Wi-Fi aperto? Non sei responsabile

Dimenticare di proteggere la rete Wi-Fi non rende responsabili delle violazioni compiute dagli ospiti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-05-2012]

wifi aperto copyright

Mantenere aperta la propria rete Wi-Fi - ossia non impostare alcuna password per il suo utilizzo - non è una grande idea se si tiene alla propria sicurezza, eppure è una pratica tuttora piuttosto diffusa.

Se chiunque può collegarsi alla rete e utilizzarla, in linea teorica può anche adoperarla per qualche comportamento illegale; in quel caso, di chi è la colpa?

Un tribunale finlandese si è trovato a dover decidere proprio su un caso di questo tipo quando il CIAPC (una associazione antipirateria) ha fatto causa a una donna - rintracciata a partire dal suo indirizzo IP - accusandola di aver scaricato materiale coperto da copyright.

La donna ha però reagito sostenendo che, quel giorno, nella sua casa era in corso una festa cui hanno partecipato circa 100 persone, e una qualunque di esse avrebbe potuto connettersi con un portatile alla rete Wi-Fi aperta per macchiarsi poi del reato.

L'avvocato dell'accusata spiega: «Non sono stati in grado di provare che la proprietaria della connessione sia coinvolta in prima persona».

Il tribunale ha esaminato le posizioni ed è giunto alla conclusione che, in effetti, non è possibile considerare la donna colpevole, ma si è spinto anche oltre.

«La corte si è quindi chiesta se il semplice atto di fornire una connessione Wi-Fi non protetta da una password possa essere considerato un atto che viola il copyright» e, per venirne a capo, ha consultato le direttive europee in materia (tra cui la direttiva 2000/31/EC, la 2001/29/EC e la 2004/48/EC).

Come risultato, i giudici finlandesi hanno stabilito che chi possiede una connessione Wi-Fi non protetta non può essere ritenuto responsabile delle eventuali violazioni al copyright compiute da terzi.

Ora il CIAPC - che sperava nella sentenza opposta, per poi ottenere un'ingiunzione che obbligasse la donna a evitare ulteriori violazioni (in pratica facendole spegnere il Wi-Fi, dato che le reti wireless possono anche essere bucate) - può tentare di ricorrere in appello; in questo caso gli avvocati hanno già fatto sapere che non esiteranno a ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.

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Una sentenza su cui meditare anche in Italia

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