[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-04-2019]
È un po' strano il punto a cui è arrivata la telefonia nella sua evoluzione.
All'inizio c'erano le telefonata: si sollevava la cornetta e si parlava, per così dire, in diretta. Poi, più di recente, sono arrivati i messaggi e le chat: anziché parlare si scrive, e il destinatario legge e risponde quando ha tempo.
Ora siamo alla telefonata in differita. Soprattutto i più giovani, infatti, usano le chat non per mandare messaggi scritti, ma per registrare messaggi vocali (che, spesso, vengono semplicemente chiamati i vocali, senza sostantivo). Siamo tornati all'uso della voce, ma senza simultaneità.
Questa particolare forma di comunicazione presenta tuttavia alcuni problemi. Intanto non è detto che sempre il destinatario possa immediatamente ascoltare il messaggio vocale (per lo stesso motivo per cui non può telefonare, magari, mentre un discreto testo scritto sarebbe adatto).
Poi, ci sono persone che mandano messaggi vocali interminabili, che durano minuti e all'interno dei quali il filo del discorso svanisce in tutta una serie di argomenti collaterali, esitazioni e ripensamenti.
Wiko, noto marchio di telefonia, ha preso nota delle idiosincrasie legate ai messaggi vocali e ha ideato un esperimento: ha provato a usarli per cercare una casa in cui passare lo scorso fine settimana di Pasqua.
Nel video che riportiamo in fondo all'articolo, il messaggio passa di regione in regione, toccando da Sud a Nord tutta la penisola.
L'esperimento non è fine a sé stesso: vuole essere lo spunto per fare una riflessione sui messaggi vocali, fornendo alcuni consigli in modo che non siano troppo invadenti o controproducenti.
Ecco dunque le cinque raccomandazioni di Wiko per essere ascoltati davvero e non rischiare di innervosire l'interlocutore:
1. Less is more. Se volete che il vostro messaggio venga ascoltato fino alla fine, non superate i 20 secondi. La soglia d'attenzione di una persona che vi ascolta comincia a calare dopo i primi 3 secondi, figuriamoci dopo 20. Siate sempre concisi, chiari e diretti.
2. Valutate le reazioni. Se continuate a mandare vocali, e la risposta vi arriva sotto forma di messaggio testuale, forse state sbagliando codice di comunicazione. Meglio riprogettare lo scambio e adeguarsi all'interlocutore.
3. Il contesto è tutto. Dove verrà ascoltato il vocale? Se sapete che chi riceverà il vocale è a lezione, in ufficio o, peggio impegnato in una importante riunione, meglio evitare. Se invece sapete che il destinatario non ha impegni in agenda, un vocale potrebbe essere la modalità di comunicazione ideale, estemporanea e che esclude la necessità di fissare lo schermo dello smartphone.
4. Non fatevi prendere la mano. Nelle chat di gruppo i vocali generano il massimo grado di fastidio. Le famose chat di classe, ma anche le più informali chat con gli amici del calcetto, rischiano di divenire un inferno tra continui botta e risposta. Non abusate.
5. Misurate l'importanza. Se volete essere proprio sicuri che il destinatario riceva l'informazione che volete comunicare non rischiate che non possa ascoltarla. I vocali sono sempre più una realtà, poiché considerati veloci, pratici, immediati. Per alcuni, soprattutto per i più giovani, sono l'unico modo di comunicare ma per altri rasentano il male assoluto. Valutate caso per caso.
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