Festeggiamenti sobri, ma la democrazia è anche la Rete

Il Presidente della Repubblica non accoglie l'invito della Rete ad annullare la parata del 2 giugno e raccomanda ai giovani che il Web non può sostituire i partiti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 30-05-2012]

napolitano giorgio

Il Presidente Giorgio Napolitano, in un discorso di due giorni fa, invita i giovani a dedicarsi e a non trascurare la politica, entrando nei partiti che, dice, "non possono essere sostituiti dal Web".

Intanto il terremoto colpisce con una durezza inusitata il Nord d'Italia e particolarmente l'Emilia: decine di morti, centinaia di feriti, decine di migliaia di sfollati e senza casa; il governo proclama per il 4 giugno una giornata di lutto nazionale.

A questo punto milioni di cittadini su Facebook, su Twitter, su Google+, sottoscrivendo appelli on line, chiedono che la prevista parata militare del 2 giugno sia annullata, esattamente come si fece nel 1976 dopo il terremoto del Friuli: pochi o tanti, quei soldi si possono impiegare altrove e, comunque, c'è poco da festeggiare.

Alcuni leader politici di destra e sinistra, da Di Pietro a Calderoli, da Storace ad Alemanno fino a Vendola, si esprimono favorevolmente; molti altri evitano di schierarsi; ma è certo che si tratta di un movimento largamente spontaneo, apolitico, trasversale rispetto a tante categorie.

Il Presidente della Repubblica si schiera a favore della parata, pur auspicando "festeggiamenti sobri" dedicati alle vittime per confermare che lo Stato è vivo.

Non era obbligato a farlo: poteva rinviare la scelta al governo, come spesso giustamente fa, perché la Costituzione non gli affida compiti esecutivi né amministrativi.

Napolitano, probabilmente, pensa che non si debba "cedere alla piazza", nemmeno se virtuale o telematica, e che si debbano prendere decisioni "impopolari"; ma forse questo può andare bene quando si tratta di scelte che vanno a incidere su interessi di categorie più o meno forti e diffuse.

Se i partiti non possono essere sostituiti come canali permanenti e strutturati della partecipazione democratica alle istituzioni, quando realmente democratici, in tante occasioni e su tante questioni l'opinione pubblica può e deve esprimersi.

Oggi può farlo con una tempestività e una coralità mai conosciute in altre epoche grazie alla Rete, che dovrebbe trovare maggiore ascolto e accoglienza da parte di tutte le istituzioni: anche dal loro massimo vertice, pena l'allargarsi del divario fra queste e la lente.

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Pier Luigi Tolardo