Il DRM entra in HTML 5

La gestione dei diritti digitali si fa largo nei browser, con la benedizione del padre del web.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-03-2017]

drm html 5

È alle battute finali il processo di approvazione per l'inserimento del DRM - sistema di gestione dei diritti digitali - all'interno delle specifiche HTML 5.

L'obiettivo è trasformare il web in una piattaforma in grado di offrire contenuti video protetti, un'idea che ha trovato anche l'appoggio dell'inventore del World Wide Web, sir Tim Berners-Lee.

Secondo Berners-Lee, è inutile opporsi all'avanzata del DRM: esso esiste e difficilmente sparirà nel breve periodo. Pertanto è meglio integrarlo nelle tecnologie con cui è costruito il web piuttosto che tenerlo separato.

In quest'ultimo caso, infatti, l'alternativa a un DRM nei browser sarebbe l'utilizzo di applicazioni dedicate, che però sarebbero un rischio per la privacy e la sicurezza.

Pensiamo - dice Berners-Lee - che cosa succederebbe se, non avendo il DRM nel browser, ogni distributore di contenuti video fornisse una propria applicazione agli utenti: le possibilità di scoprire debolezze nei software aumenterebbero.

L'inventore del web riconosce i problemi connessi al DRM, come le difficoltà che crea a chi semplicemente vuole utilizzare parti di opere protette nel rispetto dal fair use, creare opere derivate o fare un backup, ma ammette anche di aver notato come la maggior parte degli utenti non sia interessata a questi argomenti.

Così il W3C ha elaborato le Encrypted Media Extensions (EME), un insieme di specifiche che definiscono il meccanismo tramite il quale chi fornisce video in HTML 5 può proteggere i propri contenuti con un sistema di gestione dei diritti digitali.

Le EME, d'altra parte, non indicano l'utilizzo di un preciso schema DRM, lasciando a ciascuno la libertà di utilizzare quello che preferisce: si limitano a obbligare il fornitore di contenuti a utilizzare un sistema di chiavi in chiaro, che usi chiavi in testo semplice per la decrittazione dei contenuti protetti.

Allo stato attuale, la proposta deve ora affrontare l'approvazione dell'Advisory Committee del W3C: se sarà approvata, diventerà una raccomandazione W3C ufficiale.

In ogni caso, tutti i maggiori browser già integrano una versione preliminare delle EME, compatibile con i moduli usati da Microsoft, Adobe e Google, e la possibilità di inviare flussi video protetti ai browser, senza l'utilizzo di plugin, è già stata accolta da servizi importanti come Netflix e YouTube.

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