Le auto sperimentali a guida automatica di Uber

Mentre il Tribunale di Milano blocca l'app UberPop in tutta Italia, loro pensano a eliminare completamente gli autisti per far scendere drasticamente le tariffe.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-05-2015]

uber car

Sono state avvistate per le strade di Pittsburgh (USA) i primi veicoli sperimentali nati dallo Uber Advanced Technologies Center.

Si tratta di auto che sono «parte dei nostri primi impegni nella ricerca sulle mappe, la sicurezza e i sistemi autonomi» - come afferma una portavoce - sebbene non si tratti ancora propriamente di auto che si guidano da sole.

Pur non potendo negare l'esistenza di tali veicoli che girano liberamente per Pittsburgh, Uber ha preferito non dare ulteriori dettagli sul progetto; dopotutto, l'azienda vorrà difendere i propri segreti in un campo in cui i concorrenti sono diversi e potenti, a partire da Google.

Per Uber, avere una flotta di auto che non necessitano di guidatore significa abbattere i costi del servizio.

Secondo l'analista Brian Johnson, citato dal Pittsburgh Business Times, «rimuovendo l'autista dall'equazione (il maggior costo in una corsa in taxi) il costo medio al miglio per il consumatore potrebbe scendere a 44 centesimi in una normale berlina e a 8 centesimi in un'auto a due posti».

Che l'intento di Uber sia eliminare gli autisti è confermato da Travis Kalanick, CEO di Uber, che ha affermato: «Il motivo per cui Uber può essere costoso è perché non si paga soltanto per l'auto, ma si paga anche per l'altro tizio che c'è nell'auto».

Se a Pittsburgh Uber guarda verso il futuro, in Italia subisce invece una brusca battuta d'arresto.

Il giudice Claudio Marangoni ha infatti sospeso UberPop, da tempo sotto accusa, bloccandone il servizio e dando a Uber 15 gioni di tempo per rimediare a ciò che ha portato alla sua sospensione.

Secondo il giudice, UberPop «è interferente con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari di licenze» e ha su quest'ultimo un vantaggio concorrenziale dovuto al fatto che non per fungere da autista UberPop non sono necessari «titoli autorizzativi».

Non dovendo sostenere gli stessi costi dei taxisti, gli autisti di Uber possono praticare «tariffe sensibilmente minori rispetto a quelle del servizio pubblico» e questo, secondo il Tribunale di Milano, lede la concorrenza.

Se, trascorsi i 15 giorni, UberPop non avrà eliminato i motivi della concorrenza slease dovrà pagare le penali previste, parti a 20.000 euro al giorno.

Il giudice ha peraltro espresso varie altre riserver su Uber.

Ha affermato che il paragone con il car sharing è scorretto, perché nel caso di Uber «l'autista non ha un interesse personale a raggiungere il luogo indicato dall'utente e, in assenza di alcuna richiesta, non darebbe luogo a tale spostamento».

Questa considerazione ha portato a riflettere anche sui vantaggi che Uber porterebbe alla collettività e che, secondo il giudice, semplicemente non ci sono: dato che l'autista si muove anche se non ne ha bisogno in prima persiona, il giudice dubita della capacità di Uber di generare vantaggi «in termini di riduzione dell'inquinamento atmosferico e consumo energetico, posto che esso sembra al contrario stimolare l'uso di mezzi privati senza che rispetto a tale uso possano essere poste in essere misure di programmazione e regolazione generale della mobilita' che sembrano unanimemente considerate come lo strumento principale di intervento nel settore del trasporto urbano e non».

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