Un vaccino definitivo per la dipendenza da nicotina

Il vaccino uccide il piacere di fumarsi una sigaretta. I fumatori non ricominciano più; chi non ha mai fumato non prende il vizio.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 16-07-2012]

vaccino nicotina

Un gruppo di ricercatori del Weill Cornell Medical College (a New York) ha ideato e sperimentato sui topi un vaccino che promette di vincere per sempre la dipendenza da nicotina.

Il principio al quale si sono ispirati è semplice: se si impedisce che la nicotina raggiunga il cervello, questa non potrà innescare alcuna reazione né dare il piacere che i fumatori ne ricavano, e quindi non genererà dipendenza.

Realizzare un sistema che funzionasse è stato invece più complicato. A oggi esistono già alcuni vaccini, definiti "passivi", che in effetti funzionano: contengono già degli anticorpi in grado di intercettare e distruggere la nicotina. Sfortunatamente, perché l'effetto duri, è necessario ripetere l'iniezione ogni poche settimane.

Un vaccino tradizionale o "attivo" - inoculare un agente esterno che il corpo riconosca come pericoloso e quindi faccia dare il via alla produzione di anticorpi - non può essere realizzato: la molecola della nicotina è troppo piccola per essere riconosciuta dal sistema immunitario.

Così i ricercatori hanno ideato una terza via, quella del "vaccino genetico", già utilizzata sui topi per trattare certe malattie agli occhi e certi tipi di tumore.

Hanno inserito la sequenza genetica di un anticorpo per la nicotina, creato in laboratorio, all'interno di un virus adeno-associato, istruendolo per raggiungere gli epatociti (cellule del fegato).

In questo modo la sequenza genetica dell'anticorpo ha raggiunto il nucleo degli epatociti, i quali hanno iniziato a produrre gli anticorpi; questi a loro volta hanno potuto così iniziare il loro lavoro di intercettazione della nicotina non appena questa entra nel flusso sanguigno.

I test sui topi hanno dati risultati positivi: la produzione di anticorpi è sempre rimasta costante, e pochissima della nicotina somministrata ha raggiunto il cervello, senza peraltro riuscire a scatenare alcuna reazione (il gruppo di controllo ha invece mostrato subito i sintomi dell'assunzione, quali un calo della pressione sanguigna e un abbassamento del ritmo cardiaco).

Secondo il dottor Ronald G. Crystal tutto ciò mostra come il vaccino funzioni e non perda efficacia con il passare del tempo: i fumatori che dovessero sottoporvisi, qualora la sperimentazione sull'uomo dia esito positivo, «sapranno che se ricominceranno a fumare non ne trarranno alcun piacere a causa del vaccino, e ciò potrà aiutarli ad abbandonare questa abitudine».

Inoltre, sempre secondo il dottor Crystal, il vaccino potrebbe essere somministrato anche a chi non ha mai iniziato a fumare: qualora anche dovesse iniziare, non ne proverebbe piacere e non continuerebbe.

Specificando che per ora si tratta solo di un'ipotesi, il dottor Crystal prospetta che un giorno i genitori possano decidere di vaccinare i bambini contro la dipendenza da nicotina: «Naturalmente dovremo valutare rischi e benefici, e ci serviranno anni di studi prima di stabilire una soglia».

Per il momento, la sperimentazione va avanti: dopo i topi ora tocca ai ratti; quindi sarà la volta dei primati, e infine si potrà iniziare il test sull'uomo.

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