere proibito.

Per chi ha voglia, queste riflessioni e aspettative crediamo che possano servire.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

Paragonare la legalizzazione delle droghe all'uso degli smartphone in classe mi sembra francamente molto avventuroso per non dire assolutamente inappropriato. Fatta questa considerazione di base che pone totalmente fuori questione il paragone direi che, come sottolineato da molti che mi hanno preceduto, il punto principale è che gli... Leggi tutto
20-9-2017 19:02

{Carlo}
Leonardo da Vinci e lo Smartphone... :) link
15-9-2017 21:00

{ViR}
Ma il divieto non dovrebbe essere implicito? Se sei in classe, sei per studiare e imparare quello che spiegano i professori (si spera, quando ero in classe il 90 per cento era per le interrogazioni), quello devi fare. Come non puoi giocare a pallone, lanciare palle di carta per aria, battere i piedi, cantare, fare le parole crociate e... Leggi tutto
15-9-2017 20:49

Come sempre è un problema di educazione. Il cellulare non è un male in sè per sè, ma dell'uso che se ne fa. (se non piace l'esempio della droga, facciamo quello dei coltelli) E in questo particolare caso, secondo me il bambino impara molto da come i genitori usano o gestiscono il cellulare. E una volta che anche pochi bambini lo usano in... Leggi tutto
15-9-2017 11:33

Che confusione che fa il presidente dell'ADUC a mischiare telefonini e droga per sostenere una tesi che non sta in piedi se non per ragioni politiche. Vogliamo provare a sbrogliare 'sto garbuglio? Spazziamo via la questione droga: l'ONU ha già affermato chiaramente che la "guerra alla droga" è persa, ed ha bruciato una marea... Leggi tutto
15-9-2017 11:04

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