Nuovo ribaltone ai vertici Tim: il Cda sfiducia l'israeliano Amos Genish.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-11-2018]
C'è quasi una regola non scritta che porta ad avvicendamenti sempre più veloci del vertice di Tim, con la fuoriuscita dell'amministratore delegato, che se ne va, dopo qualche intervista, un piano aziendale appena abbozzato, le critiche degli investitori per il calo del titolo, una buona uscita miliardaria. L'articolo continua qui sotto.
Genish non conosceva l'italiano, non si è mai trasferito a Roma e addirittura partecipava alle riunioni del Cda in streaming; non dialogava molto con la prima linea dell'azienda e pochissimo con le seconde e terze; non si è mai molto calato nella commessa realtà di Tim e tanto meno nella realtà politica ed economica italiana, ancora più difficile e complessa.
Genish se ne va con una liquidazione di 7 milioni di euro ma, soprattutto, è la vittima dello scontro in corso tra Vivendi ed Elliot/Mediaset. Ha dimostrato però una cosa: una persona intelligente e onesta non può volere lo scorporo della rete da Tim senza essere consapevole che uno scorporo finanziario e non solo gestionale significa la fine dell'azienda, che a questo punto verrebbe fagocitata da player esteri; l'infrastruttura di rete continuerebbe invece a essere in mano italiana, con l'aiuto della Cassa depositi e prestiti, come sembrerebbe intenzione, se non cambiano idea, dei governanti di 5 Stelle e Lega.
Genish non era convinto dello scorporo di Tim e non voleva essere l'ultimo amministratore delegato di Tim. Non lo sarà. Ma il suo successore poteva anche non essere nominato; se così stanno le cose, invece, lo sarà.
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