Google: profitti pubblicità anche dai trafficanti di droga

Tra gli annunci di AdWords non è difficile trovare spot illegali.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-01-2012]

google adwords spot trafficanti

È sempre bene non fidarsi a occhi chiusi di quello che offre la pubblicità, anche se è quella fornita da AdWords di Google.

Lo ha scoperto a proprie spese una cittadina britannica che, cercando i biglietti per le prossime olimpiadi, ha inserito in Google la chiave di ricerca Olympic tickets e ha cliccato sul primo risultato sponsorizzato che il motore le ha restituito.

Dopo aver speso 750 sterline ed essersi insospettita quando le è stato chiesto di inviare la propria firma via fax, la donna si è rivolta al programma di giornalismo investigativo della BBC 5 live Investigates, che ha scoperto alcuni fatti interessanti.

Come la donna aveva intuito, il risultato sponsorizzato da Google non aveva nulla a che fare con i rivenditori ufficiali dei biglietti delle olimpiadi. L'articolo continua qui sotto.

Le indagini di 5 live Investigates hanno permesso di scoprire che AdWords ospita pubblicità anche più pericolose: tra gli annunci sponsorizzati i giornalisti della BBC hanno scoperto anche quelli di trafficanti di stupefacenti e quelli di rivenditori di falsi documenti d'identità e passaporti.

Il problema sta nel fatto che AdWords è una piattaforma semiautomatica: un sistema automatico fa una prima scrematura ma il personale umano di Google interviene analizzando gli annunci inseriti - per controllare che non contravvengano alle policy aziendali - solo in seguito a una segnalazione.

Infatti, dopo essere stata informata sul contenuto degli annunci problematici, l'azienda di Mountain View ha provveduto a rimuoverli e si è anche offerta di approfondire la questione per aiutare la donna britannica dalla quale tutto è partito.

«Solo perché sembra che dietro l'annuncio ci sia il sostegno di Google» - conclude l'esperto di sicurezza Reg Walker - «non significa che sia legittimo. Potrebbe, anzi, essere proprio il contrario».

Google, nel frattempo, pur avendo deciso di rimuovere gli spot incriminati ha fatto sapere che terrà comunque il denaro incassato dagli inserzionisti illegali.

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