Poste Italiane, un'altra ''tegola'' per Caio

Sospese le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro per le pregiudiziali avanzate dal top management.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-03-2017]

caio

Tensioni su tensioni intorno a Poste Italiane e alla sua attuale dirigenza. Privatizzazione in forse; servizio di consegna corrispondenza saltato in molti degli 8.000 Comuni italiani; l'amministratore delegato Francesco Caio in bilico; infine banco per aria sulla chiusura del contratto sindacale che sembrava cosa fatta e che all'ultimo momento è saltato per ragioni, secondo il sindacato, pretestuose avanzate dal top management.

"La gestione dell'attuale AD di Poste Italiane Francesco Caio è stata caratterizzata da un rapporto quasi inesistente con le controparti sociali" - ha dichiarato a Zeus News Luca Burgalassi, segretario del sindacato SLP-CISL - "Nei tre anni di mandato la tensione sindacale all'interno dell'azienda è andata via via aumentando, fino a sfociare nello sciopero generale del 4 novembre scorso, il primo dopo oltre 10 anni di pace sociale. Uno sciopero indetto dai principali sindacati di categoria sia contro il progetto di ulteriore privatizzazione dell'azienda, sia contro il piano di riorganizzazione del servizio postale a giorni alterni".

Inevitabilmente uno dei punti più dolenti è il deterioramento delle relazioni sindacali, con la indisponibilità al confronto da parte del top management.

"Anche il pessimo clima che si respira tra i lavoratori degli uffici postali, oggetto di continue pressioni commerciali dovute alla finanziarizzazione dei servizi offerti, era stato motivo della protesta sindacale" - ha precisato il segretario di SLP-CISL - "Nei mesi scorsi tuttavia azienda e sindacati avevano convenuto di rinnovare il contratto di lavoro agli oltre 140.000 lavoratori del gruppo prima del termine del mandato di Caio".

"A trattativa in dirittura d'arrivo" - ha concluso Luca Burgalassi - "l'azienda ha posto una pregiudiziale sull'inquadramento del personale, un tema assai delicato e complesso che riguarda molte migliaia di lavoratori e che non può essere affrontato in poche ore. Risultato? Trattativa a gambe per aria con rinvio a data successiva alle ormai prossime nomine che il governo assumerà per le aziende pubbliche. Una condizione che non fa bene ai lavoratori e non giova a Poste Italiane".

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