I Buoni e i Cattivi

Diario di un Invisibile. C'era chi vendeva la sua immagine e chi ne veniva derubato. L'Organizzazione da decenni cercava di ottenere il controllo totale della Società.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 05-12-2011]

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Diario di un Invisibile

Il colonnello De Moncler era nel suo ufficio. Con disappunto lesse sullo schermo del computer che era arrivato ultimo nel torneo di Tetris online. Sospirò scoraggiato e decise di tornare al lavoro. Puntò verso YouTube e cercò i video del sedicente profeta. Erano decine e andavano dalla dottrina pura ai toni più esagitati dell'arruffapopoli di mestiere.

Un ottimo lavoro, bisognava dire e a giudicare dal numero di visualizzazioni di ogni video, si poteva immaginare che Google inconsapevolmente stava finanziando con milioni di dollari l'organizzazione del Popolo del Labirinto con gli AdSense. Ottimo lavoro veramente. E Goffredo Germano si autocompiacque.

Nessuno si era accorto del fatto che dietro questo successo c'era anche il suo lavoro. Immediatamente si mise in stato di attenzione viglile, portando istintivamente la mano alla pistola. Si stava aprendo il passaggio segreto di cui solo in due erano a conoscenza...

[...]

Paola, Matteo e Luca stavano vicini nel buio. I loro corpi si sfioravano e i loro cuori davano il ritmo alla stessa musica; respiravano quasi all'unisono. La tensione del momento portava i loro sensi allo spasimo. La voce di Luca ruppe il silenzio. "Paola dove vuoi che te lo metto?"
"Attaccalo allo zainetto tattico legato bene." rispose Paola.

Luca fissò il contenitore termico allo zaino di Paola. Poi gli diede un colpetto cameratesco sulla spalla. Quindi si girò verso Matteo "Tu ci sei?"
"Certo che ci sono." disse Matteo porgendo a Luca un inutile mozzicone di spinello. Luca lo prese provando a dare un altrettanto inutile tiro e lo buttò. "Allora andiamo." E tutti e tre si avviarono nel Labirinto armati fino ai denti e con un preciso obiettivo.

[...]

Il passaggio segreto si stava aprendo e De Moncler immaginava chi sarebbe apparso, nondimeno teneva il dito in tensione sul grilletto della pistola. Vide l'intruso e si alzò di scatto. Pochi secondi dopo erano strettamente abbracciati. Per tre volte si abbracciarono e separarono, per tre volte si baciarono sulle guance, per tre volte si chiamarono reciprocamente fratello.

[...] L'articolo continua qui sotto.

Alberto ormai lontanissimo da sé continuava, come posseduto da un démone, a trucidare qualunque vivente o simbolo che anche solo lontanamente gli ricordasse la DiSpePSIA. Il massacro era anche un suo personale calvario e una delle stazioni fu il passare davanti la porta di un vano per retrocedere immediatamente dopo pochi passi per entrare. Aveva visto uno specchio e dentro a questo, qualcosa che lo riportò a se stesso.

[...]

Quello che mi aveva fortunosamente risvegliato dal mio incubo era dentro lo specchio. Vedevo abiti zuppi di sangue su di un corpo che non c'era; segni tribali sospesi nel vuoto, armi tenute da invisibili mani votate ad un massacro inutile. Sotto questo niente. La faccia, il corpo che ero abituato a vedere erano scomparsi lasciando il nulla. Questo scomparire alla mia stessa percezione mi diede il senso dell'inutilità della ribellione cieca che stavo portando avanti. E mi fermai cercandomi negli angoli dello specchio.

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Marsi e De Moncler erano veramente fratelli biologici, separati piccolissimi e adottati da famiglie diverse avevevano preso strade dissimii ma destinate a ricongiungersi per uno scherzo del Destino. Dieci anni prima erano entrati nell'organizzazione per separate vie e incontrandosi avevano trovato affinità che li misero in una condizione di confidenza che li portò alla scoperta del legame esistente fra loro. E per dieci anni avevano lavorato nascostamente, ognuno nel suo ambito, per l'Organizzazione che da decenni cercava di ottenere il controllo totale della Società.

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Paola, Matteo e Luca si muovevano rapidi lungo il Labirinto, arrivarono alla botola che portava sotto alla sede della DiSpePSIA. Entrarono nell'edificio e continuarono il loro percorso trucidando guardie e superando gli sbarramenti delle porte blindate con serrature a controllo retinico, utilizzando i bulbi oculari congelati che portavano nel contenitore termico.

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E nello specchio mi ritrovai pur senza vedermi. Ritrovai me stesso e trovai tutte le risposte. La Malattia dell'Invisibilità nasceva dalla perdita della propria identità personale in favore di quella pubblica. C'era chi vendeva la sua immagine e chi ne veniva derubato... io ero stato derubato; qualcuno stava usando la mia immagine senza nemmeno riconoscermi i diritti legali. E sapevo anche chi era il ladro! Qualcuno che mi conosceva benissimo perchè mi aveva rivoltato come un calzino con i suoi test. Adesso dovevo solo trovarlo per riprendere quello che era mio per diritto naturale.

[...]

Pantera e Samantha avevano indossato le tute da combattimento ed opportunamente armate percorrevano il passaggio che portava all'edificio della DiSpePSIA; con sorpresa videro che qualcuno era passato poco prima eliminando le difese e aprendo i varchi.

[...]

Giovanni e Germano stavano osservando un video in cui si vedeva Alberto arringare la folla. "Siete Forza pura desiderosa di scatenarsi, finora prigioniera delle sbarre che da voi stessi avete costruito, pagando di tasca vostra per i materiali di cui sono fatte. E il diritto inalienabile che avete su queste sbarre, vi rendeno capaci di disintegrarle in un istante senza sforzo. Ma se non sentite l'Energia scorrere in Voi, in questo momento, vi invito a fermarvi. Questo non fa per voi. Tornate alle vostre occupazioni, continuate a donare la vostra Vita a chi non lo merita, nascondetevi nella vostra buca ignorando la Vita e sperando che la Vita ignori voi. Ma se volete spezzare l'accerchiamento che ci assedia, tentare la sortita liberatoria o almeno cadere con dignità, seguitemi. Non sarò il vostro Maestro, il vostro Messia, la Verità fatta carne. Sarò solo il vostro sergente addestratore, vi insegnerò tutto quello che so, vi addestrerò, vi armerò. Vi armerò e non vi amerò perchè chi ti ama in realtà vuole avere del possesso su di te; ti dà qualcosa di sé per averne un corrispettivo con gli interessi. Nessuno ti ama per quello che sei ma per quello che vorrebbe che tu fossi. Io non voglio che siate niente se non sinceramente voi stessi."

La folla andò in delirio a queste parole. De Moncler sorrise e abbassò il volume. "La sezione propaganda ha fatto un lavoro straordinario. Sembra vero."
Giovanni annuì.

"Abbiamo tutti i suoi parametri, farne un perfetto modello virtuale è stato complesso ma non difficile. Questi video stanno girando nel Web con milioni di visualizzazioni e ben presto scateneranno dei disordini che bisognerà contenere e reprimere... ma sicuramente l'Organizzazione saprà, tramite i suoi elementi, consigliare la linea giusta per mantenere l'ordine."

Si guardarono; il Grande Piano era finalmente prossimo al suo compimento.

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Una risata vi seppellirà

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Veleno Romano